Ospite di Agorà estate
postato il 20 Luglio 2015Alla trasmissione di approfondimento politico di Rai 3 si parla di Libia e di migranti.
Alla trasmissione di approfondimento politico di Rai 3 si parla di Libia e di migranti.
Possiamo dare un contributo importante in settori come ambiente e beni culturali
L’intervista di Jacopo Giliberto a Pier Ferdinando Casini pubblicata su “Il Sole 24 Ore”
Beni culturali, investimenti in ambiente; sviluppo delle tecnologie petrolifere e chimiche sono alcuni dei settori in cui secondo Pierferdinando Casini, presidente della commissione Esteri del Senato, le imprese italiane potrebbero investire in Iran.
Senatore, che le pare dell’intesa con l’Iran?
Ogni accordo presenta incognite, e anche questo – un accordo coraggioso – va verificato sul campo. Ma non si può rimanere prigionieri del passato. L’accordo è stato concepito con clausole di salvaguardia e automatismi che lo espongono a una verifica continua. E qui mi consenta un apprezzamento: l’Italia è stata esclusa impropriamente da questo formato negoziale ma siamo entrati per la porta principale grazie alla professionalità del rappresentante della Ue, nella persona di Federica Mogherini.
Che è cambiato?
Sono passati decenni dalla rivoluzione komeinista del ’79 e molti giovani iraniani sono figli di una stagione diversa, guardano all’occidente. Dovrebbe far riflettere profondamente il fatto di chi è contro questo accordo. [Continua a leggere]
Arbitrato è via d’uscita
Ritengo molto positiva la decisione della Corte suprema indiana: evidentemente per entrambe le parti l’arbitrato internazionale può essere la via d’uscita di una situazione imbarazzante che pregiudica i rapporti tra due grandi Paesi come India e Italia.
Serve impegno Ue e concertazione forte con Usa e Russia
Quando l’Europa capirà che dobbiamo concentrarci tutti sul Mediterraneo sarà sempre troppo tardi. L’attentato di oggi in Egitto è solo l’ultima triste conferma che la minaccia terroristica tenta di destabilizzare i Paesi considerati fondamentali nella lotta al jihadismo e al fondamentalismo. L’Italia da tempo sta facendo la sua parte, ma senza l’aiuto di tutta l’Europa e una concertazione forte con Usa e Russia la sfida rischia di essere persa.
La nota congiunta Pastrana- Casini alla riunione dei leader dell’Internazionale Democratico cristiana e di Centro in corso nella capitale messicana.
Città del Messico, 10 lug. – “Solidarietà al popolo venezuelano per le ripetute violazioni dei diritti umani e per la drammatica crisi economica e sociale che sta vivendo.
Non dimentichiamo il sindaco di Caracas, Antonio Ledesma, illegalmente detenuto: siamo vicini a lui e alla sua famiglia”.
Andrès Pastrana, presidente dell’Idc ;
Pier Ferdinando Casini, presidente onorario dell’Idc.
A Città del Messico per la riunione dei leader dell’Internazionale Democratico cristiana e di Centro insieme a Gustavo Madero, presidente del Pan, e Andrès Pastrana, presidente dell’Idc.
L’Ue sia solidale

«Quando si vota è sempre un fatto di democrazia e poi il popolo greco è maggiorenne e non ha bisogno dei nostri consigli. Tuttavia ritengo segno dei tempi che una politica senza coraggio decida di scaricare l’onere della decisione sulla gente che non conosce le trattative europee e i dettagli del debito. Il referendum è stato un atto di disperazione ma soprattutto di disperazione di chi l’ha voluto: il governo Tsipras».
«I primi responsabili sono quei governanti greci che hanno falsificato i conti. Ma non sono da meno le autorità Ue che hanno fatto finta di non vedere. Una fortissima responsabilità ce l’ha la demagogia di un governo che ha fatto promesse impossibili. E poi l’Europa ha prodotto cure da cavallo che hanno tarpato le ali all’economia. Da questa politica bisogna uscire come chiesto nel semestre italiano di guida dell’Ue».
«C’è un proverbio che dice: «Chi ha più intelligenza l’adoperi». Anche se vincesse il “no” la Grecia deve restare in Ue. Per ragioni geopolitiche: Atene è Europa e il Mediterraneo ribolle di problemi. Il rischio dracma sarebbe fortissimo: la Grecia ne pagherebbe le conseguenze perché ha poco da esportare mentre il suo debito resterebbe in euro. Come sempre i più poveri pagherebbero per tutti».
«L’Italia non ha alcun interesse a tornare ad un clima di stagnazione economica generale in Europa né ad un aumento degli interessi sul debito pubblico determinato da una risalita dello spread. Ma è chiaro che l’Europa del futuro non può essere iniqua: i greci non possono andare a riposo a 57 anni mentre gli altri europei prendono la pensione oltre i 65 anni».
«E’ fondamentale un’Europa che parli il linguaggio della solidarietà ma i singoli Paesi europei sono chiamati a dotarsi di classi dirigenti che rifuggano dalla demagogia. Spero che gli italiani capiscano che la convergenza con Tsipras dei Grillo, dei Salvini, dei Fassina è il segno di un populismo che promette l’irrealizzabile e porta solo catastrofe soprattutto per i ceti più deboli».