Tutti i post della categoria: Rassegna stampa

Basta soldi sporchi alle moschee. Serve trasparenza sui fondi esteri

postato il 26 Agosto 2017

L’intervista di Pier Francesco De Robertis pubblicata su QN 

«Il problema è complesso, ma allo stesso tempo terribilmente reale. E quindi occorre prendere di petto la questione. Perché una cosa è certa: così non si può andare avanti».

Che cosa non le torna, presidente Casini, quando si parla di finanziamenti stranieri alle moschee e ai centri di preghiera islamici in Italia?
«Adesso non c’è la benché minima trasparenza sui sovvenzionamenti stranieri ai luoghi di culto musulmani. Arrivano soldi un po’ da tutte le parti, per i motivi più disparati, senza che nessuno riesca a verificarne fonte, scopi ed entità. C’è una zona buia troppo vasta e si sa che nella zone buie succede di tutto».

Quale soluzione propone?
«I soldi devono essere tutti assolutamente certificati, ovviamente non devono provenire da nazioni o organizzazioni che finanziano o sono sospettati di finanziare cellule terroristiche o simpatizzanti del terrorismo, e la nostra autorità di pubblica sicurezza deve essere in grado di controllare quei denari. Penso a un meccanismo per il quale i finanziamenti giungano a un fondo per il culto presso il ministero dell’Interno che si deve preoccupare di smistarli e assegnarli a seconda del desiderio del donatore. In questo modo si potrebbe anche chiedere l’assoluta trasparenza dei bilanci delle moschee stesse».

Alcuni Stati come l’Austria, hanno vietato le sovvenzioni straniere alle moschee. È un modello replicabile?
«La realtà austriaca è molto diversa dalla nostra e quindi diciamo che un bando assoluto all’ingresso di contributi stranieri per i luoghi di culto non è praticabile, se non altro per un problema di reciprocità. Pensiamo per esempio all’attività della Conferenza episcopale italiana che meritoriamente sostiene l’edificazione di scuole, ospedali e centri di preghiera in molti Paesi…».

Accanto ai dubbi capitali per i luoghi di culto, ci sono anche i miliardi di petroldollari in chiaro, con i quali gli emiri stanno comprando pezzi della nostra economia. Trova normale tutto questo?
«Se si parla di patrimoni legittimi, che arrivano da nazioni senza legami con il terrorismo, non ci vedo niente di male. Spesso siamo noi italiani che sollecitiamo questi investimenti, penso ad Alitalia. E siamo noi a lamentarci se poi questi soldi invece che in Italia finiscono in Francia o Gran Bretagna…»

Torniamo alle moschee. Se un sindaco dichiara di volerne una, perde le elezioni.
«Occorre essere realisti. Se chiediamo la fine della zona grigia dobbiamo essere disposti a concedere spazi di preghiera pubblici e trasparenti. Sarò quindi impopolare, ma dico sì alle moschee. Meglio uno spazio unico, allargato, che tanti piccoli luoghi di preghiera nascosti fuori dal controllo degli imam e di quella parte dell’Islam che vuol collaborare con noi».

E i controlli sugli imam?
«Sono fondamentali anche quelli, e purtroppo oggi latitano. Gli imam devono obbligatoriamente predicare in italiano, essere iscritti a un albo certificato che la nostra autorità di pubblica sicurezza deve poter verificare».

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Per i Dem non è l’ora di fare gli schizzinosi, si alleino con il centro

postato il 18 Agosto 2017

L’intervista di Antonio Fraschilla pubblicata su Repubblica

 

Invita Alfano e il Pd a «chiudere l’alleanza in fretta per le regionali in Sicilia guardando alle prossime politiche». E a chi in Alternativa popolare risponde ancora agli appelli di Berlusconi dà un «consiglio»: «Silvio è il più grande, un appello non si nega a nessuno e Berlusconi non prende impegni: lui sta con Salvini». Il leader dei centristi Pier Ferdinando Casini lancia un appello: chiudere «subito» l’intesa nel centrosinistra.

Onorevole Casini, teme che gli alfaniani vadano a destra?
«Tutti i giorni Salvini ci insulta e almeno di questo lo ringrazio: deve apparire chiara la differenza tra noi e loro. Un moderato in condominio con Salvini non ci può stare e quando sento i rituali appelli di Berlusconi all’unità del centrodestra che spingono i centristi ad allearsi con Salvini mi chiedo che senso abbia tutto questo».

Quale risposta si dà?
«Non ha nessun senso. Io non busserò mai alla porta di Salvini: per me vincere con lui sarebbe come se in Francia i centristi avessero vinto con la Le Pen. Non sarebbe una vittoria, ma soltanto il consegnarsi al cialtronismo politico». [Continua a leggere]

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«Angelino non ha scelta, inevitabile l`intesa col Pd»

postato il 10 Agosto 2017

Silvio prigioniero dei veti di Salvini e Meloni

L’intervista di Paolo Mainiero pubblicata su “Il Mattino”

Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Esteri del Senato, fondatore di Centristi per l’Europa: la Sicilia è diventata il crocevia della politica italiana?
«In Italia ogni elezione amministrativa è un evento che provoca cataclismi. Quando poi si vota in una regione importante come la Sicilia, a pochi mesi dalle politiche, è chiaro che tutti corrono a posizionarsi in attesa del verdetto della Sibilla Cumana».

Centrosinistra e centrodestra annaspano alla caccia di una coalizione e tirano per la giacca Ap e Alfano. Ma a furia di tirare, la giacca si strappa…
«La difficoltà delle coalizioni è la difficoltà della politica italiana. Una politica che sta smarrendo la bussola e in cui i partiti sono sempre più evanescenti e sostanzialmente subiscono le impronte leaderistiche. In questo contesto, il centrosinistra non ha fatto ancora i conti con la sua direzione di marcia, come dimostrala polemica latente su Minniti (che sostengo senza riserve), mentre il centrodestra è sospeso tra un Berlusconi che vorrebbe riscoprire la sua vocazione moderata e Meloni e Salvini che giocano le carte principali». [Continua a leggere]

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Migranti: Casini loda il codice Ong «I cattolici stanno con Minniti»

postato il 10 Agosto 2017

Il Papa non vuole i trafficanti

L’intervista di Antonella Coppari a Pier Ferdinando Casini pubblicata su QN

Convinto anzi arciconvinto che il codice di comportamento per le Ong sia sacrosanto determinato ad appoggiare senza se e senza ma la svolta di Minniti sull’immigrazione che sta producendo ottimi risultati di fronte a voci critiche che si levano dal mondo cattolico Pier Ferdinando Casini presidente della Commissione Affari esteri del Senato con solide radici cristiane, non ha dubbi: “Se si facesse un referendum tra gli italiani che vanno a Messa la domenica sono sicuro che la maggior parte di loro si schiererebbe con il ministro dell’Interno”.

Ma la solidarietà nei confronti dei migranti non dovrebbe essere un imperativo categorico per un cristiano?
“Sicuramente. Ma è un imperativo altrettanto categorico trattare le persone da esseri umani e non da bestie. E siccome chi arriva oggi in Italia va ad alimentare il racket della prostituzione della droga e della criminalità io dico che con i mercanti di schiavi ci deve essere tolleranza zero”. [Continua a leggere]

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SICILIA: AVANTI CON ALLEANZA MODERATI-PROGRESSISTI

postato il 8 Agosto 2017

Sintonia con Alfano: nostro candidato D’Alia, ma serve scelta condivisa da tutti

La conferenza stampa organizzata in Palazzo Busacca a Scicli (Ragusa).

Per noi serve coerenza. Quella che ci ha portato al governo nazionale con Renzi a sostenere Gentiloni, è la stessa coerenza che vogliamo in Sicilia, con moderati e progressisti a dar vita ad una coalizione per la Sicilia.
Sapete che lavoriamo in sintonia con Alfano sia a Roma che in Sicilia. In Sicilia posso citare diverse candidature che vogliamo proporre: Gianpiero D’Alia, ma anche La Via, Misuraca. Le metteremo sul tavolo aperti a quelle che proporranno gli altri, in un progetto organico. Il candidato alla presidenza della Regione Sicilia è troppo importante e arriverà dopo una concertazione, senza imposizioni.
Rispetto le ipotesi di candidati civici ma vorrei che cogliessimo l’occasione politica che oggi c’è in Italia, per dire che la politica o continua a vergognarsi, e sarà subalterna ai populismi di destra e sinistra, o si riappropria del suo ruolo per svolgerlo in prima persona. La politica pulita deve fare dieci passi avanti, non vogliamo seguire il tour dei 5 stelle nelle spiagge. A Roma governano loro, andateci e vedete com’è amministrata. L’elemento dell’esperienza politica è fondamentale, in Sicilia non c’è bisogno di un dilettante che faccia apprendistato.
Vogliamo una alleanza chiara ed esplicita, coerente con la scelta a livello nazionale. Dissensi tra Alfano e Renzi ci sono stati, ma capitano e non si possono trasformare in tempeste. Sarei molto interessato a un progetto Ppe in Italia, magari ci fosse. Ma all’orizzonte non lo vedo: la golden share è in mano a Meloni e Salvini, come si è visto con la candidatura di Musumeci.

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«Alfano sia coerente, sarebbe incomprensibile un suo ritorno a destra»

postato il 31 Luglio 2017

Lo spazio per una proposta politica c’è

L’intervista di Paola Di Caro pubblicata sul Corriere della Sera

E’ «impressionato» Pier Ferdinando Casini dalla «assoluta indifferenza con la quale ormai ci si muove da una parte all’altra, sia a destra che a sinistra». Il passaggio di parlamentari dalla maggioranza all’opposizione, dopo aver assistito al flusso contrario, colpisce il presidente della commissione Esteri del Senato, che col suo partito ha rischiato più volte negli anni corse solitarie e che agli amici centristi, Alfano compreso, manda un messaggio chiaro: «Dopo aver collaborato per quattro anni e mezzo con tre governi di centrosinistra, sarebbe incomprensibile per gli elettori un ritorno a destra, sarebbe la fine della politica». Meglio procedere «con coerenza, perché lo spazio per una proposta politica c’è, ed è enorme».

Cosa la scandalizza, dopo anni in cui si è visto di tutto?
«Ma ci rendiamo conto che, a parte D’Alia, non c’è un ministro del governo Letta nominato dal centrodestra che, perso il posto, non si sia ricollocato contro Renzi? Sono automatismi dovuti solo a convenienze elettorali. E poi ci lamentiamo della scarsa partecipazione al voto, ovvia conseguenza di una politica completamente indifferente ai contenuti».

Berlusconi oggi risulta essere molto attrattivo…
«In realtà Berlusconi mai come questa volta è stato ineccepibile: è intervenuto per richiamare a una maggiore compostezza chi bussava alla sua porta. Lui sa bene che il centro-destra ha vinto le amministrative quasi “a propria insaputa” grazie alle divisioni esplose a sinistra, ed è normale che dica “non accettiamo tutti” ma che, con l’abile Ghedini, provveda ad ospitare i questuanti in una lista satellite di FI che avrebbe il compito di superare la soglia facendo la “copia” dell’originale. E lo voglio vedere quanti elettori voteranno loro anziché il partito di Berlusconi…». [Continua a leggere]

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Navi in Africa, una svolta

postato il 28 Luglio 2017

«Le Ong ribelli non sbarcheranno più migranti nei nostri porti»

L’intervista di Lorenzo Bianchi pubblicata su QN

Navi italiane a ridosso della costa libica. E’ un blocco navale?
«No, si tratta – smentisce con forza il presidente della commissione Esteri del Senato Pier Ferdinando Casini – di assistere la Guardia Costiera libica. Per la prima volta noi siamo autorizzati su richiesta del governo Sarraj a entrare nelle acque territoriali per svolgere l ‘azione di contrasto che la Guardia Costiera locale non riesce a fare cercando di respingere i trafficanti di persone. Con la nostra assistenza potrà infliggere di fatto un serio colpo alle loro attività».

Si frenerà il flusso dei migranti?
«Ora l’Italia affronta la questione libica con una strategia complessiva. C’è stato un ottimo lavoro di squadra. Sarebbe stato splendido però che il presidente francese Emmanuel Macron avesse veramente realizzato il capolavoro».

Invece?
«Al rientro in Libia Haftar (il generale che di fatto controlla la Cirenaica ndr) ha detto che Sarraj (il premier del Governo di unità nazionale appoggiato dall Onu ndr) è un fanfarone, un fantoccio e che non controlla nulla. E’ la risposta più efficace a chi riteneva che l Italia fosse stata espropriata e che si fosse realizzato il miracolo di Parigi».

Adesso Macron annuncia che il suo Paese farà in Libia centri hotspot per i richiedenti asilo politico “con o senza l’Unione Europea”
«Per noi tutto quello che contribuisce a infliggere colpi ai trafficanti di esseri umani o a bloccare questo esodo incontrollato è un fatto positivo. Comunque mi sembra che le stesse smentite francesi dimostrino che non hanno le idee così chiare». [Continua a leggere]

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Migranti: «Si rischia di regalare il Paese al populismo, se nessuno collabora ci serve un piano B»

postato il 4 Luglio 2017

L’intervista di Marco Ventura pubblicata sul Messaggero

«Serve un piano B dell’Italia». Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Esteri del Senato, non crede più alle dichiarazioni d’intenti dei partner europei e suggerisce un’agenda concreta sull’immigrazione. «Il vertice europeo giovedì servirà a capire se oltre alle parole, a una generale consapevolezza, si passerà ai fatti. La determinazione del governo italiano, del ministro dell’Interno Minniti, ha prodotto frutti, ma adesso non c’è più un secondo tempo e se vogliamo essere efficaci nelle trattative dobbiamo avere un piano alternativo.»

Quale sarebbe il piano B?
«Tre punti. Il primo: la parziale chiusura dei porti che sono ingolfati e al limite della capacità recettiva, e il dirottamento delle navi in altri porti. Secondo: l’adozione di una linea nazionale più rigorosa verso le navi delle Organizzazioni non governative che adottano comportamenti sospetti come spegnere i transponder quando si avvicinano alle acque libiche. Una cosa inaccettabile, che nulla ha a che fare con lo straordinario esempio del volontariato e che introduce un’ombra, un sospetto sulla correttezza delle operazioni. Queste navi non devono poter attraccare da noi.»

Il terzo punto?
«Se la situazione rimane com’è, le navi che battono bandiere per esempio spagnole e francesi devono essere dirottate sui porti della Corsica o delle Baleari. Perché dobbiamo farci carico noi di tutto e di tutti? La situazione in Italia è esplosiva, la rete di accoglienza straordinaria che il Viminale ha messo in campo tramite i prefetti è allo stremo e rischiamo di regalare il paese all’anti-europeismo e al razzismo.»

Un netto cambio di politica?
«L’Italia ha già dimostrato di avere un grande spirito umanitario, fra l’altro con la missione Mare Nostrum. Adesso non abbiamo scelta. L’altro tema è la Libia. Una parte di quanti vengono salvati devono poter essere riportati in centri d’accoglienza gestiti dall’Onu in Libia. Ci vuole una missione europea sui confini tra Libia e altri Paesi subsahariani. È importante che abbiamo missioni dall’Afghanistan al Libano, ma è paradossale che ne l’Italia ne l’Europa siano presenti nella Libia del Sud da dove transitano i profughi. Che non sono libici.» [Continua a leggere]

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Migranti: “Le minacce a vuoto? Danneggiano l’Italia”

postato il 2 Luglio 2017

Le Ong straniere attracchino nei loro porti

L’intervista di Veronica Passeri a Pier Ferdinando Casini, pubblicata su QN

Le navi delle Ong francesi e spagnole che salvano migranti in mare attracchino nei porti francesi e spagnoli. Secondo Pier Ferdinando Casini, presidente della commissione Esteri del Senato, bisogna iniziare da questo. Ma attenzione a lanciare all’Ue ‘avvertimenti’ che poi non si mettono in pratica. È controproducente.

Presidente Casini la preoccupa ciò che sta avvenendo sul fronte immigrazione?

«La pressione è ormai insostenibile, le prefetture non ce la fanno più a distribuire sul territorio i migranti né i Comuni ad accoglierli: a questo punto la solidarietà di rito che ci arriva dall’Ue rischia quasi di essere insultante. Gli elogi e i complimenti fanno piacere ma qui rischiamo che la pressione migratoria, nel periodo estivo di massimo afflusso, sia ingestibile».

Chiudere i porti è una soluzione?

«Ora io non so se è possibile, in base agli accordi internazionali, la chiusura dei porti, so che una cosa è possibile: le navi delle Ong che battono bandiera francese o spagnola vadano ad attraccare nei porti francesi e spagnoli, alle Baleari o in Corsica, dove vogliono, ma non è più possibile che vengano tutte da noi». [Continua a leggere]

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Ius soli: “Centro e destra stanno solo cercando un tornaconto elettorale”

postato il 17 Giugno 2017

L’intervista pubblicata su Repubblica

«Il nostro paese invece di andare avanti torna indietro ed emerge la barbarie di chi sull’immigrazione vuole fare campagna elettorale». Pier Ferdinando Casini, ex presidente della Camera, ora alla guida della commissione Esteri del Senato, centrista, invita ad approvare lo Ius soli: «Mi appello prima ancora che all’umanità all’intelligenza. La parte più illuminata del centrodestra non segua i boati».

Casini, il centrodestra è compatto contro la cittadinanza ai figli di immigrati. Sbagliano?
«Quando ero presidente della Camera, eletto con i voti del centrodestra, mi schierai per lo Ius soli. E allora non ci furono boati da stadio contro. Anzi a più riprese molti si mostrarono disponibili a ragionare su un fatto di civiltà che non può essere spacciato come questione che riguarda l’invasione di migranti che da Lampedusa sta subendo il nostro paese. Qui stiamo parlando di legare a un comune destino e a un sentiment nazionale bambini che giocano coi nostri figli, che hanno la pelle di colore diverso ma che parlano il dialetto bolognese o quello milanese, che frequentano le nostre scuole, che si sono diplomati». [Continua a leggere]

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