Signor Presidente, unisco anch’io la voce del mio partito, dell’Unione di Centro, nell’esprimere solidarietà alle Forze armate, alle famiglie, in particolare, ai bambini, che in queste tragedie sono quelli che pagano sempre il prezzo maggiore – penso ai bambini che rimarranno orfani – e anche ai cittadini afgani che sono caduti in questa giornata.
Le parole dell’onorevole Paglia e dell’onorevole Parisi sono state molto belle e credo che, al pari dell’intervento del Ministro La Russa, abbiano concorso a dare dignità a questo momento che il Parlamento sta vivendo.
Il Parlamento oggi è lo Stato, lo Stato con la «S» maiuscola, lo Stato che nei momenti più drammatici – penso alla strage di Nassirya – riesce a dare al Paese l’idea di una classe dirigente all’altezza con le aspettative e con la drammaticità del momento.
Non possiamo rendere inutili queste morti. Non possiamo oggi dar vita al momento usuale delle dissociazioni, delle furbizie e dei ripensamenti. Non è il momento delle divisioni tra maggioranza e opposizione ed è per questo che all’elenco delle solidarietà, voglio aggiungere la solidarietà che il mio gruppo indirizza nei confronti del Governo. In questo momento, infatti, siamo tutti con il Governo della Repubblica italiana che affronta l’emergenza Afghanistan.
Signor Ministro La Russa, a luglio abbiamo discusso insieme in quest’Aula, in Parlamento, anche delle nuove e più ampie protezioni interne, di equipaggiamento e di mezzi che è necessario mettere a disposizione dei nostri militari per garantire la vita umana e per assecondare, purtroppo, queste drammatiche nuove esigenze che la situazione afghana, dopo le elezioni presidenziali, mostra ogni giorno di più.
Vorrei ricordare che siamo lì, in quel Paese, nel contesto di un impegno contratto con la comunità internazionale, in sede ONU, per impegni precisi e per responsabilità precise che ci derivano dalla nostra appartenenza alla NATO. Discutiamo, dunque, nei prossimi giorni di tutto: della situazione del Paese, dell’Afghanistan, nella nuova strategia militare che, secondo alcuni, si dovrebbe adottare, di eventuali cambiamenti di strategia, se è necessario, ma evitiamo di dare idee sbagliate a chi pensa di farci deflettere dai nostri impegni internazionali. L’Italia oggi, nell’onorare questi militari caduti, deve riscoprire l’orgoglio del grande Paese che è e di cui tante volte, forse, colpevolmente ciascuno di noi si dimentica.
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Attenti ad attaccare Fini, in politica il ricatto non paga
di Antonella Rampino
Pier Ferdinando Casini non sta sulla riva del fiume. Il suo studio è un’altana sospesa su Montecitorio tra due spettacolari vetrate, il Quirinale alle spalle e San Pietro davanti. Sulla scrivania, l’ultima limatura a un’interrogazione parlamentare. E’ su Khodorkosky, il magnate russo nemico di Putin da anni in catene in Siberia. [Continua a leggere]
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Come promesso nei mesi scorsi, fin dalle prime visite (meglio chiamarle passerelle) nella città de l’Aquila e paesi limitrofi colpiti dal sisma del 6 Aprile, oggi 15 Settembre, verranno consegnate le prime abitazioni temporanee agli Onnesi.
Il tutto non poteva certo avvenire al di fuori di una cornice suggestiva ed emozionante, tipica del Governo Berlusconi: si è quindi ben pensato di trasmettere l’evento in diretta televisiva, sospendendo le trasmissioni programmate ( Ballarò e Matrix) e lasciando spazio al programma Vespasiano “Porta a Porta” con ospite ( “udite udite”) il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi… [Continua a leggere]
Un Parlamento che lavora sempre meno è elemento di preoccupazione.
Il presidente Fini fissi un calendario che preveda di farci lavorare almeno tre giorni alla settimana. Abbiamo cominciato la legislatura con Fini che diceva che bisognava lavorare di più, e ora invece lavoriamo meno che in passato. [Continua a leggere]
Wikimedia Italia si occupa della promozione di Wikipedia, l’enciclopedia collaborativa ormai parte integrante delle nostre fonti di informazione, ma non è in alcun modo responsabile dei contenuti, né ha alcun accesso ai server. La gestione dei progetti è infatti della Wikimedia Foundation, associazione non profit con sede a San Francisco.
Giampaolo e Antonio Angelucci si sono rivolti a Wikimedia chiedendo 20 milioni di euro nonostante Wikimedia non sia proprietaria dei server né del dominio, nonostante non abbia alcun controllo né alcuna responsabilità sui contenuti pubblicati e modificati dagli utenti. […] Ma Wikimedia Italia e la community italiana dell’enciclopedia libera si stanno mobilitando: si invita a donare a mezzo PayPal, si dibatte con fervore presso il bar, si è provveduto a organizzare unapagina dedicata a coloro che si ritenessero colpiti dai contenuti prodotti dai wikipediani. Questioni come quelle sollevate da Giampaolo e Antonio Angelucci, si spiega nell’articolo, “spesso sono risolvibili applicando le regole del buon senso e chiedendo nelle sedi adatte“.
Wikimedia Italia è un punto di riferimento nella diffusione della cultura digitale nel nostro Paese. È quindi facile comprendere come in Rete molti si stiano mobilitando per sensibilizzare sulla necessità di protezione di queste forme di generosa condivisione del sapere.
Le parole di Berlusconi sull’Udc, che deciderebbe le proprie alleanze in base alle clientele, sono inaccettabili. Non c’è alcuno spiraglio per discutere a livello nazionale di un’alleanza organica. Non dobbiamo niente né al Pdl né al Pd. Poi, ci sono tanti amministratori bravi del Pdl e tanti del Pd. Ma la base delle alleanze è il rispetto reciproco: non possiamo accettare come base gli insulti. [Continua a leggere]
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Pubblicato da Pier Ferdinando Casini | su: Facebook
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