postato il 1 Aprile 2018
Il 16 aprile al Parioli di Roma
L’intervista di Olivio Romanini pubblicata sul Corriere della Sera
I suoi avversari lo hanno accusato di trasformismo per essere passato dall’alleanza di un tempo con Berlusconi alla corsa con il Pd, con gli incontri nei circoli con le immagini di Gramsci alle pareti. E ora Pier Ferdinando Casini, che non difetta di autoironia, accetta di interpretare (il 16 aprile al Teatro Parioli a Roma) il personaggio di Charles-maurice de Talleyrand, il vescovo, principe e politico francese accusato di camaleontismo che nel corso della sua vita servì la monarchia, la Rivoluzione francese, l’impero di Napoleone Bonaparte e poi ancora la monarchia.
Lo spettacolo si svolge come se fosse un processo al personaggio storico: quando spiegherà le ragioni di Talleyrand proverà a spiegare anche le sue?
«Io non ho bisogno di spiegare niente perché ho rotto con Berlusconi nel momento del suo massimo successo quando avevo un’autostrada davanti e ho scelto l’alleanza con il Pd e con Renzi nel momento di sua massima difficoltà. Poi certamente mi diverto a studiare come in altri periodi della storia ci sono stati passaggi in cui l’interesse generale del Paese è prevalso sugli stereotipi».
E in un processo a Casini come si difenderebbe?
«Direi che se qualcuno mi dimostra che Renzi è un comunista, allora sì, io sono un trasformista. La verità è che sarei stato un trasformista se avessi deciso di seguire Salvini e la Lega».
Come mai ha deciso di vestire i panni dell’attore?
«Mi diverte molto studiare la storia attraverso i personaggi del passato e rendermi conto che la storia ritorna sempre. Avevo già interpretato il ruolo di Helmut Kohl ed era stato un grande onore anche perché l’avevo conosciuto».
E chi era davvero Talleyrand?
«Lui è un personaggio più complicato da interpretare, è stato innanzitutto un grande corrotto anche se a quei tempi la commistione tra pubblico e privato non veniva considerata un grave comportamento come oggi. E poi è stato un grande camaleonte».
Di Talleyrand si disse che era stato un uomo per tutte le stagioni.
«Se è per questo ha continuato a negoziare fin nel letto di morte ma il trasformismo in questo signore ha avuto sempre come stella polare l’interesse generale della Francia».
Chi è oggi il Talleyrand della scena politica italiana ed europea?
«Non ce n’è uno così. L’unico che può essere accostato a lui è Giulio Andreotti ma rispetto al politico francese il nostro era uno studentello».