postato il 15 Aprile 2011
Pubblichiamo l’intervista a Pier Ferdinando Casini su ‘la Repubblica’ di Francesco Bei
Reduce dalla battaglia parlamentare contro la prescrizione breve, Pier Ferdinando Casini è volato subito a Panama per partecipare alla 124esima conferenza dell’Unione interparlamentare. Al telefono commenta la notizia del giorno, il segnale di Napolitano sul processo breve.
Nella sua dichiarazione di voto contro la prescrizione breve lei pronosticava che questa ennesima legge ad personam “non reggerà alle successive verifiche istituzionali”. Adesso Napolitano annuncia che valuterà gli effetti della legge.
«Il presidente della Repubblica, applicando la Costituzione, si riserva un esame approfondito del testo. È un suo diritto-dovere. E non dimentichiamoci la seconda verifica, quella della Corte costituzionale. I compiti di queste due istituzioni di garanzia sono diversi, ma è così che funziona un sistema con pesi e contrappesi».
Si aspetta che la nuova legge sul processo breve venga bocciata o dal capo dello Stato o dalla Consulta?
«Non mi permetto di entrare in valutazioni che non mi competono. Faccio soltanto notare al presidente Berlusconi e alla maggioranza che il nostro sistema si basa su un principio molto chiaro: non è vero che chi vince le elezioni diventa il padrone del paese e può fare tutto quello che vuole».
La giornata di mercoledì alla Camera vale anche come lezione per l’opposizione?
«Ormai è chiaro che ci sono diverse linee. Da una parte c’è chi, magari per paura, sulla giustizia vuole lasciare tutto così com’è. Dall’altra chi, come noi, accetterebbe una vera riforma della giustizia e, per certi versi, persino la sollecita». [Continua a leggere]
postato il 14 Aprile 2011
Un ennesima occasione persa, si continua con le vecchie scorciatoie e il paese da 20 anni ancora aspetta quella riforma epocale della giustizia: promessa non mantenuta di cui sentiamo l’esigenza. Dopo 20 anni siamo tornati davanti al tribunale di Milano con la gente sul marciapiede. Questa legge ad personam non sarà utile nemmeno al premier perché il provvedimento non reggerà alle successive verifiche istituzionali.
Aspettiamo una riforma della giustizia che corrisponda ai criteri di imparzialità e di equilibrio risolvendo lo storico carico di processi e l’ingolfamento che si è prodotto.
Siamo convinti che per battere Berlusconi servano le armi della politica e non le scorciatoie giudiziarie che sarebbero la sconfitta della politica . E’ l’opposizione che deve indicare una nuova strada per l’Italia.
Pier Ferdinando
postato il 12 Aprile 2011
Berlusconi venga a riferire sulla linea di politica internazionale che il governo ha deciso di adottare. Si faccia un dibattito in Parlamento sull’Europa, perché abbiamo sentito troppe voci discordanti. Spiegare quello che sta succedendo dopo le dichiarazioni surreali di ieri sarebbe un fatto di dignità e serietà del Parlamento e dell’intero governo.
Pier Ferdinando
postato il 11 Aprile 2011
Ormai è uno show continuo che non diverte più

Berlusconi è un disco rotto e le sue litanie non interessano più a nessuno. Gli italiani si sono stancati e vorrebbero sentir parlare delle cose che li riguardano: dei giovani che non trovano lavoro e dei precari che non hanno possibilità di stabilizzazione.
Berlusconi ormai fa uno show continuo. Non so se qualcuno si diverte ancora, io non mi diverto più.
Pier Ferdinando
postato il 11 Aprile 2011
Sull’immigrazione ci vorrebbe un fronte comune in Europa. Non c’è certo bisogno di ultimatum, soprattutto se non si ha credibilità per farlo, e la credibilità di Berlusconi è sotto gli occhi di tutti.
Dobbiamo invece fare quello che ha detto il Presidente della Repubblica, e cioè chiedere una corresponsabilità all’Europa con la serenità di chi non cambia opinione ogni giorno.
Pier Ferdinando
postato il 10 Aprile 2011
Sull’immigrazione non abbiamo una politica, siamo isolati in Europa e le isterie della Lega non hanno certo risolto i problemi, anzi li hanno accentuati.
Confidare oggi nell’Europa dopo aver demolito per anni l’idea che l’Europa politica servisse, questo ha fatto la Lega, credo sia la più grande delle sciocchezze che si potessero fare.
Pier Ferdinando
postato il 9 Aprile 2011
Che le dimissioni in Italia fossero una rarità era chiaro, ma ora cominciano a diffondersi le “dimissioni temporanee”. Le dimissioni temporanee sono una vera novità politica, un’invenzione straordinaria che da lustro a questo governo che può vantare il primato di almeno quattro casi di dimissioni temporanee. Sono finiti i tempi degli Scajola e dei Brancher che sono stati costretti alla turpe pratica delle dimissioni e che ora vagano ai margini della compagine governativa vedendo i loro posti preda di uno Scilipoti qualsiasi, ora i nostri beniamini possono tranquillamente dimettersi senza rinunciare alla loro poltrona. Questa pratica virtuosa delle “dimissioni che non lo erano” è stata inaugurata dal ministro Mara Carfagna che pochi giorni prima del voto di fiducia del 14 dicembre dichiarò al quotidiano napoletano “Il Mattino” che il giorno seguente si sarebbe dimessa, udite udite, da tutti gli incarichi. Fortunatamente le premure del Premier e di altri esponenti della maggioranza hanno dissuaso la bella Mara dall’insano gesto. Il Rigoletto di Verdi ci insegna che la “donna è mobile” ed in effetti altre dimissioni annunciate ma mai verificatesi vengono sempre nel turbolento mese di dicembre dal ministro Stefania Prestigiacomo che, sull’orlo di una crisi di nervi perché la sua maggioranza non le votava i suoi provvedimenti, annunciò le dimissioni dal gruppo del Pdl ma non dal governo. Anche in questo caso le coccole del capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto e di Gianni Letta hanno rassicurato la siciliana Prestigiacomo, che però nel campo delle “dimissioni che non lo erano” ci ha donato una chicca: le dimissioni dal gruppo parlamentare, ovvero mi tengo tutto, ministero e seggio parlamentare, ma passo per una che si dimette! Gli uomini del governo non sono voluti essere da meno delle colleghe e così qualche settimana fa il sottosegretario con delega alla famiglia Carlo Giovanardi ha annunciato le sue dimissioni a seguito dei pesanti tagli al fondo per la famiglia. Giovanardi in questi giorni è stato a mostrare in tv il suo sorriso alla Fernandel e non sembrava uno prossimo alle dimissioni e siccome non si hanno notizie di imponenti stanziamenti del governo a favore delle politiche familiari possiamo giustamente iscrivere il sottosegretario nell’albo d’oro delle dimissioni temporanee. Ma in questi giorni si è affermato il campione delle dimissioni a tempo: il sottosegretario all’interno Alfredo Mantovano che aveva rassegnato le dimissioni dal governo per via dell’arrivo a Manduria, contrariamente alle sue promesse, di 1.500 immigrati. Mantovano nei giorni seguenti ha raccolto attestati di stima, elogi da maggioranza e opposizione, perfino Vauro in tv ha riconosciuto pubblicamente la moralità del sottosegretario che preferiva dimettersi piuttosto che avvallare la gestione governativa dell’emergenza immigrazione. E’ bastato mandare via 200 immigrati dal suo collegio elettorale per far parlare Mantovano nientemeno di una fantomatica “svolta” nella vicenda immigrati e dunque per ritirare le sbandierate dimissioni. Chi sarà il prossimo esponente del governo a cimentarsi nella singolare pratica delle dimissioni senza lasciare la poltrona? Lo scopriremo presto, intanto il pensiero corre al povero Sandro Bondi che è stato l’ultimo in ordine di tempo a dimettersi senza che nessuno lo richiamasse o lo pregasse di rimanere. Che sia ancora in tempo per ritirare le dimissioni ed entrare a far parte del fantastico club dei dimessi a tempo?
“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi
postato il 9 Aprile 2011
Berlusconi ieri sera ha spiegato che se i suoi disegni non sono passati e’ stato per merito anche dell’Udc, mio e di altri. Gli siamo grati che lo abbia ricordato agli italiani. Noi non abbiamo accettato che si facessero leggi solo per i suoi interessi, ma volevamo che le leggi fossero nell’interesse dei cittadini. Berlusconi non riesce a fare nulla sugli emigranti, non riesce a fare nulla per le condizioni drammatiche delle famiglie italiane. Non riesce a fare nulla su quasi tutto, però bisogna essere grati a quest’uomo perché ogni tanto dice la verità.
Pier Ferdinando
postato il 9 Aprile 2011
Scossa a Costituzione è solo fumo
La riforma della Costituzione è un’altra delle scosse epocali che Berlusconi vuole dare, cioè fumo, perché l’arrosto non arriva mai. Infatti, i temi veri dell’immigrazione e dell’economia non vengono mai affrontati. Su questo il nostro governo è drammaticamente assente e confuso. Berlusconi si diverte a parlare di tutto, compreso il bunga bunga, ma non delle cose che riguardano gli italiani: le famiglie stanno scivolando nell’area della povertà e la scossa epocale all’economia non si è vista.
Pier Ferdinando