postato il 2 Novembre 2009 | in "Ambiente"

La nave dei veleni non è a Cetraro, ma l’emergenza ambientale non va dimenticata.

motoreA largo di Cetraro non c’è la nave dei veleni, ma un piroscafo affondato durante la prima guerra mondiale.
Questi sono i risultati delle analisi svolte dal ministero dell’Ambiente e rese pubbliche lo scorso 30 ottobre.

L’annuncio è stato fatto in conferenza stampa dal ministro Prestigiacomo e dal procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, il quale precisa che “le indagini hanno accertato che non ci sono elementi di radioattività né di inquinamento nel raggio di tre chilometri intorno alla nave”.

Una notizia senza dubbio positiva, ma che non deve far dimenticare che la Calabria presenta altri problemi ambientali che non vanno assolutamente trascurati: “La nave dei veleni non e’ l’unica emergenza che ha colpito la Calabria. La salute dei cittadini e’ sotto costante minaccia anche a causa delle discariche di materiali tossici, come quelle probabilmente presenti nel territorio di Amantea e lungo la costa jonica cosentina, e dalle sostanze altamente nocive che sarebbero contenute nel materiale utilizzato per la costruzione di edifici pubblici nel crotonese”. Queste parole del deputato UDC Mario Tassone sono un monito e una raccomandazione a chi deve agire, ma anche affinché l’attenzione di tutti rimanga viva.

I cittadini della Calabria hanno fatto sentire la propria voce: il loro territorio è minacciato, così come la loro salute. La loro legittima richiesta di azioni rapide ed efficaci merita risposta, così come le numerose domande a cui la positiva conclusione di questa vicenda non ha ancora dato risposta.

(la foto “Motore” è di Janex & Alba)

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angelosirchia
angelosirchia
15 anni fa

intanto speriamo che dicano la verità, che effettivamente sia un’altra nave, e speriamo pure che non ci si scordi di questo problema, come purtroppo spesso accade.
non possiamo ricordarcene solo quando un pentito afferma che la calabria è una discarica. la vigilanza deve essere costante…
come cittadini abbiamo il diritto di vivere nelle nostre terre, nelle sostre case, nelle nostre città in totale sicicurezza; non possiamo e non dobbiamo permettere a nessuno, e dico nessuno di distruggere il nostro Paese!!!

ALBERTO.M
ALBERTO.M
15 anni fa

CIAO A TUTTI IO VIVO A PALERMO,MA HO VISSUTO CON ANSIA QUESTA VICENDA,ANCHE PERCHè HO DIVERSI PARENTI SU QUEL VERSANTE DI COSTA. HANNO FATTO BENE I CITTADINI A FARSI SENTIRE,MA QUESTA VICENDA PURTROPPO NON SARà FINITA QUA,VOGLIAMO CHE VENGANO FATTI PIù CONTROLLI CON QUESTE NAVI SPECIALI ADATTE PER QUESTE SPECIFICHE ANALISI,NON è PIù POSSIBILE CHE NEL 2010 CI SIANO ANCORA TUTTI QUESTI “SEGRETI” NEI FONDALI ,E NON SOLO NEI FONDALI. MA MI RIFERISCO AL SOTTOSUOLO ,E ALLE PICCOLE DISCARICHE DI ETERNIT CHE VEDO CON I MIEI OCCHI AI BORDI DELLE STRADE QUI A PALERMO.. GOVERNOOOOO SVEGLIAAAAAAAA

Marta Romano
Marta Romano
15 anni fa

I test sono stati effettuati, ma i dubbi rimangono.
Inoltre, molto probabilmente, la politica dimenticherà la questione ambientale calabrese molto presto, come se la nave di Cetraro fosse l’unico problema. In realtà non è così, non si possono dimenticare le condizioni in cui versano molte coste meridionali. E poi.. Chi ripagherà in danno d’immagine subito dalla Calabria? E chi ripagherà tutti quei pescatori costretti a stare fermi per tutto questo tempo? Speriamo che queste domande non rimangano inascoltate per sempre, e che qualcuno avrà il coraggio di rispondere e fare chiarezza.
Marta

Mauro Libé
Mauro Libé
15 anni fa

Quella della nave dei veleni è una vicenda non chiusa, al pari di tante altre questioni non chiare che interessano i nostri mari. Con le mozioni presentate dall’Udc chiediamo un impegno tanto al Governo quanto a noi stessi per dare certezze ai cittadini e tutelare tutte le attività economiche necessarie al rilancio del Sud e compromesse da questa torbida vicenda. È nostro dovere ridare un’aspettativa per il futuro a delle regioni che vivono in mezzo a mille difficoltà, tutelando in primo luogo la loro principale risorsa economica, il turismo. Che, è bene ricordarlo, è la sola attività non delocalizzabile. Questa mozione deve farci ben sperare: su un argomento che avrebbe potuto registrare divisioni per interessi di parte si è invece trovato un accordo per un impegno unitario. Dunque, dobbiamo dare nuove prospettive al Pese e la questione della tutela dei nostri mari non deve cadere nel dimenticatoio, per poi tornare a galla in occasione della prossima emergenza.



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