“Sguarnita l’area moderata. Bene la scelta di Urbano Cairo, la competenza vale ancora”
postato il 27 Agosto 2019Molte voci di Forza Italia sono salviniane. Fi è già fuori dal perimetro moderato. Nasce con il MSS un governo che guarda a sinistra, mi auguro che non sia squilibrato.
L’intervista di F. Grignetti pubblicatia su la Stampa
Pier Ferdinando Casini, lei che di centrismo se ne intende, si sarà fatto un’idea sul manifesto politico di Urbano Cairo
«Premesso che conosco e stimo Cairo, è poi possibile che non si presenti alle elezioni. Dipende anche dai tempi, non ci si butta mica dal quinto piano senza paracadute, ma manifesto politico l’ha lanciato, eccome. E siccome Cairo è uomo di comunicazione, sa che, al di là dei contenuti, il fatto stesso di avere concesso una intervista del genere è una notizia. Sì, possiamo dire che da oggih a fatto la sua discesa in campo. Emi si lasci dire che è anche una cosa bella, vedere un uomo che s’è fatto da solo e sente una vocazione per il suo Paese. Qui da noi, magari genera scandalo la discesa in campo di un imprenditore. Ma io ricordo bene altri tempi quando cominciai a fare politica, e che cosa erano i poteri forti. Penso alla Montedison, di Schimberni, ai Gardini, ad Agnelli. I poteri forti all’epoca davvero usavano la politica come un taxi. Oggi i poteri forti non esistono più e semmai gli imprenditori si espongono in prima persona”
Il manifesto politico di Cairo, come lo definisce lei, è innanzitutto un orgo orgoglioso rilancio dei capisa di liberal-democratici in tempi di populismo. Non la meraviglia vedere quanto sia sguarnita quell’area e quanti invece si candidano a rappresentarla, Renzi e Calenda compresi?
«Verissimo che l’area un tempo detta di Centro, o liberal-democratica, o moderata (ma moderato non significa pusillanime o ambiguo, quanto tenace ricercatore di soluzioni), è totalmente sguarnita. Effetto di anni di demolizione della competenza e della politica professionale. Che poi, fatemelo dire, sonoi politici di professione quelli che salvano il Paese da decisioni sgradite nei consessi internazionali. E i politici incompetenti sono quelli che si fanno ridere dietro ad ogni livello».
Tornando al paradosso di un’area cosi sguarnita eppure tanto ambita?
«Innanzitutto mi viene di pensare che la discesa in campo di Cairo sollecita valori di cui troppo poco si parla ormai: sacrificio, professionalità, competenza. Parole d’ordine che sembravano scomparse dall’agenda. E’ importante tornare alla competenza. D’altra parte, guardate i giovanotti che sono al governo: ci sono arrivati facendo la lotta ai vaccini, ma poi si sono resi conto che i vaccini sono indispensa bili e hanno fatto vaccinare i loro figli. Per fortuna, aggiungo io. In fondo, Cairo non inventa nulla. Anche quella sottolineatura che lui non si considera erede di Berlusconi… Ovvia. Cairo non è un suo replicante. E poi quell’eredità già non esiste più».
Previsioni?
«L’area di Centro è li, ma nessuno oggi la presidia. Le voci di Forza Italia, tolto Brunetta e la Carfagna, sono più salviniane di Salvini stesso; Forza Italia è già fuori dal perimetro moderato. Dall’altra parte, un tempo, c’era Renzi, ma ora c’è Nicola Zingaretti che viene da tutt’altra storia. E infatti adesso nasce con il MSS un governo che guarda a sinistra, addirittura con dentro gli eredi di LeU. Mi auguro anzi che non sia eccessivamente squilibrato a sinistra”.
Ma non pensa che la politica al tempo dei social vada da tutt’altra parte?
“Indubbiamente la Bestia è una proiezione dello spirito dei tempi, e non solo in Italia. Ma è anche vero che queste pulsioni si bruciano in tempi velocissimi. E alla fine la gente chiede altro. Non è un caso se la gente guarda a Mattarella. Oppure se il tranquillo Giuseppe Conte sia in cima ai sondaggi di gradimento. Prima o poi, finirà anche il primitivismo della stessa Rete. Sta già capitando. I demolitori professionali ormsi lasciano il tempo che trovano».