«Sulla giustizia il premier ha l’onere della prova. Allearci col Pd? Il no è programmatico»
Pubblichiamo l’intervista de ‘la Stampa’ a Pier Ferdinando Casini di Carlo Bertini
Capisco che Bersani sospetti che quella di Berlusconi sia tutta una finta, ma sulla giustizia lo invito a lasciare l’Aventino agli sfascisti di professione, per trattare a viso aperto, come è compito di una vera sinistra riformista». Proprio mentre da piazza del Popolo Nichi Vendola sostiene che la prima riforma da fare «è liberarci di Berlusconi», Pierferdinando Casini sfida invece il leader Pd «a giocare insieme questa partita della verità e a riprendere la sfida della Bicamerale per lasciare al Cavaliere l’onere della prova che fa sul serio».
Certo con il no al dialogo e il ricorso alla piazza si allarga il solco tra Pd e Nuovo Polo. Lo farete mai un vero accordo elettorale? «Come tutti i leader politici, Bersani è sensibile alle esigenze della propaganda e con la reiterazione della Santa Alleanza spera di prendere più voti nell’elettorato moderato. Ma noi sappiamo bene che un Terzo polo che nascesse con un’alleanza col Pd finirebbe per essere immediatamente subalterno. E nella migliore delle ipotesi subiremmo la sorte che toccò alla Margherita negli anni passati». [Continua a leggere]
L’importante e’ che non ci siano apprendisti stregoni, ma persone serie
La Costituzione e’ stata fatta bene, dobbiamo essere grati ai padri costituenti che ci hanno consegnato una Carta che ha resistito molto piu’ di tante leggi che dopo un mese sono gia’ superate.
Detto questo non e’ un tabù, puo’ essere migliorata. L’importante e’ che non ci siano apprendisti stregoni, ma persone serie che lavorino sull’ammodernamento costituzionale.
Quello che ci spaventa è il pressapochismo, la superficialità, l’insipienza, l’ignoranza con cui si vuole ritoccare la Costituzione. Ma di per se’ e’ possibile farlo. In tutti gli Stati ci sono lavori di ammodernamento costituzionale.
Pier Ferdinando
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E’ un onore, in un momento in cui la donna e’ vista come merce di scambio, che ci sia qualcuno che affermi da donna la propria volontà di essere protagonista di una nuova stagione di valori.
Questo Paese e’ in crisi ma non a causa dell’economia o dell’immigrazione, bensì a causa della perdita di valori, e’ un Paese in crisi morale, in crisi di motivazioni etiche. Noi vogliamo rilanciare una politica per le famiglie e per le donne sole con figli che hanno bisogno di servizi sociali efficienti e di una rete di welfare che oggi non esiste, così da poter coniugare il lavoro e la famiglia, senza essere obbligate a dover scegliere.
Chi propone una riforma complessiva della giustizia capisca che deve liberare il campo dall’impiccio delle leggi ad personam.
Noi del Nuovo Polo siamo orientati ad una precisa assunzione di responsabilità: siamo disponibili a discutere della riforma se la priorità è l’interesse del cittadino, ma se vogliamo discutere seriamente bisogna spazzare via dal tavolo le leggi ad personam. Se invece restano è chiaro che ostruiranno il confronto.
Portare in Aula il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sul caso Ruby è una grandissima forzatura della maggioranza. Ognuno si assumerà le proprie responsabilità, la maggioranza quella di un voto strumentale e sbagliato. Tuttavia, l’Aula è sovrana e non ci sono vie di fuga. Il voto sarà palese e tutto avverrà nella massima trasparenza.
Pier Ferdinando
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Quello che noi, come Udc prima e come Nuovo Polo ora, andiamo ripetendo da anni – che questa Seconda Repubblica ha fallito, che Centrodestra e Centrosinistra sono ormai superati e che c’è fame di novità – è ormai certificato anche da numerosi sondaggi, che nella nostra Italia sono il termometro più usato per misurare gli umori del popolo elettorale.
A dare inizio alle danze, qualche settimana fa, è stato Nando Pagnoncelli, dell’Istituto Ipsos, che ha mostrato che, se Pier Ferdinando Casini dovesse scegliere di guidare il fantomatico CLN antiberlusconiano, vincerebbe con ampissimo margine su Berlusconi, 45 a 32; se invece – come ad oggi pare – il leader centrista dovesse scegliere di correre da solo, come candidato premier del Polo per l’Italia, attirerebbe a sé il 21% dell’elettorato italiano.
Qualche giorno dopo, è stata la volta di Ilvo Diamanti, che – su La Repubblica – ha pubblicato un’interessantissima “mappa”, da cui è emersa la costante crescita dell’Udc e del Nuovo Polo (passato dal 17% di dicembre al 20 di oggi) e l’aumento graduale della fiducia in Casini, quarto leader nazionale per indice di gradimento, e di Fini, +6,2%.
Su questo scenario è tornato, per la trasmissione televisiva Ballarò, sempre Pagnoncelli, che ha evidenziato il vertiginoso calo del Centrodestra, con i voti moderati in uscita verso il Nuovo Polo; anche in questo caso, interessantissimo il dato di Pier Ferdinando Casini: largamente vincente, infatti, alla guida di una Santa Alleanza contro Berlusconi (48 contro 34); e in caso di una corsa a tre poli, il nostro caro Pier si muoverebbe in una forbice di voti compresa tra il 20 e il 23 %, in crescita costante.
Sabato scorso, infine, la trasmissione In Onda (La 7), ha diffuso un nuovo, interessante sondaggio, concentrato stavolta sul solo Udc. Dall’indagine emerge che il voto potenziale (si tratta quindi di gradimento, che non si traduce per forza in voto elettorale) per il nostro partito è del 14,1%, bacino che noi occupiamo attualmente al cinquanta per cento circa, e che rappresenta una larga fetta della stessa zona elettorale presidiata dal Nuovo Polo – a riprova di quanto sostenuto da Casini. Per quanti, poi, sostengono di guardare con favore al nostro partito e si dichiarano al contempo cattolici, si parla di un 62% di osservanti, di 31% composto da sporadici, e di un 7% costituito da non frequentanti. Nel complesso, i nostri (possibili) elettori, si collocano a Destra – Centrodestra per il 21,2%, al Centro per il 36,3% e a Sinistra – Centrosinistra per il 23,9% (i non collocati sono il 18,6%): questo è un dato da studiare con attenzione, perché dimostra come in questi due-tre anni la stessa base elettorale del partito (che alla vigilia delle politiche del 2008 era per la stramaggioranza di centrodestra) sia cambiata notevolmente, attirando a sé gente e voti, a cui prima non riuscivamo a parlare. Il dato, però, sicuramente più significativo è la distribuzione anagrafica dei voti: il 36,6% è costituito, infatti, da elettori tra i 18 e i 34 anni, il 32,2% tra 35-54 anni, il 31,2% +55 anni. Questo vuol dire che il grosso della nostra base è costituito da giovani o giovanissimi: da gente, cioè, slegata dai vecchi schemi e dalle vecchie logiche politiche e desiderosa di aprirsi a un futuro che tarda, ahinoi, sempre più. Come evidenziato, peraltro, quella dell’Udc è la miglior performance – in quanto a gradimento giovanile – tra i partiti sondati finora: meglio ancora, quindi, dei colossi Pd e Pdl o dei modernisti Idv o Sel (e anche del Fli, a dirla tutta, che pure dell’innovazione ha fatto il suo cavallo di battaglia).
Sono (solo) sondaggi, è vero. E vi confesso che alle stime ho sempre creduto poco: ma i dati che emergono dagli studi sopra riportati, più che un incoraggiamento, sono la prova che quanto abbiamo fatto fin qui, è stato buono e apprezzato dagli elettori. Specie proprio dai più giovani che – non dimentichiamoli mai – devono essere il nostro target primario.
L’Italia sta andando a rotoli e ha problemi da cui non esce da almeno vent’anni.
L’Udc non punta a un’alleanza con la destra o la sinistra, ma a un governo ampio di responsabilità nazionale, che metta insieme le persone per bene da una parte e dall’altra. Dovremmo incominciare un po’ tutti a pensare al futuro del Paese.
Noi siamo alternativi alla sinistra perché siamo nel Ppe, e siamo alternativi anche a questo centrodestra imperniato sulla sacralizzazione della figura di Berlusconi. Non ci nutriamo però di antiberlusconismo, perché vogliamo far nascere un’alternativa moderata. Non si deve cadere nella trappola di Berlusconi. Ogni tanto lasciamolo perdere, non c’è bisogno di replicare a tutte le sue dichiarazioni.
Pubblicato da Pier Ferdinando Casini | su: Facebook
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