Archivio per Giugno 2011

Fisco: riforma a costo zero? Sono solo chiacchiere

postato il 15 Giugno 2011

Mi sembra molto difficile che una riforma del fisco così complessa come quella annunciata dal ministro Tremonti si possa fare a costo zero: per ora sono solo chiacchiere, aspettiamo i fatti.
Il governo deve venire in Parlamento a proporre la riforma e noi siamo disponibili a discuterne se è una cosa seria. Se invece è solo un annuncio, è solo propaganda, noi non ci stiamo.

Pier Ferdinando

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15 giugno, Roma

postato il 14 Giugno 2011

Ore 10.00 – Sala conferenze (Piazza Montecitorio 123/A )

Partecipa a Roma al Congresso Uil Polizia

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Giovani e web, la politica passa da qui

postato il 14 Giugno 2011

Stamattina, spulciando nel web, ho trovato una frase che mi ha colpita davvero: “I giovani devono essere il nostro presente.”

Troppo spesso, infatti, la politica in particolar modo, cade nell’errore di affermare, con poca convinzione, che i giovani siano il futuro, il domani. Intendiamoci, io lo credo fermamente, sono speranzosa che presto chi di dovere possa capirlo. Tuttavia, ho iniziato a capire che questa è spesso una scusa utilizzata da chi, in realtà, non ha intenzione di lasciare il proprio potere e lascia ai giovani la speranza di tante belle parole, di tante promesse, che aspettano ancora che un domani possano diventare realtà.

Come diceva Claudio Baglioni, però, “La Vita è Adesso”. E, come me, molti ragazzi cercano di farlo capire a chi, con una scusa al giorno, temporeggia e, alla fine, eccedendo nelle belle promesse,  rende quei ragazzi dei giovani-vecchi. Non si è più giovani dentro, non si ha più quell’entusiasmo, quell’ansia di fare tanto e di farlo bene. Quando qualcosa arriva, troppi ragazzi sono già spenti dentro, l’entusiasmo si è affievolito o l’ambiente circostante, la società, li ha già abituati a ciò a cui nessuno dovrebbe mai abituarsi: ai vizi della mala politica. Nella mia esperienza, ne ho conosciuti molti di ragazzi così, ma non mi sono abbattuta, né abituata. Per me la Politica è ancora quella con la P maiuscola e, con un po’ di coraggio, molti ragazzi si avvicineranno ad essa. L’esperienza del Referendum è stata illuminante. Forse, se coloro che oggi gestiscono la politica italiana se ne renderanno conto e si lasceranno illuminare da questi risultati, probabilmente il nostro sarà un futuro radioso.

Non c’è più la politica lontana, inarrivabile, che dialoga con i cittadini attraverso il tubo catodico, attraverso le tv di parte. Questo modello è fallito. Stavolta la politica si è mossa in un altro modo, diverso: il movimento di idee, lo scambio di opinioni c’è stato nel web – nei blog, su facebook, twitter. La politica sta cambiando, e sta cambiando il modo di esprimersi. Il web è forte per questo motivo: perché dà l’opportunità a tutti di esprimersi e dire la propria, anche ai giovani, troppo spesso esclusi da questo mondo. Ho visto molti ragazzi lasciarsi trasportare dall’emozione di dire la propria su temi di importanza rilevante, vitale.

Ecco, la politica dovrebbe ripartire proprio da qui. Deve capire che la Politica è Partecipazione, e la Partecipazione comprende, in sé, le parole Web e Giovani. Non si può prescindere più, ormai, da questa considerazione: bisogna iniziare a cambiare, cambiare davvero. Ho iniziato da qui, è non ho intendo smettere di rompere le scatole.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Marta Romano

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14 giugno, Roma

postato il 14 Giugno 2011

Ore 17.00 – Istituto Luigi Sturzo  (Via delle Coppelle 35 )

Interviene  alla presentazione del volume di Gabriella Fanello Marcucci “Attilio Piccioni, la scelta occidentale” edito da Liberal

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14 giugno, Roma

postato il 14 Giugno 2011

Ore 10.30 – Auditorium Parco della Musica

Partecipa all’ Assemblea della Confartigianato

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L’opposizione deve costruire un’alternativa per il Paese

postato il 14 Giugno 2011

Tornare nel centrodestra senza Berlusconi? Non è previsto

Dal risultato dei referendum è arrivata una grande voglia di cambiamento. L’opposizione ha ora il compito di costruire un’alternativa per il Paese. Occorre fare un passo in avanti per un’alternativa valida, che governi, non basta mettere insieme chi dice no a Berlusconi.
Noi lavoriamo a programmi per cambiare l’Italia. Tornare nel centrodestra senza Silvio Berlusconi non è nel novero delle possibilità.

Pier Ferdinando

 

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Capire il Referendum, capire gli italiani

postato il 14 Giugno 2011

“Va tutto ben madama la marchesa” era un simpatico motivetto di Nunzio Filogamo che andava per la maggiore negli anni quaranta. Nonostante l’allegria del motivo, la canzonetta raccontava delle tragedie che colpivano le proprietà di una marchesa continuamente rassicurata dal suo maggiordomo con la frase che da il titolo al brano. “Va tutto bene” si ostina a ripetere a se stesso, ai suoi sodali e soprattutto alla Lega Silvio Berlusconi in una inedita strategia dello struzzo inaugurata all’indomani della disfatta di Milano e rinnovata in occasione dei travolgenti risultati referendari.

Far finta di niente è probabilmente la cosa peggiore che possa fare il Premier perché i risultati delle elezioni amministrative e quelli del referendum non sono solo delle sconfitte politiche ma sono un messaggio chiaro che sale dal profondo del Paese, un Paese stanco che però ha ritrovato la voglia di dire la sua, di impegnarsi per cambiare le cose. Il referendum in particolare è stato percepito dagli italiani non solo come l’occasione per esprime la propria opinione su temi importanti, ma anche come lo strumento per dare un giudizio fortemente negativo su questo governo. Forse non è esagerato, come fa un autorevole blogger di centrodestra, parlare di “fallimento culturale”  del centrodestra, ma non siamo nemmeno davanti ad una vittoria culturale della sinistra. E’ invece assai più probabile che i promotori del referendum e una parte della sinistra abbiano saputo cavalcare un malessere diffuso che alle amministrative si è tradotto nelle vittorie “arancioni” di Pisapia e De Magistris, nella consultazione referendaria si è trasformato in una valanga di “sì”,  e che si è espresso soprattutto attraverso internet, con una mobilitazione a catena. In tanti rivendicheranno la paternità della vittoria referendaria e la rappresentanza di questi italiani scontenti, altri invece tenteranno di far finta di niente e di giungere come si può alla fine della legislatura, pochi, infine, tenteranno di riflettere sul messaggio mandato dagli italiani e di elaborare una proposta politica che dia delle risposte concrete ai problemi e alle esigenze dei cittadini. C’è da augurarsi che questi pochi riescano nel proprio intento e guadagnino la fiducia degli italiani.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

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Referendum, Pier Ferdinando Casini al Tg3

postato il 13 Giugno 2011

Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini commenta nello speciale del Tg3 i risultati dei referendum: “Serve un nuovo governo, noi oggi pensiamo a un esecutivo di responsabilità nazionale, ma non redo che questa ipotesi si possa realizzare in questa legislatura – dice – Credo quindi che bisogna andare al più presto alle elezioni”.

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