Archivio per Febbraio 2013

12 febbraio, Roma

postato il 11 Febbraio 2013

Ore 10.00 – Palazzo Rospigliosi (Via XXIV Maggio, 43 )

Incontra il presidente della Coldiretti Sergio Marini

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Da Benedetto XVI testimonianza straordinaria, a lui tutto il nostro affetto

postato il 11 Febbraio 2013

E’ un momento storico per tutti, ci sentiamo profondamente vicini alla Chiesa cattolica

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Ospite della videochat di QN

postato il 11 Febbraio 2013

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VotoUDC.it, l’Italia che vogliamo passa da qui!

postato il 11 Febbraio 2013

Ormai ci siamo! Il 24 e 25 febbraio sono dietro l’angolo. Quello che ci aspetta è uno sprint finale: è giunto il momento di concentrare tutti i nostri sforzi e tutte le nostre forze per conquistare il risultato che ci meritiamo. L’UDC, che è stato a lungo come un vaso di coccio stretto tra vasi di ferro, è stato in grado di imporre alla politica italiana un netto e deciso cambio di marcia, impegnandosi per primo per la nascita di un governo di solidarietà nazionale. Ci siamo riusciti, in questo anno, avendo Mario Monti al Governo del Paese.
Ma siamo solo a metà dell’opera. Purtroppo, in caso di vittoria di PD e PDL, che hanno rifiutato di raccogliere il testimone dell’operato di Monti, i sacrifici degli italiani rischierebbero di annegare nell’irresponsabilità fiscale o nella riproposizione di politiche economiche che ci hanno portato al declino di oggi.
L’UDC, con Mario Monti candidato a premier, vuole impedirlo. Serietà, credibilità e onestà sono le nostre parole d’ordine. Del partito, dei nostri candidati, di ciascuno dei nostri militanti. È per questo che abbiamo bisogno di voi, del vostro impegno. Dobbiamo utilizzare il tempo che ci resta per fare conoscere il nostro programma, le nostre liste, i nostri impegni.

Per questo abbiamo creato VotoUDC.it, il sito elettorale dall’Unione di Centro.

L’obiettivo è di offrire agli elettori uno strumento completo, contenente tutte le informazioni della campagna elettorale UDC, in maniera esaustiva ma semplice: tutte le sezioni del sito sono raggiungibili dalla homepage.
Particolarmente curata è la sezione candidati, dove ai nomi e cognomi che si stanno impegnando in prima persona nella campagna elettorale viene associata una scheda con i contatti, la biografia e gli eventuali link a blog e social network di ciascun candidato. È un modo in più per far conoscere la grande ricchezza dell’UDC: la propria gente.
Un’altra pagina particolarmente utile è quella degli eventi: qui giungono le segnalazioni non solo delle grandi convention ma della campagna elettorale porta a porta che l’UDC sta conducendo: raccolte firme, gazebi, aperitivi: tutto trova posto in votoudc.it! Segnalateci anche voi le iniziative che state portando avanti sul territorio!

Il sito è basato su codice Open Source, coerentemente con l’impegno dell’UDC in questi anni per l’agenda digitale e per l’adozione di piattaforme Open Source da parte delle PA.

VotoUDC inoltre è social, importa in automatico i contenuti da iocentrotv, il canale youtube del partito, e permette di condividere ogni pagina, articolo, evento e candidato sui social network.

VotoUDC sarà il nostro punto di raccordo in questi ultimi e intesi 12 giorni di campagna elettorale.
L’Italia che vogliamo passa da qui!

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90 miliardi di bugie

postato il 11 Febbraio 2013

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

Quale mirabolante idea hanno partorito ultimamente Bersani e Berlusconi? Pagare i debiti della pubblica amministrazione tramite altri debiti. Dimostrando sprezzo della credibilità e della contabilità dello stato (di cui, evidentemente, ignorano i fondamenti) hanno deciso di azzerare il debito che la Pubblica amministrazione ha verso le aziende private: si tratta di circa 90-100 miliardi di euro.

Si tratta di un “debito fuori perimetro” non rilevato da Eurostat e in parte già coperto da fondi ed ecco perché Bersani probabilmente parla di 50 miliardi su 90, mentre Berlusconi. che era forse troppo impegnato per studiare la contabilità di Stato, parla di 90 miliardi rivelando la sua ignoranza in materia.

Bersani e Berlusconi non pensano proprio a risparmiare, preferiscono spendere e continuare ad aumentare il debito pubblico (seppur con lodevoli intenzioni).

Intendiamoci: saldare il debito e dare ossigeno alle aziende, come abbiamo detto nei mesi scorsi, è un atto doveroso e giusto, il problema è come si vuole realizzare questo atto. L’UDC aveva portato avanti, assieme a Monti, una duplice azione: sbloccare i fondi già previsti (quindi eliminando le pastoie burocratiche) e con forme di compensazioni erariali in modo da dare ossigeno alle aziende senza aggravare la situazione debitoria dell’Italia.

Invece cosa pensano i due gemellini Bersani e Berlusconi?

Pensano di fare altri debiti, e quindi Berlusconi pensa di saldare il debito con la Cassa Depositi e Prestiti e con l’emissione di nuovi bond, almeno stando a quanto scrive Libero (e, se lo dice Libero, non è improbabile pensare che abbia delle fonti vicine al leader del Pdl). Quindi con soldi dei pensionati e con nuovi debiti.

Bersani, invece, stando a quanto riportato da numerose agenzie di stampa, vorrebbe emettere 10 miliardi di euro l’anno di titoli pubblici (BTP) per i prossimi cinque anni, esclusivamente dedicati al pagamento dei crediti commerciali delle imprese nei confronti della Pubblica amministrazione.

Comunque sia il risultato è disastroso, perché invece di togliere burocrazia (come vuole fare UDC e Monti), i due soggettoni preferiscono sfondare abbondantemente il muro del 130% del rapporto Debito/Pil, se non peggio. Circostanza che, oltre ad avvicinare significativamente l’Italia verso i parametri greci, contrasterebbe abbondantemente anche con gli obblighi del Fiscal Compact che, come noto, dal 2014, impone all’Italia una riduzione del rapporto Debito/Pil, fino al 60% entro i prossimi 20 anni; in soldoni circa 50 miliardi all’anno.

In pratica siamo nel regno dell’assurdo e della illogicità: da un lato vogliono diminuire i debito pubblico, e dall’altro avanzano proposte di aumento della spesa e del debito pubblico.

Inoltre entrambi parlano di vendere parti del patrimonio immobiliare italiano, e allora che bisogno c’è di fare altri debiti?

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4 milioni di posti di lavoro? Sì, nella fantasia

postato il 10 Febbraio 2013

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

Le ultime promesse di Berlusconi sono quanto di meglio il panorama comico possa offrire. Sostanzialmente il Cavaliere  ha promesso 4 milioni di posti di lavoro e di pagare i 90 miliardi che la Pubblica Amministrazione deve ai fornitori privati tramite delle obbligazioni (in pratica tramite BTP di nuova emissione).

La proposta dei posti di lavoro è un vecchio classico della comicità del Berlusclown, e se nel 1994 erano 1 milione, e nel 2001 erano 1,5 milioni, oggi il nostro amatissimo venditore di pentole aumenta la sua proposta e, come se fossimo in tempi di saldi, arriva a 4 milioni di posti di lavoro in 5 anni. Sarebbe stupendo se non fosse irrealizzabile. Perché affermo ciò? La risposta semplice è che se Berlusconi non c’è riuscito con numeri inferiori in passato, come può riuscirci oggi con numeri più grandi e in piena crisi? Ma la risposta vera è un’altra e si chiama “Legge di Okun” dal nome del suo ideatore.

Cosa dice questa legge empirica (ma molto seguita e studiata in Economia)? La Legge di Okun, secondo la sua formulazione più autentica mette in relazione la produttività con la disoccupazione: in altre parole se la produttività aumenta a certi ritmi, la disoccupazione dovrebbe diminuire secondo una certa proporzione e viceversa. Nel tempo si è visto che il rapporto è confermato, anche se non l’intensità e l’incremento della disoccupazione è minore di quanto previsto da Okun: tra i 2008 e il 2010, in Europa ad un calo del PIL del 4,4% ha fatto seguito un aumento della disoccupazione pari a 2,8%. In Italia il PIL era diminuito del 5%, ma la disoccupazione e aumentata del 2%. Se partiamo da questi dati possiamo osservare che una diminuzione della disoccupazione presuppone un aumento del PIL e qui veniamo ai dolori per il nostro Berlosco: lui parla di 4 milioni di nuovi occupati, ma io sono generoso e considero solo i disoccupati effettivi attualmente in Italia che sono 3 milioni, pari al 12% (arrotondo per difetto). E ora facciamo una equivalenza semplice semplice: se con un PIL calato del 5% in due anni, la disoccupazione è aumentati di due punti percentuali, per togliere 12 punti percentuali di disoccupazione in 5 anni, quanto deve aumentare il PIL? Risposta: del 30%. In pratica nei prossimi 5 anni l’Italia dovrebbe crescere quasi al ritmo della Cina, ovvero del 6% annuo e considerato che per il 2013 si attende una riduzione del PIL, la promessa di Berlusconi è destinata già in partenza ad essere disattesa, come lo è già stato in passato e a rivelarsi come una promessa assolutamente infondata e falsa.

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In diretta dal Palazzo dei Congressi di Roma

postato il 10 Febbraio 2013

Dalle ore 10.30 la manifestazione UDC: “Il programma al centro del nuovo governo nazionale”

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