postato il 14 Giugno 2011
Stamattina, spulciando nel web, ho trovato una frase che mi ha colpita davvero: “I giovani devono essere il nostro presente.”
Troppo spesso, infatti, la politica in particolar modo, cade nell’errore di affermare, con poca convinzione, che i giovani siano il futuro, il domani. Intendiamoci, io lo credo fermamente, sono speranzosa che presto chi di dovere possa capirlo. Tuttavia, ho iniziato a capire che questa è spesso una scusa utilizzata da chi, in realtà, non ha intenzione di lasciare il proprio potere e lascia ai giovani la speranza di tante belle parole, di tante promesse, che aspettano ancora che un domani possano diventare realtà.
Come diceva Claudio Baglioni, però, “La Vita è Adesso”. E, come me, molti ragazzi cercano di farlo capire a chi, con una scusa al giorno, temporeggia e, alla fine, eccedendo nelle belle promesse, rende quei ragazzi dei giovani-vecchi. Non si è più giovani dentro, non si ha più quell’entusiasmo, quell’ansia di fare tanto e di farlo bene. Quando qualcosa arriva, troppi ragazzi sono già spenti dentro, l’entusiasmo si è affievolito o l’ambiente circostante, la società, li ha già abituati a ciò a cui nessuno dovrebbe mai abituarsi: ai vizi della mala politica. Nella mia esperienza, ne ho conosciuti molti di ragazzi così, ma non mi sono abbattuta, né abituata. Per me la Politica è ancora quella con la P maiuscola e, con un po’ di coraggio, molti ragazzi si avvicineranno ad essa. L’esperienza del Referendum è stata illuminante. Forse, se coloro che oggi gestiscono la politica italiana se ne renderanno conto e si lasceranno illuminare da questi risultati, probabilmente il nostro sarà un futuro radioso.
Non c’è più la politica lontana, inarrivabile, che dialoga con i cittadini attraverso il tubo catodico, attraverso le tv di parte. Questo modello è fallito. Stavolta la politica si è mossa in un altro modo, diverso: il movimento di idee, lo scambio di opinioni c’è stato nel web – nei blog, su facebook, twitter. La politica sta cambiando, e sta cambiando il modo di esprimersi. Il web è forte per questo motivo: perché dà l’opportunità a tutti di esprimersi e dire la propria, anche ai giovani, troppo spesso esclusi da questo mondo. Ho visto molti ragazzi lasciarsi trasportare dall’emozione di dire la propria su temi di importanza rilevante, vitale.
Ecco, la politica dovrebbe ripartire proprio da qui. Deve capire che la Politica è Partecipazione, e la Partecipazione comprende, in sé, le parole Web e Giovani. Non si può prescindere più, ormai, da questa considerazione: bisogna iniziare a cambiare, cambiare davvero. Ho iniziato da qui, è non ho intendo smettere di rompere le scatole.
“Riceviamo e pubblichiamo” di Marta Romano