postato il 19 Febbraio 2014
Non accettiamo per Massimiliano Girone e Salvatore Latorre il processo in India perche’ il sistema giudiziario indiano si e’ dimostrato incapace e inaffidabile, come hanno dimostrato i fatti di questi due anni. Un potere giudiziario che si subordina a quello del governo non puo’ che essere definito inaffidabile. Ci inchiniamo davanti ai due pescatori morti, ma in questa vicenda noi siamo le vittime: dopo due anni non c’e’ ancora un’imputazione nei confronti dei due nostri fucilieri di Marina, ma solo una presunzione di colpevolezza mai dimostrata.
postato il 18 Febbraio 2014
The YouTube ID of bmkZYjDnUtQ?t=2m18s is invalid.
Chiediamo un arbitrato internazionale e un intervento immediato dell’Onu. Dobbiamo essere uniti per rispondere a quella che e’ una vera e propri provocazione. Non si e’ mai visto in un Paese civile che il potere giudiziario chieda consigli al governo sull’applicazione di una legge. Noi siamo molto preoccupati per questo nuovo vulnus che ci proviene dall’India. Il nostro Paese e’ unito e noi siamo soddisfatti dell’attenzione con cui Renzi ci ha promesso che seguira’ questa vicenda che ci brucia fortemente. Noi chiediamo un arbitrato internazionale immediato un intervento delle Nazioni unite immediato perche’ i nostri maro’ non possono essere giudicati da un sistema inaffidabile come quello indiano.
postato il 16 Febbraio 2014
Tre le priorità: economia, lavoro, fìsco. Inaccettabile se l’esecutivo si sposta a sinistra, con Ned e Popolari lavoriamo per il Ppe in Italia
L’intervista pubblicata sul Messaggero di Carlo Fusi
Veniamo subito al sodo. Chissà se anche Pier Ferdinando Casini pensa, come fa Angelino Alfano, che il governo Renzi abbia solo il 50 per cento di possibilità di riuscire. «Rispondo. La vicenda della crisi è stata degna della pagine meno edificanti della prima Repubblica. Per cui onore a Letta: scaricare su di lui le presunte inefficienze del governo è una grande falsificazione della realtà. Diciamo la verità: il suo grande errore è maturato nel congresso del Pd quando ha totalmente confidato nei nuovi equilibri del partito. Ma voltata una pagina, la si è voltata per intero. Tuttavia Letta non rimarrà troppo in panchina».
Le chiedevo del presumibile governo Renzi.
«Bisogna capire il passo che riuscirà ad imprimere e la tipologia di coalizione che intende varare. E’ chiaro che le forze centriste e moderate non possono assistere ad una trasformazione della natura del governo verso sinistra».
Secondo lei quale piega deve prendere la soluzione della crisi?
«Mi piacerebbe una piega alla tedesca. Loro che se lo possono permettere hanno aspettato 55 giorni; io penso che qui da noi si possono aspettare 5 giorni per realizzare un accordo preciso, circostanziato e limpido. Questo è l’unico modo per evitare di sottoscrivere una intera frettolosa che naufraga e porta alle elezioni dietro l’angolo. Noi possiamo vincolarci al governo solo sulla base di un programma preciso, del tipo che non si rimette in discussione il giorno dopo, e che si fonda su tre priorità: economia, lavoro e fisco». [Continua a leggere]
postato il 8 Febbraio 2014
Berlusconi? Il progetto del Ppe in Italia non ha alternative
L’intervista di Pietro Perone a Pier Ferdinando Casini pubblicata su “Il Mattino”
Non c’è giallo sulle future alleanze dell’Udc, o quantomeno sulla riflessione che Pier Ferdinando Casini ha avviato alla vigilia del congresso del suo partito e in vista delle elezioni «formato Italicum», sia che si svolgano in primavera o il prossimo anno. Nel frattempo, a guidare il governo potranno essere Enrico Letta o Matteo Renzi, non fa la differenza purché i democratici ci «mettano il corpo e l’anima. Non è accettabile per noi partecipare a un esecutivo nei confronti di cui il Pd assume l’atteggiamento di considerarlo solo un governo amico prendendo le distanze un giorno sì e pure l’altro», avverte Casini.
Il ministro Mauro intanto ha sostenuto, dopo aver parlato con lei, che l’Udc non andrà con Berlusconi, avvalorando la tesi di un ripensamento. È così?
«Non debbo assicurare nulla a nessuno, nel senso che il mio comportamento è stato sempre lineare. Sono trent’anni che è così. Mentre molti sedevano tranquillamente nei banchi del Pd o in quelli del Pdl, ho rischiato l’osso del collo per creare in Italia un centro politico, il terzo polo. L’ho fatto nel 2008 e sono stato coerente nel 2013. Ora prendo atto, con realismo politico e con la stessa onestà di allora, che si sono verificati due fatti: in primo luogo la politica si trova ad arginare il populismo di Grillo che può provocare solo disastri in questo Paese; in secondo luogo è in arrivo una legge elettorale che ci impone un’aggregazione di centrodestra e un’altra di centrosinistra».
Condivide dunque la bozza di legge elettorale che la prossima settimana arriverà in aula?
«Avrei potuto capeggiare la rivolta dei ”piccoli” contro una riforma che sicuramente avvantaggerà le forze maggiori oppure accettare la sfida di Renzi e di Berlusconi. Ho deciso per la seconda perché non mi interessa issare la bandiera delle piccole forze in una sorta di sindacalismo corporativo. Credo piuttosto che bisogna organizzare in Italia l’area del socialismo europeo, a cui sono chiamati Renzi e Vendola; e l’area moderata del centrodestra». [Continua a leggere]
postato il 7 Febbraio 2014
Alla trasmissione di La7, condotta da Daria Bignardi
postato il 6 Febbraio 2014
I presidenti delle Commissioni Esteri e Difesa del Senato, Pier Ferdinando Casini e Nicola Latorre, e della Camera, Fabrizio Cicchitto ed Elio Vito, che recentemente hanno guidato una missione parlamentare bicamerale a Nuova Delhi per la vicenda dei marò, insieme al presidente del Gruppo italiano dell’Unione interparlamentare (UIP), Antonio Martino, hanno indirizzato, a questo riguardo, una lettera a tutti i presidenti dei 162 Paesi aderenti all’Unione Interparlamentare.
L’UIP è l’organizzazione internazionale più antica e riunisce, nella sede di Ginevra, delegazioni di tutte le assemblee legislative del mondo, tra cui l’India. Recentemente ne sono stati presidenti l’on. Pier Ferdinando Casini e prima di lui, dal 1999 al 2002, la parlamentare indiana, Najma Heptulla”.
Di seguito il testo della lettera. [Continua a leggere]
postato il 1 Febbraio 2014
Il Terzo Polo ormai è Grillo. Renzi? Non lo ostacolerò
L’intervista di Francesco Bei pubblicata su “Repubblica”
Alla Camera molti suoi amici delle forze minori -dai Popolari all’Ncd- si sforzano di cambiare l’Italicum. Ha un senso opporsi alla corrente?
«Gli ultimi dei mohicani difendevano un mondo che non c’era più. Aveva senso pensare a un terzo polo di centro, e dunque dare battaglia contro uno sbarramento così drastico, quando ancora si poteva immaginare uno schema “tedesco”, con socialisti, democristiani e liberali. Oggi tuttavia la partita che stiamo giocando è un’altra».
Quale?
«Quella contro un populismo anti-europeo e anti-istituzionale, che mette a soqquadro il Parlamento e attacca in maniera dissennata il capo dello Stato. Le forze responsabili — centrodestra e centrosinistra—sono chiamate a serrare le file. Non c’è più spazio per procedere in ordine sparso, non servono a niente le battaglie di retroguardia. Al punto in cui siamo l’unico antidoto allo sfascismo è l’accordo fra Renzie Berlusconi per fare la riforma elettorale, quella del Senato e del Titolo V».
Proprio lei, il campione delle critiche al «bipolarismo malato»!
«Sia chiaro, io voterò un emendamento sulle preferenze, penso che ci sia ancora spazio per migliorare questa legge, ma vada come vada: meglio l’Italicum che continuare così. È in corso una ristrutturazione drastica delle forze politiche, Vendola l’ha già capito e punta a mettersi d’accordo con Renzi. A noi moderati invece spetta il compito di lavorare sullo schema del partito popolare europeo. E dobbiamo anche fare in fretta, perché il centrodestra è molto indietro, sul piano dei contenuti, rispetto alla carica innovativa rappresentata da Renzi». [Continua a leggere]