Archivio per Novembre 2024

Sicurezza e immigrazione. L’opposizione riparta da qui

postato il 22 Novembre 2024

Serve un’area liberal-democratica, ma deve nascere da sola. Il sindaco Lepore a Bologna ha stravinto il referendum sul suo operato

Casini, che tipo di centro ci vorrebbe oggi in Italia?

“Ricordo che l’Italia non è né l’Emilia-Romagna né l’Umbria. Ci sono tante cose che l’opposizione deve costruire prima di essere competitiva”. Il senatore Pier Ferdinando Casini guarda alle Regionali appena concluse, ai riflessi nazionali, alla sua Bologna distinguendo “l’analisi” del voto dalla “fotografia”. “L’analisi parla di un astensionismo alto e questo è preoccupante per tutti – dice –. La fotografia racconta di un centrosinistra che ha stravinto perché, nonostante i pregiudizi ideologici, in Emilia-Romagna c’è stata una buona amministrazione”.

Elementi che possono essere allargati a livello nazionale?

“Quello che l’opposizione deve fare è, innanzitutto, riuscire a interpretare le priorità della nostra società. Poi serve comprensione di alcuni fenomeni di disagio sociale: parlo di temi come l’ordine pubblico, come si è visto con gli scontri di Bologna, e l’immigrazione. Ed è necessario costruire una componente liberal-democratica. Lo dico io, che alla causa ho dato tanto”.

Occorre un centro più vicino al Pd, secondo lei?

“Un progetto in politica non deve nascere mai dal laccio di qualcuno e un Pd che costruisce in laboratorio un presunto centro è il presupposto per l’insuccesso. I fenomeni politici devono svilupparsi autonomamente per essere credibili. Anche Elena Ugolini esibiva il civismo ed ecco com’è andata a finire”.

Renzi e Calenda come si inseriscono in tutto questo? In Emilia-Romagna sono entrati nella coalizione di centrosinistra.

“Io prediligo una versione inclusiva. Ma constato la differenze tra il voto in Emilia-Romagna, Umbria e Liguria”.

Parlavamo di Elena Ugolini… Secondo lei perché questo civismo non ha funzionato?

“Ugolini è un’ottima persona, ma non basta mettere uno specchietto per le allodole e pensare che la gente vada a votare. L’esperienza di Giorgio Guazzaloca fu molto diversa”.

Come mai?

“Era un civismo imposto ai partiti. Quello di Ugolini, invece, è stato costruito dai partiti. Ricordo che Guazzaloca chiudeva nei locali della federazione dei macellai i manifesti di Berlusconi, impediva allo stesso e a Fini di venire a Bologna. Ugolini ha deciso di corteggiare Meloni, che non si è presentata per non prendere parte a una sconfitta già dichiarata. È autolesionismo definirsi civici, se poi si gira in campagna elettorale sempre con Salvini e i ministri”.

Veniamo alla sua Bologna.

“Il tentativo di scaricare sulla giunta regionale il tema alluvione e sul sindaco di Bologna (Matteo Lepore, ndr) i cantieri e l’alluvione stessa non ha attecchito. Le persone non si sono prestate a questo cinismo”.

C’erano pregiudizi sull’operato di Lepore, secondo lei?

“Il centrosinistra e il Pd hanno vinto benissimo in regione, ma hanno stravinto a Bologna”.

Parla da cittadino bolognese?

“Certamente. I cantieri bloccano il traffico e paralizzano la città? Sì. Le alluvioni hanno colpito pesantemente i bolognesi? Sì. Mettiamoci pure per gli automobilisti il limite di andare a 30 all’ora, che condivido, ma è stato divisivo. Il sindaco non aveva alternative: si è fatto carico di decisioni non rimandabili. Se le Regionali dovevano essere un referendum su Lepore, lui ha stravinto. È un ragazzo intelligente, serio e l’appello alla collaborazione istituzionale che ha fatto dopo la vittoria è il segno che capisce le cose”.  

Commenta

Elezioni USA: «I dem hanno esagerato sulla cultura woke. Per Trump non sarà così semplice il nodo Ucraina»

postato il 7 Novembre 2024

Temo ora una Ue disunita, serve una sveglia per uscire dall’infantilismo. Appelli inutili dai billionaire di Hollywood. Trump plasma il conservatorismo su basi nuove. Ma conta Musk, altro che l’agricoltore dell’Ohio

L’intervista di Eugenio Fatigante pubblicata su Avvenire

Nelle dichiarazioni di voto di quelli che chiama «i “billionaire” di Hollywood» Pier Ferdinando Casini dice di aver visto il presagio della sconfitta dei democratici Usa: troppe, evidentemente, le distanze dalle esigenze più sentite dalle masse popolari. Al telefono dalla Cina, dove si trova per un’iniziativa parallela alla visita del presidente Mattarella, il senatore e già presidente della Camera indica un’altra causa negli eccessi della “cultura woke” («Il troppo stroppia»), non scommette su novità immediate per la guerra in Ucraina e spera, a questo punto, in uno scatto della Ue in risposta ai nuovi equilibri mondiali, per uscire da quello che definisce «un infantilismo politico».

Casini, cosa ci insegna questo voto americano?

Il voto insegna che la democrazia è una cosa meravigliosa: decide il popolo e uno vale uno. Il risultato può piacere o dispiacere, ma va comunque rispettato perché è la volontà degli americani.

Quattro anni fa con la sconfitta di Donald Trump si diceva che il sovranismo era finito alle corde. Nel 2024 invece è di nuovo forte, negli States come in Europa. Quale lezione si può ricavarne?

È giusto ricordare che appunto il sovranismo di Trump segna una netta discontinuità con la tradizione conservatrice repubblicana. Così come in Italia la destra che governa ha segnato una netta discontinuità con Berlusconi e con Fini. Bisogna però riconoscere una cosa: che nel reinventarsi la destra è stata più capace di interpretare i malumori crescenti della popolazione. Per ora siamo alla “capacità di intercettare”; perché ben altra è la possibilità di risolvere quelle questioni che stanno davvero a cuore alla gente. In poche parole, io credo che difficilmente le grandi aspettative suscitate troveranno risposta nei fatti. Ma naturalmente questo oggi nessuno è in grado di saperlo, “lo scopriremo solo vivendo’!

In qualche modo Trump ha spostato il senso del limite in politica e ha seguaci anche fuori degli Usa, è quasi un’icona mondiale. Cosa rappresenta nella politica internazionale?

Che Trump sia un’icona non c’è dubbio e che oggi stia plasmando su basi nuove il conservatorismo mondiale, altrettanto. Tra l’altro il suo profeta oggi è Elon Musk, che conta molto di più di tutta la sua squadra elettorale. Chiediamoci che cosa questo significa e le conseguenze che comporterà. Altro che l’agricoltore dell’Ohio!

L’errore dei dem negli Usa, e della sinistra in genere nel mondo, non è quello di trattare con disprezzo l’elettorato di parte avversa?

In quanto a disprezzo, Trump su questo terreno non ha rivali, non credo che sia questo l’errore principale. In verità i democratici americani sono parsi incerti tra la continuità con l’amministrazione uscente e una campagna più accentuata sui diritti. E poi le dichiarazioni di voto dei “billionaire” di Hollywood hanno fatto opinione più sulle elites che sul popolo.

Harris ha impostato in larga parte la sua campagna sui cosiddetti diritti civili. La sua sconfitta prova che si dà loro troppo peso, negli Usa come da noi?

Le espressioni woke hanno certamente finito col favorire la destra: il troppo stroppia. Harris lo ha capito, ma ormai la marcia era innestata.

Pensa che Trump ora abbandonerà in parte l’Ucraina?

Non credo che sia tutto così semplice.

Lei è ora in Cina. Come vede l’evoluzione dei rapporti con Pechino nella nuova era Trump?

La Cina ha apprezzato certe dichiarazioni di Trump su Taiwan, ma teme fortemente la politica dei dazi. E forse dovremmo temerlo anche noi in Europa.

Della premier Meloni aveva colpito la sintonia col dem Joe Biden. La vittoria di Trump sarà o no un “vantaggio” per Palazzo Chigi?

Meloni si era intelligentemente posizionata con l’equilibrio che deve avere il capo del governo. Aveva sintonia con Biden, ma si è anche fatta premiare da Musk. Non credo che avrà particolari problemi.

A proposito di dazi: Trump li minaccia anche contro l’Europa. Pensa che l’Ue saprà reagire a una sola voce o teme il fatto che ogni Stato vada a cercare una sua via d’uscita in un rapporto privilegiato con Washington?

Temo esattamente la seconda cosa.

Per chiudere, è più rasserenato o preoccupato da questo voto? Mi ero preparato per tempo a questa eventualità: penso che a volte da un presunto male può nascere un bene. In questo caso riguarda l’Europa, che finalmente deve assumersi le sue responsabilità ed uscire da uno stadio di infantilismo politico.

Commenta


Twitter


Connect

Facebook Fans

Hai già cliccato su “Mi piace”?

Instagram