postato il 11 Febbraio 2012
L’Udc è pronta a ritirare anche tutti i propri emendamenti. I Partiti non devono essere i taxi con cui le corporazioni frenano il processo di liberalizzazione. Le liberalizzazioni devono essere più incisive e non essere attenuate nel Parlamento. Dobbiamo andare avanti con forza. Vediamo i risultati di Monti che sono molto positivi. Finalmente l’Italia si è scrollata di dosso quella pessima immagine che aveva. I partiti devono assecondare con forza il governo Monti.
postato il 11 Febbraio 2012
Casini ieri è intervenuto alla Winter School dei Giovani Udc siciliani a Cefalù, e ha affrontato – stimolato dalle domande dei vari partecipanti – le scelte politiche degli ultimi tempi, a partire dal tema caldo del rimborso elettorale ai partiti: come vi raccontano bene Meli sul Messaggero e Sesto sul Sole, lunedì l’Udc presenterà una legge per bloccare il finanziamento a tutti quei partiti che non si ripresentino ad ogni tornata elettorale utile. Spazio poi al viaggio che il Premier Mario Monti sta compiendo in questi giorni in America: Federico Rampini ne ricostruisce su Repubblica le fasi più importanti, spiegando come la doppia missione di convincere l’amministrazione Obama e gli investitori esteri sia perfettamente riuscita. Ecco perché, come spiega bene Bonfante su Libertiamo, Monti non solo può salvare l’Italia, ma diventare anche un leader perfetto per tutta Europa.
Casini: “Chi non si ricandida restituisca i soldi” (Nino Bertoloni Meli, Il Messaggero)
Udc: stop ai rimborsi ai partiti assenti da politiche ed europee (Mariolina Sesto, Sole24Ore)
La nuova sfida di Casini: “Il partito degli italiani”. E avverte Fli e Api: non fermiamoci al Terzo Polo (Avvenire)
Farmacie, avvocati, taxi. Pioggia di emendamenti (Alessandro Troncino, Corriere)
Assalto alle liberalizzazioni in Senato 2.299 emendamenti (Mario Ajello, Il Messaggero)
Il Professore nella fossa dei leoni (Federico Rampini, la Repubblica)
Mr Obama, yes: Monti can save Italy, therefore Europe (Simona Bonfante, Libertiamo)
I partiti e il premier straniero (Francesco Verderami, Corriere)
Cresce la voglia della Grande coalizione (Marcello Sorgi, La Stampa)
Questo governo non è parentesi (Marcello Del Bosco, Il Riformista)
Pd verso il proporzionale, Casini è pronto all’accordo (Europa)
La cura ha fallito tornerà la Dracma (Alessandro Penati, la Repubblica)
Costa col Terzo Polo spiazza Alfano e il Pdl mette sotto accusa Cascio (Emanuele Lauria, la Repubblica di Palermo)
postato il 11 Febbraio 2012
“Riceviamo e pubblichiamo” di Roberto Dal Pan
Un aspetto di quest’emergenza neve (che notizia, d’inverno nevica!) mi ha particolarmente colpito: le centinaia di persone, in gran parte giovani studenti e lavoratori pendolari, bloccate per ore ed ore sui treni. Mi ha impressionato l’idea delle tonnellate di duro metallo messe in scacco da una soffice coltre bianca e da un nemico invisibile: il gelo. Almeno così dice l’amministratore delegato delle Ferrovie Mauro Moretti che ammette problemi per otto convogli, di cui tre bloccati da alberi caduti sulla linea elettrica e cinque fermati da “manicotti” di ghiaccio sulla linea di contatto.
Certo in questo quadro non ci sarebbe nulla da dire se non ci fossero le dichiarazioni in senso diametralmente opposto non del solito sindacalista rompiscatore ma di Giuseppe Biesuz, amministratore delegato di Trenitalia-Lenord (le Ferrovie Nord Milano), il quale afferma “Il ghiaccio non c’entra nulla, infatti i treni delle Nord circolano regolarmente ma non appena entrano in un nodo gestito da RFI si devono fermare».
A dimostrazione di come l’impegno del personale operante in linea non possa essere messo in discussione, vale la pena di leggere un bell’articolo che ci racconta come si possa in pratica combattere adeguatamente il problema del gelo sulle linee ferroviarie. Che la questione sia un poco più complessa e che in realtà riguardi più in generale lo stato delle manutenzioni sull’intera rete ferroviaria e sullo stesso materiale rotabile è ormai opinione molto diffusa, come pure che il problema si vada aggravando con il passare degli anni.
Vetustà del materiale circolante sulle linee regionali e servizi di manutenzione tagliati, quando non cancellati oppure esternalizzati e spesso non pagati, costituiscono una miscela esplosiva pronta a deflagrare al primo accenno di difficoltà, a dimostrazione ulteriore che le politiche fatte solo di tagli lineari sono pura miopia che danneggia il futuro di tutti noi. E pensare che un paio d’anni fa i problemi in discussione erano gli stessi, e le soluzioni suggerite le medesime.
postato il 11 Febbraio 2012
“A pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca” diceva Giulio Andreotti citando un anonimo porporato, ma bisogna fare attenzione perché lo “spesso” non vuol dire “sempre”. Lo hanno scoperto, a loro spese, la deputata dipietrista Silvana Mura e il capo ufficio stampa di Sel Paolo Fedeli che su Twitter sibillini hanno chiesto conto del silenzio dell’Udc su un questionario del settimanale Oggi sui bilanci dei partiti.


Purtroppo per Mura e Fedeli i tweet sono stati intercettati da Roberto Rao, deputato dell’Udc, che ha spento qualsiasi esercizio dietrologico con un tweet dalla disarmante semplicità:

Le risposte al questionario di Oggi ( o visto il ritardo sarebbe il caso di chiamarlo “Domani”?) sono consultabili sul sito internet dell’Unione di Centro. E Silvana Mura, con molto fair play, ha subito preso atto della risposta di Rao, chissà se Gullace su Oggi rimedierà quanto prima. Possiamo solo parlare di #udctrasparente.
Questi il tweet di Rao di ieri, e il RT della Mura:


postato il 10 Febbraio 2012
Governo, sindacati e Confindustria stanno lavorando bene
Il posto fisso è una grande conquista, per chi riesce ad averlo. Il governo, i sindacati e Confindustria stanno lavorando bene ed è giusto che ci sia una certa riservatezza, anche nella trattativa e nei contenuti. Il mercato del lavoro deve essere reso più giusto: no alla precarietà permanente, no ai licenziamenti facili e discriminatori. Sì invece alla flessibilità, sì alla possibilità delle aziende di fare le ristrutturazioni necessarie. Sono questi i presupposti per una stagione di nuova occupazione.
Pier Ferdinando
postato il 10 Febbraio 2012
L’Italia in due mesi è tornata al centro della politica internazionale, fondamentale in Europa e nel rapporto con gli Stati Uniti. Le nostre parole non contano, contano i fatti e i simboli. Le cose che tutti gli italiani hanno visto: abbiamo un presidente degli Stati Uniti che guarda all’Italia e pensa che possa svolgere un ruolo fondamentale in Europa.
Pier Ferdinando
postato il 9 Febbraio 2012
“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati
In queste settimane a fronte dell’attivismo del governo Monti, vi sono state delle piacevoli novità a cominciare dallo Spread BTP-Bund.
Prima dell’insediamento di Monti, lo spread era arrivato poco sopra 600 punti (portando i tassi di interesse dei BTP oltre il 7%, ad un livello giudicato insostenibile), mentre oggi è sotto i 360 punti, e il rendimento del decennale si è riportato a poca distanza dal 5,5%, con una flessione di oltre un punto e mezzo dai massimi segnati nelle scorse settimane, con il risultato che anche il valore delle azioni degli istituti di credito italiani sono in rialzo rispetto ai minimi toccati nei primi giorni di Gennaio (basti pensare ad Unicredit).
Siamo sulla buona strada per dare una scossa al sistema Italia e risolvere i suoi problemi, ma il percorso è lungo e pieno di ostacoli come non mancano di ricordarci gli analisti stranieri; infatti Standard & Poor’s ha lanciato un allarme sulle condizioni del credito nel nostro Paese (per inciso, un analogo allarme è stato lanciato per la Francia), ignorando che proprio i nostri istituti di credito sono poco esposti verso la Grecia, hanno lanciato degli aumenti di capitale (o li stanno per lanciare) e hanno un patrimonio immobiliare in alcuni casi superiore al loro capitale sociale.
Anche Fitch ha recentemente tagliato il rating sovrano del nostro Paese da “A+” ad “A-”, con outlook negativo riducendo quello di breve periodo da “F1” a “F2”, motivando la bocciatura sia per la natura sistemica della crisi dell’area euro, sia per l’elevato debito pubblico e per il basso potenziale di crescita dell’Italia.
Sembrerebbe una debacle, eppure gli analisti hanno ammesso che una bocciatura più corposa è stata evitata grazie al forte impegno assunto dal Governo italiano in direzione di una riduzione del deficit di bilancio e della realizzazione delle riforme strutturali, cui si è aggiunto il venir meno di alcuni rischi di finanziamento a breve termine dopo quello a tre anni della BCE. Purtroppo i rischi non sono stati azzerati del tutto, in quanto per quest’anno si prevede una contrazione del PIL dell‘1,7% mentre per il 2013 si assisterà solo ad una modesta crescita dello 0,2%, mentre la disoccupazione quest’anno passerà dall‘8,2% del 2011 all‘8,8%.