Archivio per Aprile 2011

Tornare subito alle urne, ma non credo a sante alleanze

postato il 18 Aprile 2011

Montezemolo e Marcegaglia scendano in campo

Pubblichiamo l’intervista a Pier Ferdinando Casini su ‘Il Corriere della Sera’

di Paola Di Caro
ROMA — Silvio Berlusconi «sbaglia su tutto» . Ma su un punto «dice una cosa vera: in una situazione come quella che stiamo vivendo, è doveroso restituire la parola agli elettori» . Non è sfuggita a Pier Ferdinando Casini l’ipotesi formulata dal premier due giorni fa. Anzi, il leader dell’Udc la rilancia come unica via d’uscita possibile da una legislatura che, a suo giudizio, ha ormai bisogno di una «verifica».

Lei auspica il voto, ma una maggioranza in Parlamento c’è.
«È vero, ma chiedere agli italiani il loro parere su quello che è successo negli ultimi mesi serve a tutti» .

Pensa davvero che serva a Berlusconi?
«Beh, al suo governo sì, se è vero che è stato lo stesso Berlusconi ad evocare il voto. Il Cavaliere dopo 20 anni è finalmente riuscito a realizzare il suo desiderio: contornarsi di una maggioranza “aziendale”in cui nessuno dice non dico no, ma neanche “nì”, una maggioranza di “pigmei”. E infatti, lui stesso se ne rallegra: “Adesso — dice in continuazione — posso finalmente fare quello che voglio…”. Beh, visto che agli elettori nel 2008 era stata prospettata un’idea diversa di centrodestra, vogliamo chiedere cosa ne pensano di questa evoluzione?». [Continua a leggere]

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Sla, una società sana si occupa dei malati

postato il 16 Aprile 2011

E’ trascorso quasi un anno ormai dal 21 giugno 2010, giornata dedicata al malato di sclerosi laterale amiotrofica, quando i malati insieme ai propri familiari, fecero un sit-in in piazza Montecitorio per chiedere ciò che non dovrebbe essere elemosinata: l’assistenza domiciliare  24 ore su 24. L’ On. Pier Ferdinando Casini nella interrogazione parlamentare fatta due giorni dopo la manifestazione ricordò con forza che l’assistenza sanitaria per queste persone non può essere inferiore alle 24 ore. In quei giorni si sperò che potesse avvenire ”tutto in fretta”, perché finalmente lo Stato si era ricordato di noi, come persone e come cittadini. Così non è stato, ma è solo l’ultima di tante promesse non mantenute.

Ricordo perfettamente quando in campagna elettorale il Premier sostenne la buona idea di abolire Province e Comuni, lì dove fosse stato possibile per avere subito risparmi da indirizzare nel sociale.L’abolizione delle provincie non c’è stata perché a una fetta importante del Governo non è sembrata una proposta utile. Ma la malattia non aspetta, i malati non hanno i tempi lunghi della Politica, i malati, mentre a Montecitorio si azzuffano e si insultano, continuano a morire. Tanto lenti i tempi politici quanto velocissimi quelli di malattie gravi, tanto che in molti casi sono le “soluzioni improvvisate “ dai familiari dei malati a prendere il campo,  familiari che si trasformano in veri e propri eroi, che rischiano tutto  per diventare infermieri dei loro cari o  per racimolare i soldi necessari a pagare l’ assistente socio-sanitario e/o l’ infermiere.

Per questa ragione ho apprezzato il monito lanciato recentemente dall’ on. Paola Binetti,  affinché non si giunga all’amara constatazione che persino nella tragedia della malattia vi siano Malati di serie  A e  Malati di serie B: questo non solo  sarebbe frutto di una mentalità umiliante per tutti, malati e sani, credenti e non, cristiani e laici, illuminati da Gesù o da Voltaire, ma diventerebbe  il marchio a fuoco di una società malsana,  inquinata da chi è troppo distratto dai propri affari per potersi occupare dei più deboli, degli ultimi perché improduttivi, degli indifesi poiché privi di parola e di gambe che funzionano ma che esistono e gridano con i loro assordanti silenzi.

Una società civile non può consentire di essere rappresentata da chi non crede ancora che sia giunto il momento di volgere lo sguardo agli ultimi, soprattutto se chi detiene il potere si professa convintamente cristiano e cattolico. Sono d’ accordo  con la Binetti quando afferma che di questo tema se ne potrebbe occupare il Ministero delle Pari Opportunità, proprio perché è necessario dare ai malati di Sla e a tutti coloro che soffrono l’opportunità di una vita degna di essere vissuta, proprio come chiunque altro. Quello che è un augurio per la crescita civile del nostro Paese, è anche una speranza concreta per un malato di Sla.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Elisabetta Pontrelli

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Ridimensionare le nostre missioni? Sarebbe un tributo alla demagogia

postato il 15 Aprile 2011

Pensare oggi, mentre l’Italia è in grave crisi di credibilità internazionale, di ridimensionare la nostra presenza nelle missioni di pace significa fare un atto di autentico harakiri politico.
Vogliamo farci ascoltare di più in Europa e sembriamo non capire che queste missioni rappresentano l’unico biglietto da visita serio del nostro Paese nel mondo. Mi auguro che il governo non commetta questo errore compiendo l’ennesimo tributo alla demagogia e all’improvvisazione.

Pier Ferdinando

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Rassegna stampa, 15 aprile 2011

postato il 15 Aprile 2011
Tre interviste chiave per capire la nostra posizione sul tema giustizia. La prima, di Francesco Bei a Pierferdinando Casini (la trovate su La Repubblica), in cui il nostro leader analizza questi giorni di dura polemica “politica” e spiega che la prescrizione breve – ennesima legge ad personam – “affonda ogni dialogo” serio e responsabile e dimostra l’irreversibile tramonto del berlusconismo:  «ormai è chiaro che ci sono diverse linee. Da una parte c’è chi, magari per paura, sulla giustizia vuole lasciare tutto così com’è. Dall’altra chi, come noi, accetterebbe una vera riforma della giustizia e, per certi versi, persino la sollecita». Invano, però. La seconda, in cui Roberto Rao, intervistato dal Messaggero, parla di “maggioranza bulimica”, insaziabile di leggi ad personam e di come solo il Capo dello Stato, ormai, ci rassicuri; la terza, infine, è di Michele Vietti, vicepresidente del Csm, che rilancia il ruolo del Consiglio superiore della Magistratura ed esorta chi sta al governo a sapersi controllare di più e meglio. Spazio poi al tormentone di questi giorni, la (fantomatica) successione di Berlusconi: il premier avrebbe scelto il ministro Alfano, ma è bastata questa indicazione per mandare in subbuglio il Pdl e riscatenare le guerre di correnti (ex Fi contro ex An, ex Fi contro ex Fi ed ex An contro ex An); addirittura Feltri, su Libero, assicura che si tratta solo dell’ultima barzelletta di Silvio, mentre Caldarola sul Riformista è categorico: B. è in caduta libera. Completano il quadro Stefano Menichini su Europa (che si scaglia contro quelli come Asor Rosa e Ferrara, rei di ostacolare l’uscita dal tunnel del berlusconismo) e l’intervista, sul Secolo, a Marcello Sorgi, che chiede sarcastico: “sicuri che il Pdl abbia un futuro?”.

Casini: “Questa legge ad personam affonda ogni dialogo, il berlusconismo è finito” (Francesco Bei, La Repubblica)

Rao (Udc): maggioranza bulimica, ci rassicura solo il capo dello Stato (Il Messaggero)

Vietti: «Basta attacchi del premier alle toghe, chi è al governo deve controllarsi» (Giovanni Bianconi, Corriere della Sera)

Boato: “Sono un garantista ma non mi faccio usare dal governo” (Toni Jop, L’Unità)

Governo di Decantazione per riscrivere le Regole (Giuseppe Pisanu e Walter Veltroni, Corriere)

Alfano dopo Silvio, Pdl in rivolta (Ugo Magri, La Stampa)

La giornataccia del delfino. Alfano contestato a Berlino (Laura Lucchini, L’Unità)

Il Premier in caduta libera (Peppino Caldarola, Il Riformista)

Il Cavaliere lascia? Questa è la sua ultima barzelletta (Vittorio Feltri, Libero)

La guerra degli ologrammi (Stefano Menichini, Europa)

Sorgi: “Sicuri che il Pdl avrà un dopo Berlusconi?” (Adriano Scianca, Secolo d’Italia)

Più Siliquini di così si muore (Denise Pardo, L’Espresso)

L’ultima difesa (Massimo Giannini, La Repubblica)

La lunga marcia di Luca (Marco Damilano, L’Espresso)

Il terzo polo corre sul filo Milano-Napoli (Marcello Sorgi, La Stampa)

E Matteoli scarica La Russa (La Stampa)

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Questa legge ad personam affonda ogni dialogo, il berlusconismo è finito

postato il 15 Aprile 2011

Pubblichiamo l’intervista a Pier Ferdinando Casini su ‘la Repubblica’ di Francesco Bei

Reduce dalla battaglia parlamentare contro la prescrizione breve, Pier Ferdinando Casini è volato subito a Panama per partecipare alla 124esima conferenza dell’Unione interparlamentare. Al telefono commenta la notizia del giorno, il segnale di Napolitano sul processo breve.

Nella sua dichiarazione di voto contro la prescrizione breve lei pronosticava che questa ennesima legge ad personam “non reggerà alle successive verifiche istituzionali”. Adesso Napolitano annuncia che valuterà gli effetti della legge.
«Il presidente della Repubblica, applicando la Costituzione, si riserva un esame approfondito del testo. È un suo diritto-dovere. E non dimentichiamoci la seconda verifica, quella della Corte costituzionale. I compiti di queste due istituzioni di garanzia sono diversi, ma è così che funziona un sistema con pesi e contrappesi».

Si aspetta che la nuova legge sul processo breve venga bocciata o dal capo dello Stato o dalla Consulta?
«Non mi permetto di entrare in valutazioni che non mi competono. Faccio soltanto notare al presidente Berlusconi e alla maggioranza che il nostro sistema si basa su un principio molto chiaro: non è vero che chi vince le elezioni diventa il padrone del paese e può fare tutto quello che vuole».

La giornata di mercoledì alla Camera vale anche come lezione per l’opposizione?
«Ormai è chiaro che ci sono diverse linee. Da una parte c’è chi, magari per paura, sulla giustizia vuole lasciare tutto così com’è. Dall’altra chi, come noi, accetterebbe una vera riforma della giustizia e, per certi versi, persino la sollecita». [Continua a leggere]

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Rassegna stampa, 14 aprile 2011

postato il 14 Aprile 2011
Focus giustizia per la nostra rassegna stampa di oggi: ieri la Camera ha approvato la “prescrizione breve”, dopo un settimane e settimane di enorme tensione: il piano “salva-Silvio” è approvato (ma il Governo si ferma a 314 voti) e le opposizioni protestano alzando la Costituzione. La cosa che fa più rabbia, è che stavolta pagheranno migliaia di cittadini innocenti. Chi darà giustizia alle vittime dei casi della clinica Santa Rita, del processo Cirio, del processo Eternit, dell’Ilva di Taranto, del rogo Thyssenkrupp, del crollo casa dello studente all’Aquila, della Strage di Viareggio? Nessuno. Zero giustizia. E certo non sarà certo l’ennesima leggina pro-Cav – vergogna nazionale – a salvare le sorti di questo governo: anzi, come notano Caldarola sul Riformista, Menichini su Europa e Sorgi su La Stampa, il declino non si arresterà e l’instabilità potrebbe arrivare proprio adesso, in un quadro da resa dei conti. Si spera, finale.

Camera, sì alla prescrizione breve. Proteste con la Costituzione alzata (Dino Martirano, Corriere della Sera)

L’ultima battaglia alla Camera, approvato il salva-Silvio, e il governo si ferma a quota 314 (Milella Liana, La Repubblica)

Magistrati in rivolta: «A rimetterci saranno le vittime» (Il Messaggero)

Grosso – La riforma aiuterà i corrotti (Carlo Federico Grosso, La Stampa)

Sorgi – I conti veri si faranno dopo il voto (Marcello Sorgi, La Stampa)

Caldarola – La leggina per il Cav. non cancella il declino (Peppino Caldarola, Il Riformista)

L’instabilità potrebbe arrivare ora (Stefano Menichini, Europa)

Giustizia “archiviata”, spunta l’asse Pdl-Lega sulla crescita (Lina Palmerini, Sole24Ore)

“Brigandì decaduto”. Il leghista fuori dal Csm (La Stampa)

Hanno ucciso l’articolo 3 della Costituzione (Massimo Donadi, Il Fatto Quotidiano)

La lunga marcia di Angelino il rivoluzionario moderato (Vittorio Macioce, Il Giornale)

Marcegaglia di nuovo all’attacco: siamo soli (Enrico Marro, Corriere della Sera)

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Processo breve, la dichiarazione di voto

postato il 14 Aprile 2011

Un ennesima occasione persa, si continua con le vecchie scorciatoie e il paese da 20 anni ancora aspetta quella riforma epocale della giustizia: promessa non mantenuta di cui sentiamo l’esigenza. Dopo 20 anni siamo tornati davanti al tribunale di Milano con la gente sul marciapiede. Questa legge ad personam non sarà utile nemmeno al premier perché il provvedimento non reggerà alle successive verifiche istituzionali.

Aspettiamo una riforma della giustizia che corrisponda ai criteri di imparzialità e di equilibrio risolvendo lo storico carico di processi e l’ingolfamento che si è prodotto.

Siamo convinti che per battere Berlusconi servano le armi della politica e non le scorciatoie giudiziarie che sarebbero la sconfitta della politica . E’ l’opposizione che deve indicare una nuova strada per l’Italia.

Pier Ferdinando
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