Tutti i post della categoria: Mezzogiorno

Distanza surreale tra governo e Paese

postato il 29 Luglio 2011

Mentre la questione sociale esplode, si parla di processo lungo o breve, oppure di ministeri a Monza. E’ surreale la distanza fra governo e Paese.
Noi siamo pronti a lavorare anche nel mese di agosto su provvedimenti seri, nuove misure che allontanino le spettro di una crisi drammatica alla quale va data assolutamente risposta. Come opposizione responsabile l’Udc è d’accordo con il monito del presidente della Repubblica alla politica, perché contro la crisi serve coesione nazionale.
La convinzione di assumere rapide iniziative oggi è rafforzata da due notizie. La prima, i mercati che danno un segnale di sfiducia alla politica italiana. La seconda, il rapporto Svimez, che rende noto che al Sud 3 giovani laureati su 4 sono disoccupati.
Davanti a una crisi così drammatica, oggi è necessario dare una risposta.

Pier Ferdinando

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Basilicata: la regione più povera d’Italia

postato il 16 Luglio 2011

L’ISTAT allarma l’Italia: nel 2010 risulta povera o quasi povera circa una famiglia su cinque. Nel 2010 l’incidenza di povertà assoluta e relativa ha toccato quote altissime. Il fenomeno, come purtroppo prevedibile, è particolarmente evidente neMezzogiorno, dove é povera quasi la metà (il 47,3%) delle famiglie con tre o più figli minori e, tra le regioni più povere d’Italia, la Basilicata si aggiudica questo triste primato: è la regione dove la povertà relativa ha l’incidenza maggiore (28,3 %), seguita da Sicilia (27 %) e Calabria (26 %) .

A quanto pare, in Basilicata non va proprio tutto così bene come sembra. I problemi sono molti e hanno radici ben profonde: sappiamo quanti giovani abbandonano la Basilicata (in gran parte laureati) e sappiamo per quale motivo: la mancanza di lavoro.

Eppure, la nostra Terra non è certamente povera di risorse, anzi! Abbiamo risorse energetiche (il petrolio), ambientali (l’acqua) e culturali (Melfi, Venosa, Matera..). Terra ricca, patria di gente una volta fiera e combattiva, costretta ora a vivere dell’elemosina dei  petrolieri che abusano delle nostre ricchezze e dei politici che, abbindolando la popolazione lucana, hanno costruito un impero di clientelismo di estensione incalcolabile.

Siamo schiavi di un sistema che abbiamo creato noi stessi, noi che abbiamo riposto la nostra fiducia in persone incapaci, inadeguate e immeritevoli di ricoprire cariche importanti. La mala-politica ha distrutto tutto, anche la nostra voglia di ribellarci. Siamo abituati a tutto e, ormai, ogni bruttura sembra scivolarci addosso, senza provocare reazione.

Siamo poveri, nelle tasche e nello spirito. Ci hanno tolto le forze e i mezzi per rialzarci, hanno fatto scappare i ragazzi: figli, fratelli, sorelle, cugini. Sono andati via, hanno offerto la loro intelligenza a chi ha saputo sfruttare le doti dei giovani per il bene collettivo.

Io, però, spero ancora. Spero che un giorno, i lucani possano svegliarsi da questo torpore.

Purtroppo non c’è più molto tempo per tergiversare: ognuno deve metterci la propria faccia, il proprio impegno: ragazzi,  anziani, padri, madri. Tutti. Soltanto se non permetteremo di toglierci anche questo briciolo di speranza che ci è rimasto, qualcosa forse potrà cambiare.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Marta Romano

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I fondi sequestrati alla mafia vadano allo sviluppo territoriale

postato il 10 Luglio 2011

Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa nella sua ultima intervista, rilasciata nell’agosto 1982 a Giorgio Bocca per la Repubblica, sottolineava che “la mafia non è soltanto una questione criminale fine a se stessa, ma anche economica e sociale”, così dicendo pose le premesse di una lotta alla mafia che colpisse anche gli interessi economici e le ricchezze accumulate con i traffici illegali. Da allora tanto si è fatto e grazie ad una legislazione ad hoc e al lavoro congiunto della magistratura e delle forze dell’ordine si è potuto colpire ripetutamente gli interessi economici mafiosi e, soprattutto, è iniziata una preziosa opera di confisca e reimpiego di beni e di denaro sottratti alla criminalità. Le somme di denaro e dei proventi derivanti dai beni confiscati attualmente affluiscono al Fondo Unico Giustizia, che va distinto dal Fondo Unico di Amministrazione, ed è disciplinato dall’art.61, commi 23 e 24, del D.L. 25.6.2008 n. 112 (convertito in legge, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, L. 6 agosto 2008 n. 133) e dall’art. 2 del D.L. 16 settembre 2008 n. 143 (convertito don modificazioni, dalla legge 13 novembre 2008, n. 181). Nel Fondo Unico Giustizia arrivano le somme sequestrate nell’ambito di procedimenti penali o per l’applicazione di misure di prevenzione (ordinarie o antimafia) o di irrogazione di sanzioni amministrative ed i proventi derivanti dai beni confiscati nell’ambito di procedimenti penali, amministrativi o per l’applicazione di misure di prevenzione.

L’art. 2 del D.L. 16 settembre 2008 n. 143, convertito in legge con modifiche il 5.11.2008, ha ampliato il contenuto del Fondo in quanto ha stabilito che in esso confluiscono anche:

  • le somme di denaro ovvero i proventi relativi a titoli al portatore, a quelli emessi o garantiti dallo Stato anche se non al portatore, ai valori di bollo, ai crediti pecuniari, ai conti correnti, ai conti di deposito titoli, ai libretti di deposito e ad ogni altra attività finanziaria a contenuto monetario o patrimoniale oggetto di provvedimento di sequestro nell’ambito dei procedimenti penali o per l’applicazione di misure di prevenzione o di irrogazione di sanzioni amministrative;
  • le somme di denaro ovvero i proventi depositati presso Poste Italiane S.p.A., banche e altri operatori finanziari, in relazione a procedimenti civili di cognizione, esecutivi o speciali, non riscossi o non reclamati dagli aventi diritto entro cinque anni dalla data in cui il procedimento si è estinto o è stato comunque definito o è divenuta definitiva l’ordinanza di assegnazione, di distribuzione o di approvazione del progetto di distribuzione ovvero, in caso di opposizione, dal passaggio in giudicato della sentenza che definisce la controversia.

La gestione del Fondo Unico Giustizia è affidata ad Equitalia Giustizia S.p.A.ed ha la finalità di finanziare: a) il Ministero dell’Interno per le attività di tutela della sicurezza pubblica e del soccorso pubblico; b) il Ministero della Giustizia per il funzionamento ed il potenziamento degli uffici giudiziari e degli altri servizi istituzionali; c) il bilancio dello Stato. In particolare il testo emendato dell’art.2 del DL143/08 specifica che le risorse del Fondo unico Giustizia, anche frutto di utili della loro gestione finanziaria, vanno destinate in misura non inferiore ad un terzo al Ministero dell’Interno ed in misura non inferiore ad un terzo al Ministero della Giustizia. Le quote di assegnazione saranno indicate ogni anno con DPCM, di concerto con i Ministri dell’interno e della Giustizia. E’ facile comprendere l’entità delle somme che confluiscono nel Fondo Unico Giustizia, basti pensare che, su oltre 600.000 libretti di risparmio postali aperti per ragioni di giustizia, sono attualmente depositati presso le Poste SPA più di un miliardo e seicentomila euro. Il fatto che queste risorse vengano reimpiegate nel comparto giustizia, e dunque servano in parte a rendere sempre più efficace la lotta contro la criminalità organizzata, è sicuramente una cosa lodevole, ma considerata l’entità delle somme sequestrate e dei proventi derivati dai beni confiscati sarebbe auspicabile che queste venissero impiegate anche per sostenere lo sviluppo economico delle comunità locali e dei territori danneggiati dalle mafie. I loschi affari della criminalità organizzata, oltre che a finanziare attività illecite di ogni tipo, danneggiano seriamente le economie locali che bloccate dal cancro mafioso non crescono con evidenti nefaste conseguenze per il territorio e i cittadini.

Da una terra come la Sicilia, che quotidianamente conta i danni economici provocati dalla Mafia, arriva una proposta in questo senso di cui si fatta promotrice l’onorevole Giulia Adamocapogruppo dell’Udc all’Assemblea regionale siciliana, che ha presentato uno schema di progetto di legge da proporre al Parlamento della Repubblica concernente la destinazione delle somme e dei proventi affluiti nel Fondo Unico Giustizia. Il disegno di legge voto nn. 508-527, approvato dal Parlamento siciliano il 14 aprile 2010, prevede che nel rispetto dei principi del federalismo fiscale il denaro e i proventi dei beni confiscati, affluiti nel Fondo unico giustizia, siano destinati allo sviluppo economico delle comunità locali e dei territori danneggiati dalla criminalità organizzata, con una specifica attenzione per il miglioramento delle infrastrutture, per il sostegno alle forze dell’ordine e per tutti gli altri interventi previsti dalla normativa regionale per il contrasto alla criminalità organizzata (Legge regionale n.15 del 20/11/2008). Qualcuno, specie dalle parti della sede leghista  di via Bellerio, potrebbe storcere il naso davanti alla proposta dell’onorevole Adamo, pensando all’ennesima occasione di spreco alla siciliana,  eppure il progetto di legge della deputata centrista ha dei contorni ben precisi che non solo mettono in pratica, in maniera corretta, i principi del federalismo fiscale ma stabiliscono un prezioso criterio di giustizia per cui le terre penalizzate e depredate dal fenomeno mafioso sono risarcite con infrastrutture, investimenti, caserme e scuole. Non si tratta dunque di togliere fondi al ministero della giustizia o a quello dell’interno, ma la destinazione di queste risorse alle comunità locali afflitte dal fenomeno mafioso risponde ad una logica di lotta alla criminalità che non è fatta esclusivamente dell’azione della magistratura e delle forze dell’ordine ma anche dall’azione di promozione sociale ed economica nella convinzione che la lotta alle mafie si fa anche con una economia libera, con infrastrutture decenti, con case, scuole ed ospedali.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

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Risposta a Marco: Napoli straordinaria, ai napoletani dico non arrendetevi

postato il 9 Luglio 2011

Chi vi offende è ignorante o in malafede.

Napoli può e deve farcela. E’ una città straordinaria, un’antica capitale violentata da decenni di pessima politica e da torbidi interessi economici.
La questione rifiuti è solo una parte – la più evidente – di una città sulla quale si specula senza ritegno. Ma ai tanti amici napoletani scoraggiati e senza punti di riferimento dico: non smettete di sperare, di lottare, di credere che un cambiamento è possibile. Chi vi offende lo fa per ignoranza, malafede o -peggio – per sterile propaganda politica. Napoli ha bellezza, storia, arte.
I napoletani hanno forza morale, coraggio, genialità. Non bisogna arrendersi. Noi siamo al vostro fianco.

Pier Ferdinando

Messaggio pubblicato da Marco nella pagina facebook di Casini:

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Emergenza lavoro, il Cardinale Angelo Bagnasco in Basilicata. Benvenuto!

postato il 6 Luglio 2011

«Il problema dell’occupazione non è calato, ma, semmai, accresciuto. E i timori non sono ingiustificati». Queste parole di S. E. il Cardinal Angelo Bagnasco, nella giornata in cui il  presidente della Cei sarà in visita a Melfi per l’inaugurazione del Museo Diocesano, si mostrano di straordinaria (e drammatica) attualità se rapportate alla situazione occupazionale lucana, alla luce anche di una nuova e accresciuta questione meridionale che vede in noi giovani le prime vittime.

E infatti insindacabile il dato dell’aumento della disoccupazione giovanile nella nostra Regione e di conseguenza dei giovani che né hanno un lavoro né svolgono un’attività di studio o formazione, i cosiddetti NEET ( Not in Education, Employment or Training).

La generosa disponibilità che oggi ci viene dalla presenza in Basilicata di S.E. il Cardinal Bagnasco ci deve portare ad avviare un confronto sui temi di più stretta attualità, partendo dalla passione e dal quotidiano impegno professionale e le personali capacità – prima di tutti quella di leggere in filigrana il presente che oggi caratterizzano i giovani, in particolar modo i giovani dell’UdC.

È giunto il tempo del riscatto sociale, economico e politico di un Sud troppe volte pensato da altri o lasciato al corso degli eventi, tornato ad essere nuovamente terra di emigrazione. È il testimoniare una propria dimensione di impegno che non ha pretese di autosufficienza, ma ri-cerca l’altro, l’insieme. È un avanzare proposte, creare relazioni, fare squadra per capire il presente e preparare il futuro di una Basilicata, che pur negli evidenti progressi di questi anni, sconta ancora secolari ritardi e incertezze; senza però aver tradito quella ricchezza di capitale sociale, di cui parlava Putnam.

In questa prospettiva di ripartenza, la presenza di S. E. il card. Bagnasco assume, dunque, un valore simbolico ben preciso: la conferma della particolare attenzione della comunità ecclesiale nazionale nei confronti del Mezzogiorno, ripresa in quello straordinario documento che è: “Per un Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno.”

Qualsiasi progetto di riscatto della Basilicata, rispetto al dato Paese, non potrà non fare appello al ruolo e al contributo della Chiesa, così come a quel “laboratorio civile” rappresentato dall’associazionismo lucano. In questo senso, da giovane impegnato in politica, sono grato alla Cei ed ai vescovi lucani per i costanti moniti sull’imprescindibilità dell’impegno educativo per qualsivoglia traiettoria di condivisione e di costruzione di un’agenda di speranza per il futuro. Da parte dei Giovani UdC, la ricerca di una visione unitaria dei problemi, delle priorità, delle direzioni di marcia e dei tempi costituisce, già da tempo, il contenuto del dovere, come movimento giovanile politico, di ascolto e risposta alle preoccupazioni e speranze dei nostri coetanei lucani.  Per vincere la percezione di solitudine di chi sperimenta un’esperienza di impegno politico, occorrono una preparazione e un’azione adeguate, se non si vuole poi che la chiamata a «una nuova generazione di cattolici» impegnati nella sfera pubblica non rimanga, alla fine, un grido nel deserto.

Nel giorno in cui si ricorda la figura di Santa Maria T. Goretti, voglio esprimere il mio desiderio e quello dei giovani dell’UdC di non sprecare la stagione della gioventù, vivendola – come ci ha insegnato il Beato Karol Wojtyla – come un tempo di preparazione ai grandi orizzonti per i quali giocare la vita e al servizio dei quali accorgersi che essa è degna d’essere vissuta.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Francesco Coviello, Ufficio Politico Nazionale Giovani UDC

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Auguri, desideri e speranze per la Lucania che verrà

postato il 27 Dicembre 2010

Ancora pochi giorni e poi sarà 2011. Questi ultimi sono giorni di bilanci, desideri e propositi.

Tra i desideri espressi in questi giorni, ce n’era uno di particolare importanza per me, un desiderio di pace e serenità per questo Paese, dilaniato da un anno di scontri, conflitti e discussioni, che hanno indebolito la nostra amata Italia e l’hanno resa più vulnerabile. Partendo da quest’amara considerazione, mi sono soffermata a riflettere su quelli che, secondo me, sarebbero i migliori regali per la mia regione, la Basilicata, e per il nostro Paese.

Innanzitutto, spero che questo nuovo anno, porti un rinnovamento vero, che possa risollevare le sorti di una regione che da troppi anni arranca e soffre il peso di un sempre più forte spopolamento, che ha bisogno di invertire rotta e di imboccare, finalmente, la strada dello sviluppo.

Uno sviluppo che sia il più ecosostenibile possibile, che non renda ancora più tristi le già difficili condizioni ambientali lucane.

Spero fortemente che davvero, in questo 2011, possa cambiare qualcosa nella nostra regione, auspico che si possa parlare presto di una regione rinata, forte delle proprie peculiarità, resa grande dalla sua unicità.

Spero, ancora, che questo sviluppo possa interessare tutti quei giovani che, vedendosi sbarrare le porte del lavoro, sono costretti a lasciare la Lucania, costretti a rivedere la propria terra solo durante le vacanze natalizie, costretti a lasciarsi alle spalle tanti ricordi, ad allontanarsi dalla propria famiglia per necessità, per rincorrere il tanto desiderato posto di lavoro.  Spero che la nostra regione non debba essere più costretta a veder fuggire via i ragazzi migliori, i più capaci, che vorrebbero investire la propria intelligenza sul territorio, ma si vedono preclusa questa possibilità a causa della scarsa lungimiranza di una classe politica troppe volte inadatta a rispondere alle nostre esigenze.

Spero che il nuovo anno, dunque, non si risolva soltanto in un mare di propositi, ma che possa portare davvero quelle novità che attendiamo da mesi, anni o, piuttosto, da decenni.

Ed infine, un’ultima speranza, questa volta rivolta al nostro bel Paese: spero che il 2011 sia un anno di soddisfazioni dopo le difficoltà di questi ultimi tempi, confido nell’anno che verrà, perché questo possa segnare una svolta vera per la nostra Italia.

E quindi, concludo questa mio elenco di desideri e speranze con un augurio. Un augurio di Pace e Serenità, affinchè Gesù possa rinascere nei nostri cuori, portando gioia, felicità e cambiamento.

Buon Natale e felice 2011!

“Riceviamo e pubblichiamo” di Marta Romano

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Tanti auguri Mezzogiorno d’Italia

postato il 24 Dicembre 2010

Auguri agli studenti che manifestano pacificamente in piazza per le loro idee.

Auguri agli agenti dei reparti operativi che sopportano turni massacranti e paga minima ed alle loro famiglie che ogni giorno li assistono e sorreggono.

Auguri agli anziani soli nelle case di riposo ed a quelli, più fortunati, che abbracciano la loro famiglia ogni giorno.

Auguri alle giovani coppie che mettono su casa con coraggio, col groppo in gola, pensando al futuro.

Auguri ai malati che passeranno il Natale nei nostri ospedali  grazie alle cure amorevoli dei medici e degli infermieri di turno.  Auguri anche a loro.

Auguri ai detenuti nelle carceri sovraffollate ed ai secondini che troppo spesso soffrono di stress da lavoro.

Auguri ai poveri che, ancora pochi per fortuna, dormono nelle nostre strade.

Auguri ai volontari che, come Atlante, sorreggono il peso di un mondo intero sulle loro spalle.

Auguri ai ricercatori, motore immobile della nostra Università, perché venga finalmente riconosciuto il loro merito.

Auguri a tutti i servitori dello Stato, magistrati, carabinieri, finanzieri, insegnanti, fino all’ultimo dei precari, perché ogni giorno combattono senza paura una guerra contro la corruzione ed il malaffare.

Auguri a tutti quelli che quest’anno hanno visto chiudersi le porte in faccia, con l’augurio che il prossimo anno spalanchi loro i portoni del successo.

Finito un 2010 difficile ci stringiamo alle famiglie, a quei padri ed a quelle madri che hanno perso il lavoro, che sono in cassa integrazione o hanno perso la loro attività strozzati dai debiti o dalla crisi, agli alluvionati siciliani e veneti, ai terremotati di oggi ed a quelli che da vent’anni aspettano ancora giustizia.

Auguri all’Italia ed alla Sicilia.

Auguri alla Sicilia, perché nel prossimo biennio deve dimostrare di essere diventata “grande”. Perchè gli arresti eccellenti di numerosissimi latitanti e delinquenti devono essere prodromo di crescita sana e sviluppo.

Auguri alla Sicilia che lavora perché attraverso l’uso corretto dei Fondi Europei potrà realizzare le infrastrutture che le mancano.  Perché finalmente si dovrà puntare su progetti di ampio respiro e non sulla cura del proprio orticello.

Auguri a chi denuncia il pizzo, a chi ogni giorno compie la normalità del suo dovere senza farlo pesare, a chi da eroe silenzioso aiuta gli altri senza chiedere in cambio nulla e nell’anonimato, a chi sostiene le arti e la ricerca, a chi devolve il proprio tempo ad opere pie, a chi si impegna, a chi rispetta le regole e non prevarica gli altri.

Prepariamoci, perché verranno tempi migliori,

Il tempo può avere un parto difficile, ma non abortisce mai.
Felicité-Robert de Lamennais

“Riceviamo e pubblichiamo” di Carmelo Cutrufello

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Non ci sono complotti contro l’Italia, ma serve unità

postato il 27 Novembre 2010

Non ci sono complotti contro l’Italia per screditarne l’ immagine ma sulla crisi dei rifiuti di Napoli destra e sinistra, Regioni del Nord e del Sud, tutti  dobbiamo prenderci per mano per risalire la china. Da Napoli deve venire un messaggio di speranza: mettersi insieme per risolvere i problemi e non per polemizzare, perché le polemiche non servono a nulla.

Pier Ferdinando

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In Italia c’è un pericoloso clima di separatismo

postato il 23 Novembre 2010

Vedo il grande rischio di un’Italia che continua a dividersi tra Nord e Sud, tra politica e magistratura, tra lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti. Ma quando la politica non riesce più a riportare il Paese verso un’unità vuol dire che ha fallito.

 Pier Ferdinando

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Trasporti: l’Italia che si muove a due velocità

postato il 15 Novembre 2010

Mentre sto scrivendo queste mie considerazioni, un velocissimo treno Frecciarossa sta correndo lungo la tratta Roma-Milano, a circa 300 km/h , per collegare le due città in quasi 3 ore.

Contemporaneamente, sta partendo da Melfi, cittadina di circa 15000 abitanti della Basilicata, un “modernissimo” ritrovato di tecnologia, un veicolo di trasporto che circola su rotaie ( non riesco proprio a definirlo “treno”!), sta muovendo alla volta di Potenza e, se non dovessero esserci ritardi o imprevisti di qualsiasi tipo, dovrebbe impiegarci poco più di un’ora.

Questa è l’immagine che più rispecchia l’Italia: si corre a due velocità.

Il nostro Paese è profondamente diviso, soprattutto se si parla di trasporti: da una parte, si viaggia abitualmente su treni ad alta velocità, da un’altra si spera quotidianamente che il treno con il quale viaggiare… semplicemente ci sia.

A volte, poi, può capitare che tu debba viaggiare su bus sostitutivi perché, a causa del maltempo, c’è una frana che interrompe la tratta che collega tra di loro due regioni.

E’ ciò che è successo nella mattina di martedì: dalle 10.40, infatti, il tratto ferroviario Battipaglia-Potenza è stato sospeso perché, a causa delle piogge degli ultimi giorni, si è riversata sui binari una frana, tra le stazioni di Contursi e Campagna.

In queste condizioni versano le ferrovie del Sud: chi è “colpevole” di viaggiare su mezzi pubblici, non deve soltanto sopportare quasi ogni giorno disagi e ritardi, ma, addirittura, può rischiare la propria vita. Ora capisco tutto: Trenitalia, sicuramente, avrà pensato a questo quando ha deciso di lasciare “a piedi” i siciliani che, tra qualche mese, non potranno raggiungere la propria regione in treno. Il tutto è stato fatto per salvaguardare la salute dei cittadini, per evitare loro spiacevoli episodi di questo tipo.

Ebbene, piuttosto che investire in innovazione e programmare l’ammodernamento delle infrastrutture in zone disagiate, si sceglie di eliminare alcune tratte, poco produttive perché quasi inutilizzabili.

La risposta a queste nostre perplessità, d’altronde, è stata ripetuta centinaia di volte: non ci sono soldi per portare avanti questo tipo di riforme, tanto che, in questi giorni, si è a lungo parlato di un aumento nelle tariffe dei treni regionaliquesto non è un Paese per pendolari!

Allora mi chiedo: che fine hanno fatto i fondi FAS? La loro funzione non era certo quella di fungere da “bancomat” del Governo, ma di fornire un aiuto a quelle regioni che necessitavano di una mano per mettersi al passo con il resto nella Nazione.

Quest’idea è stata tradita, e i meridionali, per di più, continuano ad essere trattati da piagnoni. Non credo che questo sia lamentarsi, ma far sentire la nostra voce e rivendicare ciò che politici, da troppi anni, promettono in campagna elettorale.

Dunque, se l’idea per cui nascono i fondi FAS, cioè di essere concretamente d’aiuto alle regioni che ne hanno bisogno, viene tradita, permettetemi di sentirmi offesa. Offesa non solo perché meridionale, ma soprattutto perché italiana.

“Riceviamo e pubblichiamo” da Marta Romano

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