Archivio per Settembre 2010

Con questa campagna acquisti Berlusconi ha già perso

postato il 16 Settembre 2010

L’intervista ai microfoni del Tg3

Con questa campagna acquisti Berlusconi sta sbagliando tutto. Sbaglia quando evoca il numero magico dei 316 voti, che non raggiungerà in Parlamento senza l’apporto dei deputati finiani.

Ma che bisogno ha di 316 voti? I finiani hanno detto che confermano la lealtà verso la maggioranza. Il premier si accontenti quindi dei voti che avrà e cerchi di capire che i nodi sono politici.
Quando un governo che parte con 100 voti di maggioranza è ridotto alla contabilità dopo due anni ha già perso, comunque vadano i conti.
Noi continuiamo nella nostra linea di responsabilità. Siamo stati il partito che ha inventato il legittimo impedimento, siamo il partito che il lodo Alfano costituzionale lo esaminerà con grande costruttività. Non cambiamo posizione se Berlusconi ci porta via un parlamentare o due: l’Udc non è una caserma e se qualcuno ha cambiato idea sulla linea politica è giusto che vada dove ritiene di essere meglio identificato nelle sue idealità politiche.
Noi continuiamo per la nostra strada. Una strada che i fatti dimostrano vincente.

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16 settembre, Roma

postato il 16 Settembre 2010

Ore 20.30 – La7

E’ ospite di 8 e 1/2

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16 settembre, Roma

postato il 16 Settembre 2010

Ore 19.00 – Rai3

Intreviene nel corso del Tg3

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Nei rapporti con la Libia la mortificazione della nostra politica estera

postato il 16 Settembre 2010

‘Riceviamo e pubblichiamo’
di Federico Poggianti
Era solo questione di tempo.
La politica governativa sull’immigrazione si è mostrata per quello che è: un buco nell’acqua. O meglio, tanti buchi, ma nello scafo di un peschereccio italiano attaccato da una motovedetta libica.
Donata per giunta dalla nostra Repubblica e sulla quale prestano servizio sei militari italiani della Guardia di Finanza in qualità di osservatori e tecnici.
La cessione di questo tipo di mezzi militari è stata resa esecutiva dal famigerato Trattato d’Amicizia Italo-Libico, dopo che l’Unione Europea votò nel 2004 all’unanimità il ritiro dell’embargo statunitense che dal 1986 proibiva la vendita di materiale ad uso militare alla Jamāhīriyya libica. [Continua a leggere]

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Meno tasse sulla produttività, ma dove troviamo le risorse?

postato il 16 Settembre 2010

E’ chiaro a tutti che Berlusconi stia entrando nella modalità da campagna elettorale, ma soprattutto sa che se non agisce in qualche modo, rischia di essere politicamente contestato, magari non in Parlamento, ma sicuramente da larga parte del Paese.

Non è un mistero che da Giugno a oggi vi siano stati già molti scioperi, e molti altri se ne preannunciano, soprattutto considerando che in autunno vi farà la discussione della nuova Finanziaria 2011.

A riprova di quanto detto, pare che Berlusconi e Tremonti abbiano intenzione di iniziare una manovra tesa a isolare la CGIL, e nel frattempo dare una prima risposta agli altri sindacati e soprattutto al mondo di Confindustria, sempre più critico verso il governo, come testimoniato dalle parole della presidentessa Emma Marcegaglia che ha sostenuto che, forse, il governo oramai non c’è più.

Nel concreto, cosa ha intenzione di fare Berlusconi?

Accogliere in parte le richieste dei sindacati e di Confindustria, in modo tale da potere avere un atteggiamento più conciliante da parte delle parti sociali ed evitare un autunno di contestazioni (o quanto meno ridurle), soprattutto alla luce delle proteste che già animano il mondo della scuola e i vari settori produttivi italiani.

Sostanzialmente si vuole inserire in agenda la proroga per il 2011 della detassazione dei premi di produzione, di prorogare la tassazione agevolata per i premi produttività, ovvero la “parte flessibile” del salario.

Attualmente l’aliquota e’ fissata al 10% e vi si accede se si ha una soglia di reddito pari a 30 mila euro l’anno. La proposta di Cisl e Uil, che piace anche al governo, e’ quella di confermare lo sconto innalzando però a 40 mila euro la franchigia.

Il risultato è quello di rendere meno pesante una parte del salario, e al contempo di agevolare le aziende che pagano meno contributi e vedono stimolata la produttività, in linea con quanto richiesto da Emma Marcegaglia.

Questo non significa che tutte le proposte dei sindacati verranno accettate, infatti dalle volontà del governo sono escluse le proposte per una riduzione immediata della pressione fiscale ed un aumento della tassazione sulle rendite finanziarie.

Sicuramente questo provvedimento, se verrà confermato dal governo, sarebbe un passo importante per aiutare le famiglie, ma, se Berlusconi è contento per questa decisione, il problema passa al ministro Tremonti, che dovrà reperire le risorse finanziarie necessarie.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Gaspare Compagno

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Fuori i mercanti dal tempio, Pisacane per primo

postato il 15 Settembre 2010

Tempio di Ercole (Sicilia) di Stefano LiboniAndrò dritto al sodo: dopo l’intervista di oggi rilasciata a Le Repubblica, l’espulsione di Michele Pisacane dall’Udc era cosa necessaria. Ulteriori discussioni erano davvero superflue: come si sarebbe potuto accettare di tenere ancora tra le propria fila un personaggio che, intervistato da uno dei principali quotidiani italiani, se ne esce con un “Sto nell’Udc, ma tratto con il Pd e forse voto per il governo”? Per formazione e cultura sono sempre stato un garantista – e non solo in termini giudiziari: il dissenso in un partito non è da guardare come un male assoluto; anzi, in molti casi, è una la prova di lavorare per un organismo ancora democratico e non per un casermone autoritario.

Il dissenso si può manifestare in diverse forme, ma – non dimentichiamolo mai – nasce come atto di “amore” nei confronti della causa, degli ideali, dei valori del Partito che si è scelto di sposare; per questo chi sceglie di coltivarlo, lo fa sempre scegliendo tempistiche e modalità che facciano apparire chiaro il proprio contrasto con alcuni “compagni”, non con l’idea del Partito stesso. Ma, secondo voi, un personaggio come Pisacane, rilasciando dichiarazioni del genere, potrebbe forse essere ancora innamorato dei valori fondanti dell’Udc? E degli elettori tutti di quel Partito che hanno concorso ad eleggerlo?

È la più classica personificazione del peggior trasformismo alla Depretis: nessuno scrupolo nel trattare contemporaneamente con due sponde differenti come quella del Pd o del Pdl; alcuno scampolo di coscienza nel mercificare il proprio voto-stampella; assenza di riguardo nei confronti dei propri elettori. Già me lo immagino, il buon Pisacane, mentre prende agevolmente contatti con Francheschini da una parte e con Nucara dall’altra: che cosa potrebbe promettere, contemporaneamente, ad entrambi, a parte i 18824 voti di cui va tanto fiero? Sta lì, buono buono, ad aspettare che la situazione muti improvvisamente: che muti pure – si sarà detto – l’importante è che muti a suo favore. Tanto il taxi comodo su viaggiare nel frattempo lo aveva. Si è imbarcato sull’Udc subito dopo la dissoluzione dell’Udeur, e appena arrivato ha preteso di contare, e pure molto: ha cominciato a guerreggiare con questo e con quello, e nel frattempo continuava le sue abili manovre con Tizio e con Caio, il tutto gestito con imperturbabile tranquillità e sfrontata sfacciataggine.

Ha preteso di installare un proprio banchetto nel tempio in cui soggiornava, facendo ciò che gli riusciva meglio: il cambia-valute. “Io ho 19 mila voti: sono pronto a barattarlo per questi assessorati, per questo posticino, per questa presidenza di commissione”. Quando ha capito che la sua moneta andava al ribasso, si è fatto un giro veloce degli altri mercati e delle altre piazze e ha scoperto che, con un po’ di fortuna, avrebbe potuto rilanciare le sue quotazioni. Prima ha provato con il Pd e Dario Franceschini e poi con questo fantomatico “gruppo di responsabilità” (vergognosa pantomima) pare aver trovato la realizzazione che cercava. Ha cercato addirittura di strumentalizzare il dissenso espresso dall’area siciliana (non comprendendo la notevole differenza, di cui parlavo su, tra dissenso costruttivo per il Partito e dissenso costruttivo per il proprio interesse) e ora che si è trovato isolato, dopo le parole di rassicurazione venute dall’isola, ha accesso per primo il cerino e ha aspettato la sua scontata espulsione (“Se Casini mi caccia guardo altrove”: solo se ti caccia, giurin giurello?).

Faccia pure le valigie il Pisacane, se ne vada dall’Udc così come era entrato: senza rimpianti e senza riguardi. L’amore e l’attaccamento agli ideali di un tempo, evidentemente, non fruttano più abbastanza a mercanti come lui. Sarà pure vero che sono solo residui per romantici illusi come me. Ma almeno sparisca dalla nostra vista. Dal nostro Tempio. Grazie Segretario Cesa per avere avviato l’iter di espulsione.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Giuseppe Portonera

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Adro, quella scuola con il marchio della Lega

postato il 15 Settembre 2010

‘Riceviamo e pubblichiamo’
di Andrea Santacaterina
Che una scuola nuova venga costruita senza che l’amministrazione comunale sborsi i soldi necessari è sicuramente una notizia nuova a molte persone. Il sindaco di Adro, Oscar Lancini, è il protagonista della vicenda, già famoso nei mesi scorsi per aver negato il cibo a dei bambini i cui genitori non pagavano la retta per la mensa scolastica.
Il primo cittadino è riuscito a trovare un accordo con una ditta privata, barattando i vecchi edifici scolastici in cambio della costruzione della nuova struttura; al mobilio invece ci ha pensato la cittadinanza, con un contributo volontario che ha permesso degli strumenti d’avanguardia per le classi.

Se la notizia fosse stata solo questa, oggettivamente il sindaco Lancini avrebbe avuto tutti i meriti di una gestione intelligente e responsabile, oltre che la fortuna di guidare una comunità evidentemente coesa e solidale.
Invece un primo particolare è già evidente a chi entra nell’edificio: la rosa celtica, o Sole delle Alpi, è quasi una costante visiva fra tavoli incisi, la lettera “o” sostituita all’interno delle parole, zerbini e disegni di bambini stilizzati, dove invece di tenersi per mano uno con l’altro curiosamente tengono fra loro il simbolo. Una coincidenza, forse comoda, che sia anche il simbolo della Lega ma parliamo pur sempre di una decorazione di origine celtica che è presente in diverse parti dell’Europa e in Eurasia. Nulla di strano, insomma.

Una seconda coincidenza, tuttavia, potremmo trovarla nella massiccia presenza del colore verde o all’assenza della bandiera italiana all’inaugurazione. Che l’edificio sia intitolato a Gianfranco Miglio è poi solo l’ennesima coincidenza che battezza la struttura d’avanguardia.

Bisogna però rendersi conto che se una coincidenza da sola rimane tale, due fanno un indizio e tre irrimediabilmente una prova.
Non è necessario fare un grosso sforzo per immaginare come sia singolare che tanti segnali riferiti al partito della Lega, di cui casualmente fa parte il sindaco e la giunta, siano potuti finire in un edificio scolastico. E’ più difficile immaginare come sia stato possibile inserire tutto questo in una realtà, quella di una scuola, dove non dovrebbe esistere nel modo più assoluto.

Nelle parole dello stesso sindaco Lancini, che giustifica il Sole delle Alpi come un simbolo storico e tradizionale, è possibile immaginare l’inquietante parallelo con il fascio littorio, utilizzato in epoca romana come in un passato ben più recente e oscuro dell’Italia. Non appare davvero una giustificazione quella del primo cittadino, bensì un invito all’accondiscendenza e all’ingenuità nei confronti della strumentalizzazione della storia di allora e di adesso.

Il tricolore invece è l’unico simbolo che viene a mancare all’inaugurazione, icona di uno stato ritenuto poco presente e da cui non è possibile ricevere aiuto. Il fatto che esso non sia il simbolo di una realtà politica ma dell’identità di una nazione che prossimamente compirà i suoi 150 anni curiosamente non sembra aver turbato nessuno dei presenti, che forse ne ignorano il reale significato.
Una nota a margine merita chi dice che i simboli riconducibili ad un partito non sono nuovi né strani all’interno di una scuola, riferendosi a ben altro partito politico e rifiutandosi così di intervenire. In questo caso mi sembra di vedere il bambino che, colto dalla maestra nel fare qualcosa di male, punta il dito verso un compagno di classe accusandolo della stessa colpa per giustificarsi. A queste persone si può semplicemente rispondere che il detto “mal comune, mezzo gaudio” sembra più un tentativo di chiudere gli occhi e andare oltre che porre rimedio ai possibili problemi.

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Non siamo ai saldi di fine stagione

postato il 15 Settembre 2010

Parlare di caccia all’uomo è degradante

Berlusconi ha un’ampia maggioranza ed ha il dovere governare: vada avanti perché questa estate è stata penosa. Abbiamo discusso e continuiamo  a discutere tutti di cose inutili mentre tante aziende non riaprono, tante famiglie non ce la fanno e tanti giovani non trovano lavoro.
In questa situazione parlare di caccia all’uomo è degradante per chi la fa e per chi la subisce. La mia posizione non è cambiata di una virgola, non siamo ai saldi di fine stagione e senza un atto del premier non c’è alcuna possibilità di coinvolgerci. Il mio faro è e resta la coerenza degli impegni presi con gli elettori che ci hanno collocato all’opposizione.
Da almeno quattro mesi continuo a ripetere che è necessaria una fase politica nuova  e che all’Italia serve un governo di responsabilità nazionale.
Quando Berlusconi presenterà i 5 punti in Parlamento, se ci sono cose positive e se da lì a poco tramuterà le parole in fatti, non avremo alcun problema a sostenere il governo.

Pier Ferdinando

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Ospite di Ballaro’

postato il 15 Settembre 2010

Alla trasmissione di approfondimento politico di Rai 3, condotta da Giovanni Floris, si discute di bipolarismo, del programma di governo e delle difficoltà della maggioranza.

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