09 aprile, Perugia
postato il 8 Aprile 2011Ore 10.30 – Università per Stranieri – Aula Magna di Palazzo Gallenga (Piazza Fortebraccio, 4 )
Partecipa a Perugia alla commemorazione di Giorgio Spitella nel decennale della scomparsa
Partecipa a Perugia alla commemorazione di Giorgio Spitella nel decennale della scomparsa
Il processo breve a fuoco lento (Carlo Bertini, La Stampa)
E Adornato disse: «Non confondete Moro con Lele Mora» (Mario Ajello, Il Messaggero)
«Sì ai permessi temporanei, la Francia ci è ostile» (Virginia Piccolillo, Corriere della Sera)
Tabacci: “L’Uscita di Geronzi fa contenti tutti” (Walter Delle Donne, Secolo d’Italia)
Caltagirone, il nuovo re di Roma (Gianni del Vecchio, Europa)
Siena ricca, rossa e immobili, il Pd è sempre avanti, ma il terzo polo sogna il colpo (Alberto Statera, La Repubblica)
E Corsaro, l’ex di An fa litigare il Pdl: “Basta sei un fascista” (Corriere)
Cuffaro: “Ho chiuso con la politica. Dopo la pena farò l’agricoltore” (Corriere)
Così si fan tutti (Tommaso Cerno, L’Espresso)
Tanti italiani sono abituati a lavorare fino a tardi o addirittura a svolgere il proprio lavoro in notturna, a volte con turni massacranti ma sempre per racimolare quanto è necessario per arrivare alla fine del mese. In questi giorni i deputati saranno impegnati ad oltranza, sfruttando quindi le ore della notte, per stare in aula a discutere e votare. “Finalmente” dirà qualcuno, sperando di vedere finalmente un Parlamento che lavoro giorno e notte per il Paese, ma purtroppo le sedute in notturna della Camera dei Deputati sono una richiesta della maggioranza per evitare l’ostruzionismo dell’opposizione e approvare nel più breve tempo possibile la legge sul processo breve.
Sembra incredibile: mentre c’è una guerra in fase di stallo, mentre il canale di Sicilia si riempie di cadaveri e l’emergenza immigrazione spacca l’Italia e l’Europa, i deputati sono costretti dagli strateghi del Presidente del Consiglio agli straordinari per varare una legge che ha l’unico obiettivo di salvare il Premier dai suoi guai giudiziari. Come se non bastasse i ministri di questo governo, che dovrebbero in queste gravi situazioni adoperarsi per risolvere problemi ben più grandi, essendo deputati sono costretti a stare incollati al loro scranno parlamentare per evitare al Governo una nuova Caporetto in materia di giustizia. C’è un evidente scollamento tra il Paese reale, che si affanna e soffre, e una classe politica impantanata in un dibattito sterile e peggio ancora nella difesa dei privilegi e delle malefatte di pochi. La seduta notturna della Camera per approvare l’ennesima legge ad personam, non è solo una triste cartolina da Montecitorio ma è una metafora della situazione politica: le tenebre nella letteratura di ogni tempo sono anche il tempo degli operatori di iniquità, il tempo di quanti si nascondo e mettono in atto ogni genere di azione cattiva. Approvare una legge, questo tipo di legge, di notte mentre la gran parte del popolo italiano dorme è una conferma che siamo purtroppo ancora una volta alla “notte della Repubblica”. Se Federico Fellini fosse vivo direbbe nuovamente che “adesso c’è soltanto il sentimento di un buio in cui stiamo sprofondando”. E’ notte, una lunga notte, ma istintivamente tutti noi cerchiamo un po’ di luce.
Dobbiamo creare un’alternativa per far riprendere all’Italia la strada dello sviluppo. Un Paese che non cresce è un Paese che muore, che continua a produrre disoccupati, soprattutto tra i giovani e le donne del Sud.
C’è bisogno di colpire le speculazioni finanziarie, escludendo naturalmente bot e cct. Perché è giusto prevedere che le fasce più ricche corrispondano con una maggiore disponibilità all’emergenza della crisi economica.
Bisogna poi avere il coraggio di dire basta ai tagli lineari, una evidente rinuncia a fare scelte politiche di cui a palazzo Chigi non sono capaci. Gli sprechi vanno colpiti dove ci sono, mentre con questi tagli si danneggiano i servizi sociali dei cittadini e lo si fa con lo scopo di trasferire sulle spalle dei più deboli l’enorme debito pubblico. Non a caso, una parte del ceto medio sta precipitando verso il disagio e la povertà.
Pier Ferdinando
Le contraddizioni politiche sono figlie degli equivoci politici che il governo ha portato avanti in questi anni.
Dall’elenco dei centri di prima accoglienza si evince che non c’è una regione dell’Italia del Nord. Il problema non è Maroni, ma la contraddizione politica di mettere una parte della nazione contro l’altra. Ci comportiamo con le parti del territorio nazionale, come l’Europa si comporta con noi. I cocci che raccogliamo sono quelli della mancanza di un’Europa politica.
Pier Ferdinando
Senato, arriva il “processo lungo” Camera, battaglia sulla prescrizione breve (Carmelo Lopapa, La Repubblica)
E in Commissione il Pdl presenta l’emendamento “allunga-processi” (Paolo Festuccia, La Stampa)
Prescrizione, bagarre in aula. Il Csm: è un’amnistìa (Claudio Sardo, Il Messaggero)
La regola del potere: “Aiutare sempre tutti” (Fabio Martini, La Stampa)
Berlusconi in allarme: Parlamento fuori controllo (Marco Conti, Il Messaggero)
Per Tedesco e per sé (Marco Pedersini, Il Foglio)
Severgnini – II buon vecchio e la bella fanciulla (Beppe Severgnini, Corriere della Sera)
Scilipoti e Scilincolla (Massimo Gramellini, La Stampa)
In questi giorni si fa un gran parlare della possibilità per la Cassa Depositi e Prestiti di intervenire direttamente nella compagine azionaria di Parmalat e di eventuali altre società.
Premesso che questa non è una novità, in quanto la CDP ha già grosse partecipazioni in Enel, ENI, terna, Finmeccanica, le Poste italiane e così via, mi chiedo se sia necessari ol’intervento della CDP su Parmalat.
Più in generale bisogna chiedersi quale debba essere il ruolo della CDP.
Tremonti vagheggia una nuova IRI, ma al di là degli indubbi meriti che ha avuto l’IRI nell’economia italiana, dobbiamo anche ricordare i grossi problemi che ha generato la commistione di politica ed economia: le crisi bancarie del 1893 che quasi cancellarono il Banco di Roma, le crisi industriali del periodo giolittiano, e, restando ad esempi molto vicini, la gestione allegra di Tirrenia, Alitalia, e così via.
Questi sono dati di fatto, se vogliamo creare una struttura similare, dobbiamo avere chiaro in mente che a governare tale struttura non deve essere un politico o un tecnico nominato dalla politica, ma che questa nuova creatura deve avere uno scopo chiaramente di tipo economico: fare investimenti che incoraggino l’economia italiana e che generino rendimenti e ritorni. Non deve elargire denaro per mantenere in vita centri di potere politico, ma deve fornire denaro per rendere concreti progetti di sviluppo economico.
Se invece si mira ad una commistione tra politica ed economia, presto o tardi osserveremmo un contrasto insanabile tra queste due anime: tipico esempio è il contrasto che stanno vivendo le Generali, dove, notizia di oggi, Geronzi, manager che è stato criticato per “l’uso politico” che ha fatto della sua carica di guida delle Assicurazioni Generalisi è dovuto dimettere perchè gli altri consiglieri e soci di Generali non potevano più tollerare questa invasione della politica.
Tornado al ruolo della CDP, mi sorprende che si stia spingendo la CDP a intervenire in Parmalat, e non altrettanto si stia facendo per un intervento in Fondiaria SAI, società che potrebbe vedere grossi acquisti da parte dei francesi di Groupama. Per altro, Fondiaria SAI, gestita da Ligresti, sta avendo grossissimi problemi di liquidità e solidità patrimoniale, tanto che senza l’intervento pesante di Unicredit nel fornire liquidità, Ligresti avrebbe dovuto attivare le procedure di chiusura per la società.
Perchè la CDP non interviene in questo caso? Anzi, perchè la politica non parla della possibilità che Groupama, francese, entri pesantemente nell’impero di Ligresti?
Altro punto da considerare: oggi il Portogallo ha proceduto ad una asta di titoli di Stato. Avevo già parlato della possibilità di “svenarsi” per quei paesi a rischio di solvibilità, anche in relazione ad un possibile aumento dei tassi da parte della BCE, e all’epoca avevo detto che Bini Smaghi sbagliava a giustificare l’aumento dei tassi. Ebbene oggi, il Portogallo bussa alla porta del mercato dei capitali: raccoglie denaro a breve termine ma si svena. Lisbona ha emesso 455 milioni di euro in titoli di stato a 12 mesi pagando il 5,90% di interessi annui, nella precedente asta dello scorso 16 marzo, quando aveva raccolto 1 miliardo a un anno, il costo dell’operazione era stato pari al 4,33% all’anno. In appena 20 giorni, il mercato, per prestare soldi per 12 mesi al Portogallo, chiede interessi piu’ alti dell’1,57%, una vera enormità. Emessi anche 550 milioni di titoli a sei mesi a un costo elevatissimo pari al 5,11% all’anno. Cosa accadrebbe se una cosa similare avvenisse alla prossima asta di titoli di stato italiano?
E allora forse è meglio che la CDP sia pronta ad intervenire in quel caso per evitare che gli interessi pagati dallo Stato italiano vadano fuori controllo.
Come si vede i fronti sono tantissimi e a mio avviso, focalizzarsi solo su Parmalat e su una possibile rinascita dell’IRI senza un chiaro piano di intervento, è non solo velleitario, ma anche pericoloso.
Le decisioni che coinvolgono il denaro dei cittadini devono essere prese in una logica di tipo economico e non in una logica politica guardando alle scadenze elettorali.
“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati
Insulti a Fini, censura a La Russa (Avvenire)
La Camera dice sì al conflitto, spunta una nuova norma anti-pm (Fabrizio Rizzi, Il Messaggero)
Rai, la Vigilanza salva i talk show. Nomine rinviate (Alberto Guarnieri, Il Messaggero)
«Apologia del fascismo, reato è da abolire» (Lorenzo Fuccaro, Corriere della Sera)
Estinti i libdem, alle poste servono altre due poltrone (Federica Fantozzi, L’Unità)
Permesso di sei mesi, oggi decreto del governo (Angelo Picariello, Avvenire)
I bagnini invadono “spiaggia” Navona (Raffaello Masci, La Stampa)
Interviene all’incontro pubblico per la presentazione di Antonio Pettinari a candidato Presidente alle elezioni Provinciali di Macerata
Interviene alla presentazione del volume ‘Il partito politico oggi’ fascicolo 3-4/2009 di Democrazia e Diritto.