Archivio per Giugno 2011

Referendum: un segnale forte, aprire fase politica nuova

postato il 13 Giugno 2011


Il voto sui referendum? “Un segnale inequivocabile e forte, al di là del politichese e delle ipocrisie, un segnale indirizzato al governo”. Lo dice il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini parlando con La7. “E’ il colpo finale alle dichiarazioni di Berlusconi che diceva di non andare a votare”, aggiunge.
Casini ribadisce poi la necessità di un esecutivo di responsabilità: “Conoscendo Berlusconi credo che pensi a tutto salvo che ad un passo indietro – afferma – ma sarei lieto di sbagliarmi, perché c’è necessità di aprire una fase politica nuova. Il problema, ora, è che con questo quadro politico non si puo’ vivacchiare fino a fine legislatura. Non credo che sia questo che serve al Paese. Serve un atto di coraggio, anche, forse, un Governo di responsabilità più ampia”
Il leader dell’Udc definisce poi irresponsabili gli attacchi a Tremonti sul fisco: “La caccia al piccione costruita contro Tremonti in questi giorni da parte della maggioranza – dichiara – è un atto di irresponsabilità totale, fatta come se il ministro dell’Economia non volesse fare la riforma perché cattivo. E’ chiaro che in presenza della vicenda greca e delle agenzie di rating che monitorano l’Italia, è irresponsabile criticare Tremonti”.

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Un NO al Governo grande come una casa

postato il 13 Giugno 2011

La grande partecipazione popolare ai Referendum dimostra la volontà degli italiani di tornare ad essere protagonisti: è ormai chiaro che la maggioranza e il governo sono totalmente sordi, incapaci di capire ció che vogliono gli italiani.
Nel raggiungimento del quorum è stato determinante il Terzo Polo, con la decisione di invitare tutti al voto al di là delle scelte di merito che consapevolmente rivendichiamo. Il Sì ai referendum è un NO grande come una casa a questo governo. E’ tempo che Berlusconi ne prenda atto.
Minimizzare, come ha fatto dopo le amministrative, sarebbe irresponsabile e dannoso per gli interessi nazionali.

Pier Ferdinando

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13 giugno, Roma

postato il 13 Giugno 2011

Ore  18.30 – Auditorium Parco della Musica – Sala Petrassi  (Viale Pietro de Coubertin 30 )

Partecipa alla presentazione del libro: “L’inizio del buio, Alfredino Rampi e Roberto Peci soli sotto l’occhio della tv” di Walter Veltroni

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Idee e passione in convention, puntiamo sui giovani

postato il 12 Giugno 2011
A luglio il Nuovo Polo per l’Italia organizzerà una convention dedicata ai giovani. Troppo spesso si ripete, in maniera purtroppo riduttivistica, che i giovani rappresentano il “futuro” di una società: il Nuovo Polo vuole ribaltare quest’idea, per dimostrare che le nuove generazioni non sono solo l’avvenire del nostro Paese, ma già oggi ne rappresentano il “presente”.
Il nostro stesso progetto politico non può prescindere dalla partecipazione numerosa e produttiva di ragazzi e ragazze, di gente con idee nuove e chiare, che ci aiuti ad elaborare un’agenda di impegni e proposte concrete per rilanciare questo nostro (vecchio) Paese: dalla Scuola all’Università, da Internet a un impegno politico di nuovo conio. Per riuscirci, dobbiamo lavorare insieme. Il Nuovo Polo può vincere se ci siete anche voi, se su di voi fonda le proprie basi.
Vi invito a costruire insieme questa iniziativa, con le vostre proposte, i vostri progetti, le vostre speranze, ma soprattutto con la vostra passione. Prossimamente vi comunicherò i dettagli dell’incontro, fin d’ora inoltrate idee e adesioni.

Pier Ferdinando
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Fisco: spero che il governo non comprometta i conti pubblici

postato il 10 Giugno 2011

Spero che il governo, per fare un’operazione elettorale, non sia così irresponsabile da compromettere i conti pubblici perché il giorno dopo saremmo tutti in mutande.
I nostri conti pubblici sono a rischio, e scassarli significherebbe mettere l’Italia nelle condizioni di Grecia e Portogallo.

Pier Ferdinando

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Rassegna stampa, 10 giugno 2011

postato il 10 Giugno 2011
I Referendum sono sempre più vicini (si vota  giorno 12 e 13, non vorremmo che qualche tg vi avesse informato male) e la tensione politica si fa sempre più calda. Ieri annuncio “a sorpresa” (si fa per dire) del Premier Berlusconi, il quale ha annunciato – insieme a una “nuova” (ripetiamo quanto detto, si fa per dire) riforma del fisco – di non andare a votare, invitando gli italiani a fare altrettanto. Inaccettabile, a nostro avviso, ma – come ha sottolineato Casini – ci siamo abituati e ce ne faremo, anche stavolta, una ragione. Anche perché qualcosa bolle in pentola: la riforma del sistema elettorale, finora caldeggiata solo dalle opposizioni, ma ora guardata con interesse anche dalla Lega, potrebbe rappresentare un ulteriore problema per la tenuta della maggioranza (leggete, a questo proposito, Il Foglio). Ma c’è ancora molto, molto da fare.

Riforma elettorale, Casini gela Bersani: «C’è molto da fare» (Monica Guerzoni, Corriere della Sera)

Berlusconi: io non voterò (Roberto Giovannini, La Stampa)

Berlusconi accelera sul fisco: “Riforma entro l’estate e al referendum non voto” (Carmelo Lopapa, La Repubblica)

“Nessuna lite”, ma il Cavaliere alla fine deve ingoiare amaro (Ugo Magri, La Stampa)

Modello Pd-centrico (Marco Palombi, Il Foglio)

Codice Antimafia e rito civile semplificato per l’addio di Alfano (Dino Martirano, Corriere della Sera)

La morale naturale di un Papa fuori dagli schemi (Andrea Tornielli, La Stampa)

L’indignazione di Napolitano: «Lesi gli accordi con il Brasile» (Nino Bertoloni Meli, Il Messaggero)

Anticorruzione – Scontro al Senato sull’Authority (Donatella Stasio, Sole24Ore)

Macaluso – La crisi Tremonti e il Cavaliere (Emanuele Macaluso, Il Riformista)

Di Vico – Non punire gli onesti (Dario Di Vico, Corriere della Sera)

Emmott – Dieci anni di polemiche (Bill Emmott, La Stampa)

La gestione in rosso dell’era Moratti. Voci straordinarie e dividendi salvano i conti (Massimo Mucchetti, Corriere della Sera)

Veronesi: “Il mio timore è che si fermi la ricerca” (Mario Pappagallo, Corriere della Sera)

C’è qualcosa che non mi torna (Claudio Messora, ByoBlu)

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Referendum, il quesito sul legittimo impedimento

postato il 10 Giugno 2011

Come noto i prossimi 12 e 13 giugno saremo chiamati a votare per una consultazone referendaria su quattro distinti quesiti. Mentre i primi tre, riguardanti la gestione dell’acqua pubblica e la ricerca e l’introduzione dell’energia nucleare, sono argomenti a forte carattere tecnico, il quarto ha una valenza prettamente politica ed è quello che, sul piano politico appunto, potrebbe avere le maggiori ripercussioni. Vediamo di cosa si tratta( per chi volesse informarsi anche sugli altri quesiti si veda anche http://www.referendum-2011.info/ oppure sull’acqua e sul nucleare): Il quesito n. 4 (Scheda di colore verde) ha per oggetto l’abrogazione della norma che regola il legittimo impedimento invocabile dal Presidente del Consiglio e dai ministri al fine di non presenziare in aula se soggetti a processi; il quesito richiede che siano abrogati l’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5 e 6, nonché l’articolo 2, della legge 7 aprile 2010 n. 51, recante Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza. Chi vota Si vuole abrogare tale norma; chi vota No la vuole mantenerla.

Occorre brevemente spiegare cosa sia il legittimo impedimento e perchè questo quesito rivesta una particolare importanza politica: per principio generale, applicabile a chiunque in ambito penale, ciascun imputato ha diritto di scegliere se partecipare o meno alle udienze che lo riguardano. Se non partecipa il procedimento va comunque avanti anche in sua assenza, a meno che tale assenza derivi da un “legittimo impedimento”. In quel caso l’imputato ha diritto ad ottenere un rinvio dell’udienza ad altra data nella quale non sussista tale impedimento. Sulla base di questo principio generalmente applicabile, la Legge 7 aprile 2010 ha introdotto principalmente due varianti rilevanti: 1- le incombenze derivanti da attività di governo del Presidente del Consiglio e dei Ministri costituiscono legittimo impedimento nel senso sopra descritto; 2- l’autorità politica che intende avvalersene può autocertificare l’esistenza dell’impedimento senza che vi possa essere alcuna discrezionalità da parte dell’autorità giudicante. In aggiunta la Presidenza del Consiglio può giudicare tale impegno continuativo e richiedere un rinvio per un periodo fino a 6 mesi. Chiamata ad esprimersi sulla materia la Corte Costituzionale, con la sentenza 23/2011 (http://www.cortecostituzionale.it/actionPronuncia.do) ha ridimensionato notevolmente la portata della legge. Infatti, pur ritenendo valido il principio secondo cui gli impegni legati al mandato governativo possano costituire motivo valido quali legittimo impedimento, ha dichiarato illegittima la parte della norma relativa alla possibilità di autocertificazione e di impegno continuativo. In poche parole la Consulta ha stabilito che la sospensione non possa essere richiesta per impegni genericamente continuativi e che, cosa più importante, l’autorità giudicante conserva la propria discrezionalità circa l’effettiva legittimità dell’impedimento addotto con la immediata conseguenza di far riprendere immediatamente i procedimenti sospesi fino a quel momento a carico del Presidente del Consiglio.

Fin qui la parte tecnica del quesito, ora alcune considerazioni di natura più politica.

In primo luogo, siamo sicuri che una vittoria eventuale dei SI modifichi la normativa esistenete? L’abrogazione della norma riporterebbe di fatto la situazione a quel principio di portata generale sopra descritto, ossia alla possibilità che chiunque ha di far valere un proprio legittimo impedimento. D’altronde la citata sentenza delle Corte ha di fatto apposto un avvallo costituzionale alla possibilità che gli impegni istituzionali possano costituire legittimo impedimento secondo il prudente apprezzamnto dell’autorità giudicante. Ne consegue che, di fatto, anche una vittoria dei SI e la conseguente abrogazione della legge 51/2010 potrebbe avere limitatissimi effetti procedurali.

Notevolmente maggiore invece sarebbe la portata politica di una eventuale vittoria del SI: è indubbio infatti che sul tentativo di ostacolare i procedimenti penali a suo carico, il Premier abbia fondato gran parte della propria attività politica, sempre forte, a suo dire, che la propria legittimazione discendesse direttamente dal consenso popolare. Da questo punto di vista il raggiungimento del quorum contro ogni previsione, darebbe la chiara indicazione di quanto questo modo di fare politica non sia più né capito né seguito dalla gente; che la legittimazione popolare non è una delega in bianco, ma al contrario c’è fintanto che chi governa lo fa negli interessi della nazione e non esclusivamente dei propri; che, probabilmente, la norma del legittimo impedimento sia la risposta sbagliata ad un problema, quello del bilanciamento fra i poteri legislativo ed esecutivo da un lato e giudiziario dall’altro, che tuttavia esiste e merita di essere affrontato con ottica altamente istituzionale e non personalistica.

Per questi motivi, nella speranza che chi governa recepisca il messaggio e cambi decisamente passo o, in alternativa, ceda la mano, il 12 e 13 giugno vale la pena andare a votare e votare SI al quesito sul legittimo impedimento.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Alberto Evangelisti

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