postato il 4 Febbraio 2009 | in "Interventi"

INTERVENTO IN AULA DI CASINI DURANTE L’ESAME DELLA MOZIONE SULLA GIUNTA DI NAPOLI

Signor Presidente, l’onorevole Testa ha illustrato le ragioni per le quali il gruppo che ho l’onore di presiedere voterà questa mozione per evitare che vi siano malintesi di carattere politico: infatti è chiaro che la mozione evoca questioni tipicamente politiche e un giudizio sull’amministrazione comunale di Napoli. Tuttavia, chiedo ai colleghi un attimo di attenzione, perché personalmente, nella mia qualità di parlamentare che ha avuto l’onore di rivestire l’incarico di Presidente della Camera, non parteciperò al voto. Lo dico con grande sincerità: sono preoccupato. Mi rivolgo con rispetto all’onorevole Laboccetta e all’onorevole sottosegretario. Badate, assistiamo ad uno svuotamento del Parlamento assai preoccupante: basta pensare che nei giorni scorsi un grande giornale ha ricordato come su quarantacinque provvedimenti approvati dal Parlamento in questa legislatura soltanto uno sia stato di iniziativa parlamentare.
Stiamo parlando di federalismo, con idee diverse, ma nella convinzione che si tratta di una grande questione riguardante l’autogoverno delle comunità locali. La Presidenza della Camera si trova molte volte – i funzionari lo sanno – a esercitare un’azione di respingimento rispetto ad atti di sindacato ispettivo presentati da singoli parlamentari quando essi investano, ad esempio, l’autonomia e le competenze degli organi regionali. Ormai esiste una giurisprudenza consolidata secondo la quale non si presentano interrogazioni che riguardano vicende delle aziende sanitarie locali, perché queste non sono di pertinenza del Parlamento.

In tale contesto dobbiamo riflettere sull’atto che oggi compiamo. Qui non è in causa il sindaco Jervolino, il comune di Napoli, la destra, la sinistra: qui, onorevole Laboccetta, è in gioco un principio che è quello dell’autonomia dell’ente locale e del ruolo del Parlamento la necessità di evitare che la nostra istituzione diventi sostanzialmente una palestra all’interno della quale noi anticipiamo la propaganda politica legittima che ciascuno di noi farà in campagna elettorale. Diamo un giudizio pessimo sull’amministrazione comunale di Napoli, ma ritengo che chiedere al Governo di intervenire per sciogliere il consiglio comunale di Napoli è un atto che costituisce un precedente che potremmo applicare per cinquemila comuni d’Italia diversi da Napoli e questo è un principio che, a mio avviso, finisce anche per sminuire il ruolo del Parlamento.
Onorevole Laboccetta, diverso è il discorso del Governo. Il Governo ha una responsabilità diversa: se il Ministro dell’interno constata, ad esempio, che in un comune vi sono infiltrazioni di carattere mafioso, la legge gli consente di intervenire, ed è giusto che intervenga e nessuno in Parlamento ha mai contestato l’idea che il Governo possa intervenire. Ma qui si tratta – lei lo ha rilevato appena adesso nel suo intervento che ho ascoltato con attenzione – di considerazioni politiche legittime, legittimissime, ma assolutamente non pertinenti rispetto alla sede e al luogo in cui oggi noi stiamo discutendo.

Dunque, chiedo comprensione ai miei colleghi. Lo faccio per una questione di principio: non partecipo al voto; ritengo che questo voto sia un precedente grave; chiedo ai miei colleghi di gruppo di partecipare al voto perché non voglio che nascano equivoci di carattere politico sul problema del giudizio. Infatti ormai questo appare: domani mattina questo sarà. Ma voi ritenete di aver dato un contributo alla credibilità del Parlamento portando in Parlamento l’anticipazione della campagna elettorale di Napoli o non avremo contribuito a svilire ulteriormente il ruolo delle istituzioni in cui sediamo? Ritengo che sia così, e sono preoccupato. Penso che oggi diamo un’altra piccola mazzata alla credibilità delle nostre istituzioni.



Twitter


Connect

Facebook Fans

Hai già cliccato su “Mi piace”?

Instagram