Tutti i post della categoria: Spunti di riflessione

Riceviamo e pubblichiamo, riflessioni sul carcere italiano

postato il 29 Luglio 2010

Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di Vincenzo Andraous, detenuto nel carcere di Pavia impegnato in attività sociali e culturali con enti, scuole, parrocchie, università, associazioni culturali.

“Quando giungerà il tempo di riparare”

di Vincenzo Andraous
Per superare la non-raccontabilità del carcere italiano occorre avere più coraggio per ciò in cui si crede, per non lasciare inalterata questa condanna aggiunta ingiustamente alla condanna da scontare, affinché l’uomo che convive con la propria pena, colga il senso di ciò che si porta dentro.
Chi sbaglia e paga il proprio debito con decenni di carcere ( quando giungerà il tempo di sostituire quel verbo “pagare” con “riparare” sarà sempre troppo tardi ), attraversa davvero tempi e contesti di un lungo viaggio di ritorno, lento e sottocarico.
Non c’è più l’uomo sconosciuto a se stesso, ma uomini nuovi che tentano di riparare al male fatto, con una dignità ritrovata, accorciando le distanze tra una giusta e doverosa esigenza di giustizia per chi è stato offeso, e quella società che è tale perché offre, a chi è protagonista della propria rinascita, opportunità di riscatto e di riparazione. [Continua a leggere]

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Federalismo demaniale, lo Stato cede i suoi tesori

postato il 28 Luglio 2010

“Riceviamo e pubblichiamo”

Lo Stato ha trasferito una buona fetta del suo demanio alle Regioni, con il plauso della Lega. La lista dei beni ceduti è consultabile da tutti presso il sito dell’Agenzia del demanio e come tutti possono vedere, anche senza alcune perle come gli isolotti della Maddalena, o il museo di Villa Giulia, si tratta di un ricco bottino: 3,6 miliardi di euro. Un bottino che è destinato ad arrichirsi perché sono per ora esclusi dall’elenco i beni di Roma, che saranno oggetto del decreto attuativo del federalismo su Roma Capitale, e sono per ora esclusi i beni delle Regioni a statuto speciale. [Continua a leggere]

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Riceviamo e pubblichiamo: “Questione morale? Un ministro per l’onestà!”

postato il 28 Luglio 2010

di Massimo Procopio

È giunto il momento in Italia di istituire un nuovo Ministro, quello per l’Onestà, ma assolutamente senza portafoglio, mai cadesse in tentazione.

Al contrario di quanto accaduto con il Ministro per il Decentramento (se questo era il nome esatto, maa!) è utile sin da subito individuare i compiti e le deleghe da attribuirgli. Io pensavo ad una sola delega (se ne avete altre in mente…), tutte le altre in fondo sono già attribuite ad altri organi dello Stato, dalle Commissioni parlamentari, alla Magistratura, dalle varie Autorità garanti alla Guardia di Finanza.

Ecco la delega: ad ogni seduta del Parlamento, ad ogni convocazione del Consiglio dei Ministri, ad ogni riunione del CSM, e così via, dovrebbe avviare i lavori ricordando che ogni decisione deve essere presa a favore del “Popolo italiano”, che le loro dichiarazioni sono fatte in nome del “Popolo italiano” e che, infine, prima o poi dovranno dare conto del loro operato al “Popolo italiano”. [Continua a leggere]

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Una riflessione “sull’italietta della raccomandazione e del clientelismo”

postato il 27 Luglio 2010

Su segnalazione dei giovani di “estremocentrobasilicata”, Pubblichiamo la riflessione del prof. Pasquale Tucciariello (Coordinatore Centro Studi Leone XIII), su uno dei problemi che attanagliano la nostra società: il clientelismo.

“Cliens et patronus”, cliente e protettore

“C’è un alunno – mettiamo – di Liceo che agli esami di Stato arriva a 100 ma ha meriti culturali poco convincenti ad ottenere questo voto ottimale. Ce n’è un altro, dalle riconosciute capacità, che invece deve combattere per arrivare al 90. Questi due casi, qualora si verificassero, come definirli se non si trattasse di una errata valutazione orientata, diciamo così, semplicemente da buona fede? Il prodotto di una pratica truffaldina. Sei dipendente di una amministrazione che ti paga affinché tu faccia correttamente il tuo lavoro mentre invece utilizzi l’Ufficio per scopi personali e di comodo. E’ una truffa. Qui non si tratta di esercizi di logica applicata. Qui siamo ai fondamentali, alle strutture, ai primordi della costruzione dello stato moderno quando si teorizzava una carta – la Costituzione – che definisse i diritti e i doveri, ossia il passaggio, tra la fine del 1700 e i primi decenni del 1800, dell’uomo dallo stato di sudditanza a quello di cittadinanza. [Continua a leggere]

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Quando la crisi è un’altra

postato il 27 Luglio 2010

Una riflessione sulla perdita del senso civile della legalità e della giustizia

di Antonio di Matteo
“Lo Stato sociale di diritto mantiene la garanzia di separazione dei poteri dello Stato di diritto e, sul potere statuale così istituito, innesta un sistema di valori al quale devono conformarsi i poteri pubblici. Nel corso degli anni questo modello di costruzione del benessere e della giustizia collettiva ha avuto attuazione distorta e parziale, caratterizzata dalla proliferazione caotica di leggi speciali, talvolta di limitatissimo rilievo collettivo (c.d. leggine), e dalla dilatazione del potere amministrativo (burocrazia). La complessità della vita associata e la crescente dipendenza dalle prestazioni pubbliche formano le premesse per una invasione del potere burocratico nella società civile e moltiplicano le occasioni di corruzione o di abuso del potere politico amministrativo a fini di conseguimento del potere personale. Spese sociali sempre maggiori, difficoltà di controllare la qualità e l’equità nell’erogazione dei servizi, proliferazione di conflitti, confusione di potere politico ed economico, diffusione di egoismi e particolarismi vecchi e nuovi completano il quadro della crisi dello Stato sociale. In crisi è, in realtà, la cultura sulla quale si fonda lo Stato di diritto e quindi lo Stato sociale. La giustizia è sconfitta quando la società si consolida sul valore dei particolarismi singoli o dei gruppi, sulla raccomandazione, sull’interesse a lucrare sempre anche nella forma della tangente, sull’estorsione o, peggio sulla necessità, per ottenere ciò che spetta, di utilizzare forme illecite, ed infine sul sistema della spartizione dei posti senza alcun rispetto per il merito e le competenze dei singoli. La crisi è smarrimento culturale, perdita del senso civile della legalità e della giustizia. Lo Stato sociale si deve fondare sui diritti e ad un tempo sui doveri sociali: la cultura dei doveri non è ancora diffusa e ciò ha causato la crisi dello Stato sociale.[Continua a leggere]

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Ddl intercettazioni, per blog e siti rischio di autocensura

postato il 26 Luglio 2010

Il disegno di legge sulle intercettazioni, così com’è oggi, ancora non va. L’Udc si è fortemente battuta per il miglioramento del testo, e continuerà a farlo nei prossimi giorni contro il rischio censura che aleggia su blog e siti internet. In particolare, contro la misura che prevede per gli stessi l’obbligo di rettifica delle notizie pubblicate entro 48 ore, equiparandole di fatto a testate giornalistiche.
“Pretendere di applicare tale limite anche ai blog e ai siti non sarebbe ragionevole e determinerebbe, consapevolmente o meno, il
rischio concreto di auto-censura del web – ha dichiarato oggi il deputato dell’Udc Roberto Rao, componente della commissione giustizia della Camera – Ecco perché tra le modifiche al ddl intercettazioni per le quali ci impegneremo fortemente in Aula c’è anche quella che limita solo alle testate giornalistiche on line (per le quali come è noto si applicano gli stessi obblighi giuridici della carta stampata) l’obbligo di rettifica entro 48 ore”.

Per un approfondimento leggi anche: Ddl intercettazioni, si può fare di meglio

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Imu, cedolare secca, case fantasma

postato il 25 Luglio 2010

I tre punti cardine su cui si gioca il futuro immobiliare italiano

Il mondo immobiliare italiano in questi giorni è stato al centro della politica finanziaria nazionale, anzi si può dire che è uno dei campi principali su cui si gioca buona parte della sopravvivenza del governo interessando anche le tasche dei cittadini.
E non vi sembri esagerato quanto affermo, perché sull’immobiliare si gioca il futuro e la tenuta finanziaria dei comuni, e il federalismo fiscale tanto caro alla Lega: stando ai diktat della Lega, i Comuni dovrebbero essere la prima linea del federalismo, ma per fare ciò, hanno bisogno di fondi e di autonomia impositiva, ovvero di potere liberamente decidere se e quanto tassare i cittadini. [Continua a leggere]

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Ddl intercettazioni, si può fare di meglio

postato il 25 Luglio 2010

di Giuseppe Portonera

La battaglia in commissione giustizia ha portato i suoi frutti. L’alleanza tra Udc, Pd e Finiani è riuscita a modificare sostanzialmente il testo di legge sulle intercettazioni approvato precedentemente dal Senato e a scatenare la dura reazione del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che si è detto deluso, perché “con le modifiche alla legge sulle intercettazioni la situazione resterà pressappoco come è adesso” e perché, soprattutto, “non si lasceranno gli italiani parlare liberamente al telefono e l’Italia non sarà un Paese davvero civile”. È una buona notizia, perché dimostra come, mettendo insieme le opposizioni e le fasce più ragionevoli della maggioranza, si è riusciti a migliorare un testo che, così com’era, poteva solo essere stracciato. Una battaglia condotta con coraggio e con buon senso, senza né sensazionalismi o esibizionismi e senza neppure arrendevolezza o paura. [Continua a leggere]

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Morti bianche: Si può morire di lavoro?

postato il 23 Luglio 2010

di Gaspare Compagno

Questo è un argomento vitale, anche se tratta di morte: si parla di morti bianche, che sono quelle che accadono nei posti di lavoro.

Il rapporto INAIL pubblicato oggi attesta che sono in diminuzione, addirittura ai minimi dal 1993. Ma questa riduzione, purtroppo non è legata a maggiore sicurezza sul lavoro, bensì alla diminuzione dei lavoratori.

Nonostante ciò, i numeri restano da infarto: gli infortuni sono stati 790mila, 85mila in meno rispetto al 2008. Per una riduzione del 9,7 per cento, mentre i casi mortali sono calati del 6,3 per cento. I lavoratori che hanno perso la vita sul posto sono stati 1050, 70 in meno rispetto all`anno precedente; gli infortuni dei lavoratori stranieri passano da 143mila del 2008 a 119mila, con una flessione del 17%.

Dobbiamo rallegrarci per questa flessione?

Assolutamente no, è legata solo al minore numero di lavoratori.

E non possiamo rallegrarci di questa notizia, perché ogni morte, ogni vita spezzata, è motivo di dolore, e proprio per questo dobbiamo batterci per aumentare la sicurezza sul posto di lavoro.

Ma non basta questo.

Spesso sui giornali leggiamo di proteste eclatanti, come quella dei lavoratori alla Scala di Milano, o come quella dei lavoratori della Playtex a Roma, ma troppo spesso ci dimentichiamo di chi ci lascia prematuramente, come del tecnico a Milano, o come l’operaio a Taggia, o dell’operaio a Siracusa, e potrei continuare perché l’elenco è tristemente lungo.

Ma oltre a questi dobbiamo pensare anche a chi muore perchè non ha il lavoro o lo ha perduto e sfugge alle statistiche dell’Inail: ad esempio a Brembate muore un operaio che aveva perso il lavoro; in Campania due operai si sono suicidati perché senza lavoro e potrei continuare.

L’ultimo suicidio, frutto dell’abbandono della speranza, è avvenuto sabato scorso dalle parti di Salemi in Sicilia, dove un ex dipendente, Francesco Gucciardi, della Telecom Sicilia srl, società dichiarata fallita nel 2000, dopo che per 10 anni è stato prima ignorato, poi illuso, poi di nuovo ignorato, ha deciso di suicidarsi.

E queste morti, magari ci colpiscono, ma poi finiscono nel dimenticatoio per tutti, tranne che per le famiglie che anche a distanza di anni piangono i loro cari, come nel caso dello scoppio del Molino Cordero, dove dopo soli tre anni, alla cerimonia di commemorazione c’erano solo i parenti.

Non è giusto che in un paese che si definisce civile e all’avanguardia, ancora oggi, il lavoro o l’assenza dello stesso, sia una delle prime cause di morte violenta. Occorrono risposte e soluzioni.

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Tagliare subito gli stipendi dei parlamentari

postato il 22 Luglio 2010

Sono per la linea dura, esemplare: noi parlamentari dobbiamo tagliare i nostri stipendi e questo deve avvenire subito. Non possiamo andare in vacanza senza dare il segnale di un Parlamento che si adegua alla richiesta di sacrifici che si chiedono al Paese.
La questione morale è anche questo.

Pier Ferdinando

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