19 gennaio, Roma
postato il 18 Gennaio 2010Ore 14.40 – Rai2
Ospite di Monica Setta a ‘Il fatto del giorno’
Ospite di Monica Setta a ‘Il fatto del giorno’
Tavola rotonda organizzata dalla Fondazione Craxi per ricordare Bettino Craxi
Pdl diviso sull’intesa con l’Udc. Cresce la tensione per il Lazio (Messaggero)
Regionali, alta tensione Pdl-Udc. Casini Bossi comanda anche al Sud (Repubblica)
Pubblichiamo da ‘Il Corriere della Sera‘.
L’intervista a Pier Ferdinando Casini
di Monica Guerzoni
Rivendica la fragranza del pane cotto nel «doppio forno» centrista e, alla vigilia del decennale, azzarda un parallelo con il «grande statista» Bettino Craxi.
«L’autonomia dell’Udc non si discute — avverte Pier Ferdinando Casini —. Io la difenderò da tutto e tutti».
A che punto sono le alleanze per le Regionali, presidente?
«Bloccate. Congelate fino a venerdì, quando Pezzotta e Cesa apriranno la costituente di centro. Fino ad allora mi tengo le mani ulteriormente libere».
E l’accordo con la Polverini?
«Io nel Lazio non voglio rompere, siamo persone serie. Ma se il Pdl prende una decisione inaccettabile che taglia la testa al toro, cioè se ridiscute gli accordi su scala nazionale, è chiaro che ci saranno conseguenze ovunque, sia pure a malincuore».
Teme che Berlusconi voglia rompere davvero?
«Se così fosse dovrebbe assumersi la responsabilità della scelta. Ma io mi auguro che il furore dei falchi leghisti non prevalga. Sul territorio ci sono tante persone perbene che noi non vogliamo penalizzare. Non sta a me decidere, ma a Berlusconi».
Il premier sospetta un asse tra lei e Fini e medita di liberarsi dell’Udc. Tanto sa che non tornerete nel Pdl.
«Ma quale asse… È gossip, una baggianata. Però l’autonomia dell’Udc non si discute. Vogliono imporci scelte da una parte e dall’altra? Pace. Vorrà dire che non faremo alleanze con nessuno. Se avessimo voluto tornare con Berlusconi avremmo stipulato un’alleanza nazionale, ma gli elettori ci hanno chiesto di stare all’opposizione».
In Puglia si faranno le primarie, lei non era allergico?
«Lo sono ancora e l’antistaminico non basta. La Puglia è un problema del Pd. A chi ci contesta scelte di comodo abbiamo risposto coi fatti, eravamo disposti a sfidare Vendola con la candidatura di Boccia anche a costo di perdere. Sarebbe stata una operazione politica seria, che avrebbe segnato la definitiva emancipazione del riformismo dall’estremismo radicale»
Invece si va ai gazebo e D’Alema si aspetta un aiutino da voi.
«Escluso, noi alle primarie non partecipiamo e non votiamo. Il massimo che possiamo fare è aspettare»
E se vince Vendola?
«La possibilità che io confermi l’alleanza è zero, sottozero. Saremmo dei buffoni»
D’Alema ancora ieri ha ripetuto che l’Udc poteva e può sostenere Vendola…
«No che non posso e l’ho spiegato mille volte sia a D’Alema che a Vendola. Una parte estrema non può guidare un’alleanza, nessuno capirebbe. Noi siamo stati all’opposizione di Vendola e non mi pare che la sua giunta sia un prototipo di buongoverno, basti pensare alle inchieste esplose in queste ore».
E se Vendola, colpo di scena, si ritirasse e appoggiasse la grande alleanza di Boccia
«Restare nell’alleanza è una cosa, guidarla è un’altra. Ma il problema in Puglia è che quando una parte del Pd sostiene Vendola non è ostile all’alleanza con l’Udc, è ostile a D’Alema e Bersani, n Pd parla a più voci».
Perché allora non privilegia le alleanze con il Pdl?
«Non c’è ragione di polemica con il Pdl, il fatto è che solo la Lega incide. Prima ha imposto la nostra cacciata dalla coalizione, poi ha egemonizzato la politica del governo, ha succhiato le presidenze del Nord e ora, poiché non ci alleiamo con loro, pretende che non facciamo accordi neanche in altre aree territoriali, n tutto in grande coerenza con il federalismo…».
Arrabbiato per gli attacchi di Calderoli?
«Subire lezioni di cristianesimo da chi ha fatto un matrimonio celtico non so se fa scappare più da ridere o da piangere. Dice che vogliamo il potere? Gli ricordo che abbiamo rinunciato a ministeri di primo piano per difendere la nostra autonomia».
Perché si paragona a Craxi?
«Io non mi paragono a nessuno. Ho solo ricordato che Craxi ha difeso con forza l’autonomia del socialismo italiano alleandosi differentemente tra regione e regione. E chi ha orecchie per intendere, intenda».
Ce l’ha con Berlusconi?
«Mai demonizzare l’avversario. L’ho detto alla sinistra in difesa di Craxi, ci mancherebbe altro che non lo dicessi per Berlusconi».
Tutte le polemiche nei confronti dell’Udc e di eventuali alleanze sul territorio tra Pdl e centristi per le elezioni regionali non sono altro che una tappa di un ulteriore cedimento del Pdl alle ragioni della Lega. Prima la Lega ha imposto di escludere l’Udc, poi ha egemonizzato la politica del governo, si è presa il Nord con tutti i governatori, e infine l’ultimo cedimento alla Lega è di impedire che ci siano alleanze con l’Udc in altre parti del Paese. Così la Lega diventa artefice e regolatore di tutta la politica italiana, anche nelle zone in cui non è presente come il Mezzogiorno.
E’ chiaro che l’Udc non ha una linea che possa essere accettata dal Pdl, sennò saremmo al governo. E’ sacrosanto che Berlusconi non accetti la nostra linea, sacrosanto che noi non accettiamo la loro.
Pier Ferdinando
Ricordo il mio primo viaggio universitario ad Haiti, la povertà di quel Paese, la sua disperazione, ma anche il fascino straordinario di quei paesaggi e di quei volti.
In queste ore assisto con apprensione allo spettacolo agghiacciante delle immagini che ci arrivano da laggiù e penso alle vittime, a chi ha perso sotto le macerie i propri cari, ai bimbi scampati alla tragedia e rimasti soli, alla desolazione ed alla disperazione di chi non ha più un tetto, né cibo, né acqua.
Dobbiamo non far mancare la nostra solidarietà, anche con un piccolo gesto, aiutando i soccorsi e la ricostruzione.
Pier Ferdinando
Ospite di ‘Otto e mezzo’
Presentazione del rapporto Cei sulla sfida educativa
Commemorazione di Craxi
“Riceviamo e pubblichiamo”
Forse sì, è vero. Siamo nati stanchi perché, da quando siamo venuti al mondo, abbiamo sentito parlare tantissimo di noi, ad ogni competizione elettorale, ad ogni comizio, tribuna politica dopo tribuna politica. Peccato però che le parole siano rimaste aria al vento e nessun provvedimento si sia mai concretizzato.
Una legge che ci obblighi a uscire da casa a diciotto anni? Perché no! Subito dopo andiamo ad elezioni perché se un motivo c’è per scrivere una legge simile è tutto da imputare alla politica e in primis a questo governo.