postato il 6 Dicembre 2011
Monti ha approntato la manovra fiscale del suo governo, in un tempo record: 17 giorni. Una manovra difficile, pesante, che chiede indubbiamente tanto ai cittadini, ma che mostra – come chiedevamo da tempo – una visione complessiva di futuro: Pier Ferdinando Casini questo lo ha spiegato ieri alla Camera, dicendo che non si può “essere contenti, ma sicuramente convinti” e lanciando l’idea di un coordinamento parlamentare tra i gruppi Pdl, Pd e Terzo Polo. Insieme, per vincere la partita più difficile della nostra storia recente: perché, come spiega al solito in modo eccellente Mario Calabresi, questa non è la partita di Mario Monti. Questa è la partita dell’Italia.
Casini lancia il coordinamento dei gruppi Pdl-Pd-Terzo polo. (Emilia Patta, il Sole 24 Ore)
Quell’aula divisa tra convinti e resistenti. (Mario Ajello, il Messaggero)
Casini: «No al gioco dello scaricabarile. Coordiniamo i gruppi in Parlamento». (Pier Luigi Fornari, Avvenire)
Il destino politico dei tecnici. (Mario Sechi, Il Tempo)
Il tempo del coraggio. (Marco Tarquinio, Avvenire)
E’ la partita dell’Italia non di Monti. (Mario Calabresi, La Stampa)
postato il 30 Novembre 2011
Vi suggerisco di leggere l’appello che il Presidente della Consob, Giuseppe Vegas, lancia dalle colonne de ‘La Repubblica’. L’intervento di Vegas è molto serio. La Banca d’Italia dovrebbe esaminare in modo approfondito la situazione perché i criteri stabiliti dall’Autorità di vigilanza delle banche (Eba) sono discutibili e penalizzanti per le banche italiane, che non sono meno virtuose di quelle europee.
Le banche italiane hanno usato la testa in questi anni evitando di riempirsi di titoli tossici, non devono essere penalizzate.
Pier Ferdinando
Berlusconi chiama Casini e Maroni gli tende una mano (Pierre De Nolac, Italia Oggi)
Nencini: «Il Psi vuole l’alleanza con Casini» (QN)
Il ribelle del «manifesto» che seppe raccontare la sinistra. (Paolo Franchi, Corriere della Sera)
Depressione, il grande tabù svelato da Lucio Magri (Armando Massarenti, il Sole 24 Ore)
Una discussione a Carta aperta (Ernesto Galli Della Loggia, Corriere della Sera)
Vegas: allarme banche: “Non c’è più liquidità (Massimo Giannini, la Repubblica)
Il vento cambia per la casta (Marcello Sorgi, La Stampa)
postato il 29 Novembre 2011
Ieri il Governo Monti ha definitivamente preso forma, con la nomina dei nuovi sottosegretari e di alcuni viceministri: e, anche stavolta, scelte tutte tecniche e tutte di altissima qualità. Ce lo raccontano Emilia Patta sul Sole e Paola Di Caro sul Corsera: si va dal giovane Michel Martone, nominato viceministro del Lavoro, a Marta Dassù, sottosegretario agli Esteri, passando per Marco Rossi Doria, il “maestro di strada” all’Istruzione, fino al nuovo ministro per la Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi. Pier Ferdinando Casini, che trovate sul Corriere, ha espresso piena soddisfazione per queste nomine, spiegando che “Monti se la cava benissimo da solo, non ha bisogno di incontri con i pariti” (e il riferimento, chiaro, è a tutte le chiacchiere su incontri segreti tra il Premier e alcuni leader politici). E mentre proprio Monti torna a Bruxelles, per spiegare il contenuto delle misure economiche che è pronto a prendere, come ci spiega Marco Bertoncini su ItaliaOggi, il centrodestra (o meglio, ciò che ne resta) va in “coriandoli”: se Berlusconi continua ad assicurare che l’asse Pdl-Lega è saldo, l’ex Ministro Maroni tuona: “l’alleanza è finita”.
Monti a Bruxelles per spiegare le misure e ascoltare i giudizi Ue (Marco Galluzzo, Corriere della Sera)
Martone al Lavoro, Patroni Griffi ministro (Emilia Patta, Sole24Ore)
Partiti accontentati sui nomi «politici». Da Alfano lodi al Pd (Paola Di Caro, Corriere della Sera)
Maroni: “Con il Pdl alleanza finita”. Berlusconi: “No, venerdì vedo Bossi” (Giovanna Casadio, La Repubblica)
II centro-destra va in coriandoli (Marco Bertoncini, ItaliaOggi)
Severino: efficienza e risparmio. E sulle carceri «misure durature» (Danilo Paolini, Avvenire)
Pensare l’impensabile, la ristrutturazione del debito italiano (Fabrizio Goria, Linkiesta)
Marina Petrillo, che cambia il giornalismo con Twitter (Il Post)