postato il 22 Maggio 2009
di Mario Sechi
Alla borsa della politica si classifica come un investimento di medio-lungo termine, alle elezioni europee conta «di prendere qualche voto in più rispetto alle politiche». Pier Ferdinando Casini, azionista di maggioranza dell’Udc, guarda fiducioso l’andamento del suo titolo sui listini elettorali. E in questa intervista con Panorama svela le future strategie di collocamento.
Lei è stato presidente della Camera, oggi al suo posto c’è Gianfranco Fini che tuona contro le leggi ispirate dai princìpi religiosi. Il cattolico Casini che ne pensa?
Penso che Fini abbia un’esigenza di visibilità, come hanno tutti i presidenti della Camera, l’avevo anch’io. Nel suo caso è accentuata dal fatto che il suo partito è diventato quello di Silvio Berlusconi. Non mi scandalizzo per il fatto che intervenga spesso, non lo biasimo neanche. [Continua a leggere]
postato il 22 Maggio 2009
Caro Presidente,
altro che finita; la crisi è nel bel mezzo. Sono agente di commercio di componenti per la meccanica industriale e seguo il nordest Italia: le posso assicurare che ora si cominciano a contare le aziende che chiudono. Fino ad ora han tenuto botta: ora non ce la fanno più. [Continua a leggere]
postato il 22 Maggio 2009
Berlusconi ha spiegato che 100 parlamentari bastano, noi lo invitiamo a passare dalle parole ai fatti: presenti un disegno di legge. La sfida è accettata, noi lo voteremo. Riduca a 100 i parlamentari, ma ho i miei dubbi che lo faccia, perché è la Lega che determina gli orientamenti del governo non Berlusconi. In ogni campagna elettorale il premier se ne inventa una. L’ultima volta parlava di abolizione delle province, e infatti andiamo a votare per le province e sono tutt’altro che abolite. Adesso pensa di ridurre il numero dei parlamentari. Bene. Che li riduca. Noi votiamo a favore, ma lo sfidiamo a fare subito questa proposta ufficialmnte in Parlamento.
Pier Ferdinando
postato il 22 Maggio 2009
Diciamo la verità, per il nostro presidente del Consiglio la crisi non c’è, bisogna solo avere ottimismo. Io invito tutte le donne ad andare al supermercato e a pagare alla cassa con l’ottimismo. Vogliamo un Governo che agisca davvero contro la crisi. Oggi, invece, si parla di investire in infrastrutture ma non si riesce a capire dove sono i soldi e dovremmo andare a “Chi l’ha visto” per capire dove sono finiti: prima sono sul ponte di Messina, poi vanno in Abruzzo e poi ovviamente spariscono. La verità è che i fondi non ci sono, perché il nostro governo spera solo che passi la nottata, che la crisi passi da sola.
Pier Ferdinando
postato il 22 Maggio 2009
Corriamo da soli in 51 province italiane perché è una scelta coerente con quanto abbiamo fatto alle politiche. Ogni tanto vorremmo che in questo Paese si passasse dalle parole ai fatti. Ci sono troppe chiacchiere, oggi sui parlamentari, ieri proprio sulle province: noi vogliamo invece continuare a parlare di cose concrete come il quoziente familiare, che Berlusconi ha promesso in campagna elettorale, di provvedimenti per le piccole e medie imprese e per gli artigiani e commercianti che ormai hanno studi di settore impossibili da sostenere. Ci sono molte questioni poste, ma oramai si risponde sempre con gli slogan, mai con i fatti concreti. In una competizione l’imperativo è vincere. Dopo, se non si vince, ci sarà la subordinata, ma guai a partire dalle subordinate perché si va nel fosso. Noi puntiamo a vincere o ad andare al ballottaggio. Il resto non esiste.
Pier Ferdinando