Tutti i post della categoria: Rassegna stampa

Rassegna stampa, 24 febbraio 2011

postato il 24 Febbraio 2011

Casini: «Gestire insieme questa emergenza» (Avvenire)

Berlusconi: stop alle violenze, ma attenti al dopo (Carlo Marroni, Sole24Ore)

Dini: “I massacri dei civili sono inaccettabili, ma non vogliamo la fine di Gheddafi” (Alberto Mattone, La Repubblica)

I timori del Cavaliere dopo la svolta: “Adesso quel pazzo ci tirerà i missili” (Francesco Bei, La Repubblica)

Fosse comuni a Tripoli, paese spaccato (Roberto Bongiorni, Sole24Ore)

Rusconi – Il grande gelo tra Roma e Berlino (Gian Enrico Rusconi, La Stampa)

Franco – La crisi nel Maghreb, per paradosso riduce il rischio di elezioni (Franco Massimo, Corriere della Sera)

Il punto di Folli – Un «aiuto» da Tripoli: Bossi dice quello che altri pensano (Stefano Folli, Sole24Ore)

Quei dieci amici pericolosi dell’Italia fra gas, petrolio e rischi di nuove rivoluzioni (Mario Ajello, Il Messaggero)

E ora il premier cerca un nuovo “omnibus” (Marco Conti, Il Messaggero)

Berlusconi: riforme o non ci sarà speranza. Il Pdl accelera su processo breve e «conflitto» (Marco Galluzzo, Corriere della Sera)

Bragantini – Milleproroghe o zeroregole (Salvatore Bragantini, Sole24Ore)

“Hai combinato un pasticcio”. Torna la tensione tra Berlusconi e Tremonti (Amedeo La Mattina, La Stampa)

Il Senatur bacchetta Silvio. Meglio prenderlo sul serio (Gianluigi Paragone, Libero)

Eco a Gerusalemme attacca il Cavaliere. È polemica (Francesco Battistini, Corriere della Sera)

Severgnini – Che cosa sente e pensa l’opinione pubblica (Beppe Severgnini, Corriere della Sera)

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Rassegna stampa, 23 febbraio 2011

postato il 23 Febbraio 2011
Continua il caos in Libia: come spiega un redivivo Frattini, infatti, il “dopo-Gheddaffi” è una vera e propria incognita e il discorso (terribile, per dirla con la Merkel) di ieri del Rais non fa che confermare il fosco quadro di questi giorni. Il Governo, uscito – pare – dallo stato comatoso dell’ultima settimana, ha accolto la proposta di Casini di dar vita a un’unità di crisi con maggioranza e opposizione (anche se si registra il no di Bersani): perché, come spiega Folli sul Sole, per far fronte a questa situazione serve uno “sforzo di coesione nazionale”. Per capire meglio, poi, leggete anche Romano, sul Corriere, e De Mattia su Milano e Finanza. Acque agitate anche sul versante della politica: Napolitano ha stoppato il Decreto Milleproroghe, spiegando che non può assolutamente diventare una nuova Finanziaria; Fini medita il rilancio di Futuro e Libertà, dopo l’abbandono – ieri – anche di Viespoli e Saia; il Terzo Polo pensa a un gruppo unico al Senato, l’Udc guadagna un nuovo senatore e, secondo i sondaggi, Casini è il miglior leader per i nuovi moderati.

Un comitato sulla crisi: «Pronti a ogni sviluppo» (Alessandro Trocino, Corriere della Sera)

Unità di crisi, sì del governo a Casini. Bersani frena: non confondiamo i ruoli (Il Messaggero)

Frattini: «Un’ondata di 300 mila arrivi. Il dopo-Gheddafì è un’incognita» (Alessandra Arachi, Corriere della Sera)

Berlusconi chiama il rais: “Nessun razzo italiano” (Vincenzo Nigro, La Repubblica)

Il punto di Folli – L’emergenza libica richiede uno sforzo di coesione nazionale (Stefano Folli, Sole24Ore)

Romano – Le colpe nostre (e degli altri) (Sergio Romano, Corriere della Sera)

De Mattia – Con la Libia la realpolitik da vantaggi illusori (Angelo De Mattia, MF)

Milleproroghe, stop di Napolitano: non può diventare una Finanziaria (Claudio Rizza, Il Messaggero)

E Gianfranco si chiude nel bunker: “Non è più il tempo dei ripensamenti” (La Repubblica)

Senato, il Terzo Polo pensa al gruppo unico. Nell’Udc arriva un altro senatore ex Pd (La Repubblica)

La “morsa padana” frena il Cavaliere (Marco Conti, Il Messaggero)

Bossi vuole la fiducia sul federalismo (Carlo Bertini, La Stampa)

Nuova social card, ora il governo frena (Alessia Guerrieri, Avvenire)

Sbarchi senza sosta. E la Sicilia “si ribella” (Alessandra Turrisi, Avvenire)

E per i sondaggi è Casini il leader ideale del Terzo Polo (Il Riformista)

Tutti i media del Carroccio in mano a Renzo Bossi (Marco Cremonesi, Corriere della Sera)

Cattaneo non era padano (Federico Orlando, Europa)

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Rassegna stampa, 22 febbraio 2011

postato il 22 Febbraio 2011
Precipita la situazione in Libia: il dittatore Gheddaffi (improvvisamente, chissà perché, è tornata la libertà di chiamare le cose con il vero nome) sembra sparito nel nulla, mentre l’Europa prende ufficialmente posizione, condannando senza appello le violenze di questi giorni. E l’Italia? Ancora una volta nell’occhio del ciclone: Berlusconi, come ci spiega ItaliaOggi, dopo averlo definito un “leader di grande saggezza”, è ora “in fuga da Gheddaffi”, tanto è l’imbarazzo. Il timore più concreto è un aumento vorticoso dei flussi migratori dal Nord Africa e per questo Maroni ha già costituito l’Unità di Crisi, aprendola però anche ai contributi dell’opposizione (leggete Sarzanini per capire), così come già auspicato da Casini (lo trovate sul Messaggero). Ma c’è un’altra, fondata paura, ed è legata all’economia: come ci raccontano Venturini sul Corriere e Cellino sul Sole, l’effetto Tripoli rischia di percuotersi pesantemente sul nostro sistema finanziario (Piazza Affari ha già perso il 3,6%); del resto, noi, qualche mese fa, vi avevamo già raccontato come lo strano feeling tra B. e il Colonnello (una vera e propria Premiata Ditta) orbitasse proprio intorno a pesanti rapporti economici, assetti societari e grandi appalti. Nel frattempo: sempre più vicina la resa dei conti in Fli e nessuna possibilità di riforme condivise sulla Giustizia.

Maroni: unità di crisi aperta all’opposizione (Fiorenza Sarzanini, Corriere della Sera)

L’Europa condanna, gelo sull’Italia (Vincenzo Nigro, La Repubblica)

L’ondata migratoria e la fuga delle imprese allarmano Palazzo Chigi e Farnesina. Casini- unità di crisi anche con l’opposizione (Il Messaggero)

Il trattato capestro che ci lega al raìs (Giampiero Gramaglia, Il Fatto Quotidiano)

II governo è in fuga da Gheddafi (Adriano Franco, ItaliaOggi)

Effetto Tripoli- Piazza Affari crolla del 3,6% (Maximilian Cellino, Sole24Ore)

Venturini – Interessi e valori (Franco Venturini, Corriere della Sera)

II Cavaliere prepara l’ultimo attacco a Fini e rallenta sul rimpasto (Marco Galluzzo, Corriere della Sera)

II Parlamento-caserma Silvio sposta le truppe Fli al Senato non c’è più (Natalia Lombardo, L’Unità)

Trivulzio, appartamenti venduti a prezzi da outlet (Marco Alfieri, La Stampa)

“Ma che Padania, sembra Radio Arcore”. La base leghista: “Qui facciamo leggi solo per Berlusconi” (Rodolfo Sala, La Repubblica)

Riforme ad personam: no di terzo polo e Pd (Carlo Fusi, Il Messaggero)

Il punto di Folli – Nessun margine per una riforma condivisa della giustizia (Stefano Folli, Sole24Ore)

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Rassegna stampa, 20 febbraio 2011

postato il 20 Febbraio 2011
Eccolo qui il Berlusconi d’annata – tanto auspicato da Ferrara – pronto a rinverdire il nostro panorama politico con le solite riforme che non si sono mai fatte: oggi è la volta della Consulta. Che – quasi fosse il Tempio di Gerusalemme – entro tre giorni verrà trasformata radicalmente, (o distrutta e fatta risorgere?): piccata la reazione degli addetti ai lavori, con Armando Spataro che invoca l’aiuto del Quirinale e Capotosti che invece ci spiega come B. abbia deciso di presentare il conto ai giudici, rei di aver bocciato le leggi ad personam. In questo fosco panorama politico-giudiziario, si registrano poi: l’appello di Casini, che ricorda che non sarà l’immunità a salvare i rapporti tra politici e magistratura (chi amministra e governa deve rispettare una sola regola, “quella della trasparenza”); l’apertura di una parte del Pd anti-giustizialista; lo sdegno dell’editorialista Bianconi, che sul Corriere scrive di “provvedimenti-ritorsione” ai danni di chi ha il coraggio di dire no alle porcate di questo Governo. Ernesto Galli Della Loggia, sempre sul Corriere, fa una disamina della nuova antropologia (targata Isola dei Famosi), mentre Giuliano Ferrara, sul Giornale, fa un appello a Bersani, e Scalfari, su La Repubblica, attacca “il don Giovanni precipitato all’Inferno”. Infine, assolutamente da riprendere e applicare, è l’invito fatto da Beppe Severgnini: il 17 marzo, festa nazionale, tutti con una coccarda tricolore, perché “è un segno collettivo che denota una scelta personale: le bandiere si guardano, una coccarda s’indossa”.

Immunità, Casini: non è soluzione (Il Messaggero)

Berlusconi: “Cambieremo la Consulta” (Goffredo De Marchis, La Repubblica)

Berlusconi: “Preoccupato ma non voglio disturbare” (Corriere)

Spataro: “Si ribaltano i cardini della Carta, solo il Quirinale può fermarli” (Liana Milella, La Repubblica)

Capotosti: “La Corte paga per aver bloccato le leggi ad personam” (Paolo Festuccia, La Stampa)

A ogni crisi politico-giudiziaria arriva l’annuncio Intercettazioni (Giovanni Bianconi, Corriere)

Sacconi: è ora di unire moderati e riformisti (Dario Di Vico, Corriere)

Quell’Italia che vive nell’Isola dei famosi (Ernesto Galli Della Loggia, Corriere)

Pd, la tentazione del ritorno dell’immunità (Maria Teresa Meli, Corriere)

Non molliamo Bersani nell’harem puritano (Giuliano Ferrara, Il Giornale)

La sua Africa (Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano)

Gli italiani: bene l’Unità, dubbi sul federalismo (Roberto D’Alimonte, Sole24Ore)

Gli alleati immaginari (Angelo Panebianco, Corriere)

Federalismo al via senza cinque regioni (Sergio Rizzo e Mario Sensini, Corriere)

E Fli rischia di perdere anche il controllo del Secolo (Francesco Cramer, Il Giornale)

Don Giovanni all’Inferno e Benigni in Paradiso (Eugenio Scalfari, La Repubblica)

Coraggio, mettiamoci una coccarda (Beppe Severgnini, Corriere)

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Rassegna stampa, 19 febbraio 2011

postato il 19 Febbraio 2011
E alla fine pare che – salvo ulteriori complicazioni – il17 marzo sarà Festa Nazionale. Ieri, il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato il decreto di istituzione della festa, con una sorpresa (mica tanto, poi): i ministri della Lega (Calderoli e Bossi, assente Maroni) hanno scelto di votare no, definendo la festa una “follia incostituzionale”. Curioso, no?, che proprio loro vengano a farci la morale su cosa è costituzionale o su cosa no. Nel frattempo, Casini ribadisce il suo no a una Santa Alleanza a Berlusconi (e, su Liberal, Biagio De Giovanni, Gianfranco Pasquino e Massimo Cacciari gli danno ragione): sarebbe solo un grande, grandissimo favore al Cav; che senso avrebbe, infatti, fare un cartello elettorale per le riforme, escludendo il centrodestra? Potrebbe solo essere un incentivo per i delusi del Pdl a tornare a votare B., altroché. Il Corriere ci racconta poi la tregua tra Fini e Urso; Jacopo Jacoboni stende su La Stampa un impietoso (e ottimo) ritratto dei sempre “Disponibili”, quelli che – per intenderci – non solo si vendono al miglior offerente, ma in più vorrebbero farci credere di farlo per il bene delle Istituzioni; Europa ci spiega che esiste una “terra di mezzo” a cui il Pd non riesce a parlare e che pertanto è preda delle mire dei moderati del Nuovo Polo; Peppino Caldarola, sul Riformista, traccia infine una disamina dei nuovi file di Wikileaks (ma ci pensate all’imbarazzo dell’americano che scriveva quelle cose di Berlusconi?).

“Unità d’Italia, sarà festa”. Ma il Caroccio: una follia (Corriere)

Una “santa alleanza” fra tutte le opposizioni? Casini si sfila: Un “santo regalo” al Cavaliere (Avvenire)

“Ha ragione Casini” (Enrico Cisnetto, Liberal)

Potenza di fuoco berlusconiana (Linea)

Maggioranza debole. Niente voto in commissione (Marco Nobili, Sole24Ore)

“Lo faccio per le istituzioni”. La carica dei sempre Disponibili (Jacopo Jacoboni, La Stampa)

Letta: “La classe dirigente deve venire allo scoperto” (Carlo Bertini, La Stampa)

La terra di mezzo che rifiuta il Pd (Mariantonietta Colimberti, Europa)

Il Cav peggiore fotografato da un americano a Roma (Peppino Caldarola, Il Riformista)

Il Cav mette fretta al ddl giustizia (ItaliaOggi)

Fli: clima pesante, in campo mezzi finanziari e mediatici (Valerio Goletti, Secolo d’Italia)

Fini prova a convincere Urso: “Per te un ruolo nel nuovo polo” (Andrea Garibaldi, Corriere della Sera)

E’ quasi a secco l’esercito del bene (Fabio Poletti, La Stampa)

Camera, la maggioranza non c’è. Per ora (Raffaella Cascioli, Europa)

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Rassegna stampa, 18 febbraio 2011

postato il 18 Febbraio 2011
Vi ricordate quando, in occasione del voto di sfiducia al Governo Berlusconi, avevamo paragonato il Parlamento a Piazza Affari, con le quotazioni di governo e opposizioni in continuo saliscendi e con annessi azionisti che passavano agilmente da uno schieramento all’altro? Ecco, adesso – visto che si avvicina la data del processo a B. per i fattacci di Arcore, il grande valzer parlamentare è ricominciato e il Transatlantico viene battuto dal trio “pigliatutto” (leggete il Messaggero): Verdini, Santanché e Moffa che sono alla ricerca di tutti i disperati, tormentati e dubbiosi possibili. Futuro e Libertà, per esempio, ha perso 2 deputati e 2 senatori (e altri sembrano tentati da un ritorno a casa) e i pretoriani del Premier sembrano rinvigoriti: pare, addirittura, che si stia pensando alla creazione di due nuovi gruppi, tra Camera e Senato, di “meridionalisti” e “settentrionalisti”, di “ali Sud” e “ali Nord” (o erano Curve?); e ci sono anche grandi sorprese, come quelle di Paolo Guzzanti: ha infatti deciso di dismettere i panni di primo profeta della mignottocrazia berlusconiana e di indossare quelli di figliolo al prodigo, andando a ingrossare le fila dei Responsabili. Dicono bene Casini, che spiega come B. si batta con le idee e non con le “Sante Alleanze”, e Fini, che sul Secolo d’Italia scrive di un’altra Italia, che vive (e soffre, aggiungiamo noi) fuori dal Palazzo. Peccato che non la pensino tutti come noi.

Casini chiude a Bersani: no alla «santa alleanza» (Lorenzo Fuccaro, Corriere della Sera)

Casini seppellisce la grande alleanza (Paolo Festuccia, La Stampa)

L’altolà dì Casini: non crediamo alle sante alleanze anti-Berlusconi (Claudio Rizza, Il Messaggero)

E Casini mette i paletti: «No a sante alleanze anti-Silvio, mai l’Udc assieme al Pd» (Francesco Ghidetti, QN)

Casini: “Ha ragione lui, Silvio ha un impero” (Avvenire)

Casini affonda la Santa Alleanza: «Sarebbe un regalo per Silvio» (Libero)

Berlusconi gongola: “Ora tutti in piazza” (Amedeo La Mattina, La Stampa)

Fuori dal palazzo c’è un’altra Italia (Gianfranco Fini, FFwebmagazine.it)

Sorgi – La mancata rinuncia alla Presidenza della Camera rischia di costare carissima (Marcello Sorgi, La Stampa)

Conflitto d’attribuzione, i paletti della Consulta: «La competenza è della Cassazione» (Virginia Piccolillo, Corriere della Sera)

Di Pietro vota con la maggioranza. Scatta l’ira di Pd e centristi (La Stampa)

Baio Dossi: «Cattolici a disagio anche nella sinistra» (Ettore Colombo, Il Riformista)

Sudisti tirolesi ed ex moralisti: l’esercito della salvezza (Mario Ajello, Il Messaggero)

Economia della conoscenza – Il digitale non distrugge trasloca l’occupazione (Luca De Biase, Sole24ore)

Mario Draghi: “Basta banche troppo grandi per fallire” (Alessandro Barbera, La Stampa)

Il pugno di ferro di Gheddafi, la rivolta s’estende, venti morti (Giampaolo Cadalanu, La Repubblica)

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Rassegna stampa, 16 febbraio 2011

postato il 16 Febbraio 2011
Quella di ieri è stata sicuramente una giornataccia per il Premier Berlusconi, che – come ci spiega Ezio Mauro su La Repubblica – aveva scelto di scendere in Sicilia per riacquistare credibilità e invece è stato costretto a una fuga immediata subito dopo l’annuncio del rinvio a giudizio: la cosiddetta “Struttura Delta” (copyright sempre della Repubblica) aveva messo su un ingegnoso piano di riabilitazione mediatica di B. Piano smontato proprio dall’accelerazione della Procura di Milano, che ha fissato per il 6 aprile la prima udienza (ironia della sorte, sarà giudicato da tre donne) ed è pronta quindi a giudicare su reati gravi quali la concussione e la prostituzione minorile. In questo torbido quadro è interessare monitorare poi anche le mosse della Lega, che come ci spiegano Sole e Corriere, ha scelto di restare fedele al Pdl solo fino all’approvazione del Federalismo e muoversi con le mani libere dopo, magari cercando una convergenza con il Pd di Bersani “leghista” (Il Manifesto). Siamo dentro al Dopo Berlusconi, ormai, e forse – finalmente – questa lunga, lunga agonia potrebbe conoscere la fine: certo, per dirla con Sorgi su La Stampa, è triste che in Tribunale finirà anche questa seconda, fallita, repubblica. Ma tant’è, questa è la vita.

Le accuse dei pm, l’ira del premier (Ferrarella Luigi, Corriere della Sera)

Berlusconi a giudizio il 6 aprile per concussione e prostituzione. Il gip: “Le prove sono evidenti” (Emilio Randacio, La Repubblica)

Berlusconi non cede e punta sugli atti di governo (Marco Galluzzo, Corriere della Sera)

La Lega «fedele» ma si tiene pronta al dopo (Lina Palmerini, Sole24Ore)

La strategia del Carroccio: sì al federalismo, poi liberi tutti (Marco Cremonesi, Corriere della Sera)

Bersani: Berlusconi a casa e si voti. L’Udc: chiarire tutto al più presto (Nino Bertoloni Meli, Il Messaggero)

«Vanno fermate le fughe di notizie dal Csm» (M. Antonietta Calabrò, Corriere della Sera)

Fli, ancora nervi tesi. Ma la scissione non c’è (Fabio Martini, La Stampa)

L’opposizione c’è ma non si vede Bersani leghista e Vendola fìniano (Matteo Bartocci, Il Manifesto)

«Adozioni ai single? Nessuna pressione» (Paolo Bellario, Avvenire)

Famiglia Cristiana: Nuovo affondo sul Cavaliere- «Tre giudici donna? Una nemesi». L’ira di Frattini (Il Giornale)

Marchionne: «Fiat non lascia l’Italia, ecco le condizioni» (Antonella Baccaro, Corriere della Sera)

“La Libia non rispetta i patti, così ha provocato la nuova crisi”, la denuncia dei servizi segreti (Carlo Bonini, La Repubblica)

Romano – Accettare il giudizio (Sergio Romano, Corriere della Sera)

Mauro – La misura è colma (Ezio Mauro, La Repubblica)

Sorgi – In tribunale anche questa repubblica (Marcello Sorgi, La Stampa)

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