Tutti i post della categoria: Spunti di riflessione

Casini e la solitudine dei numeri primi

postato il 14 Settembre 2010

“I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per se stessi. Se ne stanno al loro posto nell’infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri”. Così scrive Paolo Giordano nel suo romanzo “La solitudine dei numeri primi” che in questi giorni arriva anche nelle sale cinematografiche grazie all’opera di Saverio Costanzo, e queste parole del  giovane autore, per uno strano volo pindarico della mente, possono essere applicate al leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini.

Il suo intervento conclusivo alla festa di Chianciano è stato compresso dai media tra i numerosi interventi politici di questa domenica settembrina di feste di partito, ma pur essendo “schiacciato” tra Berlusconi, Bossi e Bersani l’ex Presidente della Camera è sembrato, per dirla appunto con Giordano, “un passo in là rispetto agli altri”.

Mentre un Berlusconi scolorito (politicamente si capisce… il cerone è sempre ottimo) giocava con i giovani del ministro Meloni al gioco della torre e a raccontare barzellette che non facevano ridere, a Chianciano Casini chiedeva responsabilità, onesta e coerenza politica al Premier; mentre a Venezia il Senatur decideva di sciacquare con pura acqua del Po il figlio “Trota” e i fedelissimi, nel famoso centro termale della provincia di Siena il leader dell’Udc chiedeva una maggiore attenzione per il Sud e un impegno maggiore per la legalità; mentre a Torino Bersani si rimboccava le maniche per mettere ordine nel Pd e trarre dal baule dei ricordi l’Ulivo, alla festa dell’Udc Casini parlava di una nuova forza politica capace di interpretare il cambiamento e il disagio dei tanti italiani delusi dalla politica.

Pier Ferdinando Casini ha avuto il merito di non impantanarsi nelle inutili alchimie politiche nel suo discorso conclusivo della festa dei centristi, al contrario ha detto parole chiare sulla odierna situazione politica e, cosa più importante, ha aperto un cantiere per costruire qualcosa di nuovo, un progetto per il cambiamento. Il merito di Casini sostanzialmente è quello di continuare su quella strada coraggiosa ancorchè ripida imboccata nel 2008 e di guardare con fiducia e ambizione al futuro. Sa bene Casini che ogni passo indietro rispetto alle scelte coraggiose degli ultimi anni metterebbe la parola fine alle aspirazioni dei moderati italiani, sa bene che il futuro del Paese e dei moderati non si può barattare per il solito misero piatto di lenticchie. Le parole di Casini hanno qualcosa di diverso rispetto alle parole di Berlusconi, Bossi e Bersani perché sanno di futuro, in quelle parole fiere e schiette c’è la voglia di imbarcarsi in una avventura politica nuova che superi gli schemi e le incertezze e di lavorare con quanti hanno veramente a cuore il futuro dell’Italia seguendo quell’antico adagio che dice di non chiedere al viandante da dove viene ma piuttosto dove va.

Eppure posizioni come quelle di Casini rischiano sempre di apparire un po’ solitarie salvo poi rivelarsi delle profezie realizzate, ma questa forse è la famosa solitudine dei numeri primi, forse è il prezzo da pagare per chi in politica vuole essere libero e coraggioso. Il prezzo della libertà e del coraggio è alto ma è pur vero che è ampio il credito che gli italiani concedono a chi è capace di parlare di futuro e di cambiamento del Paese.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

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Trento, quando l’indifferenza è anche infedeltà

postato il 11 Settembre 2010

cuidados di gesteiraC’è una ragazza a Trento con una vita difficile: un matrimonio fallito, un figlio in affidamento condiviso, e come se non bastasse niente casa e un lavoro da 500 euro al mese. Ma a Trento ci sono anche solerti assistenti sociali e un integerrimo Tribunale dei Minori che non appena vengono a conoscenza della seconda gravidanza della ragazza consigliano un bell’aborto perché con una vita così non si può essere delle buone mamme.

A Trento c’è una ragazza che dice “sì” alla vita nonostante tutto e tutti e nonostante tutti i suoi fallimenti decide di fare un miracolo: decide di dare al mondo una figlia. Ma al Tribunale dei Minori di Trento sono bravi a riconoscere i fallimenti ma non i miracoli e così dopo poche ore dal parto, senza nemmeno averla attaccata almeno una volta al seno, la bambina viene tolta alla madre. Oggi questa bambina è stata dichiarata dal Tribunale “adottabile”  e le speranze della mamma di riabbracciare quella bambina appena vista in sala parto sono ridotte al lumicino.

A Trento, la civilissima Trento, c’è tutto questo. Ma in questa storia triste ci sono anche degli assenti e sono assenti illustri. Penso sia legittimo chiedersi dove siano in questa vicenda drammatica i cristiani trentini. Non è questo un attacco alla Curia trentina, ma una domanda accorata rivolta alla coscienza di ogni singolo cristiano, di qualunque confessione, della città di Trento: è possibile credere nel valore della vita e della famiglia e permettere allo stesso tempo che si verifichi una situazione del genere? E quando parlo di cristiani è evidente che il riferimento non è fatto esclusivamente ai ministri di culto e ai parroci che sono sempre di meno e sempre più carichi di responsabilità e di lavoro, ma alle comunità cristiane.

Dove sono le parrocchie? E i gruppi e i movimenti specie quelli con le famiglie numerose da sfoggiare ai “Family Day”? Dov’è il singolo cristiano? La vicenda della mamma di Trento non è un caso per preti e suore o destinato al volontariato oppure alle varie Caritas e strutture assistenziali , era un caso per una comunità cristiana, un caso che poteva essere risolto con un po’ di attenzione e solidarietà umana ancor prima che evangelica. E’ un tempo triste per la Chiesa e per i cristiani, e lo è ancor di più per i cattolici italiani divorati ormai da apatia e indifferenza. Diceva il Cicerone britannico Edmund Burke che “niente è più fatale alla religione che l’indifferenza, che alla fine, è una mezza infedeltà”. E’ vero e l’indifferenza dei cristiani è una infedeltà al Vangelo.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

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Per l’OCSE l’Italia va indietro, si vede che non parlano con Berlusconi

postato il 10 Settembre 2010

money it's a crime di kiki99L’OCSE ha dichiarato che nel terzo trimestre di quest’anno si potrebbe avere un calo del PIL pari allo 0,3% su base trimestrale annualizzata, mentre la media dei paesi del G7 sarà pari all’1,4%, e quindi noi siamo tra gli ultimi come crescita, anzi noi bruciamo ricchezza.
Eppure il governo dice che andiamo benissimo e i conti sono a posto, e quindi viene spontanea la domanda: chi sbaglia?
Con un po’ di cattiveria si potrebbe dire che il governo si esprime e valuta le parole, mentre l’OCSE valuta i numeri, e siccome in economia contano i numeri che pesano più delle parole, ha ragione l’OCSE.

Questa affermazione, quantunque contenga un fondo di verità, è, però, troppo semplicistica.
Giustamente chi legge, avrebbe da ridire sulle affermazioni di Tremonti, perchè, guardando al proprio portafoglio, si rende conto di avere sempre meno soldi, e sempre più spese e tasse.
E allora?
Intanto premettiamo che le affermazioni dell’OCSE sono corrette e nessuno si è azzardato a smentirle, ma la cosa più importante da rilevare è che Tremonti, furbescamente, parla sempre di conti pubblici, che sono cosa ben diversa dai conti delle singole famiglie che si ritrovano ad essere sempre più povere.

L’OCSE parla del PIL che è un indicatore della ricchezza prodotta, mentre Tremonti, quando parla dei conti pubblici, si riferisce esclusivamente a quanti soldi entrano ed escono dalle casse dello Stato. Si potrebbe dire che, mentre Tremonti parla di “una parte della ricchezza”, l’OCSE, con il PIL, va a guardare tutta la ricchezza dell’Italia, ma anche così non basta, perchè, a peggiorare la situazione, Tremonti guarda una situazione statica, come se mostrasse una fotografia, mentre il PIL e l’OCSE parlano di una realtà dinamica, come un filmato, e infatti anche per il futuro l’OCSE vede nero, affermando che nel quarto trimestre, quindi nei prossimi mesi, l’Italia crescerà di un misero 0,1%, mentre la media dei paesi del G7 sarà dieci volte tanto, ovvero l’1%.

Questo mostra il grosso limite di questo governo, che, andando oltre alle dichiarazioni di Tremonti e Berlusconi, bada solo ai conti, ma non guarda alla crescita, non punta allo sviluppo, non guarda ai giovani, e a riprova di ciò, basta osservare che da più di 4 mesi manca il Ministro per lo Sviluppo Economico.
Il risultato di quanto detto è nell’assenza, in questi anni, di una politica economica tesa alla crescita, assenza che viene rimarcata nei 5 punti su cui Berlusconi vuole la fiducia, che riportano la totale assenza di una politica volta a fare crescere economicamente l’Italia e che sia a favore delle famiglie, creando un handicap per l’economia italiana che invece sarebbe, con i giusti stimoli, molto più vivace e dinamica.
A riprova di ciò basta consultare l’ISTAT, che registra per i primi 6 mesi, un grande dinamismo dell’economia privata, nonostante il governo.
Infatti l’ISTAT registra un aumento delle esportazioni, nei primi 6 mesi dell’anno, e anzi questi dati riservano parecchie sorprese.

Chi esporta di più non è il Veneto o la Lombardia, ma l’Italia Meridionale e le Isole come la Sicilia e la Sardegna se andiamo a considerare i settori che contribuiscono maggiormente alle esportazioni nazionali, osserviamo che gli incrementi più significativi si hanno per coke e prodotti petroliferi raffinati (piu’ 62,3 per cento), sostanze e prodotti chimici (piu’ 29,6 per cento), articoli farmaceutici, chimico-medicali e botanici (piu’ 18,7 per cento) e computer, apparecchi elettronici e ottici (piu’ 17,4 per cento). Chi invece segna il passo, anzi ha una flessione del 3,3% è il settore dell’abbigliamento.

Se vediamo i dati a livello regionale, osserviamo che viene facilmente confutata la tesi leghista che vuole il Sud, come una regione parassita che non produce nulla, infatti notiamo che per il coke e prodotti petroliferi raffinati le regioni che contribuiscono maggiormente alle vendite dirette verso l’estero e che registrano i maggiori incrementi settoriali sono Sardegna (piu’ 95 per cento), Liguria (piu’ 58,3 per cento), Lazio (piu’ 50,8 per cento), Lombardia (piu’ 49,5 per cento) e Sicilia (piu’ 42,4 per cento). Per le sostanze e prodotti chimici, i maggiori incrementi riguardano Sicilia (piu’ 82,1 per cento), Toscana (piu’ 41,5 per cento), Emilia Romagna (piu’ 33,7 per cento), Piemonte (piu’ 31,9 per cento), Veneto (piu’ 28,8 per cento) e Lombardia (piu’ 26,8 per cento).
Per il settore farmaceutico, che produce una parte importante del PIL italiano, osserviamo che per gli articoli farmaceutici, chimico-medicali e botanici le regioni con i maggiori incrementi sono Toscana (piu’ 98,6 per cento), Emilia-Romagna (piu’ 58,4 per cento), Lazio (piu’ 30,6 per cento), Piemonte (piu’ 18,1 per cento), Campania (piu’ 17,2 per cento) e Marche (piu’ 15,7 per cento); flessioni si registrano invece per la Lombardia (meno 1,2 per cento). Le esportazioni di computer, apparecchi elettronici e ottici sono particolarmente dinamiche da Emilia-Romagna (piu’ 25,1 per cento), Lombardia (piu’ 23,8 per cento), Piemonte (piu’ 16,3 per cento) e Toscana (piu’ 9,9 per cento); per il Veneto invece si registra una flessione (meno 2,4 per cento).

Come si vede quindi abbiamo una Italia estremamente dinamica, anche al Sud che, anzi, ha contribuito grandemente ai conti dello Stato con le sue esportazioni, anche se una parte importante di questo governo, vorrebbe cancellarlo.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Gaspare Compagno

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Angelo Vassallo, storia di un Sindaco vero

postato il 9 Settembre 2010

L’Udc ha dedicato ad Angelo Vassallo la scuola di formazione politica svoltasi quest’oggi a Chianciano

Due le parole che hanno contraddistinto Angelo Vassallo: Ambiente e Legalità. Due luci nelle notte, che hanno guidato il Sindaco di Pollica, comune in provincia di Salerno, un Sindaco vero, che purtroppo è stato freddato da 9 colpi di pistola nelle propria auto, mentre ritornava a casa intorno alla 22 di sera, la notte del 5 settembre. Aveva 57 anni, ma tutto si è fermato lì, in quella stradina. Tutto per 9 crudeli colpi di arma da fuoco, troppo feroci per uccidere soltanto.

“Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.

Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!”

da “X Agosto” di Giovanni Pascoli

Sull’accaduto indaga l’Antimafia, perché molti indizi indicano una precisa, anche se non unica, pista investigativa: l’omicidio di camorra. Il Sindaco Vassallo era un fiero sostenitore dell’ambiente, della sua tutela, della sua promozione, conscio che fosse una formidabile macchina per fare soldi e per portare benessere e serenità economica alla popolazione. Un progetto di rinnovamento, ristrutturazione, regolamentazione e riorganizzazione, il tutto con un pizzico di innovazione. Altre gravi situazioni si erano verificate per la preoccupante diffusione di cocaina nelle località turistiche del comune di Pollica. Forte anche la sua denuncia contro la collusione delle forze dell’ordine con la criminalità locale. Contro il male della droga, della mafia, dell’abusivismo, è intervenuto in prima persona Vassallo, mettendoci la faccia, l’anima, e anche la vita.

Acciaroli- Cilento ( Salerno) di GoldenpixelPollica è abbastanza lontana da Caserta, da Napoli e dagli altri centri cardine della criminalità campana. Sono più vicine Potenza, Melfi, Venosa, Lavello, Rionero e tutti gli altri abitati dell’alta Lucania, ai cuori pulsanti della camorra. La camorra si allarga, ricerca sbocchi, sonda il terreno e cerca nuovi luoghi dove impiantare il proprio malefico seme. A Pollica il terreno era fertile, ma il contadino Angelo sapeva fare il suo lavoro e ha saputo estirpare i germogli di questa erbaccia. Ma questo ha creato problemi. A chi? Il sostituto procuratore di Vallo della LucaniaAlfredo Greco commenta così a Sky Tg24 l’omicidio: «E’ un agguato in stile camorra con modalità brutte e pesanti, un’esecuzione cattiva con troppi colpi sparati».

Sono davvero rammaricato nel vedere un uomo ucciso in questo modo, con tanta rabbia, con tanto odio. Non bastava un colpo solo, o due (come se cambiasse qualcosa), ma ben 9 terribili spari. Un uomo non c’è più e quest’uomo era un Sindaco vero, rispettoso della sua terra, fiero della sua popolazione, degno della stima più sincera per l’ottimo, vivo, ingegnoso operato che portava avanti da molti anni. Ha cambiato la sua città, l’ha resa più ricca, più bella, conosciuta in tutta Italia, con picchi di efficienza stupefacenti. Ha costruito la sua città, come la voleva lui e come la volevano tutti. L’ha difesa, la sua città, dai carnefici affaristi, capaci, per un “no” ricevuto, di ammazzare.

Una città è sola, una popolazione senza guida. Ed ora? Cosa succederà? Chi li guiderà? Chi li difenderà con il proprio corpo? Chi li proteggerà dagli assassini del loro Sindaco? Il segnale lanciato alla popolazione è chiaro: chi si mette di traverso ha le ore contate. Si rischia la vita a fare il proprio dovere, il proprio mestiere e soprattutto a farlo bene. Come comportarsi? C’è bisogno di un nuovo sindaco, con la stessa forza, con la stessa integrità, con la stessa volontà ambientalista e legalitaria di Vassallo. Questo nuovo sindaco non servirà solo a Pollica, ma ogni Comune d’Italia dovrebbe trovare tra la propria popolazione Amministratori capaci e degni divivere la propria città e difenderla come se fosse la cosa più preziosa al mondo, come faceva Angelo.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Antonio Di Matteo

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Poche nascite e nessun sostegno per le famiglie. Quale futuro per l’Italia?

postato il 8 Settembre 2010

Sleeping di margianaItaliani? Soli al mondo tra quarant’anni.

Lo avevano detto tempo fa vari istituti come la Banca d’Italia, l’Istat e altri ancora: le famiglie sono sempre più povere e, per di più, poco sostenute economicamente dalle istituzioni.

“Italia, riposa in pace”. È questo il titolo di un articolo che compare oggi nel sito del Wall Street Journal, in cui si  stigmatizza la morte demografica del nostro paese.

Nell’articolo, firmato dal giornalista italiano Giulio Meotti, si legge che «se la demografia è un destino, l’Italia sta letteralmente morendo» e la sua bassa natalità «minaccia di avere conseguenze sociali ed economiche catastrofiche». Dunque, c’è ben poco da sperare.

Dal 1994 – i dati citati – il numero delle nascite è sistematicamente superato da quello dei decessi e la fertilità è ai livelli minimi: 1,3 figli per donna. Dati sconcertanti, se si pensa che negli anni Sessanta era di 2 bambini a coppia.
La crisi delle nascite, prosegue il WSJ, minaccia di avere conseguenze sociali ed economiche disastrose. Già oggi, il 22%  della popolazione italiana è in età pensionistica: uno dei tassi più elevati a livello mondiale.

L’Italia non è il solo Paese sull’orlo del suicidio  demografico, sottolinea l’editoriale, ma è il primo nel mondo che vive il cosiddetto “crossing over”, cioè il numero degli under 20 è inferiore a quello degli over 60. E infine, annuncia il quotidiano, entro il 2050, il 60% degli italiani non avrà fratelli, sorelle, cugini, zii o zie.

La famiglia è il pilastro fondamentale della società, ma oggi è abbandonata a se stessa. Sosteniamola in concreto, rivoluzioniamo il fisco con il quoziente familiare: chi ha più figli deve pagare meno tasse!

“Riceviamo e pubblichiamo” di Daniele Coloca

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I bambini? Per la Lega non sono tutti uguali

postato il 7 Settembre 2010

Con l’arroganza tipica di chi si sente vincitore e si sente potente, senza magari esserlo, la Lega inaugura il nuovo corso dei contributi alla famiglia, sommando ad un concetto positivo (l’aiuto alla famiglia), un concetto negativo, attuando una distinzione tra bambini “di razza italica” e bambini che non lo sono.
Ma andiamo con ordine.
Il Comune di Tradate (Varese) un paio di anni addietro, istituisce il cosiddetto “bonus bebè”, 500 euro per ogni bambino nato , con lo scopo dichiarato e condivisibile di incentivare le nascite e aiutare le famiglie.
Sembra una iniziativa bella, pura e lodevole.
Ma non è così, infatti andando a leggere i criteri di assegnazione si legge che il bonus è destinato solo a coppie dove i genitori sono cittadini italiani di nascita, escludendo le coppie miste e quelle straniere. Lo scorso 3 giugno il Tribunale di Milano, interessato della vicenda da un ricorso presentato dall’ACLI, emette una sentenza secondo la quale “i criteri di assegnazione del bonus bebè sono discriminatori” è ordina al comune di Tradate di correggere l’ordinanza.
Ed ecco il cambio di rotta della Lega. Prima avrebbe parlato di un fraintendimento, ma ora no.
Anzi, con decisa arroganza, il sindaco di Tradate (Lega -PDL, Stefano Candiani, afferma con una nota mezzo stampa che “il comune di Tradate rivendica il criterio di assegnazione in quanto il bonus bebè non si configura come un intervento rientrante fra i servizi sociali assistenziali obbligatori ma appartiene alla categoria degli incentivi collocata in ambito concettuale e giuridico tutt’affatto diverso ed altro rispetto ai servizi sociali obbligatori”.
Pensate che abbiamo toccato il fondo? Ma quando mai. Qui si riscrivono pagine di storia e di genetica. Qui si riesuma Goebbels, Hitler e quant’altri. Sono esagerato? Forse, ma giudicate voi.
Il sindaco Candiani, presenta ricorso alla sentenza del Tribunale di Milano, ricorso che verrà discusso la prossima settimana.
Quale è la motivazione di questo ricorso? Reggetevi forte e ricordatevi quanto ho detto su Goebbels e soci: secondo il comune di Tradate, il “bonus bebè” sarebbe stato istituito per “la salvaguardia del ceppo europeo”. Infatti, e cito testualmente: “Il fine perseguito non è nel modo più assoluto di garantire sostegno a un bisogno. Il fatto è che la popolazione europea mostra un forte tasso di calo demografico. E’ del tutto ovvio che alla morte dei popoli si accompagna la morte delle rispettive culture. Il bonus attiene al futuro della cultura europea indissolubilmente legata ai popoli dell’Europa medesima”.
Ancora più divertente, il manifesto che accompagna questa iniziativa, rappresentato da un bel bambino biondo e dalla carnagione lattea, ovvero per i leghisti il ceppo europeo è rappresentato solo da chi è biondo, con carnagione chiara, mentre tutti gli altri, evidentemente non lo sono.
Per i leghisti gli immigrati vanno bene se lavorano e li fanno arricchire, ma poi non devono avanzare neanche le più elementari pretese. Il sogno leghista sarebbe immigrati che lavorano e poi spariscono, diventando invisibili. Se poi non figliano, sarebbe anche meglio.
E qui, darei un premio per la faccia tosta e l’astuzia.
Astuzia perché, per giustificare un provvedimento palesemente razzista, parlano di “difesa della cultura europea”.
Faccia tosta, perché queste stesse parole, non le hanno mica gridate a Gheddafi che ha parlato di islamizzare l’Europa, o di dare il via libera e non fermare più gli immigrati clandestini. In quel caso, hanno abbozzato, e non hanno criticato, perché Gheddafi porta gli “sghèi” (o denaro per chi non conoscesse il dialetto lumbard) e perché la Lega è questa: un partito che si presenta in un certo modo, ma agisce in un altro: protesta, ma poi è la prima ad intascare privilegi.
Ricordiamoci di Alessandro Noventa, Assessore leghista, inquisito perché gestisce un giro di prostituzione; oppure pensiamo a Ballaman che recentemente ha dovuto rinunciare alla presidenza del Friuli perché sorpreso ad usare l’auto blu per scopi personali, appesantendo i conti dell’erario; certo la Lega lo ha scaricato, ma io mi chiedo se davvero fossero all’oscuro del comportamento del loro collega di partito.
Ma torniamo a Tradate.
Voi penserete che è un piccolo paesino e quindi non fa testo, e invece no: a Brescia, il sindaco del PDL, Adriano Paroli, ha stanziano 1 milione e 250 mila euro per dare 1000 euro di contributo ad ogni bebè nato nel 2008, purché sia bresciano o di genitori italiani. E quando il tribunale nel 2009 ha imposto di estendere questo contributo anche agli immigrati, ecco un’altra prova di faccia tosta: il contributo viene tolto a tutti, anche agli italiani, così alle prossime elezioni si potranno aizzare ancora di più gli animi contro gli immigrati e contro gli avversari politici che chiedono regole chiare per tutti.
Però nulla di tutto ciò, il PDL e la LEGA ha avuto il coraggio di dirlo a Gheddafi.
Forse prima che dei 5 punti, dovrebbero discutere del coraggio e della coerenza dei propri comportamenti.

‘Riceviamo e Pubblichiamo’

di Gaspare Compagno

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Contro la criminalità serve uno spirito unitario

postato il 6 Settembre 2010

Uno stato come il nostro non puo’ consentirsi un tasso di criminalità così alto in regioni come la Campania, la Calabria e la Sicilia.
Non c’è futuro nel Paese se il condizionamento criminale è così forte, e non potremo mai avere la possibilità di ricreare uno spirito unitario tra Nord e Sud se nel Mezzogiorno questa battaglia si perde. E’ una battaglia che bisogna condurre tutti assieme, perché il nemico è comune.

Pier Ferdinando

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Casini: «Maggioranza al capolinea. Gianfranco mi copia tardi»

postato il 6 Settembre 2010

Pubblichiamo da Il Corriere della Sera l’intervista a Pier Ferdinando  Casini di Monica Guerzoni

«Gianfranco? Dovrei denunciarlo per plagio…».

Vuoi dire che Fini l’ha copiata, presidente Casini?
«Insomma, dalle quote latte alla vicenda Gheddafi, dalla necessità di cambiare la legge elettorale al quoziente familiare, ha detto cose che noi sosteniamo da anni».

Il Pdl una Forza Italia allargata.
«Noi lo dicemmo due anni fa, quando lui saliva sul predellino. Eppure Berlusconi lo conosciamo bene, è simpatico e avvolgente, ma è anche prevedibile. Perché Fini ci ha fatto un partito insieme?».

E adesso, che succede?
«Probabilmente il premier si sente vittima di chissà quale tradimento. Lui, che ha una idea proprietaria del partito, si chiederà perché Fini si comporti così, dopo che lui lo ha fatto presidente della Camera». [Continua a leggere]

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Bene Fini, premier capisca che si è chiusa una fase

postato il 5 Settembre 2010

Al Paese serve fase di responsabilità ampia

L’unica questione di vero dissenso con Fini è che noi già due anni fa dicevamo che il Pdl sarebbe stata un Forza Italia allargata. Allora lui aderì a quel progetto e salì sul predellino. Oggi lo dice anche lui e fa un’analisi in gran parte condivisibile: chiede il quoziente famigliare, una legge elettorale che restituisca la scelta agli elettori, un federalismo equilibrato e pone la questione, dopo la visita di Gheddafi, di un’idea di mortificazione della politica estera.
E’ inoltre importante che tenga fede al patto di legislatura mettendo al riparo da ogni ipotesi avventata di elezioni anticipate.
Ora Berlusconi vada in Parlamento per dire che una fase si e’ chiusa e faccia appello anche alle opposizioni per una responsabilita’ ampia necessaria al Paese: nell’opposizione non sono tutti ‘sfascisti’ e la situazione italiana resta drammatica.

Pier Ferdinando

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Immigrati di seconda generazione, italiani come noi

postato il 4 Settembre 2010

Esiste un’immigrazione silenziosa, che non fa scalpore, integrata, che non va sui media nazionali ma che ogni giorno convive con i nostri figli nelle scuole e nelle università italiane. Sono gli italiani di seconda generazione, figli di immigrati, per lo più nati in Italia o arrivati qui molto piccoli. Giovani che hanno studiato la lingua, l’arte, la storia, la cultura italiana ma che nonostante questo sentono di essere italiani a metà perché privati di diritti legittimi. Non possiamo consentire che lì dove l’ integrazione ha superato ogni diversità e ne ha fatto elemento di arricchimento umano e culturale per i nostri figli, sia la burocrazia ad alzare le barriere.
Ad Amine, e a quelli come lui che vogliono vivere nella libertà e che hanno fatto propri i valori della nostra Costituzione, l’italianità non può essere negata.

Pier Ferdinando

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