postato il 18 Novembre 2010
Continua il count-down per il 14 dicembre e – come temevamo e come abbiamo previsto – puntualmente si ripresenta la piaga più odiosa e insopportabile: la campagna acquisti. Marcello Sorgi, su La Stampa, parla di “Vietnam parlamentare”, mentre la Repubblica ci fa il resoconto dei vari movimenti (che non sono solo in entrata, ma anche in uscita: si parla di Masidda e Misuraca verso Fli e Udc). Casini torna a invitare alla responsabilità maggioranza e opposizione e lancia la soluzione alla tedesca: un governo di responsabilità sul modello tedesco è l’unica via percorribile in questo difficile momento, specie per evitare una situazione alla greca. Da non perdere poi, sempre sul quotidiano diretto da Ezio Mauro, un interessantissimo sondaggio, in cui – per la prima volta – le opposizioni (Terzo Polo e Centro sinistra) riescono a superare il Centro Destra. Nel frattempo, esplode la rabbia degli studenti (oltre 200 mila, ieri, sono sfilati in cortei di protesta contro il governo), in Finanziaria arriva il bonus energia e dal Veneto giunge un grido d’allarme da parte delle imprese: fermate le tasse, se non qui non si può ripartire.
“Vieni via con me” è sicuramente un evento televisivo, una buona trasmissione che viene premiata dai telespettatori con ascolti altissimi, eppure c’è in giro la volontà, nemmeno tanto velata, di trasformare questo programma in qualcos’altro. Da una parte c’è chi vede nella trasmissione di Fazio e Saviano una sorta di “25 aprile” televisivo che sconfigge le insulse trasmissioni del biscione e segna il trionfale ritorno di una certa intellighenzia, dall’altra c’è chi considera “Vieni via con me” qualcosa ai limiti dell’eversivo, una sorta di grimaldello televisivo delle sinistre per logorare un Berlusconi in difficoltà.
E’ necessario davanti a queste prese di posizione abnormi ricordare ai tanti che si affannano ad attaccare e difendere che ci troviamo di fronte ad una trasmissione televisiva, e che dunque Fazio e Saviano non sono né due coraggiosi capi partigiani né due pericolosi terroristi di sinistra. Se “Vieni via con me” rimane un programma televisivo allora si può decidere di guardarlo o non guardarlo, lo si può apprezzare o criticare senza correre il rischio di essere arruolati in una parte politica o di compiere azioni sacrileghe. Ci si può anche arrabbiare come il ministro Maroni e dissentire pubblicamente, senza però fare il diavolo a quattro, specie se si è il ministro dell’Interno e si ha qualche problema più grosso da gestire.
Fatta questa doverosa premessa si può tranquillamente dire che la trasmissione di Fazio e Saviano è un buon prodotto che giustamente spicca nella mediocrità televisiva, ma che corre il rischio, come ha ben scritto Marco Travaglio, di diventare il “perfetto presepe progressista”. A dire il vero è una specificità dei programmi di Fabio Fazio quella di squadernare nei programmi tv le introvabili figurine panini veltroniane davanti alle quali stupirsi e compiacersi, ma non bisogna avere la presunzione di presentare questo idilliaco quadretto come il Paese reale, perché l’Italia è assolutamente più complessa, grazie a Dio.
Così ci possiamo ritrovare nel talento di Benigni o nella denuncia delle mafie fatta da Saviano e contemporaneamente storcere il naso davanti ai valori della destra e della sinistra declinati non brillantemente da Fini e Bersani o al monologo sull’eutanasia con impennata anticlericale di Saviano che ha persino scomodato Giordano Bruno. Lunedì tornerò a guardare “Vieni via con me” e continuerò a fare l’elenco, come buona abitudine della trasmissione, delle cose che mi sono piaciute e di quelle che non mi sono piaciute senza la paura di commettere nessun sacrilegio o lesa maestà e alla fine andrò a letto né euforico né con travasi di bile alla Masi, consapevole di aver guardato un programma televisivo come tanti, anzi come pochi.
Un plauso ai magistrati, alla polizia e al ministro dell’Interno Roberto Maroni per l’arresto del boss Antonio Iovine. La battaglia contro la criminalità e la camorra non ha colore politico.
La sospensione delle rate dei mutui fino al 2015, l’esonero dal patto di stabilità interno per i comuni colpiti fino alla fine del 2012, l’introduzione della zona franca urbana alle nuove attività economiche nel perimetro dell’area colpita dal sisma, con agevolazioni specifiche per i primi anni di attività. E poi la nascita di un comitato istituzionale per la gestione della ricostruzione aperto anche ai rappresentanti della popolazione.
Sono i punti principali di una proposta di legge speciale per la ricostruzione delle zone abruzzesi colpite dal terremoto, presentata questa mattina in una conferenza stampa alla Camera dall’Udc.
Un provvedimento da 9 miliardi di euro per il triennio 2011-2013, coperto dalle maggiori entrate derivanti dell’aumento del 20% sulle ritenute dei redditi di capitale e di diversa natura finanziaria e con le maggiore entrate provenienti dal settore dei giochi.
“L’emergenza terremoto non è finita e il governo ha esagerato anche lì – ha spiegato Casini – la situazione è tutt’altro che risolta e l’Aquila sta morendo”. Il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa ha poi spiegato che il provvedimento contiene “una serie di misure a sostegno della ricostruzione materiale, economica e sociale della popolazione. Questo non è il momento delle polemiche sul terremoto – ha aggiunto – il nostro è un testo aperto”.
Tra le proposte indicate c’e’ quella di costituire un comitato istituzionale per la gestione e il controllo degli interventi di ricostruzione e l’amministrazione dei fondi assegnati. Resta in carica tre anni ed è composto da un membro della Regione Abruzzo, uno della Provincia dell’Aquila, tre membri dei Comuni coinvolti, due in rappresentanza della popolazione, due membri del Governo.
Inoltre viene proposta l’attivazione delle finanza di progetto e viene sollecitato l’indirizzo degli enti previdenziali pubblici verso investimenti immobiliari all’Aquila.
In presenza di una situazione critica dell’euro e di tutta l’economia europea è da irresponsabili fare ipotesi sulla data del voto anticipato. Questa non e’ la Repubblica delle banane, siamo ancora una Repubblica parlamentare ed e’ il Presidente della Repubblica ad avere il compito di sciogliere le Camere. Questo toto-elezioni, così come la compravendita di parlamentari, denuncia la grande irresponsabilità di uomini di governo che dovrebbero guardare cosa accade in Europa. Ieri il Presidente dell’Ue ha lanciato un allarme sul rischio che salti l’euro e l’Unione. E noi sembriamo sulla luna, sembriamo dei fantasmi che non si rendono conto di cosa c’e’ nel mondo. Andando avanti cosi’ non so dove finiremo.
postato il 17 Novembre 2010
Tenetevi pronti per il 14 dicembre, amici: per quel giorno, infatti, si aspetta il D-Day della legislatura, con tre verdetti praticamente in simultanea (Consulta, Senato e Camera). Come andrà a finire sembra sempre più scontato: ciò che invece appare incerto è cosa accadrà dopo. Casini, in due interviste al Messaggero e al Tempo, ribadisce che andare al voto ora, sarebbe una “follia”, mentre conferma che l’asse con Fini “resta ben saldo”. Continua il dibattito sul debutto del Terzo Polo a Milano, con il candidato in pectore Albertini che comincia a muoversi (“Tutti al Centro!” sintetizza il Riformista), mentre è sempre scontro ad alta tensione tra Saviano e Rai (e Maroni, ovviamente): Pierluigi Battista, dalle colonne del Corriere, invita i due a “parlarsi”, per “capire” e mettere fine a un inutile scontro. Da registrare, però, anche il grido che viene dalle famiglie dei parenti di chi è in stato vegetativo, che parlano di “trasmissione a senso unico” che “falsifica la realtà” (sempre su questo tema, leggete il Sole 24 Ore che ci spiega il grandissimo successo che la trasmissione ha riscosso tra gli utenti laureati e benestanti).
L’intervista, ai microfoni del Tg2, di Ida Colucci
Abbiamo l’Irlanda e il Portogallo che rischiano di fare la fine della Grecia e noi siamo dietro l’angolo. C’è bisogno che tutte le forze responsabili di questo paese, tutte le persone, a partire dal Presidente del Consiglio, che vogliono il bene dell’Italia facciano un passo indietro nell’interesse generale. Capiscano che c’è da trovare una soluzione perché le elezioni anticipate in questo contesto sarebbero espressione di pura follia.
E’ necessario un armistizio. Berlusconi e i suoi oppositori, il Pdl e il Pd dovrebbero sedersi a un tavolo e cominciare a ragionare in modo diverso. E invece vogliono riproporre le stesse ricette che hanno fallito E’ interesse continuare in queste polemiche o cerchiamo di risolvere i problemi dell’Italia?
Pubblicato da Pier Ferdinando Casini | su: Facebook
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