postato il 13 Luglio 2013
Casini: bene le parole dell’ex premier da lui responsabilità e intelligenza È un momento difficile, se cadesse Letta si creerebbe un equilibrio alternativo
L’intervista di Dino Martirano, pubblicato sul Corriere della Sera.
ROMA — «Se posso dare un consiglio a tutti: calma, calma, calma. Bisogna mantenere la calma. Perché il passaggio è delicato. E io voglio rimanere alle parole di Berlusconi che dice dì voler tenere separate le sue vicende giudiziarie da quelle della politica italiana: il suo è un atto di responsabilità istituzionale e anche di intelligenza personale perché questo non è il momento degli stati d’animo. Qui bisogna ragionare con la testa, non con il fegato…». Il leader dell’UDC Pier Ferdinando Casini fa il «pompiere istituzionale» non solo perché glielo impone la grande famiglia democristiana da cui proviene ma anche perché ha fiutato i piani dei guastatori che ora, nel Pdl come nel Pd, stanno tentando di tagliare le retrovie al governo Letta. Ma questo governo delle larghe intese, insiste l’ex presidente della Camera, va sostenuto anche se noi dell’udc abbiamo pagato un caro prezzo: «Gli elettori ci hanno penalizzato anche se poi è nato il governo di solidarietà nazionale che volevamo e che, invece, il Pd e il Pdl, ostacolavano. D’altronde—consoliamoci con la Storia: Churchill tu mandato a casa dopo aver vinto la guerra…».
Berlusconi, per ora, ha trattenuto i falchi del Pdl.
«Tanti falchi del Pdl è meglio che tornino rapidamente in gabbia. Perché l’unico effetto che rischiano di produrre, con le loro esternazioni sbracate, è quello di dare un pretesto straordinario a quanti all’interno del Pd vogliono mandare a casa Letta».
La Santanchè, insomma, finirebbe per tirare la volata a Renzi?
«Nel Pd il primo è Renzi. Si espone con mielose affermazioni nei confronti di Letta quando poi, in realtà, crea fibrillazioni con i suoi in Parlamento. Due giorni fa hanno creato un clamore del tutto inutile a causa di una richiesta di sospensione dei lavori parlamentari per un pomeriggio. Ma c’è bisogno di ricordare i precedenti? Quante volte, per esempio, con la mia presidenza della Camera (2002-2006), e su richiesta del capogruppo Luciano Violante, sono stati aggiornati i lavori, magari in risposta ad affermazioni forti e a volte anche stonate del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Solo chi è in malafede o è ignorante può credere che questo evento sia inedito e clamoroso».
I renziani sono i primi a protestare.
«Chi cerca pretesti alza sempre il ditino. Passi l’opposizione che fa il suo mestiere. Nella maggioranza, però, sotto sotto c’è chi vorrebbe sbarazzarsi il prima possibile di questo governo. È un’area che lavora contro Letta nel Pd e nel Pdl. Con la differenza che i falchi del Pdl sottovalutano un particolare: se questo governo cadesse è tutto da dimostrare che una volta rinviato alle Camere non sarebbe in grado di riprendersi la maggioranza. Magari una maggioranza diversa… E poi se si andasse alle elezioni i falchi non li vedo in salute».
Non escluderebbe una maggioranza alternativa per il governo Letta?
«Io la vedrei male una maggioranza diversa. Ma di certo, con una speculazione internazionale che riprende e un Paese avviato a precipizio verso le elezioni anticipate, si potrebbe formare una maggioranza alternativa. E infatti Berlusconi, che agisce con lucidità, ha chiamato tutti a difendere il governo. E poi un presidente della Repubblica garante, come quello che abbiamo ora, difficilmente lo si potrebbe ritrovare».
A proposito, come è andato l’incontro con il capo dello Stato?
«Giorni fa avevo visto il presidente del Consiglio e oggi (ieri, ndr) ho incontrato il capo dello Stato. E ho trovato uno stesso stato d’animo: di fermezza e di serenità. Di fermezza perché bisogna tenere la barra dritta: il Paese non ha bisogno di impennate ma, come diceva un vecchio slogan democristiano, di una forza tranquilla che lo guidi. Ci sarebbe da preoccuparsi se ai vertici istituzionali ci fosse imperizia e superficialità, il Paese finirebbe nel caos…».
Come finirà con l’Imu e l’Iva?
«Capisco che questi temi siano un vessillo del Pdl. Però il tema che ha la precedenza è quello di abbassare drasticamente le tasse sul lavoro. Dobbiamo dare subito ossigeno alle imprese».
Scelta civica organizza la sua convention nazionale. C’è sempre aria di separati in casa tra i centristi?
«Agli amici di Scelta civica auguro ogni successo. L’Udc si riunirà il 20, ma serve qualcosa che vada oltre Scelta civica e Udc, sulla tradizione del popolarismo europeo guardando alle elezioni del 2014. Bisogna operare unitariamente, partendo dalla base e superando gli antagonismi che danno il segno della modestia nostra più che delle nostre ambizioni».
Quali sono i rapporti con Monti?
«Lo stimo e spero di essere contraccambiato».