Tutti i post della categoria: Politica

“Aboliremo le province”, la promessa elettorale di Silvio Berlusconi (e del PD)

postato il 5 Luglio 2011

Repetita iuvant dicevano gli antichi, ma ripetere alcune cose potrebbe non giovare, anzi addirittura potrebbe fare arrossire. E’ il caso dell’abolizione delle province: durante la campagna elettorale del 2008 Silvio Berlusconi e la sua coalizione hanno promesso agli italiani di abolire le province per recuperare ben dieci milioni di euro, oggi gli stessi che nel 2008 erano i paladini di questo provvedimento si sono invece premurati di respingere alla Camera la proposta di legge per sopprimerle. A dire il vero anche il PD, allora guidato da Veltroni, si sbracciava per l’abolizione delle province; promesse anche in questo caso non mantenute, così il PD ha infatti votato con PDL e Lega, salvando il Governo. “Repetita iuvant” dicevamo, ecco un florilegio di dichiarazioni rilasciate alle agenzie di stampa da far arrossire qualunque pinocchio della politica.

PDL: BERLUSCONI,COLLABOREREMO CON PD PER ABOLIZIONE PROVINCE

(ANSA) - ROMA, 4 MAR - Visto che l'abolizione delle province
e' anche nel programma del Pd ''su questo potremmo collaborare,
allo scopo di abolire le principali province dove esistono aree
metropolitane''. Lo ha detto Silvio Berlusconi, leader del Pdl,
ospite di 'SkyTg24 Pomeriggio'.
(ANSA).

GMB
04-MAR-08 13:41 NNNN

Apc-*ELEZIONI/ BERLUSCONI: LE PROVINCE VANNO ELIMINATE TUTTE
Sono inutili è solo un costo per i cittadini

Roma, 5 mar. (Apcom) - Silvio Berlusconi ribadisce oil suo
progetto di abolizione delle Province, un'abolizione che, a suo
giudizio, deve riguardare tutti questi Enti locali, non solo
quelli delle città metropolitane. Intervistato durante la
trasmissione 'Porta a porta', l'ex premier ha infatti
sottolineato: "Dobbiamo eliminare le Province. Sono tutte inutili
e soltanto fonte di costo per i cittadini".

Bac/Ang/Dav

052025 mar 08

ENTI LOCALI:BERLUSCONI,ELIMINARE PROVINCE,RISPARMIAMO 10 MLN

(ANSA) - TAORMINA (MESSINA), 29 MAR - L'eventuale futuro del
governo di centrodestra ha in programma anche ''l'eliminazione
delle Province dagli enti locali''. Lo ha detto il candidato
premier del Pdl Silvio Berlusconi intervenendo al Forum di
Confagricoltura a Taormina.
''Quando furono realizzate le Regioni - ha aggiunto - tutti
davano per imminente l'abolizione delle Province, poi localismi
ed egoismi hanno prevalso. L'abolizione delle Province - ha
spiegato Berlusconi - senza licenziare alcun dipendente pubblico
porterebbe da solo un risparmio di 10 milioni di euro
l'anno''.(ANSA).

TR-FPI/IMP
29-MAR-08 13:23 NNNN

PDL: BERLUSCONI A CENA ANTONIOZZI, ABOLIREMO LE PROVINCE =
(AGI) - Roma, 3 apr. - "Oggi ho fatto la piu' grande maratona
della tv. Ho parlato per 9 ore e 20 minuti". Silvio Berlusconi
si presenta alla cena offerta dal candidato del Pdl alla
provincia di Roma Alfredo Antoniozzi e la prima cosa che spiega
alla platea e' che vuole abolire le province. "Dall'abolizione
delle province avremo 12 miliardi di euro di risparmio" dice
l'ex premier spiegando di aver fatto una prima stima in
proposito. Il candidato premier del Pdl tuttavia osserva che
"non e' giusto gettare la colpa addosso sempre alla casta dei
politici. Lo sapete - aggiunge parlando in una sala di un
albergo romano - io non ho simpatia per la casta. Anzi, mi
sento di rappresentare l'antipolitica, sono un imprenditore
prestato alla causa". Berlusconi nel suo intervento ha ribadito
la teoria del 'voto utile': "Se non abbiamo una vasta
maggioranza non riusciremo a cambiare un paese che e' in
declino. Bisogna anche ragionare - ha osservato - che
l'economia americana subira' un arresto. Le famiglie americane
hanno speso di piu' di quanto guadagnavano. Per questo motivo
noi dobbiamo far fronte ad una situazione difficile e dobbiamo
ottenere il piu' ampio consenso possibile". (AGI)
Gil/Cam
032317 APR 08

NNNN

BERLUSCONI:INUTILE METTERE MANI ITALIA SENZA AMPIA MAGGIORANZA =
(AGI) - Roma, 3 apr. - "E' inutile mettere le mani sull'Italia
se non avremo un'ampia maggioranza". E' quanto afferma Silvio
Berlusconi in un'intervento alla cena offerta dal candidato del
Pdl alla provincia di Roma, Alfredo Antoniozzi. "L'ex premier
spiega di non voler fare "lotte pazzesche" per cambiare
l'Italia, per questo chiede un ampio consenso. Berlusconi
inoltre chiarisce che le riforme sul dimezzamento dei
parlamentari e sull'abolizione delle province saranno fatte
dopo la legislatura che avra' inizio a seguito del voto del 13
aprile. (AGI)
Gil
040036 APR 08

NNNN

ELEZIONI: BERLUSCONI, ABOLIZIONE PROVINCE NEL PROGRAMMA E VA FATTA =

Roma, 10 apr. (Adnkronos) - "L'abolizione delle province e' nel
nostro programma. Le province non possono essere lasciate in piedi,
solo per l'abolizione delle province, pur assorbendo tutto il
personale si risparmiano 10-13 mld all'anno". Lo ha sottolineato
Silvio Berlusconi, durante la registrazione della puntata di 'Porta a
Porta' che andra' in onda questa sera, ribattendo a chi ricordava la
contrarieta' della Lega all'abolizione di questi enti locali.

(Sam/Pe/Adnkronos)
10-APR-08 17:18

NNNN

 

FEDERALISMO: BERLUSCONI, ABOLIZIONE PROVINCE E' UN PROBLEMA APERTO =

(ASCA) - Roma, 15 set - ''L'abolizione delle Province e' un
problema aperto, anche se non ne abbiamo ancora parlato in
Consiglio dei ministri''. Lo ha detto il presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi durante la registrazione di
'Porta a porta.
''Questo problema - ha aggiunto il premier - non e' ne' di
destra ne' di sinistra e quindi sarebbe auspicabile,
nell'affrontarlo, la concordia tra tutte le forze
politiche''.
lpe/mcc
152010 SET 08
NNNN

PROVINCE:BERLUSCONI, VORREI ABOLIZIONE MA LEGA NO D'ACCORDO

(ANSA) - BRUXELLES, 11 DIC - ''C'e' un solo punto nel
programma elettorale in cui ho difficolta' serie con gli alleati
ed e' quello dell'abolizione delle Province: siamo ancora
convinti che sarebbe utile per risparmiare ma la Lega ha una
posizione molto ferma''. Lo ha sottolineato il premier Silvio
Berlusconi conversando con i cronisti oggi a Bruxelles.
D'altra parte, ha spiegato il presidente del Consiglio, ''io
non ho il 51% e devo accettare cio' che i miei alleati ritengono
di non poter sottoscrivere''. (ANSA).

KWF/CIP
11-DIC-08 16:38 NNNN

Apc-*Riforme/ La Russa: Abolire le province tra cinque anni
La Lega non chiuda le porte a questo programma

Milano, 13 dic. (Apcom) - Il ministro della Difesa, Ignazio La
Russa e coordinatore nazionale di An, propone di abolire tutte le
delle Province tra cinque anni. Nel pieno del dibattito
sull'abolizione degli enti provinciali, il ministro La Russa dà
la sua ricetta, alla vigilia dell'appuntamento elettorale del
2009: "Le Province non possono essere abolite adesso che si sta
per andare a votare - ha detto a margine di un incontro presso il
gazebo del Pdl in San Babila - ritengo che fra cinque anni
debbano essere abolite tutte le Province e che subito dopo il
voto venga fatta una legge che preveda il passaggio delle deleghe
provinciali al termine del prossimo mandato a Comuni, Regioni o
aree metropolitane".

Il ministro ha voluto richiamare anche l'attenzione della Lega
sul tema delle Province: "Ci dobbiamo dotare di un programma per
l'abolizione e invito la Lega a non chiudere a questo programma.
Penso che tutte le Province vadano abolite e non alcune sì e
alcune no: questa è un'ipotesi che tutto il Pdl deve scartare".

Quanto invece ai candidati del Pdl per le provinciali milanesi
per le quali da tempo circolano molti nomi ma ancora il partito
non si è pronunciato ufficialmente, La Russa ha ribadito: "Sia
con Albertini che con la Moratti i candidati sono stati scelti
poco prima della scadenza elettorale. Penati, visto che è così
indietro, fa bene a correre". Domani, infatti, il Partito
democratico, alla presenza del segretario nazionale Walter
Veltroni, lancia le proprie candidature per le provinciali 2009.

Mlo/Ral

131711 dic 08

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Abolizione province, Lega aveva assunto impegno in campagna elettorale

postato il 5 Luglio 2011

L’impegno all’abolizione delle Province la Lega e il Pdl lo avevano assunto nella campagna elettorale del 2008. Lascio agli atti i testi delle notizie Ansa che lo contengono.

Pier Ferdinando

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Su Lodo Mondadori un balletto indecente

postato il 5 Luglio 2011

La norma sul Lodo Mondadori comparsa nella Manovra non ha padri né madri, eppure dovrebbe esserci chi si assume la responsabilità di averla inserita. Invece, abbiamo assistito a un balletto indecente e indecoroso, segno del presappochismo, della confusione e dell’arroganza che ci sono nel governo e nella maggioranza.

Pier Ferdinando

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Alfano, l’onestà dei fatti e quella dei proclami

postato il 5 Luglio 2011

“Voglio un partito degli onesti”, questa la frase simbolo che il neo-acclamato segretario politico del PDL Angelino Alfano ha consegnato alla stampa. Una dichiarazione di intenti forte e meritevole di attenzione. È auspicabile che non rimanga uno slogan ma sia il monito quotidiano dell’attività del giovane (solo se confrontato con gli altri) Alfano, una volontà chiara che lo accompagni nell’opera di rinnovamento e cambiamento del partito di maggioranza relativa. Importante sottolineare due aspetti: con questa frase a effetto si è squarciato, diciamo così, il velo di ipocrisia che avvolgeva il PDL. È una presa di coscienza quasi inaspettata: nessuno avrebbe detto tali parole se non avesse prima constatato che all’interno del movimento di Berlusconi l’onestà non alberga propriamente nell’empireo dei principi fondanti. Questo per via di un presupposto concettuale, mentale dei berlusconiani: la politica è fare, è attività, dinamismo, poche remore e freni morali, l’onestà rallenta, si può perdonare se la si contravviene.

Il secondo aspetto è il piglio decisionista del nuovo segretario: vuole mostrarsi come l’uomo che si è guadagnato il titolo, non ricopre quell’incarico solo in virtù di una investitura del Cavaliere, ha le carte in regola per sferzare e rimettere in carreggiata il partito.

Ora lo aspetta la prova dei fatti. Ma questi, come spesso avviene, sono (o sono stati) inclementi, o quantomeno presentano una tempestività sorprendente.

In platea, mentre il ministro pronunciava le fatidiche parole, sedeva tra gli altri mille e più delegati, Alfonso Papa, deputato PDL su cui pende una richiesta d’arresto della magistratura di Napoli nell’ambito dell’inchiesta P4. Alfano è stato coraggioso ed in qualche maniera ha giocato al rialzo, quel passaggio proprio mentre infuria la bufera delle intercettazioni e dei legami illeciti politica-affari che investe il partito (oltre a Papa è nei guai anche il deputato Marco Milanese, strettissimo collaboratore del superministro Tremonti) ha di che far discutere: Alfonso Papa sarà messo sotto la lente del Segretario che per un rinnovato PDL vuole innanzitutto onestà? Come giustificherebbe l’imbarazzante presenza di un uomo che la magistratura ritiene creatore e membro di una associazione segreta pericolosa per le istituzioni? Il dovere dell’onestà si realizza nell’essere indipendenti da ogni pressione esterna, indebita e nel denunciare i tentativi di questo tipo. Insomma, Alfano ha avuto coraggio in quanto ora dovrà dimostrare che nelle parole che ha pronunciato crede davvero. E l’occasione è lì da venire: la giunta per le autorizzazioni deve pronunciarsi sulla richiesta di arresto. Come si comporterà il PDL a trazione Alfano? A dar retta alle intenzioni, profferte a favor di taccuini e telecamere, dovrebbe dare segnali di giustizia, punendo il deputato che trescava con Bisignani. Ma la sicurezza non c’è. E questo non per essere giustizialisti, ma per iniziare bene.

L’altro fronte della nuova battaglia sull’onestà è, se possibile, più scottante e “mediatico” perché riporta in superficie un nodo mai sopito, terreno di scontro aspro, il conflitto di interessi. La pietra dello scandalo è costituita da una piccola norma inserita nella manovra presentata dal governo al Capo dello Stato che modifica due articoli del codice di procedura civile, ponendo in capo al giudice dell’appello, in luogo della semplice facoltà, l’obbligo di sospendere l’esecutività della condanna di risarcimenti superiori ai 10 milioni di euro in primo grado e 20 milioni di euro in Cassazione. Una semplice riscrittura utile a mettere in salvo le casse della Mediaset del presidente del Consiglio, chiamata a risarcire la Cir di De Benedetti della supercifra di 750milioni di euro. I commenti si sono sprecati, la norma ha già assunto un appellativo familiare alle italiche orecchie, “ad personam”, tramutato efficacemente in “ad aziendam”. Questa operazione è tanto più odiosa se si pensa che il decreto contiene disposizioni per tutt’altra materia: la manovra predispone misure per il pareggio di bilancio entro il 2014, misure dure con ricadute dirette e pesanti sui cittadini. E allora, ci chiediamo, per quale motivo bisogna inserire una norma che tutela le grandi imprese se non per favorire nell’immediato un’azienda ben definita, sulla quale pende una condanna ad un risarcimento così ingente?

Alfano deve dimostrare di non essere la faccia pulita di un partito che nel chiuso delle stanze dà da pensare di occuparsi di tutt’altro che all’onestà, alla giustizia e alla legalità. Alfano deve dimostrare che il viatico da lui posto come fondamentale da quel palco sia la sostanza, la reale volontà collegialmente riconosciuta di riformare e migliorare. Il banco di prova è la contrastante disposizione del decreto licenziato dal Consiglio dei Ministri: sappia far seguire i fatti alle sue parole.

Ne va anche del suo interesse, del suo futuro politico, della sua dignità di uomo di partito: la sua iniziativa, se reale e non fittizia, può dimostrare che il PDL non è fatto di plastica, che non è sotto la bacchetta del premier, che sa cambiare pelle quando è necessario, che sa accorgersi del richiamo della buona politica. E la buona politica impone che la salva-Mediaset, come è stata rapidamente ribattezzata, ritorni da dove è arrivata e venga derubricata a “norma dal sen fuggita”. Tutto ciò che è ad personam è ontologicamente contrario all’onestà. Basta questo per dire basta a Berlusconi e per dire sì ad un PDL che stia alle regole del gioco.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Stefano Barbero

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«Ora Berlusconi è finito, ho rispetto per il segretario ma chiuda con il bipolarismo»

postato il 3 Luglio 2011

Pubblichiamo da “La Repubblica” l’intervista a Pier Ferdinando Casini

di Goffredo de Marchis

«Berlusconi un tempo agitava il popolo contro il palazzo, ora sta asserragliato nel palazzo preoccupato dal popolo. L’elezione di Alfano alla segreteria del Pdl non va sottovalutata ed è un segno, più eloquente di altri, che la parabola di Silvio si sta esaurendo». Pier Ferdinando Casini osserva da fuori ciò che succede nel centrodestra. Ma lo fa con occhi esperti perché quella è stata casa sua per molti anni. «Aspetto il neosegretario alla prova dei fatti», dice il leader centrista. «E’ un ragazzo intelligente che ha un compito difficile».

Alfano punta a costruire la costituente popolare anche con voi. Senza chiedervi i voti per puntellare il governo. È la strada giusta per un dialogo con l’Udc?
«Non mi meravigliano le parole di Alfano. Il Terzo Polo è strattonato a destra come a sinistra. L’autosufficienza proclamata all’atto fondativo di Partito democratico e Popolo delle libertà infatti è rimasta sulla carta. Tutti sanno che la nostra forza è semplicemente decisiva. Nella politica italiana sta avvenendo qualcosa di molto importante. E l’elezione di Alfano, per alcuni versi, ne è la certificazione. Chi vuole vedere il bicchiere mezzo vuoto può pensare sia solo la protesi di Berlusconi, o può sindacare sul modo singolare in cui è stato eletto». [Continua a leggere]

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L’insostenibile leggerezza di Nichi

postato il 2 Luglio 2011

“Nichi, ma che stai a di’?” era l’esilarante rubrica quotidiana sul nonsense poetico di Nichi Vendola che appariva sul blog di Claudio Cerasa e sulle pagine de “Il Foglio”, oggi è la domanda che i più attenti osservatori pongono al Presidente della regione Puglia quando, abbandonati i temi aulici della poesia e della fantasia, si cimenta con l’attualità politica e i problemi scottanti del Paese.

Gli ultimi mesi sono stati particolarmente interessanti da questo punto di vista, forse per il maggior impegno profuso dal leader di Sinistra ecologia e libertà nella scalata alla leadership del centrosinistra che lo portano spesso a distinguo e ad arditi sorpassi in curva. Ma i sorpassi in curva, si sa, sono pericolosi e si rischia di andare rovinosamente a sbattere  come è accaduto al povero Vendola che all’indomani della storica vittoria di Pisapia alle elezioni amministrative milanesi ha voluto mettere il cappello sull’impresa dell’avvocato riformista, sul quale aveva puntato fin dall’inizio, con un comizio fiume sulla Milano espugnata, sulla pornografia del potere e sulla necessità di abbracciare i rom e tutti i credenti di altre religioni. Giuliano Pisapia che aveva vinto con una campagna dai toni moderati e fatta di proposte concrete liquidò il furor vendoliano con una ramanzina da maestro Perboni: «A Nichi Vendola voglio bene. Ma quando va in una città che non conosce dovrebbe ascoltare più che parlare».

La consultazione referendaria su nucleare, acqua e legittimo impedimento è stata l’altra tigre da cavalcare e considerato che Antonio Di Pietro si poteva attestare la paternità della consultazione e dunque della vittoria, Vendola si è gettato anima e corpo nella campagna referendaria e si è particolarmente esposto per i referendum sull’acqua additando la sua Puglia come modello di gestione pubblica. Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi dice un detto popolare, Nichi Vendola però sembra essersi dimenticato non solo il coperchio, ma anche la pentola e soprattutto dell’acqua della pentola, perché nonostante la schiacciante vittoria del Sì al secondo quesito dei referendum, in Puglia le tariffe dell’acqua non scenderanno di un centesimo, nemmeno di quel 7% di remunerazione del capitale investito che è stato abrogato.

Davanti alla palese contraddizione tra quanto sostenuto durante la campagna per il Sì e le scelte di governo regionale l’immaginifico Nichi non ha trovato metafore adatte e si è lasciato andare ad un pragmatico «è indispensabile fare i conti con la realtà per non precipitare nei burroni della demagogia». Anche in questa occasione qualcuno più attento, che aveva ascoltato il Vendola referendario, ha azzardato un “Nichi, ma che stai a di’?” chiedendo perché non avesse detto prima queste cose ai pugliesi. Il governatore pugliese con piglio berlusconiano ha risposto con un lapidario «nessuno me le ha chieste». Se le acrobazie vendoliane strappano ai più qualche amaro sorriso, dalle parti del centrosinistra fanno arrabbiare parecchio tanto che un autorevole blogger sentenzia: «anche stavolta nel centrosinistra c’è chi pensa di vincere le elezioni raccontando balle demagogiche ai suoi elettori, promettendo cose che non potrà e non vorrà mantenere e che provocheranno il ritorno dei movimenti dei delusi, dei siete-come-Berlusconi, delle manifestazioni contro il Governo organizzate dai partiti di Governo, eccetera eccetera».

L’insostenibile leggerezza di Nichi non si è fermata al referendum ma si è fatta risentire nei giorni scorsi, complice la sovraesposizione dei suoi concorrenti per la leadership dell’opposizione, quando in occasione degli scontri per la realizzazione della Tav Vendola è salito sulle barricate evocando il governo dei carri armati e dipingendo l’Italia come il Cile di Pinochet. Vano il tentativo di Casini o di Chiamparino di spiegare a Vendola che se vuole governare questo Paese non può fomentare le proteste ma deve prendere posizione, fare delle scelte chiare e soprattutto dare delle soluzioni. Il viaggio nella leggerezza di Vendola al momento finisce qua, ma è probabile che la fabbrica di Nichi produrrà altro materiale magari per una nuova rubrica di Cerasa o per un nuovo sketch di Checco Zalone, di certo non produrrà un programma di governo e un progetto di crescita del Paese, e di questo ne deve tenere particolarmente conto il Partito Democratico che se vuole costruire veramente l’alternativa riformista a Berlusconi non può perdere tempo dietro a chi propone solo mille distinguo e balle demagogiche.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

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L’esperienza di Pioltello, come vincere al nord

postato il 1 Luglio 2011

Quando ai primi di novembre 2010 abbiamo deciso di intraprendere il cammino di preparazione alle elezioni amministrative del maggio 2011, noi “Giovani per Pioltello” ci siamo trovati di fronte ad una scelta: accettare le lusinghe e le proposte di PD o PDL o creare una alternativa, costruita sui giovani, sui programmi e soprattutto sulla nostra città. Scegliere il PD, il sindaco uscente e un’alleanza molto sbilanciata a sinistra, avrebbe significato avere la quasi certezza (poi puntualmente verificatasi) della vittoria, e quindi di un posto in Giunta; ma avrebbe anche e soprattutto significato la svendita del nostro patrimonio di idee e battaglie portate avanti nei precedenti 5 anni in consiglio comunale e in tutta la città.

Viceversa scegliere di allearsi con PDL e Lega avrebbe potuto darci il vantaggio di raccogliere tutte le opposizioni presenti sul territorio (eccezion fatta per IDV che per dissidi con il sindaco ha deciso di correre in solitaria) ma ci avrebbe anche fatto perdere quello spirito e quel modo di far politica che ci ha sempre contraddistinto fin dal 2006. Pioltello è una cittadina di circa 36.000 abitanti, divisi in 4 quartieri; una città tendenzialmente di centro destra alle elezioni politiche, europee e regionali, ma che in occasioni di ogni tornata elettorale amministrativa si riscopre di centro sinistra (da ormai 16 anni). Per chi come noi cerca di costruire un’alternativa tra questi due poli, gli spazi sono ristretti e la conformazione del territorio (i 4 quartieri ognuno con le proprie particolarità) non aiuta di certo. In seguito ad una assemblea di tutti gli iscritti alla lista Giovani per Pioltello (fatta insieme agli iscritti UDC) si è deciso di aprire un canale di dialogo con il neonato gruppo di Futuro e Libertà per l’Italia, qui a Pioltello rappresentato da Ronnie Basile (avvocato, classe 1980) ex capogruppo di AN e responsabile PDL locale con il quale i nostri rapporti sono sempre stati ottimi. A metà dicembre la scelta: formiamo un polo, lo chiamiamo: Polo per Pioltello. Ne entrano a far parte Fli, UDC e Giovani per Pioltello, più la costituenda sezione locale dell’API. Il lavoro è tanto, partiamo con i banchetti nelle piazze, utili per spiegare la nostra nuova formazione, le nostre prime proposte e per presentare il nostro candidato sindaco, Ronnie Basile.

Da metà dicembre al 7 di maggio tutti i sabati e le domeniche mattina siamo stati nelle piazze della nostra città con tre gazebi e tanti attivisti, giovani, ragazzi e ragazze, uomini e donne. Abbiamo creato entusiasmo tra le persone, con alcuni slogan legati a tematiche locali, ma anche attraverso un ciclo di 5 incontri ognuno dei quali relativo ad un punto del programma: Politiche sociali (la famiglia al centro), legalità e sicurezza (Pioltello città del convivere civile), urbanistica e territorio (conservazione, recupero e tutela), commercio e trasporti (unire per rivitalizzare), cultura e sport (protagonismo giovanile).

L’idea che abbiamo cercato di trasmettere ai pioltellesi è stata quella di un gruppo forte, unito, preparato e realmente pronto a diventare classe dirigente, desideroso di dare una svolta alla nostra città. La difficoltà maggiore che abbiamo incontrato è stata quella di far capire alle persone che al di là dei partiti nazionali, al di la dei leader politici, sul territorio, a Pioltello la vera alternativa al centro sinistra non erano PDL e Lega ma era il Polo per Pioltello. A poco a poco questo messaggio è passato e così il 16 maggio abbiamo potuto festeggiare. La nostra coalizione ha raggiunto il 12,29%, risultando a tutti gli effetti il terzo polo pioltellese alle spalle del centro sx (47,82%) e del centro destra (28,64%). In particolare, all’interno della nostra coalizione un ottimo risultato è stato il nostro: la lista Giovani per Pioltello – UDC ha ottenuto 1014 voti, pari al 7,21%! Se consideriamo che nel 2006 le due liste GxP e UDC (allora separate) non avevano superato insieme il 5% (500 voti i GxP, 217 l’UDC) è davvero un grande risultato. Abbiamo anche avuto all’interno della nostra lista il consigliere che ha conquistato il maggior numero di voti (283 preferenze per Andrea Galimberti), che da pochi giorni è stato eletto anche vice presidente del consiglio comunale. Polo per Pioltello ha eletto quindi 3 consiglieri comunali di minoranza (su 10) e nei prossimi 5 anni farà certo sentire la propria voce.

Insomma, noi pensiamo di aver davvero ottenuto il massimo. La nostra lista è stata la forza trainante dell’intera coalizione (la lista di Fli ha ottenuto il 3,56% e l’API l’1,89%) ed ha ottenuto consensi intorno al 21% nei seggi di Pioltello Vecchia, vale a dire il centro storico della città. Ora iniziano 5 anni di opposizione, con la responsabilità di non deludere i 1014 pioltellesi che hanno dato fiducia ai Giovani per Pioltello – UDC.

Giovani per Pioltello – UDC

 

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Ospite di Cgil Incontri: “Energie al Lavoro”

postato il 1 Luglio 2011

Pier Ferdinando Casini ospite, ieri a Serravalle Pistoiese (PT), della 15ª edizione di Cgil Incontri- “Energie al Lavoro” – . Partecipa al dibattito con Susanna Camusso e Pier Luigi Bersani: “Quale vento nuovo soffierà sull’Italia?”

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Rifiuti: voteremo decreto, ma Lega irresponsabile

postato il 30 Giugno 2011

Il decreto legge sui rifiuti conferma l’irresponsabilità della Lega. Vedremo come voterà in aula. Quel che è certo è che l’opposizione non puo’ giocare allo sfascio e dunque noi lo voteremo, ma come questa coalizione possa andare avanti e’ un mistero che non possiamo sciogliere.

Pier Ferdinando

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La manovra è una sconfitta annunciata

postato il 30 Giugno 2011

La manovra varata dal governo e’ sleale , un segno di sfiducia verso l’attuale coalizione che non ha i voti per fare approvare alcun provvedimento, una sconfitta annunciata che scarica sul futuro governo gli oneri. Questa manovra si fa per rassicurare i mercati, ma non c’e’ niente per la crescita e in realtà guarda già alle prossime elezioni.

Pier Ferdinando

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