07 maggio, Rovigo
postato il 6 Maggio 2011Ore 12.00 – Piazza Matteotti (area Giardino delle Due Torri)
Incontro pubblico
Incontro pubblico
Incontro pubblico
A Sky sembra aver trionfato l’aristotelismo. Dopo anni di battaglie contro il duopolio Rai-Mediaset e per l’affermazione del terzo polo televisivo, nella televisione di Rupert Murdoch sembrano aver cambiato opinione ed essersi convertiti ad una rigida interpretazione del IV libro della Metafisica di Aristotele che sancisce il cosiddetto principio del terzo escluso. Peccato che in questo caso il terzo escluso non sia Sky ma i candidati del Terzo Polo alle amministrative. A pochi giorni dal voto, infatti, SkyTG24 ha deciso di dare il via ai faccia a faccia televisivi tra i candidati alla poltrona di sindaco delle quattro maggiori città interessate dal voto amministrativo (Milano, Torino, Napoli e Bologna), limitando però il dibattito a quelli che la direzione di Sky ritiene i “candidati principali” e cioè i candidati di Pdl e Pd. Nulla da fare per i candidati del Terzo Polo, Alberto Musy (Torino), Raimondo Pasquino (Napoli) e Stefano Aldovrandi (Bologna) che come il candidato milanese Manfredi Palmeri dovranno accontentarsi di inseguire con una sedia vuota i loro contendenti per dare la possibilità ai cittadini di un confronto pubblico tra i candidati.
Vana la protesta di Roberto Rao (Udc) che ha visto in questa scelta di Sky una palese violazione del regolamento dell’Agcom e della par condicio. Questa vicenda ha però prodotto un documento notevole che spiega l’applicazione del principio del terzo escluso: si tratta della lettera con cui il neoaristotelico direttore di SkyTG24 Emilio Carelli ha risposto alle critiche mosse dall’onorevole Rao. In questa lettera Carelli spiega che il criterio giornalistico seguito da Sky “è stato quello di invitare nel programma a rispondere alle proprie domande coloro che, nella valutazione autonoma della testata, hanno una maggiore probabilità di vincere la competizione elettorale. Circostanza che potrebbe rivelarsi non confermata dall’esito del risultato elettorale, ma sempre nel convincimento che una discussione così strutturata sia di maggiore utilità ed interesse per lo stesso telespettatore”. Da queste parole si evince una singolare sostituzione dell’elettore con il telespettatore per cui è assolutamente comprensibile che l’interesse non sia più quello di conoscere le proposte per il governo della città da parte dei candidati sindaco: il telespettatore, secondo il direttore di SkyTG24, è interessato ad una “discussione” che è più simile ad un incontro di pugilato dove due pesi massimi se le danno di santa ragione. Indubbiamente un match di boxe è più esaltante di una tribuna politica, ma non è certo un servizio all’elettore-telespettatore. Sempre nella sua lettera a Rao, Carelli spiega che la scelta della sua testata è mossa dalla volontà di “consentire lo svolgimento di programmi televisivi chiari ed efficaci”. Secondo il direttore di SkyTG24 la chiarezza in televisione è data dalla riduzione del numero di candidati che possono paralare, la stessa logica del bipartitismo inseguito dal duo Veltroni-Berlusconi nel 2008 che per “semplificare” il sistema politico prevedeva la morte del pluralismo politico.
Sono però noti a tutti i risultati di quella “semplificazione”. Ma essendo sicuri della buona fede del direttore Carelli e della sua volontà di rendere chiara ed efficace l’informazione, si potrebbe suggerire una modesta proposta: in nome della chiarezza e dell’efficacia SkyTG24 potrebbe dare la parola esclusivamente a quel candidato che, ad insindacabile giudizio della testata, sarà il vincitore delle elezioni. In questo modo la tv di Murdoch non solo potrebbe fare sfoggio di notevoli capacità divinatorie, magari si potrebbe invitare il mago Otelma, ma darebbe un contributo significativo alla chiarezza: i telespettatori non perderebbero una sillaba dei programmi di Letizia Moratti o di Piero Fassino che non sarebbero interrotti dai loro insulsi rivali. Qualcuno però segnala che la rivoluzione neoaristotelica di SkyTG24 è incompleta perché, a quanto pare, nel confronto dedicato alla città di Napoli il confronto sarà a tre. Tranquilli il terzo incomodo non sarà il candidato del Terzo polo, per cui il principio è salvo: tertium non datur.
“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi
Voglio essere breve, diretto e coinciso. Quando ho letto della dichiarazione dell’On. Micheala Biancofiore, “biondona” (il copyright è del maestro Biagi) trentina, deputata berlusconiana (accanita come nessun altro), ho riso, riso, riso. Tanto e di gusto. Non so perché, non mi capita mai: eppure stavolta non ne ho potuto fare a meno. Io, che di solito prendo sempre tutto con la massima serietà, che mi faccio grigio grigio nel commentare qualsiasi dichiarazione politica di qualsiasi politico – specie poi se berlusconiano – stavolta ho deciso di fare uno strappo alla regola e di dare alle dichiarazioni di questa “onorevole” il giusto peso che meritavano: quello che si può dare a una barzelletta tra amici, un po’ fuori luogo, va bene, ma pur sempre innocente e ingenua.
E così ho riso. Poi, però, ho pensato al fatto che questa Biancofiore di mestiere fa il deputato e che è, tra l’altro, consigliere del nostro Ministro degli Affari Esteri e segretaria della stessa commissione Esteri della Camera; che questa non era solo una battuta o una boutade, ma una dichiarazione ufficiale all’Ansa; che mettere nello stesso periodo un santo, un terrorista e la parola miracolo è segno del degrado intellettuale e culturale in cui versiamo. E ho smesso di ridere.
E sapete che ho fatto? Mi sono rivolto proprio a Giovanni Paolo II, al nostro beato indebitamente chiamato in causa, e gli ho chiesto un vero miracolo: che se proprio non si può donare un po’ di senno a Micheala Biancofiore, almeno si veda di farla stare zitta. Specie in certi casi.
“Riceviamo e pubblichiamo” di Giuseppe Portonera
Casini: “Il Pd molli Di Pietro e ci faccia una proposta seria” (Carlo Bertini, La Stampa)
Casini tenta il Pd: molli Vendola e Di Pietro (Giovanni Grasso, Avvenire)
Rimpasto, ok a 9 sottosegretari. Berlusconi: “Ne faremo altri 10” (Carmelo Lopapa, La Repubblica)
Sorgi – Aumenta il malumore degli ex-Dc (Marcello Sorgi, La Stampa)
Responsabili e “disponibili”. Ecco i premiati (Mattia Feltri, La Stampa)
Elezioni, la denuncia: «II premier invade le tv» (Il Messaggero)
Pd e Terzo polo all’Agcom: premier sovraesposto in tv (Marco Mele, Sole24Ore)
Votare il nulla (Concita De Gregorio, l’Unità)
Una semplice tregua che lascia un’ombra sull’immagine del Paese (Massimo Franco, Corriere)
Missione: passa la mozione di Lega e Pdl (Dino Martirano, Corriere)
Lusetti: “Che nostalgia la nostra Prima Repubblica” (Antonino Signorini, Il Giornale)
Luka chi? (Massimo Grammellini, La Stampa)
Lorenza Lei all’unanimità: “Ora risaniamo la Rai” (Paolo Pestuccia, La Stampa)
In Aula il Terzo Polo supera i democratici (Elisa Calessi, Libero)
Così Marcegaglia cerca di rilanciarsi mentre prepara il suo addio (Nunzia Penelope, Il Foglio)
“Ce l’ho sempre duro”. E Bossi punta alla Rai (Matteo Pandini, Libero)
Candidato pdl intercettato: speriamo muoia come un cane (Maurizio Giannattasio, Corriere)
Aborto e biotestamento entrano nell’urna (Avvenire)
Incontro pubblico
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