Tutti i post con tag: Berlusconi

Distanza surreale tra governo e Paese

postato il 29 Luglio 2011

Mentre la questione sociale esplode, si parla di processo lungo o breve, oppure di ministeri a Monza. E’ surreale la distanza fra governo e Paese.
Noi siamo pronti a lavorare anche nel mese di agosto su provvedimenti seri, nuove misure che allontanino le spettro di una crisi drammatica alla quale va data assolutamente risposta. Come opposizione responsabile l’Udc è d’accordo con il monito del presidente della Repubblica alla politica, perché contro la crisi serve coesione nazionale.
La convinzione di assumere rapide iniziative oggi è rafforzata da due notizie. La prima, i mercati che danno un segnale di sfiducia alla politica italiana. La seconda, il rapporto Svimez, che rende noto che al Sud 3 giovani laureati su 4 sono disoccupati.
Davanti a una crisi così drammatica, oggi è necessario dare una risposta.

Pier Ferdinando

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Ministeri al nord, il governo si arrampica sugli specchi

postato il 29 Luglio 2011

Quando a scuola gli alunni ne combinano una delle loro, questi si dividono in due categorie: quelli orgogliosi della bravata, che aggiungono un nuovo vanto al loro cursus honorum di discoli e quelli che spaventati dalle ire del professore o del preside fanno finta di niente e cercano di nascondersi e di nascondere le prove della colpevolezza. Questa tipica dinamica scolastica si è curiosamente attivata nella già grottesca vicenda del cosiddetto spostamento dei ministeri al Nord.

Il Capo dello Stato, probabilmente dopo aver visto la ridicola inaugurazione di stanze vuote con targhe ministeriali in quel di Monza, ha ritenuto opportuno richiamare all’ordine costituzionale con una durissima lettera inviata al governo dove si spiega che non è pensabile una “capitale diffusa” o “reticolare” diffusa sul territorio nazionale. Scontata la reazione di Umberto Bossi che insieme ai suoi continua a difendere lo spostamento delle targhe sui muri della villa reale di Monza. Ma la reazione più ridicola è stata quella del governo che stretto tra la necessità di dare conto e ragione a Napolitano e di tenere buona la Lega si è praticamente comportato come gli scolari che tentano di giustificare la marachella. E si sa che quando si tenta di giustificare se non ci si è messi d’accordo preventivamente la verità salta fuori.

Il Consiglio dei ministri avrebbe affrontato nella scorsa riunione la vicenda scottante dello spostamento dei ministeri, come recita un comunicato ufficiale di Palazzo Chigi, ma a quanto pare non è stato proprio così dato che alla fine della riunione si hanno diverse versioni:  Maurizio Sacconi ha affermato che non si è trattata la questione in Cdm, Saverio Romano ha detto che ne ha parlato Berlusconi mentre Maria Stella Gelmini ha sostenuto che ha svolto un’informativa Gianni Letta. In tutto questo bailamme la nota quirinalizia diviene pubblica e Palazzo Chigi sforna un’ennesima versione per provare a chiudere la partita: ”in apertura del Cdm – si legge – Berlusconi ha rivolto al Consiglio e ai singoli ministri un pressante invito a tenere in debito conto le osservazioni formulate da Napolitano”.

L’inutile vicenda dei ministeri al nord continua a colorarsi di ridicolo, non solo per i contenuti ma anche per l’atteggiamento di un governo che non riesce nemmeno a prendersi le proprie responsabilità di fronte al Capo dello Stato e all’intero Paese. Vedere un governo che si arrampica sugli specchi per giustificare le pretese di uno dei partiti della maggioranza non è edificante ma la cosa diventa ancora più grave se il Presidente del Consiglio non sente il bisogno di pronunciare una parola di chiarimento, di dettare una linea. Berlusconi sembra aver deciso di  perseguire in quella tattica del “pesce in barile”,  ben descritta da Ugo Magri su “la Stampa”, che alla lunga nuocerà al governo e dunque all’Italia. E questo fa meno ridere.

Adriano Frinchi

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Crisi, pronti a lavorare ad agosto su proposte serie

postato il 28 Luglio 2011

Serve subito una risposta alla parte produttiva del Paese

Basta con le perdite di tempo. Come opposizione diciamo al governo che siamo pronti a lavorare anche ad agosto se verranno presentati dei provvedimenti concreti. Al presidente del Consiglio chiediamo di aprire orecchie e occhi per dare delle risposte alla parte produttiva del Paese, che dice che il governo non sta facendo nulla.
Noi dell’opposizione vogliamo dare il nostro contributo per rispondere all’appello delle parti sociali. Ecco perché non faremo le barricate, non ce le possiamo permettere in un Paese che affonda, e sarebbe gravissimo se il loro monito cadesse nell’indifferenza.

Pier Ferdinando

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Rassegna stampa, 27 luglio ’11

postato il 27 Luglio 2011
Continuano i problemi in casa della maggioranza: ieri, infatti, la voce del Quirinale si è levata alta e chiara contro lo spostamento di alcuni uffici ministeriali al Nord, atto ritenuto “fuori dalle regole e dalle procedure costituzionali”; in favore del richiamo presidenziale, si è subito schierato Casini – che ha ringraziato Napolitano per aver interpretato “un’esigenza di serietà avvertita in tutta la nazione” – insieme alla capogruppo del Pd in Senato, Anna Finocchiaro, e ai pidiellini Alemanno e Polverini, che hanno chiesto alla Lega di prendere atto dell’assurdità di una simile mossa. E ora, ci spiega Fuccaro sul Corriere, Berlusconi teme ripercussioni nel rapporto con la Lega: il Premier ha paura, in sostanza, che Napolitano voglia costringerlo ad allinearsi alla sua linea e che lo spinga a sconfessare pubblicamente la messinscena di Monza. Crainz, su Repubblica, scrive di “farsa del centrodestra”, che si è consumata anche con il debutto di Angelino Alfano quale nuovo segretario del Pdl (anzi, di un partito chiamato Cav., leggete Merlo sul Foglio) e con il grande rientro di Urso e Ronchi nella “famiglia del centrodestra”. Ma se Atene piange, Sparta non ride. Anche il Pd, infatti, ha le sue grandi magagne: oggi il segretario democratico, Bersani, scrive al Fatto assicurando di essere alla guida di un partito “perbene”, ma – come evidenziano, sia pure con toni diversi, Polito sul Corsera e Belpietro su Libero – ci sono troppi punti oscuri su cui è necessario far luce. Il tutto, mentre ieri la Camera ha affossato nuovamente la legge sull’omofobia: l’Udc ha votato a favore delle pregiudiziali di incostituzionalità e Buttiglione e Binetti spiegano, rispettivamente sul Messaggero e La Stampa, il perché di una simile scelta.

Berlusconi teme per la tregua con la Lega (Lorenzo Fuccaro, Corriere)

Da dieci giorni il Quirinale chiedeva spiegazioni al Cavaliere (Ugo Magri, La Stampa)

La farsa del centrodestra (Guido Crainz, Repubblica)

Il Quirinale certifica l’isolamento lumbard nella maggioranza (Massimo Franco, Corriere)

Alfano riaccoglie gli ex Urso e Ronchi con due incarichi (Repubblica)

Il primo giorno di Alfano, segretario di un partito chiamato Cav. (Salvatore Merlo, Il Foglio)

Il Pdl con Alfano apre a Fli e Udc (Fabrizio de Feo, Il Giornale)

Siamo gente perbene. Ci metto la faccia (Pier Luigi Bersani, Il Fatto)

Dietro le quinte del caso Tedesco (Tommaso Labate, Il Riformista)

Se Bersani finge di non avere il braccio destro (Maurizio Belpietro, Libero)

Quel che Bersani non ha scritto (Antonio Polito, Corriere)

Omofobia, la legge viene affossata. Carfagna si astiene (Corriere)

Buttiglione: “Rispettati i principi di uguaglianza” (Il Messaggero)

Binetti: “No a ogni violenza ma anche a creare categorie di parte” (La Stampa)

Scajola: “Per noi il rischio è di apparire conservatori” (Il Messaggero)

Maggioranza omofoba. Per la seconda volta (Europa)

Pari opportunità. Non per i cattolici (Nadia Pietrafitta, Il Tempo)

Tg1 o TgSport (Paolo Ojetti, Il Fatto)

Prestati alla politica (Filippo Facci, Libero)

Si dice fare il tifo, si legge clientelismo (Gian Antonio Stella, Corriere)

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Manovra, famiglie sul Titanic

postato il 21 Luglio 2011

Anche i meno avvezzi all’economia e alla finanza avranno ormai capito che la manovra finanziaria del governo Berlusconi riguardante l’obiettivo di pareggiare il bilancio negli anni 2013-2014, sebbene presentata inizialmente come un semplice aggiustamento dei conti, è destinata invece a prendere i tratti meno piacevoli dell’aumento della pressione fiscale. L’Italia ha una pressione fiscale molto alta, tra le più alte in Europa. La manovra la farà crescere addirittura dell’1,2%, mettendo ancor più in difficoltà migliaia di italiani. L’incremento delle tasse colpirà un po’ tutti, ma quelli che se la vedranno peggio saranno le giovani coppie, le famiglie monoreddito e le famiglie con molti figli. Per i benestanti, comunque colpiti, le cose andranno un po’ meglio. Tremonti ha stabilito che il taglio lineare delle 480 agevolazioni fiscali e assistenziali sarà del 5% nel 2013 e del 20% nel 2014, anno che si preannuncerà parecchio duro.

Non è facilissimo capire come i tagli si abbatteranno sulle famiglie italiane, ma delle stime elaborate, ad esempio quelle dell’Ansa in collaborazione con i Caf della Cisl, c’è veramente da preoccuparsi. Su una famiglia monoreddito benestante senza figli il taglio voluto dal governo peserebbe rispettivamente per 136 euro nel 2013 e per 543 euro nel 2014. Simile, purtroppo solo nel pagamento delle tasse,  è la situazione per una famiglia monoreddito il cui capofamiglia è una “tuta blu“: pagherà 140 euro in più nel 2013 e 556 euro nel 2014. Per quanto riguarda una giovane coppia con doppio reddito e un figlio a carico, oltre magari ad un mutuo da pagare, nel 2013 ci saranno 203 euro in più di tasse l’anno successivo 904 euro in più. Una famiglia di ceto medio e monoreddito, con un impiego da dipendente e due figli a carico, si vedrà aumentare le tasse di 169 euro nel 2013 e di 676 euro nel 2014. Un pensionato, vedovo, con con un reddito superiore alla pensione sociale (15.000 euro), si troverà a pagare 102 euro in più nel 2013 e 400 euro in più l’anno dopo. Situazione ancora più dura per una famiglia monoreddito con due figli maggiori di 3 anni a carico: con un reddito di 25.000 euro l’anno (è il caso delle famiglie in cui chi lavora fa il poliziotto) i tagli provocheranno un aumento di 226,5 euro nel 2013 e di 906 euro nel 2014 a livello di tasse da pagare. Aggiungendo l’arrivo del super-ticket sanitario, i dipendenti pubblici senza aumento degli stipendi per un altro anno e l’aumento dell’età pensionabile è evidente che il peso del risanamento dei conti pubblici riguarderà soprattutto le famiglie e i ceti medio-bassi.

La gravità della situazione per le famiglie italiane è testimoniata anche dalla posizione  del sottosegretario alla Famiglia Carlo Giovanardi che ha giudicato negativamente la manovra e ha minacciato le dimissioni. L’imbarazzo di Giovanardi e di tutti quelli che nel governo e nella maggioranza hanno sempre parlato di  politiche a favore della famiglia è evidente. Queste politiche tanto annunciate non sono mai arrivate, anzi le famiglie sono oggetto di un “massacro fiscale” senza precedenti che pone serie preoccupazioni. Tremonti presentando la manovra ha parlato del Paese usando la metafora del Titanic, il superbo transatlantico colato a picco nelle fredde acque dell’Atlantico del nord, e probabilmente mai immagine fu più azzeccata considerata la terribile fine che fecero le tante famiglie confinate nella terza classe della nave. Ieri sul Titanic l’orchestra suonava incurante, oggi il governo continua a far finta di niente. Troppe inquietanti similitudini.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

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Casini: «Se ha a cuore l’Italia, Berlusconi dovrebbe lasciare»

postato il 19 Luglio 2011

Il momento è grave, serve un armistizio tra i partiti e un governo politico ma con tecnki di prestigio, pronto a scelte impopolari

L’intervista a Pier Ferdinando Casini pubblicata su ‘Il Gazzettino’ di Giorgio Gasco

Pier Ferdinando Casini, c’è chi vorrebbe un governo tecnico. Ma il Pdl, con Maurizio Sacconi, ribatte che sarebbe come commissariare l’Italia. E poi sarebbe un esecutivo debole.
«Sono d’accordo» risponde il leader dell’Udc.

Allora meglio un governo di responsabilità nazionale?
«Devono esserci governi politici, non tecnici. È la politica che deve capire che bisogna passare ad una fase nuova; ad un armistizio tra le parti; con una serenità di rapporti tra i partiti; con un impegno comune perché l’Italia ha bisogno di scelte impopolari. Il governo tecnico non è una soluzione…» [Continua a leggere]

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Casini: «L’Italia rischia. Non è il momento per governi di parte»

postato il 18 Luglio 2011

Berlusconi deve dimettersi. Ma non servono soluzioni tecniche. Tocca alla politica fare un passo avanti

L’intervista a Pier Ferdinando Casini pubblicata su L’Unità di Susanna Turco

Un governo di responsabilità, guidato dalla politica e non dai tecnici, che guardi alle riforme strutturali necessarie al Paese andando oltre gli interessi di parte. All’indomani di quella che definisce «una bella pagina per l’opposizione», ma solo all’inizio di un dialogo con il Pd sui cui esiti «solo il tempo darà una risposta», Pier Ferdinando Casini, leader Udc, fa un appello per costruire «una nuova fase» che vada «davvero oltre il berlusconismo» senza cadere nell’antipolitica. Superando «quella ricerca di un uomo forte» che a suo dire attraversa alcune frange della sinistra. E senza timori di affermare un bipolarismo diverso, non incompatibile col proporzionale.

All’indomani dell’approvazione della manovra, sono arrivate critiche all’opposizione che ha consentito il sì in tempi record. Rimpianti?
«Sono argomentazioni primitive, che confondono il senso di responsabilità con la corresponsabilità. La manovra, purtroppo, colpisce i soliti noti, vale a dire il ceto medio, e trasferisce i tanti costi del nostro debito pubblico alle famiglie. E senza dare segnali forti, come sarebbe stato il contributo di solidarietà per i redditi più alti».

Come tagliare i costi della politica, magari?
«Certo. Quei tagli, che avevamo chiesto, sono stati alla fine del tutto omessi. Però dobbiamo stare attenti a non sconfinare nella demagogia. Va bene allineare gli stipendi dei parlamentari alla media Ue; ma rifiuto l’idea che, oltre il trenta per cento già tagliato, si possa ridurre ancora il finanziamento ai partiti senza parametrare anche questo dato al livello europeo». [Continua a leggere]

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Con la manovra colpiti ceto medio e famiglie, non possiamo essere soddisfatti

postato il 15 Luglio 2011

Ma stiamo facendo, una scelta per l’Italia e per gli italiani

Siamo costretti a fare una manovra emergenziale sotto la spinta del mercato e degli altri Paesi che rischia di essere il primo provvedimento in attesa di altri salassi. Una manovra che mette le mani nelle tasche degli italiani e in particolare dei soliti noti, il ceto medio e le famiglie.
Ma di fronte a chi arriccia il naso e imputa l’opposizione di fare un favore a Berlusconi, rivendico la convinzione di quello che stiamo facendo, una scelta per l’Italia e per gli italiani.
Le assenze del Presidente del Consiglio nei giorni della crisi, dall’inizio del periodo critico venerdì scorso ad oggi, all’approvazione definitiva della manovra, sono il segno palese di irresponsabilità oltre che di inadeguatezza. Basta con queste chiacchiere sulla patrimoniale: e’ giusto inserire criteri di progressività e chiedere un prelievo di solidarietà a chi ha di più. E’ giusto tassare le transazioni finanziarie, colpire le pensioni d’oro, fare di più contro gli evasori che mancano sempre all’appello.

Pier Ferdinando [Continua a leggere]

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Casini: “L’incendio non è spento, ora responsabilità”

postato il 15 Luglio 2011

L’intervista pubblicata su ‘Il Sole 24 Ore’ di Barbara Fiammeri

«II primo, imperdonabile errore sarebbe pensare che l’incendio sia spento». Torna alla metafora con cui nei giorni scorsi spiegò il via libera dell’opposizione allo sprint per il varo di una manovra,che, anche se continua a non piacergli, rappresenta al momento l’unico estintore disponibile. Pier Ferdinando Casini è convinto che siamo ancora in stato di massima allerta e le parole pronunciate in mattinata da Giorgio Napolitano, la certezza del Capo dello Stato che «per il prossimo futuro occorreranno altre prove di coesione» ne sono la conferma. «Noi abbiamo allontanato il problema, che il Governo ha dimostrato di essere incapace di risolvere», ammonisce il leader dell’Udc, che lancia un avvertimento: «Se la maggioranza, passata la festa e gabbato lu santu, si rinchiude nell’autosufficienza allora la situazione è destinata a precipitare».

E la via d’uscita è il Governo di responsabilità nazionale?
Guardiamo i fatti. Tre anni fa noi ci definimmo opposizione repubblicana. Una linea sulla quale poi si è fondata l’alleanza con il presidente Fini egli amici del terzo Polo e sulla quale però ci sono oggi anche Bersani e Di Pietro, che hanno abbandonato la strada dell’antiberlusconismo ideologico.

Presidente lei nei giorni scorsi ha definito il premier superato, ma Berlusconi è sempre là, di fare passi indietro non ci pensa proprio e i numeri in Parlamento ogni volta gli danno ragione…
Ripeto: stiamo ai fatti. Venerdì è stato sferrato il primo attacco dei mercati all’Italia, lunedì c’è stato l’affondo, seguito dall’appello alla coesione di Napolitano a cui l’opposizione ha immediatamente risposto, dando il via libera ad approvare a tempo di record la manovra. In tutto questo Silvio Berlusconi risulta non pervenuto, se si esclude quella nota scritta in cui ha faticato a citare l’opposizione. In sintesi: formalmente il Governo c’è, ma se pensano di andare avanti con i numeri acquistati in Parlamento sarà un’agonia per il governo e per l’Italia. [Continua a leggere]

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Berlusconi prenda atto che la sua fase è esaurita

postato il 13 Luglio 2011

L’Udc voterà no alla manovra, come tutte le volte che e’ stata presenta la fiducia, ma il momento cruciale e’ come il governo reagirà all’approvazione.
Berlusconi ha due strade: continuare come prima, ma sarebbe un gesto di grande miopia perché non siamo al riparo dalla speculazione, oppure prendere atto che la sua fase e’ esaurita e dare il suo contributo dimettendosi.
Per me non si dimetterà e dico che l’opposizione non deve fare una cosa aspettandosene un’altra. Non facciamo una cortesia a Berlusconi anticipando la manovra, ma a tutti gli italiani.

Pier Ferdinando

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