Archivio per Marzo 2011

La Russa, Alfano e il cosiddetto decoro delle istituzioni

postato il 31 Marzo 2011

Le ultime convulse giornate parlamentari saranno ricordate come l’ennesimo colpo di mano del Presidente del Consiglio per liberarsi, una volta per tutte, del famigerato “processo Mills” ma possono essere utili per capire l’idea delle istituzioni e della politica di molti esponenti dell’attuale maggioranza. Sorvoliamo sul consueto “abuso di maggioranza” e la continua prevaricazione delle prerogative del Parlamento, che già basterebbero a classificare un certo modo di fare politica, e consideriamo alcuni comportamenti di ministri e deputati. Ha aperto questa galleria degli orrori il ministro Ignazio La Russa che abbiamo visto sbraitare in aula contro il presidente dei deputati del Pd Franceschini e rivolgersi con un sonoro “vaffanculo” al Presidente della Camera. La Russa probabilmente era nervoso per le dure contestazioni ricevute fuori da Montecitorio con tanto di lancio di monetine, e qui però ci sarebbe da chiedere al Ministro dell’Interno Maroni come hanno fatto dei manifestanti ad arrivare così prossimi al portone della Camera dei Deputati  tanto da ostacolare l’ingresso di un parlamentare. Purtroppo La Russa non è stato il solo ministro a rendersi protagonista di scene pietose, si sono infatti uniti a lui i ministri Alfano, Prestigiacomo, Romano, Gelmini e Romani che hanno precipitosamente abbandonato il Consiglio dei Ministri – dove si discuteva di Libia ed emergenza immigrati – per correre a votare un verbale d’aula. Sotto lo sguardo divertito di molti deputati e di molti giornalisti si è assistito ad una corsa dal sapore fantozziano con tanto di difficoltà ad inserire la scheda per votare: “mi si sono intrecciati i diti” avrebbe detto il ragioniere Fantozzi. Non contento della prestazione l’enfant prodige berlusconiano Angelino Alfano ha scagliato la sua tessera contro i deputati dell’Italia dei Valori che poi con fare poliziesco Di Pietro ha mostrato ai giornalisti come se stringesse in mano il corpo del reato. C’e da dire che anche i deputati della maggioranza, forse invidiosi delle prodezze dei propri ministri, hanno cercato di adeguarsi al famoso “decoro delle istituzioni”. Così un deputato (siamo ansiosi di scoprirne il nome) ha colpito il Presidente Fini alle spalle scagliandogli contro un giornale mentre Osvaldo Napoli del Pdl ha pensato bene che in questa situazione era meglio impedire all’assistente della deputata Ileana Argentin (Pd) di applaudire. Peccato che l’on. Argentin abbia bisogno del suo assistente per fare un applauso. Non si vuol fare la morale a nessuno perché può capitare a tutti di perdere le staffe, ma qui siamo davanti a reiterati comportamenti che sono rivelativi di una idea degenere della politica e di uno scarso senso delle istituzioni. I nostri deputati ci tengono a farsi chiamare “onorevole”, abbiano quindi almeno la decenza di far corrispondere a questo appellativo un comportamento consono al ruolo che ricoprono.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

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Processo breve, giù le maschere

postato il 31 Marzo 2011

Se fosse ancora in edicola il settimanale satirico “Cuore”  molto probabilmente  rispolvererebbe un suo  storico titolo: “hanno la faccia come il culo”. Non sarebbe solo una battuta, ma una serena analisi della situazione che si è venuta a creare nella convulsa giornata parlamentare di ieri nella quale Pdl, Lega e Responsabili hanno deciso di forzare i tempi, modificando con un blitz parlamentare  l’ordine del giorno, per approvare il cosiddetto “processo breve”. L’indignazione non è solamente per  una norma che manderebbe in prescrizione migliaia di processi,  liberando e lasciando impuniti criminali di ogni specie, ma anche verso gli abusi perpetrati dalla maggioranza, spacciati per strategia politica, e la presa in giro nei confronti dell’opposizione e del Paese intero. Ma è quest’ultimo elemento che rende la vicenda assolutamente vergognosa:  dopo settimane in cui il ministro Alfano ha dichiarato pubblicamente e ripetutamente di voler discutere in Parlamento una “epocale” riforma della giustizia mettendo da parte provvedimenti minimali e chiaramente riconducibili ai problemi giudiziari del Presidente del Consiglio, si assiste in queste ore ad un drammatico e insensato dietrofront che riporta in primo piano esclusivamente l’interesse del Premier. Di epocale in questo momento c’è solo l’inganno perpetrato da questo governo nei confronti dell’opposizione e dell’intero Paese, ed è  grave che i membri del governo e della maggioranza non abbiano il benché minimo rossore in volto nel prevaricare il ruolo del Parlamento e nel presentare una palese legge ad personam come un provvedimento chiave di una inesistente riforma della giustizia.

Dov’è finita la riforma per gli italiani? Dov’è finita la riforma condivisa con le opposizioni? Tutto sparito in 24 ore grazie all’ordine di scuderia giunto da Lampedusa dove il principale interessato a questa presunta riforma teneva un altro dei suoi show nel tentativo di sviare l’attenzione dal colpo di mano parlamentare dei suoi.  Tuttavia la triste giornata di ieri, finita peraltro in un ancor più triste vortice di insulti e monetine, ha avuto il merito di mostrare la realtà di un governo dove non ci sono né statisti né riformatori ma solo portaborse e fedeli esecutori di un Presidente del Consiglio che persegue esclusivamente in suo interesse personale e che, come ha ben scritto Massimo Cacciari, non fa altro che precipitare la democrazia in demagogia e populismo.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

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Tariffe regionali sull’acqua minerale

postato il 31 Marzo 2011

Legambiente e Altreconomia hanno stilato un dossier sul business delle acque minerali e sull’impatto che ha sull’ambiente e sulla tasca del cittadino. La situazione attuale è grave: molte regioni regolano la materia con norme emanate dal re d’Italia, come Molise e Sardegna, e altre con leggi degli anni ’70 come la Liguria. Disposizioni di legge non più capaci di regolare efficacemente un settore dinamico e ricco come quelle delle acque imbottigliate. C’è una legge nazionale del 2006 che prevede determinati criteri di tassazione per lo sfruttamento delle risorse idriche regionali, ma poche regioni si sono allineate, altre hanno peggiorato la propria legislazione e altre restano immobili.

La legge nazionale prevede tre regimi di tassazione: almeno 30 euro per ettaro o frazione di superficie concessa; da 1 a 2,5 euro per metro cubo o frazione di acqua imbottigliata; da 0,5 a 2 euro per metro cubo o frazione di acqua utilizzata. Basandoci su questi parametri, possiamo dire quale regione si è allineata a dei parametri più o meno equi. Negli ultimi 5 anni, 13 regioni hanno approvato nuove discipline in merito. Legambiente e Altreconomia bocciano, a causa del loro criterio di pagamento ad ettaro, le regioni Liguria, Molise, Emilia Romagna, Sardegna, Puglia. In più bocciano la Basilicata, il Piemonte e la Campania perché applicano canoni in funzione dei volumi d’acqua imbottigliati, che sono però inferiori ad un euro a metro cubo. L’associazione ambientalista e la rivista chiedono essenzialmente: una revisione al rialzo, almeno fino ai livelli stabiliti dalla legge nazionale del 2006, dei canoni di concessione e una doppia imposizione, sia in base alla superficie sia in base ai metri cubi prelevati.

Qualche dato potrebbe aiutarci a capire meglio: nel 2009 le sorgenti italiane hanno prodotto 12,4 miliardi di litri di acqua, pari a 2,3 miliardi di euro di giro d’affari. Per imbottigliare questa marea d’acqua occorrono 350 mila tonnellate di plastica, cioè circa 700 mila tonnellate di petrolio per un’emissione totale di 1 milione di tonnellate di CO2. Non tutta l’acqua è imbottigliata in plastica, ma all’incirca il 78%, di cui solo un terzo viene riciclato. In più, l’85% dell’acqua minerale imbottigliata viaggia su gomma, con il conseguente inquinamento, e solo il restante 15% viaggia su rotaia.

Aumentando le tariffe diminuirebbe la produzione di acqua minerale, il conseguente aumento dei prezzi al consumo e una diminuzione della domanda che porterebbe a quattro principali benefici: un minor utilizzo di bottiglie di plastica, minori camion addetti al trasporto delle casse d’acqua dal nord al sud e dal sud al nord Italia, un minor sfruttamento della falde sotterranee con un conseguente riequilibrio del sistema e un maggior introito per le casse regionali.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Antonio Di Matteo

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La Russa doveva chiedere scusa

postato il 31 Marzo 2011

Questo non è più un Paese normale visto che ieri Berlusconi di fronte all’emergenza di Lampedusa è andato lì per comprare casa, visto che il sottosegretario all’ Interno incaricato dell’immigrazione si dimette e visto che il ministro della Difesa manda a quel paese il Presidente della Camera e un capogruppo dell’opposizione. Qui serve che ognuno si calmi e interpreti correttamente il proprio ruolo abbassando il tono di litigiosità.
Il ministro La Russa non può andare in mezzo ai manifestanti e poi venire in Aula a sbraitare. Per ristabilire un clima di confronto mi sarei aspettato che oggi La Russa avesse detto in Aula ‘Scusate, mi sono sbagliato’. A quel punto anche l’opposizione non avrebbe strumentalizzato l’episodio di ieri. Serve un minimo di ragionevolezza, chi sbaglia lo deve riconoscere.

Pier Ferdinando

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02 aprile, Torino

postato il 31 Marzo 2011

Ore 9.30 –  Teatro Carignano (Piazza Carignano 6 Torino)

Interviene alla manifestazione pubblica ‘L’alternativa esiste. Adesso cambiamo’ in sostegno del candidato sindaco di Torino per il Nuovo Polo Alberto Musy

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01 aprile, Napoli

postato il 31 Marzo 2011

Ore 18.00 –  Camera di Commercio – II ° piano (Piazza Bovio)

Partecipa a Napoli alla presentazione del libro “Fine della politica. Rinascita della Politica” di Giuseppe Gargani

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01 aprile, Napoli

postato il 31 Marzo 2011

Ore 17.00 – Ala Galatea del Terminal Marittimo

Partecipa a Napoli all’ Assemblea Nazionale del Siap (sindacato italiano appartenenti polizia)

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Immigrati, la Puglia non può pagare per tutti

postato il 31 Marzo 2011

Maroni venga in Aula subito, no a regioni di serie A e serie B

Maroni venga in Aula per discutere delle dimissioni di Mantovano e spiegare come verranno distribuiti gli immigrati che partono da Lampedusa.
Non ci possono essere regioni di serie A e di serie B e non può essere solo la Puglia a pagare per tutti. Gli immigrati che arrivano dal Nord Africa devono essere ripartiti su tutto il territorio nazionale.

Pier Ferdinando

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Il processo breve è l’ennesima legge ad personam

postato il 30 Marzo 2011

Il ministro della Giustizia si era impegnato a togliere di mezzo provvedimenti minimali e ad personam in cambio di un dialogo sulle riforme e invece ecco spuntare come funghi, nel giro di una settimana, proprio quei provvedimenti che servono solo a placare le ossessioni giudiziarie del premier. E’ davvero una vergogna, soprattutto per chi, come noi, ritiene che la riforma della giustizia deve essere fatta.

Pier Ferdinando

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