Archivio per Settembre 2010

Pier Ferdinando Casini a Chianciano

postato il 12 Settembre 2010


Launch in external player

“Il presidente del Consiglio si dimetta e dopo si può aprire nuova stagione politica”. E’ stato questo uno dei passaggi dell’intervista di Enrico Mentana al leader Udc Pier Ferdinando Casini, nella giornata conclusiva della festa del partito a Chianciano.
“Poiché riteniamo che i fatti ci danno ragione – ha spiegato Casini – Berlusconi ne prenda atto, passi dal delirio di autosufficienza al riconoscimento che non ha più una maggioranza e si dimetta. Il giorno dopo si apre un nuova stagione politica ma se il premier, accettando i diktat della Lega limitandosi a fare un bell’elenco di buone intenzioni, noi sulle buone leggi convergiamo, le cattive le contrastiamo, come abbiamo fatto fino a oggi. Abbiamo proposto un governo di responsabilità nazionale ma non siamo ai saldi di fine stagione, non basta che Berlusconi in Parlamento faccia un bel discorso dicendo cose generiche per dire che c’è stata la svolta. Senza dimissioni del governo la politica dell’aggiungi un posto a tavola non interessa a noi né al nuovo polo che si sta creando”. 

[Continua a leggere]

15 Commenti

I giornalisti calabresi non si fanno intimidire: “Non ci avrete mai!”

postato il 12 Settembre 2010

parghelia di siremiaTaniche di benzina sul balcone di casa, auto fatte saltare in aria o crivellate di proiettili, intimidazioni via citofono, foto di figli nel passeggino accompagnate da lettere di avvertimento. È difficile per chi non vive e lavora in Calabria farsi un’idea di cosa voglia dire essere cronisti (e magistrati, carabinieri, poliziotti) in una regione dove quello che sarebbe inaccettabile per qualunque giornalista diventa la quotidianità. Ma anche chi vorrebbe leggere di questa realtà e documentarsi fa molta fatica, perché le notizie calabresi raramente escono dai confini regionali.

Agostino Pantano, Ferdinando Piccolo. Giuseppe Baglivo, Michele Albanese, Gianluca Albanese, Antonino Monteleone, Angela Corica, Agostino Urso, Lucio Musolino, Riccardo Giacoia, Saverio Puccio, Giovanni Verduci, Michele Inserra, Giuseppe Baldessarro, Guido Scarpino, Pietro Comito, Leonardo Rizzo, Filippo Cutrupi: Sono solo alcuni dei giornalisti e dei blogger che hanno ricevuto minacce, che sono stati aggrediti, sequestrati, intimiditi. Non per aver fatto uno scoop planetario, né per aver necessariamente messo in mezzo un potente famoso. Ma per aver riportato notizie raccolte in questura, in tribunale, in caserma: la routine del lavoro di cronista.

In Calabria basta un articolo di ordinaria amministrazione per ricevere, puntuale, una pallottola in redazione. Nessun timore, nemmeno stavolta riusciranno a farci paura, a farci tirare i remi in barca. Le minacce non servono a niente, non ci spaventano, le rispediamo al mittente e sulla busta ci mettiamo anche la firma. Proiettili vaganti, buste. Tanti postini che però ci fanno capire una cosa, parte della Calabria non vuole cambiare, e soprattutto ci fanno capire che la strada che abbiamo intrapreso è quella giusta.

Scrivere ciò che si vede e si scopre è il nostro mestiere, continueremo a farlo in piena libertà, nella convinzione che così facendo riusciremo a rendere il giusto servizio alla comunità. Abbiamo il diritto di non essere eroi”, Dopo l’ennesima intimidazione proviamo a farci sentire, non per avere pubblicità, ma per non essere lasciati soli e per dichiarare la volontà di “lavorare in pace”. “Presto ci spareranno addosso, perché capiranno che le cartucce, le bottiglie incendiarie, le telefonate, le minacce mafiose perpetrate nelle loro più variegate forme non funzionano”.

Di questi inviati di guerra in casa propria si occupa anche un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno, Roberto Maroni e a loro Roberta Mani, giornalista di Mediaset, ha dedicato un libro, Avamposto-Nella Calabria dei giornalisti infami, scritto con Roberto Rossi. È lei che prova a fare da tramite con un pubblico non solo locale per conto dei colleghi di cui ha raccolto le storie.

Non è facile vivere in Calabria, non è facile scrivere di ‘ndrangheta, denunciare. Ma bisogna sacrificarsi per la libertà di informare. Ci hanno detto-siediti- e ci siamo alzati, ci hanno detto-non fare questo, non fare quello- e noi l’abbiamo fatto… Ci hanno detto- non scrivere- e noi abbiamo scritto e continueremo a farlo. Non saranno proiettili, buste gialle, lettere minatorie a fermarci. Non sarà una macchina bruciata a fermare il nostro ardore, a frenare la nostra rabbia.

Non ci avrete mai. È questo il motto che lega tutti noi. Continuo ad amare questa terra. Continuo ad amare Polsi, per me il paradiso terrestre. Polsi che mi ha svezzato con il mio primo articolo. Polsi, che è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. In questi giorni, il 4 settembre, avevo scritto di una strada che collega Polsi a San Luca. Una strada da sistemare da almeno venti anni. Scrivo di un appalto di 12 milioni di euro vinto nel ‘96 da una ditta di Crotone che era poi andata in fallimento e del subappalto concesso a un’altra ditta di San Luca il cui proprietario aveva dichiarato di non aver mai ricevuto denaro.

Nel corso degli ultimi anni mi sono sempre occupato di cronaca nera, seguendo i principali fatti della sua terra. In particolare mi sono occupato giorni fa anche del Santuario di Polsi e della Festa della Madonna della Montagna. “Un Santuario – ha dichiarato il vescovo di Locri, Mons. Giuseppe Fiorini Morosini, – in cui si è consumata l’espressione più terribile della profanazione del sacro ed è stato fatto l’insulto più violento alla tradizione religiosa”. Il riferimento è alle immagini di un summit tra gli uomini delle cosche della ‘ndrangheta nel santuario diffuse qualche mese fa. Ho scritto, anche del recente “via vai di politici e amministratori pellegrini per un giorno al Santuario, tutti presenti a parole per strappare la madonnina alla ‘ndrangheta e restituirla ai calabresi onesti e devoti”.

Vivere in Calabria, in una terra trafitta dall’odio e dall’arroganza di una cultura Mafiosa che nella società odierna si fa sempre più strada, trovando consensi tra la genti e le persone che confidano nella Madonna di Polsi che nello stato, sempre più assente nel territorio Calabrese, in particolare nella Locride, la mia terra dove la parola Stato non ha nessun significato.

Mi chiamo Ferdinando Piccolo e sono un ragazzo iscritto in giornalismo, a scienze politiche, collaboro con il quotidiano della Calabria, e sono corrispondente di San Luca e dei paesi limitrofi. Sono abituato a Descrivere una realtà stravolta dai continui fatti di cronaca che ci caratterizzano e ci contraddistinguono. Nella mia terra lo Stato non esiste, si è dimenticato di noi. O Ci sta solamente usando. La realtà è che a differenza della Sicilia, in Calabria la voglia di reagire non c’è , perché ci fa comodo avere un compare sempre a disposizione, pronto a soddisfare i nostri desideri.

La voglia di dire no alla ‘ndrangheta ha smarrito la strada, al Bivio tra San Luca e Bovalino ha scelto la terza strada, per l’isola che non c’è. Ormai siamo troppo abituati ad alzarci con la puzza di sangue e coricarci con i vestiti impregnati di ‘ndrangheta. Ma la Locride non è solo Spaghetti e Malavita. L’Aspromonte non è il paradiso terrestre dei latitanti, Ma è soprattutto una terra che ammalia, strega, con i suoi sentieri intersecati in piccoli paesi. È vita. La voglia di reagire può nascere, come una ginestra che attecchisce dove il terreno non lo permette perché come dice lo scrittore di San Luca Corrado Alvaro: “La disperazione più grave che possa impadronirsi d’una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile. Basta un atto, un gesto, una parola per ricordarti che sei un uomo” .

Ferdinando Piccolo, Bovalino (RC), 23 anni giornalista

1 Commento

Abolizione dell’UNIRE e degli Enti inutili

postato il 11 Settembre 2010

Abbiamo discusso con Enzo Carra, deputato Udc di provienza PD, della sua battaglia per l’abolizione dell’UNIRE e dei vari enti inutili italiani, della possibilità di un’alleanza organica con il Partito Democratico, del grande miraggio della politica italiana: il quoziente familiare.

Commenti disabilitati su Abolizione dell’UNIRE e degli Enti inutili

Trento, quando l’indifferenza è anche infedeltà

postato il 11 Settembre 2010

cuidados di gesteiraC’è una ragazza a Trento con una vita difficile: un matrimonio fallito, un figlio in affidamento condiviso, e come se non bastasse niente casa e un lavoro da 500 euro al mese. Ma a Trento ci sono anche solerti assistenti sociali e un integerrimo Tribunale dei Minori che non appena vengono a conoscenza della seconda gravidanza della ragazza consigliano un bell’aborto perché con una vita così non si può essere delle buone mamme.

A Trento c’è una ragazza che dice “sì” alla vita nonostante tutto e tutti e nonostante tutti i suoi fallimenti decide di fare un miracolo: decide di dare al mondo una figlia. Ma al Tribunale dei Minori di Trento sono bravi a riconoscere i fallimenti ma non i miracoli e così dopo poche ore dal parto, senza nemmeno averla attaccata almeno una volta al seno, la bambina viene tolta alla madre. Oggi questa bambina è stata dichiarata dal Tribunale “adottabile”  e le speranze della mamma di riabbracciare quella bambina appena vista in sala parto sono ridotte al lumicino.

A Trento, la civilissima Trento, c’è tutto questo. Ma in questa storia triste ci sono anche degli assenti e sono assenti illustri. Penso sia legittimo chiedersi dove siano in questa vicenda drammatica i cristiani trentini. Non è questo un attacco alla Curia trentina, ma una domanda accorata rivolta alla coscienza di ogni singolo cristiano, di qualunque confessione, della città di Trento: è possibile credere nel valore della vita e della famiglia e permettere allo stesso tempo che si verifichi una situazione del genere? E quando parlo di cristiani è evidente che il riferimento non è fatto esclusivamente ai ministri di culto e ai parroci che sono sempre di meno e sempre più carichi di responsabilità e di lavoro, ma alle comunità cristiane.

Dove sono le parrocchie? E i gruppi e i movimenti specie quelli con le famiglie numerose da sfoggiare ai “Family Day”? Dov’è il singolo cristiano? La vicenda della mamma di Trento non è un caso per preti e suore o destinato al volontariato oppure alle varie Caritas e strutture assistenziali , era un caso per una comunità cristiana, un caso che poteva essere risolto con un po’ di attenzione e solidarietà umana ancor prima che evangelica. E’ un tempo triste per la Chiesa e per i cristiani, e lo è ancor di più per i cattolici italiani divorati ormai da apatia e indifferenza. Diceva il Cicerone britannico Edmund Burke che “niente è più fatale alla religione che l’indifferenza, che alla fine, è una mezza infedeltà”. E’ vero e l’indifferenza dei cristiani è una infedeltà al Vangelo.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

Commenti disabilitati su Trento, quando l’indifferenza è anche infedeltà

Politica, valori cristiani e lavoro

postato il 11 Settembre 2010

Savino Pezzotta, Presidente della Costituente di Centro, ai nostri microfoni parla di politica, valori cristiani e lavoro. Gli abbiamo chiesto quali sono gli obiettivi futuri del Partito della Nazione, quanto può contare l’ispirazione cristiana nel nuovo soggetto e come, secondo lui, si possa risolvere il “nuovo” conflitto tra padroni e operai. Ascoltate le sue risposte.

1 Commento

Domani mattina vi aspetto all’EstremoCentroCamp

postato il 10 Settembre 2010

Domani mattina dalle 10, all’interno del 1° Laboratorio delle Idee a Chianciano (Parco Fucoli, Sala Fellini), si terrà un appuntamento a cui tengo moltissimo e a cui siete tutti invitati: l’EstremoCentroCamp “Per una politica migliore anche attraverso il contributo dei media digitali”. La rete ha in sé un enorme valore di libertà, accorcia le distanze, permette un rapporto più vero tra eletti ed elettori. Ecco perché domani voglio confrontarmi con voi e raccogliere le vostre idee migliori per il nuovo Partito, attraverso un momento di dialogo fra i blogger, fra noi parlamentari, dirigenti di Partito e tutti coloro che nel web ci seguono con interesse.

Potete prenotare il vostro intervento domani mattina direttamente in sala, se invece non potrete essere presenti.

Vi aspetto!

Pier Ferdinando

12 Commenti

I giovani, il presente della politica

postato il 10 Settembre 2010

INTERMEZZO incontro al sole di paololongo48Da stamattina si susseguono ininterrottamente gli interventi al Parco Fucoli di Chianciano. Tra i tanti temi toccati, i relatori, oltre a quelli immancabili come la crisi economica e l’attualità politica, hanno indirizzato i lavori su temi un po’ più “politici”.

In platea, al di là delle prime file occupate dai Big, tra i più “esperti” della politica spuntanno sopratutto tantissime facce giovani, è questo è segno di qualcosa di importante, di qualcosa che si muove.

Giovani facce mai annoiate o distratte, ma attente ai lavori, a non perdere il filo della discussione, contrariamente alla tendenza di chi oggi si allontana dalla politica, attenti al costituendo Partito della Nazione, che attira sempre più persone e simpatie.

E sono sempre più ragazzi e ragazze che si avvicinano al dibattito sul “Centro”, non luogo geografico ma, oggi più che mai, fucina delle idee. Giovani che si incontrano, che dibattono, che intervengono portando il loro contributo per la costituzione di questo nuovo soggetto politico, aperto, moderato, innovatore, in altri termini un partito al centro.

Per rimarcare  la scommessa sui giovani, qui a Chianciano è stato organizzato l’EstremoCentro Camp, domani dalle 10 alle 13, per poter dibattere dei temi principi delle nuove generazioni. È un’occasione importante per chi, oggi giovane, vuole portare avanti le proprie idee.

Senza tralasciare l’evento maggiore, ricco di relatori di spessore, lo spazio concesso ai giovani è un segnale fondamentale. Dall’ascolto deve nascere l’azione politica, dall’ascolto, soprattutto dei giovani, bisogna trarre ispirazione per la crescita del nostro paese.

È per questo che il motto che prende sempre più piede è: i giovani al centro. Al centro dell’attenzione e del dibattito, per essere protagonisti, oggi e domani, alla costruzione di un futuro migliore, il nostro futuro.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Antonio Cannatà

2 Commenti

Valdegamberi, la Lega tra incompetenza e scandali

postato il 10 Settembre 2010

Abbiamo chiesto a Stefano Valdegamberi, capogruppo regionale Udc del Veneto, del rapporto sempre più conflittuale tra Lega ed Udc alla luce anche degli ultimi scandali che hanno coinvolto la Lega e della fuga di molte aziende dal Veneto.

1 Commento

Partito della Nazione, le opinioni all’apertura del Laboratorio delle Idee di Chianciano

postato il 10 Settembre 2010

Chiara Cudini e Marta Romano intervistano i partecipanti al Laboratorio delle Idee, le impressioni della gente a qualche minuto dall’apertura del Laboratorio delle Idee.

3 Commenti

Per l’OCSE l’Italia va indietro, si vede che non parlano con Berlusconi

postato il 10 Settembre 2010

money it's a crime di kiki99L’OCSE ha dichiarato che nel terzo trimestre di quest’anno si potrebbe avere un calo del PIL pari allo 0,3% su base trimestrale annualizzata, mentre la media dei paesi del G7 sarà pari all’1,4%, e quindi noi siamo tra gli ultimi come crescita, anzi noi bruciamo ricchezza.
Eppure il governo dice che andiamo benissimo e i conti sono a posto, e quindi viene spontanea la domanda: chi sbaglia?
Con un po’ di cattiveria si potrebbe dire che il governo si esprime e valuta le parole, mentre l’OCSE valuta i numeri, e siccome in economia contano i numeri che pesano più delle parole, ha ragione l’OCSE.

Questa affermazione, quantunque contenga un fondo di verità, è, però, troppo semplicistica.
Giustamente chi legge, avrebbe da ridire sulle affermazioni di Tremonti, perchè, guardando al proprio portafoglio, si rende conto di avere sempre meno soldi, e sempre più spese e tasse.
E allora?
Intanto premettiamo che le affermazioni dell’OCSE sono corrette e nessuno si è azzardato a smentirle, ma la cosa più importante da rilevare è che Tremonti, furbescamente, parla sempre di conti pubblici, che sono cosa ben diversa dai conti delle singole famiglie che si ritrovano ad essere sempre più povere.

L’OCSE parla del PIL che è un indicatore della ricchezza prodotta, mentre Tremonti, quando parla dei conti pubblici, si riferisce esclusivamente a quanti soldi entrano ed escono dalle casse dello Stato. Si potrebbe dire che, mentre Tremonti parla di “una parte della ricchezza”, l’OCSE, con il PIL, va a guardare tutta la ricchezza dell’Italia, ma anche così non basta, perchè, a peggiorare la situazione, Tremonti guarda una situazione statica, come se mostrasse una fotografia, mentre il PIL e l’OCSE parlano di una realtà dinamica, come un filmato, e infatti anche per il futuro l’OCSE vede nero, affermando che nel quarto trimestre, quindi nei prossimi mesi, l’Italia crescerà di un misero 0,1%, mentre la media dei paesi del G7 sarà dieci volte tanto, ovvero l’1%.

Questo mostra il grosso limite di questo governo, che, andando oltre alle dichiarazioni di Tremonti e Berlusconi, bada solo ai conti, ma non guarda alla crescita, non punta allo sviluppo, non guarda ai giovani, e a riprova di ciò, basta osservare che da più di 4 mesi manca il Ministro per lo Sviluppo Economico.
Il risultato di quanto detto è nell’assenza, in questi anni, di una politica economica tesa alla crescita, assenza che viene rimarcata nei 5 punti su cui Berlusconi vuole la fiducia, che riportano la totale assenza di una politica volta a fare crescere economicamente l’Italia e che sia a favore delle famiglie, creando un handicap per l’economia italiana che invece sarebbe, con i giusti stimoli, molto più vivace e dinamica.
A riprova di ciò basta consultare l’ISTAT, che registra per i primi 6 mesi, un grande dinamismo dell’economia privata, nonostante il governo.
Infatti l’ISTAT registra un aumento delle esportazioni, nei primi 6 mesi dell’anno, e anzi questi dati riservano parecchie sorprese.

Chi esporta di più non è il Veneto o la Lombardia, ma l’Italia Meridionale e le Isole come la Sicilia e la Sardegna se andiamo a considerare i settori che contribuiscono maggiormente alle esportazioni nazionali, osserviamo che gli incrementi più significativi si hanno per coke e prodotti petroliferi raffinati (piu’ 62,3 per cento), sostanze e prodotti chimici (piu’ 29,6 per cento), articoli farmaceutici, chimico-medicali e botanici (piu’ 18,7 per cento) e computer, apparecchi elettronici e ottici (piu’ 17,4 per cento). Chi invece segna il passo, anzi ha una flessione del 3,3% è il settore dell’abbigliamento.

Se vediamo i dati a livello regionale, osserviamo che viene facilmente confutata la tesi leghista che vuole il Sud, come una regione parassita che non produce nulla, infatti notiamo che per il coke e prodotti petroliferi raffinati le regioni che contribuiscono maggiormente alle vendite dirette verso l’estero e che registrano i maggiori incrementi settoriali sono Sardegna (piu’ 95 per cento), Liguria (piu’ 58,3 per cento), Lazio (piu’ 50,8 per cento), Lombardia (piu’ 49,5 per cento) e Sicilia (piu’ 42,4 per cento). Per le sostanze e prodotti chimici, i maggiori incrementi riguardano Sicilia (piu’ 82,1 per cento), Toscana (piu’ 41,5 per cento), Emilia Romagna (piu’ 33,7 per cento), Piemonte (piu’ 31,9 per cento), Veneto (piu’ 28,8 per cento) e Lombardia (piu’ 26,8 per cento).
Per il settore farmaceutico, che produce una parte importante del PIL italiano, osserviamo che per gli articoli farmaceutici, chimico-medicali e botanici le regioni con i maggiori incrementi sono Toscana (piu’ 98,6 per cento), Emilia-Romagna (piu’ 58,4 per cento), Lazio (piu’ 30,6 per cento), Piemonte (piu’ 18,1 per cento), Campania (piu’ 17,2 per cento) e Marche (piu’ 15,7 per cento); flessioni si registrano invece per la Lombardia (meno 1,2 per cento). Le esportazioni di computer, apparecchi elettronici e ottici sono particolarmente dinamiche da Emilia-Romagna (piu’ 25,1 per cento), Lombardia (piu’ 23,8 per cento), Piemonte (piu’ 16,3 per cento) e Toscana (piu’ 9,9 per cento); per il Veneto invece si registra una flessione (meno 2,4 per cento).

Come si vede quindi abbiamo una Italia estremamente dinamica, anche al Sud che, anzi, ha contribuito grandemente ai conti dello Stato con le sue esportazioni, anche se una parte importante di questo governo, vorrebbe cancellarlo.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Gaspare Compagno

5 Commenti


Twitter


Connect

Facebook Fans

Hai già cliccato su “Mi piace”?

Instagram