postato il 7 Settembre 2009
«Sì a salari differenziati, ma niente toni muscolari»
di Paola Di Caro
26 agosto 2009
Le proposte del ministro del Lavoro Sacconi, a differenza di quelle «demenziali» della Lega sulle gabbie salariali, sono «incoraggianti», ed è bene che l’opposizione le valuti e incalzi il governo su quella che è la vera emergenza del Paese, la crisi economica. Ma lo stesso Sacconi deve stare ben attento a non lasciarsi andare ad una «politica muscolare» contro un sindacato come la Cgil che è bene coinvolgere nella contrattazione tra parti sociali, in vista di un autunno che non si annuncia affatto facile. [Continua a leggere]
postato il 13 Luglio 2009
Un contributo su temi economici ci arriva oggi da parte di Nicola Squicciarini, docente di economia a Treviso.
Un’alleanza tra governo, imprese e risparmiatori. Se non ora, quando?
A volte capita che i contendenti abbiano tutti ragione. È allora che bisogna preoccuparsi. Vuol dire che bisogna trovare una via d’uscita, fuori dalle regole vigenti che, evidentemente, non sono in grado di riequilibrare il sistema.
La tematica non è delle più semplici e, non escludiamo, che potrà apparire noiosa al lettore ma, quando si affrontano problemi complessi, l’analizzarli richiede un’attenzione particolare. [Continua a leggere]
postato il 27 Giugno 2009
Da oggi inauguriamo uno spazio dedicato ai nostri volontari e da loro curato, con le loro idee e opinioni su temi importanti. Iniziamo con il contributo di Nicola Squicciarini, docente di economia a Treviso.
Il paradosso è che, se da un lato le analisi economiche spingono verso l’aumento di concorrenza, flessibilità e innovazione sui mercati, dall’altro l’opinione pubblica è preoccupata che politiche in tal senso, possano ledere la sicurezza sociale che protegge chi ha un lavoro stabile.
Così, mentre i sondaggi rilevano che le principali preoccupazioni degli italiani sono la disoccupazione e lo stato dell’economia, gli stessi cittadini temono le riforme che hanno l’obiettivo di rendere l’economia più dinamica. [Continua a leggere]
postato il 4 Giugno 2009
Sulle politiche di contrasto alla crisi sottolineo che aiutare i più deboli è utile, ma il ceto medio è rimasto fuori. Credo che la promessa di Berlusconi in campagna elettorale del quoziente familiare sia una cosa che è giusto richiedere, bisogna passare dalle parole ai fatti; aiutare le famiglie significa anche intervenire sulle strutture nel nostro Paese. Dire no alla società multietnica che c’à già vuol dire non porsi la questione vera demografica, perché nei prossimi anni se gli italiani non ricominciano a fare figli noi rischieremo di avere solo ragazzi extracomunitari nei nostri asili. Allora il problema demografico è fondamentale, il popolo che invecchia più che in altre parti d’Europa è una questione che deve riguardare la politica. Sono convinto che possiamo fare un grande rilancio anche della natalità se aiutiamo le famiglie italiane.
Pier Ferdinando
postato il 3 Giugno 2009
La famiglia è anche un grande ammortizzatore sociale per la crisi che stiamo vivendo in questo periodo. Se il Paese sta riuscendo ad affrontare questa difficile condizione dove ci troviamo davanti a gente che perde il lavoro è proprio perché le famiglie aiutano chi resta senza un’occupazione. Ma le famiglie sono state abbandonate dal Governo.
Chiediamo che, invece, abbiano la considerazione che la famiglia merita perché la famiglia è il più grande investimento per il futuro.
Pier Ferdinando
postato il 1 Giugno 2009
Per affrontare la crisi ci vorrà pure l’ottimismo, ma dobbiamo fare le grandi riforme. In questa campagna elettorale continuiamo a sentire boutade. Si dice: riduciamo i parlamentari a cento; ma riduciamoli pure a 50 tanto, alla fine, il giorno dopo le elezioni Berlusconi dirà: ma chi l’ha detto, sono stato male interpretato, i giornali non hanno capito, e tutto continuerà come prima. Proprio come quando aveva detto che il giorno dopo avrebbe abolito le Province. Sono tutte boutade che servono per fare colpi di teatro in campagna elettorale.
Pier Ferdinando
postato il 30 Maggio 2009
Ieri il governatore Draghi ci ha richiamato alla concretezza delle cose serie, di un Paese in crisi, con il Pil che cala e la disoccupazione che aumenta. Nonostante questo noi continuiamo ad essere trascinati a parlare delle veline, delle minorenni e dei processi di Berlusconi, da cui pensavamo fosse stato posto al riparo dal Lodo Alfano. Credo che se noi continuiamo a fare politica sulle ragazzine e sui problemi giudiziari di Berlusconi perdiamo una grande occasione per parlare al Paese. Noi su quella strada non andiamo dietro alla maggioranza ed al resto dell’opposizione, vogliamo parlare di questioni che interessano al Paese. Dei problemi degli italiani e delle famiglie, delle imprese che non riescono ad avere credito dalle banche o degli studi di settore che sono da rivedere.
Pier Ferdinando
postato il 30 Maggio 2009
Tremonti sta cercando di galleggiare, di rinviare le scelte, non affronta le grandi riforme, spera che la nottata passi e fa un sacco di lezioni in ordine all’economia: dovrebbe essere il premio Nobel per la letteratura, perché sforna libri, dà sentenze, ma le questioni vere mi sembra che le stia accantonando, cerca di evitarle. Non sta facendo delle cose sbagliate, non sta facendo.
Pier Ferdinando
postato il 29 Maggio 2009
Per fortuna il governatore della Banca d’Italia supplisce alle disattenzioni del governo e del ministro Tremonti. Il governatore ci richiama alla dura realtà dei fatti, a quella che è la situazione economica italiana, assolutamente negativa, alle prospettive per l’economia che è in crisi e alla disoccupazione che aumenta. In una campagna elettorale costruita sulla fantasia, sulle boutade, sulla demonizzazione degli avversari, sulla criminalizzazione dei magistrati Draghi ci dice, tirandoci per la giacca, di stare più attenti.
Pier Ferdinando
postato il 29 Maggio 2009
Sulle ultime complicazioni registrate nella vicenda Fiat-Opel vorrei dire che si tratta di un’operazione complessa, vista con grande attenzione ma che non deve avere interferenze della politica. Le ultime notizie dimostrano che bisogna veramente assistere la Fiat, ma a volte anche con un silenzio operoso.
Pier Ferdinando