Kohl gigante dell’epoca contemporanea, mi inchino alla sua memoria

postato il 16 Giugno 2017

Amico dell’Italia e ultimo grande leader democratico cristiano

(Foto: U. Battaglia/Camera dei Deputati)

 

Sono profondamente commosso per la scomparsa di Helmut Kohl, di cui mi onoro di essere stato estimatore ed amico. La sua figura rimarrà nella storia e i suoi meriti innegabili, per la Germania e per l’Europa, sono oggi da tutti riconosciuti con rimpianto profondo.
Kohl è stato un gigante dell’epoca contemporanea, un europeo tedesco che ha sempre salvaguardato l’Italia di cui è stato profondamente amico. Con Ciampi ha voluto il nostro Paese nella moneta unica e con i Democratici cristiani, da Fanfani a Forlani, ha profondamente ed intensamente collaborato.
Penso che l’Italia dovrà ricordarlo come merita. Io mi inchino alla memoria dell’ultimo grande leader democratico cristiano

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Con Trump aumenta il disordine mondiale

postato il 9 Giugno 2017


L’intervista di Marco Ventura pubblicata sul Messaggero

Le nuove accuse dell’ex capo dell’ Fbi, James Comey, a Donald Trump sul Russiagate? «Vedremo. Sono garantista da sempre. Mi preoccupano di Trump i riflessi della sua politica estera». Pier Ferdinando Casini interpreta come cambia il mondo con Trump. Ma questo è un problema che riguarda solo gli americani, mentre mi preoccupano di Trump i riflessi della sua politica estera. Passare dal tweet in cui accusa il Qatar di complicità col terrorismo, a una telefonata all’Emiro assicurandogli la mediazione, è sorprendente… Trump aumenta il disordine mondiale».
Pier Ferdinando Casini interpreta come cambia il mondo con Trump nella doppia veste di presidente della commissione Esteri del Senato e docente di Geopolitica del Mediterraneo alla Lumsa.

Lo Stato Islamico sta per essere sconfitto. Perché solo ora?
«C’è stato un salto di qualità nella volontà dei Paesi della coalizione di colpire il Califfato. Anche chi lo aveva foraggiato sotto banco e aveva accettato di commercializzare il suo petrolio e i reperti archeologici trafugati, ha capito che era diventato un serpente troppo pericoloso per tutti e adesso c’è l’intesa a schiacciarlo».

Quale conseguenza avrà la sua sparizione?
«L’Occidente deve aspettarsi un’offensiva del terrore attraverso i foreign fighters di ritorno, paradossalmente non è scontato che la sconfitta del Califfato sia indolore per noi. Anzi, dovremmo aumentare prevenzione e vigilanza: più sarà sconfitto sul terreno siro-iracheno, più l’Isis esporterà il terrorismo, con emissari e una propaganda jihadista su Internet che fa adepti tra gli immigrati della seconda e terza generazione in Europa». [Continua a leggere]

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Bello che leader religiosi si uniscano per salvaguardia ambiente

postato il 9 Giugno 2017

L’intervento nell’ambito del G7 Ambiente, #ALL4THEGREEN.

In una tavola rotonda sul dialogo interreligioso e lotta ai cambiamenti climatici, alla presenza di Monsignor Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo Metropolita di Bologna, Adnan Badran in rappresentanza di Hassan Bil Talal, Principe di Giordania, Alfonso Arbib, Presidente dell’Assemblea Rabbinica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Giorgio Raspa, Presidente Unione Buddhista Italiana, Swamini Hamsananda Ghiri, Presidente del Comitato del Dialogo dell’Unione Induista Italiana, Sanatana Dharma Samgha.
All’evento hanno inviato un messaggio Sua Santità, Papa Francesco, e Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli.

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Ospite di Otto e Mezzo

postato il 24 Maggio 2017

Al programma di approfondimento di Lilli Gruber, insieme a Marco Travaglio e Beppe Severgnini, in una puntata dedicata dell’attentato di Manchester, alla prima visita di Trump in Italia e al 25 anniversario della strage di Capaci.

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Venezuela: Italia ha fatto la sua parte, continuare con gli sforzi

postato il 18 Maggio 2017


Signora Presidente, innanzitutto vorrei ringraziare il Gruppo del Partito Democratico, in particolare il senatore Sangalli, che ha chiesto nei giorni scorsi l’informativa del Governo sul tema del Venezuela, rinnovando l’impegno del Senato a tal riguardo.
Il Ministro degli esteri è stato così esauriente che merita, da parte mia, pochissime considerazioni.
Inizio il mio intervento ricordando a tutti voi ciò che la Santa Sede ha posto al centro della sua mediazione con le autorità venezuelane, in una lettera che, prima della fine dell’anno, il cardinale segretario di Stato Parolin pubblicizzò. I tre punti che la Santa Sede poneva al centro della possibile mediazione per impegnarsi erano: immediata liberazione dei prigionieri politici; fissazione di un calendario elettorale; arrivo certo e garantito degli aiuti umanitari e sanitari di cui il Venezuela ha bisogno.
Le risposte a queste tre richieste, ineludibili come base di mediazione, sono state semplicemente l’intensificazione della repressione; l’abolizione delle elezioni dei governatori; la sparizione da qualsiasi agenda politica di nuove elezioni, così come dovrebbero essere naturalmente fissate e come sono fissate in ogni Paese, e l’invenzione dell’Assemblea costituente, la cui base di elezione non è quella elettorale popolare, come sarebbe implicito nella parola stessa di «Assemblea costituente», ma è costituita da non meglio identificati comitati di base. Infine, continua a esservi la chiusura netta nel recepimento di qualsiasi aiuto sanitario.

Davanti a siffatte realtà, parteciperò la prossima settimana, su delega del Presidente, all’incontro dei Presidenti di Parlamento a Brasilia sul tema del Venezuela. E vi faccio notare che ha convocato questa riunione, a cui sono stati invitati solo i rappresentanti dei Parlamenti italiano e spagnolo, quel Brasile che, per sua tradizione, ha un rapporto di amicizia e di preferenzialità con il Venezuela. Vi dico questo per farvi rilevare quanto è cambiata la percezione della situazione in Venezuela, come ha testimoniato il ministro Alfano quando ha fatto riferimento a Mujica, l’ex presidente dell’Uruguay, e all’attuale presidente uruguaiano, che sono tradizionalmente sponsor dell’esperienza chavista in Venezuela.
Davanti a questa realtà devo esprimere la soddisfazione – da un lato – per quello che noi abbiamo fatto – i politici e le Assemblee parlamentari sono sempre criticati e, almeno in questa circostanza, in Europa siamo stati i primi – e – dall’altro – per come il Ministero degli esteri ha cercato di rispondere alle emergenze della nostra comunità locale. Mi sento in dovere però di dire, ministro Alfano, che bisogna comunque fare di più: é già molto ciò che si è fatto, ma bisogna fare di più e non sentirci appagati da quanto è stato compiuto.
L’ambasciatore Silvio Mignano e i suoi collaboratori fanno cose straordinarie. Io vorrei dire qui, in Senato, che una volta tanto dobbiamo ringraziare i nostri diplomatici e indirizzare loro un applauso. Perché so cosa significa in questo momento, per gli impiegati del nostro consolato e della nostra ambasciata, recarsi il mattino al lavoro. Già recarsi al lavoro è una impresa e molti preferiscono rimanere negli uffici dalla fine della giornata di lavoro fino all’inizio del giorno dopo per evitare l’incognita dell’andare a casa e del dover tornare in ufficio. Noi dobbiamo, perciò, fare sempre di più.
Naturalmente rivolgo in questa sede un vivo ringraziamento anche al Presidente della Repubblica. Il fatto che nei suoi colloqui in Sud America il presidente Mattarella si sia fatto carico del disagio che esiste non solo nella comunità degli Stati, in Unione europea o in Italia, ma anche tra i nostri connazionali gli fa onore perché avrebbe potuto limitarsi a un ruolo più formale. Invece, questo dimostra come l’Italia stia seguendo con apprensione tutta la vicenda.
Ella ha menzionato, signor Ministro, il tema del risarcimento delle aziende italiane. Un ordine del giorno a prima firma del senatore Sangalli relativo a quel problema è stato approvato da quest’Aula. È chiaro che questo è problema sul tappeto: quando abbiamo approvato l’ordine del giorno Sangalli era serio, mentre oggi è diventato serissimo, perché la situazione sta peggiorando invece di migliorare.
Avremo probabilmente in Italia il fratello di Leopoldo López e abbiamo avuto la figlia di Antonio Ledezma, che è agli arresti domiciliari. Dobbiamo intensificare le azioni di pressione verso il Governo venezuelano, perché vogliamo una cosa sola, rispettando Governo e Parlamento: la possibilità per i cittadini di quel Paese di votare, perché questo è il presupposto per qualsiasi evoluzione. E io credo che la linea indicata dal Ministro degli esteri mai come oggi rappresenti con efficacia la linea di tutto il Parlamento.

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E’ ora di dare una mano #SosVenezuela

postato il 11 Maggio 2017

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«Coraggio Silvio, non farti ammazzare da Salvini»

postato il 8 Maggio 2017

«Se Berlusconi molla la Lega e riunisce i centrini superiamo il 20%. L’uomo giusto può essere Calenda. Non ci sarà più un altro Monti»

L’intervista di Pietro Senaldi pubblicata su Libero

«Le faccio il caffè? Vuole dell’acqua? La aiuto a portare la borsa… Sa, sono abituato ho tanti figli». In Parlamento dal 1983, Pier Ferdinando Casini è abituato alle interviste e pur essendo un moderato vuole partire in vantaggio; così approfitta di un leggero ritardo («Io sono una persona seria, cominciamo male…») per metterti in soggezione. L’incontro è nella saletta Sea dell’aeroporto di Linate. Contavo sull’Alitalia per recuperare ma il presidente ha barato sull’orario d’arrivo, o il volo è atterrato con insolito anticipo.

Presidente, quel che vorrei è sapere come vede la situazione politica, da grande esperto, dico?
«Dica pure da padre nobile. Osservo da non giocatore, sono in pace con tutti e non ho rivalse».

Cos’è cambiato in 35 anni?
«Essenzialmente due cose. La prima riguarda tutto il mondo, non solo l’Italia. Negli anni della crescita la politica dava ai cittadini, con l’avvento della grande crisi si è capovolto il rapporto, oggi la politica chiede alla gente; per questo è diventata impopolare e, salvo eccezioni, chi governa, dopo perde le elezioni mentre un tempo era avvantaggiato». [Continua a leggere]

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Vanessa Ledezma: chiediamo pace e democrazia per il Venezuela

postato il 5 Maggio 2017

La lettera di Vanessa Ledezma, figlia di Antonio Ledezma, sindaco dell’Area Metropolitana di Caracas, importante esponente dell’opposizione venezuelana e prigioniero politico del regime di Maduro da due anni e mezzo, inviata a Sua Santità Papa Francesco.

Sua Santità, Papa Francesco

Esattamente un anno fa ho avuto il piacere e l’opportunità di parlare velocemente con Sua Grazia relativamente alla grave situazione esistente in Venezuela, in particolare di mio padre Antonio Ledezma, sindaco di Caracas, prigioniero politico del regime di Nicolas Maduro. Sento la necessità di rivolgermi a Lei ancora una volta in questo momento di dolore, impotenza e disperazione, in quanto non abbiamo notizie precise e tantomeno incoraggianti. Le proteste pacifiche continuano in tutto il paese da più di 30 giorni, in tutto il mondo i venezuelani protestano respingendo un regime genocida e dittatoriale, perché noi cerchiamo la PACE, la GIUSTIZIA e la LIBERTA!!! Forse è un peccato o è chiedere troppo??

Dopo diversi tentativi di dialogo in cui Lei e stato mediatore il governo ha dimostrato chiaramente di non mantenere la parola data e non sono stati in grado di soddisfare nessuno degli accordi presi e questo “dialogo” non ha portato risultati ma piuttosto ha rallentato il processo di transizione in Venezuela; Inoltre ci hanno negato la possibilità di indire un Referendum Revocatorio e non si è aperto un Canale Umanitario; non sono stati rilasciati i Prigionieri Politici, non è stata rispettata l’indipendenza dell’Assemblea Nazionale, né il calendario elettorale… Oggi, 6 mesi dopo, la situazione non è cambiata nè migliorata, si tenta di negoziare di nuovo, ma nella mia umile posizione non riesco a capire come si può negoziare e/o dialogare quando i criminali hanno il potere assoluto delle istituzioni, non si può dialogare mentre massacrano brutalmente le persone solo per un pensiero diverso, e nel frattempo il presidente intende imporre una Costituente illegalmente e lo celebra “ballando la salsa” alla radio e alla televisione, allo stesso tempo, milioni di venezuelani sono per le strade massacrati dalla Guardia nazionale e migliaia di venezuelani muoiono per mancanza di cibo e medicinali di base, per l’alta criminalità, l’inflazione, la corruzione e la brama di potere. Come si può negoziare, mentre i leader dell’opposizione sono incarcerati ingiustamente… come si può negoziare se siamo di fronte a una DITTATURA. Non c’è bisogno di descrivere che cosa significa, mi chiedo ancora e ancora: FINO A QUANDO DOBBIAMO SOPPORTARE TANTA INGIUSTIZIA???

In questi tempi difficili per il Venezuela, Le chiedo di pregare e di intercedere per il benessere di tutti i venezuelani, ma soprattutto Le chiedo con tutto il rispetto che merita, di benedire la strada della transizione e il percorso per trovare la pace in Venezuela. Le chiedo di ascoltare il popolo venezuelano. Le ricordo che non è un problema politico, questo va oltre, si tratta di una Catastrofe Umanitaria con sistematica violazione dei diritti umani fondamentali!!

Le chiedo, sua Santità, la benedizione per tutte le famiglie del Venezuela!

Vanessa Ledezma

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Guazzaloca: Giorgio ti abbiamo voluto bene, sei stato un padre per Bologna

postato il 29 Aprile 2017

L’orazione funebre ai funerali dell’ex sindaco di Bologna, Giorgio Guazzaloca, nella Cattedrale di San Pietro.

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“Quando si candidò gli dissi: tu sei matto. Fece come John Wayne”

postato il 27 Aprile 2017

L’intervista di Luciano Nigro pubblicata su Repubblica

«L’impresa di sconfiggere la sinistra nella “città rossa” poteva riuscire solo a Giorgio Guazzaloca. Perché era bolognese nell’anima perché aveva intuito vent’anni prima di Emmanuel Macron la crisi dei partiti e la necessità di un movimento civico». Pier Ferdinando Casini ricorda così l’amico che divenne sindaco di Bologna sconfiggendo per la prima volta la sinistra nella sua capitale storica. Lo dice in lacrime: «Ho perso un fratello maggiore col quale ho condiviso trent’anni di battaglie».

La più importante nel 1999, quando Guazzaloca divenne sindaco di Bologna.
«Fu lui a dirmi di volersi candidare, ero a casa di mia mamma. Gli dissi che era una follia, che non aveva speranze di successo».

Di certo non lo convinse.
«E come potevo? Giorgio aveva un carattere impossibile, anche per questo lo amavo». [Continua a leggere]

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