postato il 26 Febbraio 2010
‘Riceviamo e pubblichiamo’ di Antonio Di Matteo
Test non solo inutile, ma anche controproducente.
In questi ultimi giorni si è scatenata la caccia all’ unico parlamentare, dei 232 che hanno fatto il test antidroga promosso da Carlo Giovanardi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio per le Politiche antidroga, che è risultato positivo alla cocaina. Fatto eclatante, ma che qualcuno si aspettava. Solo 147 parlamentari, su 232, hanno dato il consenso a pubblicare i risultati del test affiancati dal proprio nome, 29 parlamentari non hanno consentito la pubblicazione degli esiti, 176 hanno ritirato il referto medico delle analisi e 56 non l’hanno fatto ancora.
A mio parere è strana questa volontà di alcuni parlamentari di non pubblicare gli esiti, quasi a proteggere l’unico parlamentare positivo alla coca, di cui non si conosce né sesso, né nome, ma soprattutto non è noto il partito. Resta anche strana la volontà del parlamentare in questione, di sottoporsi al test, sapendo di aver fatto uso di droga.
Il problema è serio, e molti lo stanno strumentalizzando. “L’unico risultato ottenuto – parole del deputato centrista Roberto Rao (UDC)- è stato quello di scatenare il gossip e la caccia all’unico colpevole, contribuendo così a ridestare l’antipolitica, riempire pagine di giornali e gettare un’ulteriore ombra sui costumi del Parlamento. Ora basta con le farse: si faccia un nuovo test, ma stavolta sia obbligatorio per tutti e a sorpresa. Altrimenti – conclude Rao – sarà solo l’ennesima presa in giro”.
Bisogna ricordare agli smemorati in Parlamento anche che: “L’Udc aveva proposto una legge che rendeva obbligatorio il test antidroga per i parlamentari, ma il provvedimento è stato bocciato in Parlamento – spiega Pier Ferdinando Casini leader dell’Udc – Bisogna che ciascuno si assuma le sue responsabilità. Oggi questo test è meglio di niente, anche se è solo un fatto simbolico”.
Le proposte ci sono state, ma sono state bocciate dal Parlamento stesso. Perché? Perché continuare queste inutili insinuazioni sul Parlamento di drogati? Perché non fidarsi dei nostri eletti? La risposta è semplice a tutte e tre le domande. Primo: ci sono alcuni parlamentari che fanno uso di stupefacenti, e riescono a far decadere una proposta contro i loro comportamenti subdoli. Secondo: le insinuazioni si sono verificate in questo singolo caso di positività al test, e allora la verità è che una percentuale, seppur minima di eletti, fa uso di droga. Terzo: come non ci si è fidati dei piloti e dei camionisti, per i quali il test antidroga è obbligatorio, perché noi cittadini dobbiamo fidarci dei parlamentari?
Possibile che non esista un regolamento parlamentare che vigili su questo tema? Non è questioni di partiti o di antipolitica, è questione di correttezza, di onestà e di limpidezza di fronte al popolo italiano, elettore e sovrano. Abbiamo il diritto di conoscere il nome di questo cocainomane.
Nato anche un gruppo su Facebook: Per un Parlamento trasparente: smascheriamo l’onorevole vigliacco