postato il 19 Maggio 2011
Dopo la batosta elettorale è arrivata la batosta parlamentare. Nel primo giorno di votazioni alla Camera l’esecutivo è andato sotto cinque volte: sui documenti presentati da Fli, dal Pd e da Idv su cui aveva espresso parere negativo e che invece sono stati approvati dall’assemblea di Montecitorio, e sulla premessa del documento di maggioranza, su cui c’era parere favorevole. La stampa ha dato la colpa di questa debacle parlamentare al gruppo dei responsabili che, intimoriti dal mancato arrivo della seconda infornata di incarichi governativi, hanno “ricordato” al governo che ci sono e che le sorti dell’esecutivo sono legate ai loro mal di pancia. Che i responsabili fossero più disponibili che responsabili si sapeva, stupisce però, in questa vicenda, il commento del ministro degli esteri Franco Frattini, che in una intervista al Corriere della Sera ha dichiarato: «non darei peso a questi voti su provvedimenti non particolarmente rilevanti». Peccato che quattro dei cinque documenti sui quali è stata battuta la maggioranza riguardino i provvedimenti necessari a rendere più umana la vita nelle carceri italiane. A questo punto si possono fare due ipotesi: o il ministro Frattini, che probabilmente ha pure votato, ignorava il contenuto dei documenti che votava oppure ritiene che il problema carceri sia qualcosa di “non particolarmente rilevante”. Nel primo caso il ministro degli esteri potrebbe fare buona compagnia alla collega Gelmini che qualche tempo fa è andata in Tv senza sapere di cosa parlava (ed aveva anche ragione!), viene però qualche preoccupazione per la sorte della nostra politica estera; se invece Frattini ritiene i provvedimenti per umanizzare le carceri “non particolarmente rilevanti” allora ci sarebbe la conferma che questo governo e questa maggioranza non hanno nessun intenzione riformatrice, in particolare nel campo della giustizia dove, come ha giustamente notato l’on. Roberto Rao, «quando non sono in ballo gli interessi del premier, la maggioranza svanisce». Al ministro Frattini, ai responsabili e al resto della maggioranza però bisognerebbe ricordare che solo nell’ultimo fine settimana sono stati tre i decessi nelle carceri italiane: un detenuto a Torino si è tolto la vita impiccandosi nella cella dove era recluso, mentre all’Isola d’Elba un altro detenuto 53enne sarebbe stato stroncato da un malore; significativa anche l’estrema ratio di un Assistente capo della Polizia penitenziaria nel carcere di Viterbo, suicidatosi con l’arma d’ordinanza. Ma forse sono cose poco rilevanti. Per loro.
“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi
postato il 19 Maggio 2011
L’Italia? È un ‘Paese per vecchi’, in cui ci si sposa sempre meno, si fanno sempre meno figli e si continuano a perdere posti di lavoro. È un ritratto a tinte fosche quello che emerge dal rapporto Istat “Il matrimonio in Italia“. In particolare, lo studio evidenzia come negli ultimi due anni ci sia stato un netto calo dei matrimoni, quasi 30 mila in meno.
Ci si sposa meno e più tardi e si rimane in famiglia più a lungo. Giovani bamboccioni penserete. Ma i dati parlano di una difficoltà sempre maggiore a trovare un lavoro stabile, ad affrontare le spese per andare a vivere da soli. Ed ecco che, al giorno d’oggi, chi decide di compiere il grande passo ha già in media 35 anni, almeno dieci in più rispetto all’età delle nozze dei propri genitori.
Le ragioni per le quali si fatica a crearsi una propria famiglia sono quindi strettamente legate al maggior tempo che si impiega nel raggiungere una stabilità economica, alla precarietà del lavoro accentuata dalla crisi. Ma, come sostiene il quotidiano Avvenire, dipendono anche dalla mancanza di politiche a favore della famiglia, tante volte annunciate e poi cadute nel dimenticatoio. Tanto che, come ha rivelato un recente rapporto Ocse e come più volte da noi sottolineato, l’Italia è in fondo alle classifiche degli aiuti alla famiglie nell’area dei paesi occidentali.
L’Udc ha più volte ribadito l’esigenza che per le famiglie ci sia una politica concreta, non fatta di spot ma di provvedimenti seri.
E allora la domanda da porre al governo, anche alla luce di questa nuova fotografia dell’Italia di oggi è sempre la stessa: quando politiche per la famiglia?
postato il 19 Maggio 2011
La conferenza stampa sui ballottaggi
postato il 18 Maggio 2011
Chi ha vinto e chi ha perso, sul serio, questo turno elettorale? È difficile dare una risposta univoca: di sicuro, il Centrodestra ha ricevuto una botta durissima, che nessuno aveva messo in conto, e ora si ritrova a fare i conti con i malumori della Lega; mentre il Centrosinistra, forte della doppia vittoria a Torino e Bologna e del ballottaggio a Napoli e Milano, può dirsi soddisfatto, ma paga l’avanzata della sinistra più radicale. E noi? Abbiamo combattuto, fino in fondo, con coraggio e orgoglio la nostra battaglia per dare la possibilità di scegliere un’alternativa concreta ai due grandi blocchi. Lo abbiamo fatto anche a costo di enormi sacrifici e le percentuali che abbiamo raccolto, che ad alcuni potranno sembrare misere, sono la prova che qualcosa è stato seminato e che questo qualcosa è pronto a germogliare presto. Per dirla con le parole del Presidente Casini (intervistato dal Messaggero), noi non cerchiamo posti. Lavoriamo per l’alternativa.
Casini: non chiediamo posti, lavoriamo per l’alternativa (Il Messaggero)
Casini: «Ci cercano, ma non ci arruoliamo» (Giovanni Grasso, Avvenire)
Il Terzo polo decide come schierarsi. Casini: a Milano l’estremismo è a destra (Andrea Garibaldi, Corriere della Sera)
Al centrosinistra la sfida dei Comuni: 12 capoluoghi a 4 (Dino Martirano, Corriere della Sera)
Berlusconi rassicura sull’esecutivo: è saldo, con il Carroccio chiariremo (Paola Di Caro, Corriere della Sera)
Preferenze, il Cavaliere dimezzato (Gianni Santamaria, Avvenire)
Il sindaco cambia la comunicazione. Licenziati i ciellini, toma il fedele Glisenti (Chiara Campo, Il Giornale)
Sorgi – Il Terzo polo guarda a sinistra. Ma sottobanco (Marcello Sorgi, La Stampa)
Calabresi – Le tante sorprese del voto e il fastidio del mondo leghista (Mario Ricolfi, La Stampa)
Panebianco – Distanti e divisi (Angelo Panebianco, Corriere della Sera)
postato il 18 Maggio 2011
Da queste elezioni amministrative, con buona pace di chi fa le pulci ai risultati del centrodestra, Pdl e Lega escono duramente penalizzati dagli elettori: è stato bocciato il governo, è stato bocciato il presidente del Consiglio che aveva chiesto un referendum su se stesso. Il Pdl ha parlato di Berlusconi, di magistrati e ha usato affermazioni di dubbio gusto nei confronti degli avversari. Noi, invece, abbiamo cercato di parlare di amministrazione delle città, e non siamo pentiti.
Il Terzo Polo scioglierà la riserva sull’appoggio da dare ai candidati che corrono i ballottaggi di Milano e Napoli. Segnali di fumo e di telefono ci sono arrivati da tutti, anche dai più impensati. Ma il problema è politico, non di numeri di telefono. Noi non vogliamo posti a tavola, non facciamo parte della Repubblica dell’arruolamento per cui chi e’ stato eletto all’opposizione poi finisce al governo. Le alleanze si decideranno sul territorio con i nostri dirigenti locali. In ogni caso, gli elettori sono maggiorenni e vaccinati e ognuno farà la propria scelta sul voto.
Pier Ferdinando