postato il 18 Maggio 2017
Signora Presidente, innanzitutto vorrei ringraziare il Gruppo del Partito Democratico, in particolare il senatore Sangalli, che ha chiesto nei giorni scorsi l’informativa del Governo sul tema del Venezuela, rinnovando l’impegno del Senato a tal riguardo.
Il Ministro degli esteri è stato così esauriente che merita, da parte mia, pochissime considerazioni.
Inizio il mio intervento ricordando a tutti voi ciò che la Santa Sede ha posto al centro della sua mediazione con le autorità venezuelane, in una lettera che, prima della fine dell’anno, il cardinale segretario di Stato Parolin pubblicizzò. I tre punti che la Santa Sede poneva al centro della possibile mediazione per impegnarsi erano: immediata liberazione dei prigionieri politici; fissazione di un calendario elettorale; arrivo certo e garantito degli aiuti umanitari e sanitari di cui il Venezuela ha bisogno.
Le risposte a queste tre richieste, ineludibili come base di mediazione, sono state semplicemente l’intensificazione della repressione; l’abolizione delle elezioni dei governatori; la sparizione da qualsiasi agenda politica di nuove elezioni, così come dovrebbero essere naturalmente fissate e come sono fissate in ogni Paese, e l’invenzione dell’Assemblea costituente, la cui base di elezione non è quella elettorale popolare, come sarebbe implicito nella parola stessa di «Assemblea costituente», ma è costituita da non meglio identificati comitati di base. Infine, continua a esservi la chiusura netta nel recepimento di qualsiasi aiuto sanitario.
Davanti a siffatte realtà, parteciperò la prossima settimana, su delega del Presidente, all’incontro dei Presidenti di Parlamento a Brasilia sul tema del Venezuela. E vi faccio notare che ha convocato questa riunione, a cui sono stati invitati solo i rappresentanti dei Parlamenti italiano e spagnolo, quel Brasile che, per sua tradizione, ha un rapporto di amicizia e di preferenzialità con il Venezuela. Vi dico questo per farvi rilevare quanto è cambiata la percezione della situazione in Venezuela, come ha testimoniato il ministro Alfano quando ha fatto riferimento a Mujica, l’ex presidente dell’Uruguay, e all’attuale presidente uruguaiano, che sono tradizionalmente sponsor dell’esperienza chavista in Venezuela.
Davanti a questa realtà devo esprimere la soddisfazione – da un lato – per quello che noi abbiamo fatto – i politici e le Assemblee parlamentari sono sempre criticati e, almeno in questa circostanza, in Europa siamo stati i primi – e – dall’altro – per come il Ministero degli esteri ha cercato di rispondere alle emergenze della nostra comunità locale. Mi sento in dovere però di dire, ministro Alfano, che bisogna comunque fare di più: é già molto ciò che si è fatto, ma bisogna fare di più e non sentirci appagati da quanto è stato compiuto.
L’ambasciatore Silvio Mignano e i suoi collaboratori fanno cose straordinarie. Io vorrei dire qui, in Senato, che una volta tanto dobbiamo ringraziare i nostri diplomatici e indirizzare loro un applauso. Perché so cosa significa in questo momento, per gli impiegati del nostro consolato e della nostra ambasciata, recarsi il mattino al lavoro. Già recarsi al lavoro è una impresa e molti preferiscono rimanere negli uffici dalla fine della giornata di lavoro fino all’inizio del giorno dopo per evitare l’incognita dell’andare a casa e del dover tornare in ufficio. Noi dobbiamo, perciò, fare sempre di più.
Naturalmente rivolgo in questa sede un vivo ringraziamento anche al Presidente della Repubblica. Il fatto che nei suoi colloqui in Sud America il presidente Mattarella si sia fatto carico del disagio che esiste non solo nella comunità degli Stati, in Unione europea o in Italia, ma anche tra i nostri connazionali gli fa onore perché avrebbe potuto limitarsi a un ruolo più formale. Invece, questo dimostra come l’Italia stia seguendo con apprensione tutta la vicenda.
Ella ha menzionato, signor Ministro, il tema del risarcimento delle aziende italiane. Un ordine del giorno a prima firma del senatore Sangalli relativo a quel problema è stato approvato da quest’Aula. È chiaro che questo è problema sul tappeto: quando abbiamo approvato l’ordine del giorno Sangalli era serio, mentre oggi è diventato serissimo, perché la situazione sta peggiorando invece di migliorare.
Avremo probabilmente in Italia il fratello di Leopoldo López e abbiamo avuto la figlia di Antonio Ledezma, che è agli arresti domiciliari. Dobbiamo intensificare le azioni di pressione verso il Governo venezuelano, perché vogliamo una cosa sola, rispettando Governo e Parlamento: la possibilità per i cittadini di quel Paese di votare, perché questo è il presupposto per qualsiasi evoluzione. E io credo che la linea indicata dal Ministro degli esteri mai come oggi rappresenti con efficacia la linea di tutto il Parlamento.