postato il 30 Novembre 2011 | in "Economia, Politica"
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Rodolfo Vialba
Rodolfo Vialba
12 anni fa

Concordo che non c’è alternativa a Monti ma questo non vuol dire che qualsiasi decisione vada bene. La nuova manovra sicuramente non è evitabile ma la sua accettabilità è condizionata dai suoi contenuti. Se i contenuti sono quelli che si ipotizzano, ad esempio, sulle pensioni con il blocco delle rivalutazione per quelle già in essere e lo spostamento verso l’alto del limite dei 40 anni, allora proprio non ci siamo perchè sono sempre i soliti noti che pagano i costi della crisi. A quando, ad esempio, misure come la patrimoniale modello francese, la lotta all’evasione fiscale e al lavoro nero, la tracciabilità dei pagamenti oltre i 100 euro, ecc., ecc. ecc., cioè a quelle misure che hanno un alto tasso di equità?
Se il governo Monti è in grado di fare tutto questo, come spero, va difeso e sostenuto, altrimenti bisogna trovare altre strade perchè l’alternativa sarebbe la Grecia.

Antonio Trunfio
Antonio Trunfio
12 anni fa

Esilarante come sempre !!
1. Di quali responsabilità parla scusi ? quelle di prendere meno voti o più voti ? si, credo di si. Sono le uniche responsabilità che un partito e gli uomini politici corrono. Allora li chiami “colpi di tosse” e non responsabilità
2. Le responsabilità del PAESE di cui si discetta a Roma e dintorni equivale a lavorare tutta la vita per mantenere partiti e politici che scambiano la responsabilità per la perdita o l’aumento di consenso elettorale.
AMEN

Stefano Tassinari
Stefano Tassinari
12 anni fa

D’accordissimo con Vialba. Votare tutto ciò che va bene. Sinceramente le aspettative sull’inizio di Monti erano altre, speriamo che abbia mal interpretato oppure che cambi registro tra un pò, perchè se deve fare quello che faceva Berlusconi con l’appoggio incondizionato di quasi tutti … non ci siamo più. Vorrà dire che passerò all’opposizione. Con grande dispiacere è ovvio, dopo l’ultimo anno “ricco di soddisfazioni” lì al centro. Ma, come dire…, se l’uscita dalla crisi non la pagano i ricchi e la devono sempre pagare i soliti… mi toccherà fare un’altra scelta.

citoyenne
citoyenne
12 anni fa

Buongiorno

“Se i contenuti sono quelli che si ipotizzano, ad esempio, sulle pensioni con il blocco delle rivalutazione per quelle già in essere e lo spostamento verso l’alto del limite dei 40 anni, allora proprio non ci siamo perchè sono sempre i soliti noti che pagano i costi della crisi. A quando, ad esempio, misure come la patrimoniale modello francese, la lotta all’evasione fiscale e al lavoro nero, la tracciabilità dei pagamenti oltre i 100 euro, ecc., ecc. ecc., cioè a quelle misure che hanno un alto tasso di equità?”

Questo scrive il sig. Vialba. Ma lei, gentile signore, ci crede in ciò che ha scritto? Io le ricordo che il nostro presidente Casini è stato quello che si è opposto ad una tassazione per coloro che superavano i 90.000 e i 150.000 euro… definendoli “classe media”. Non si è accorto il presidente Casini che mentre definiva classe media quella, stava dicendo che chi era al di sotto era uno straccione, felice di esserlo e quindi punibile, come ora sembra dimostrare accettando qualsiasi aggravio venga posto a questa massa di pezzenti che non ha nemmeno il coraggio di difendersi. Ma come può pretendere una lotta alla corruzione? una patrimoniale modello francese (qual’è)? la tracciabilità? una lotta all’evasione? ecc.
Stiamo con i piedi a terra… le varie caste continuano a proteggersi tra loro, mentre la massa degli obnubilati non deve sollevare nemmeno gli occhi per vedere cosa stanno combinando!
Una citoyenne

Anna Giunchi
12 anni fa

Casini è l’unico che, attualmente, ha parlato coerentemente di riforme strutturali, quali fiscalità unica e sovranità nazionale degli stati.
Privilegi ai parlamentari… Al convegno del Terzo Polo a Verona lo ha detto, e lo ha ribadito anche Fini: “Ci vogliono tagli ai vitalizi dei Parlamentari”. Berlusconi lo ha mai detto?
Questo Governo deve lavorare senza barricate, nè senza sentimenti pregiudiziali; c’è gente molto qualificata che avrà in mano la soluzione giusta. Basta dar loro fiducia.

Antonino Trunfio
Antonino Trunfio
12 anni fa

Gentile Anna, lo ha scritto giusto lei :
che a Verona hanno detto : “Ci vogliono tagli ai vitalizi”. Trattasi di un bellissimo desiderio, di un proclama, l’ennesimo e non solo di Fini, di Casini. Quanto al fatto che Berlusconi non ha detto la stessa cosa, si potrà almeno dire che non ha fatto proclami. Ma questo non è il nocciolo della questione.
Vede il tema è la LIBERTA’. A lei mi pare bastino le parole dei suoi miti, i proclami del suo leader, le promesse di qui e la palle di la.
Io mi compiaccio con lei e spero che lei possa avere lunga vita, libera, felice e densa di ogni bene e possa fare il girotondo tutto il tempo con Casini, Fini a Verona o dove le pare.
Tuttavia le devo fare osservare, che se ci sono invece altri Italiani, che non hanno leader e non ne vogliono, non credono a una sola di queste belle parole perchè da esse, finora ne hanno solo ricavato tasse, illusioni e riduzione della libertà, lei che certamente è democratica, tollerante e aperta al dialogo deve lasciare liberi questi italiani che non la pensano come lei, come Casini e compagnia, di non finanziare più quello che aggrada a voi. Perchè non possono finanziarsi quello che aggraderebbe a loro. Comprende Anna, tutto molto semplice. A lei piace l’ippica, se la paghi. A me piace andare a pescare, me lo pago da me. Come ho altre volte scritto qui e anche altrove, i democratici e tolleranti di cui l’italia è stracolma, se rimarranno ancora distratti e non permetteranno questa libertà alla gente come me, si troveranno in un mare di guai seri.
Per finire, tra le riforme strutturali che Casini e lei e tutti gli altri dovete preso promuovere per ragioni precauzionali, vi suggerisco anche quella di lasciare liberi quelli come me. Tutto molto semplice.
E resteremo amici per la pelle.

Rodolfo Vialba
Rodolfo Vialba
12 anni fa

Dall’inizio della crisi economica nel 2008 ad oggi si sono persi 576.000 posti di lavoro ( Fonte Istat) e ogni anno circa 500.000 lavoratori sono in cassa integrazione (580.000 nel 2010, Fonte ilsole24ore), il 29,1% dei giovani è senza lavoro (Fonte Istat), mentre i lavoratori precari sono 3.757.000 (Fonte lavoce.info).
I lavoratori dipendenti nel 2008 avevano un reddito medio di 21.514 euro/anno (inflazione 3,3%), nel 2009 era di 21.841 euro (inflazione 0,8%), mentre nel 2010 è stato di 21.933 euro (inflazione 1,5%) pari all’incremento dell’1,43% del triennio a fronte dell’inflazione che nel periodo considerato è stata pari al 5,6% con una perdita del 4,17% del potere di acquisto dei salari. (Fonte Caaf ACLI e Istat)
I pensionati in Italia sono 16.774.000. Di questi il 39,1% (6.560.000) percepiscono meno di 500 euro mensili, mentre il 31,4% (5.267.000) percepisce una pensione tra i 500 e i 1.000 euro mensili, più fortunati sono il 13,4 (2.248.000) dei pensionati che hanno una pensione tra i 1000 e i 1.500 euro mensili, mentre solo il 16,1% (2.696.000) ha una pensione superiore a 1.500 euro al mese (Fonte Istat). Anche per i pensionati valgono gli stessi dati sull’inflazioni sopra riportati.
Questi sono i redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati italiani.
Prendendo in considerazione i lavoratori autonomi, secondo quanto risulta dalla dichiarazione dei redditi 2009, si ha, dei loro redditi medi lordi, questa fotografia: i notai oltre 400 mila euro, i farmacisti di 126 mila euro, i medici dichiarano meno di 60 mila euro, i commercialisti meno di 50 mila, i dentisti meno di 45 mila, appena più degli avvocati, gli assicuratori circa 30 mila, architetti e geometri fra 25 e 28 mila, poco più di mille euro nette al mese, i concessionari di automobili 18.400 euro l’anno, più o meno quanto un maestro elementare, sempre più, comunque, dei gioiellieri, costretti a sbarcare il lunario con un reddito medio al di sotto dei 16 mila euro l’anno, la busta paga di un precario.
Secondo la Banca d’Italia il 5,7% della ricchezza netta posseduta nel mondo è in Italia sebbene la popolazione sia solo l’1% di quella mondiale e il PIL interno sia pari al 3% del PIL globale
Secondo le stime della Banca d’Italia, la ricchezza netta degli italiani è pari a 8.283 miliardi di euro, di cui poco più della metà – 4.667 miliardi – è costituita da abitazioni (l’80% degli italiani vive in una casa di cui è proprietario), mentre le attività finanziarie (titoli, azioni, depositi) erano pari, nel 2008, a 3.374 miliardi di euro.
C’è una evidente e macroscopica differenza fra reddito e ricchezza spiegabile con l’elevato livello dell’evasione fiscale (120 miliardi di euro all’anno), che esaspera l’ineguaglianza crescente della società italiana.
La piramide dei redditi (dichiarati) è svelta, sottile, quasi egualitaria. Mentre quella della ricchezza (stimata dalla Banca d’Italia) appare pesantemente squilibrata, più un paralume che una piramide: quasi il 45 per cento della ricchezza nazionale, equivalente a 3.700 miliardi è nelle mani di 2,4 milioni di famiglie, il 10 per cento più ricco.
Se, come è stato ipotizzato, la patrimoniale si dovesse applicare solo ai patrimoni superiori a 1,5 milioni di euro, il grosso dei ricchi italiani ne sarebbe fuori.
Ma anche una patrimoniale per i soli straricchi darebbe un gettito cospicuo.
Il 13 per cento della ricchezza italiana (sempre secondo Banca d’Italia) è nelle mani di 240 mila famiglie italiane, l’1 per cento del totale. Si tratta di 1.076 miliardi di euro.
Una patrimoniale alla francese, con un’aliquota allo 0,5 per cento della ricchezza, darebbe un gettito di oltre 5 miliardi di euro l’anno. Per ognuna delle 240.000 famiglie significherebbe pagare, su un patrimonio che è in media di quasi 4,5 milioni di euro a famiglia, 22.500 euro l’anno, onere, da loro, pienamente sostenibile.
Secondo la Banca d’Italia questa è la distribuzione del reddito e della ricchezza tra le fasce di popolazione:
– il 10% più povero della popolazione ha un reddito familiare del 2,5% del totale e una ricchezza familiare dello 0,03% del totale,
– la seconda fascia di popolazione ha un reddito familiare del 4,2% del totale e una ricchezza familiare dello 0,2% del totale,
– la terza fascia di popolazione ha un reddito familiare del 5,4% del totale e una ricchezza familiare dell’1,2% del totale,
– la quarta fascia di popolazione ha un reddito familiare del 6,4% del totale e una ricchezza familiare del 3,1% del totale,
– la quinta fascia di popolazione ha un reddito familiare del 7,5% del totale e una ricchezza familiare del 5,7% del totale,
– la sesta fascia di popolazione ha un reddito familiare dell’8,8% del totale e una ricchezza familiare del 7,1% del totale,
– la settima fascia di popolazione ha un reddito familiare del 10,5% del totale e una ricchezza familiare del 9,2% del totale,
– l’ottava fascia di popolazione ha un reddito familiare del 12,6% del totale e una ricchezza familiare del 12% del totale,
– la nona fascia di popolazione ha un reddito familiare del 15,7% del totale e una ricchezza familiare del 17,5% del totale,
– la decima fascia di popolazione ha un reddito familiare del 26,4% del totale e una ricchezza familiare del 44,5% del totale.
La crisi che il nostro Paese sta vivendo, questa fotografia della distribuzione del reddito e della ricchezza e l’assoluta necessità di assumere decisioni e scelte che rispondano a criteri di equità e giustizia sociale, sollecitano alcune riflessioni:
1) ha forse ragione David Harvey, economista sociologo alla City University di New York, quando afferma che “le crisi sono funzionali al sistema: servono a ristabilire i rapporti di forza. D’altronde – diceva un banchiere negli anni venti del secolo scorso – è proprio grazie ad una crisi che le ricchezze ritornano ai loro legittimi proprietari. Servono a questo, appunto?”.
2) Ci rendiamo conto che ha ragione Dirk Mueller, Broker Borsa Francoforte, quando afferma che le speculazioni o le scommesse in Borsa, non danno nessun contributo alla creazione di valore, alle imprese, alla produzione reale, e che le scommesse sono circa dieci volte più grandi del PIL globale e in grado di mettere in ginocchio il mondo?
3) In tutto questo la politica, quella nazionale, europea e mondiale, dov’è e che ruolo svolge?
4) Aveva forse ragione Ronald Reagan quando affermando che “Lo Stato non è la soluzione ai nostri problemi, lo Stato è il problema” indicava un programma di demolizione del welfare fatto proprio, da noi, dalla maggioranza di centrodestra e in America dal Tea Party, movimento conservatore che partecipa alla campagna per le presidenziali e che afferma”Dobbiamo dimagrire lo Stato fin quando sarà così piccolo che potremo finalmente affogarlo nella vasca da bagno”?.
5) Il nostro Paese, le decisioni e le scelte per affrontare e uscire dalla crisi, si collocano dentro a questa prospettiva di individualismo ed egoismo spinti alle loro estreme conseguenze ?
6) La gravità e la profondità della crisi che stiamo vivendo non richiede forse un di più di equità, di solidarietà, di comunità?

Francesco
Francesco
12 anni fa

E’ evidente, che il problema dell’Italia è soprattutto lo spreco di risorse, i privilegi di alcune categorie a discapito di altre a cui non vengono riconosciuti nemmeno i diritti, la corruzione, i costi della politica e del malaffare, mafie e cricche, ecc. ecc.
Ora siamo con l’acqua alla gola, incapaci di muoverci, dobbiamo per forza accettare qualsiasi cura che significhi “sopravvivenza”.
Questo non significa che non chiediamo alla politica di cambiare.
Subito dopo la terapia drastica, si inizi a ridurre il debito, si taglino gli sprechi, si concentrino le risorse sul necessario e sullo sviluppo, ed una volta per tutte, si aboliscano tutti i privilegi che gli interessati chiamano “diritti acquisiti”.

Stefano Tassinari
Stefano Tassinari
12 anni fa

Il problema sono gli intoccabili, cioè i ricchi. Se ogni volta, con un governo di destra o uno di centro o uno di sinistra o uno di tecnici nessuno li tocca…. Occorre inderogabilmente una patrimoniale devastante. Non uno zero virgola ma in percentuale. Solo così e toccando pesantemente i diritti acquisiti dei pensionati ricchi (quelli da 15.000 euro al mese) si potrà parlare di pensioni. Devastante, la patrimoniale dev’essere devastante. Comunista, per la precisione.

Antonino Trunfio
Antonino Trunfio
12 anni fa

Per R. Vialba : è un piacere leggere numeri. Qui non se ne vedono mai. Alcuni numeri mi erano noti, altri no. Provo a darle una risposta alle 6 domande che pone, sebbene non sia nè un economista, ne broker a Francoforte.
1. le crisi non fanno ritornare affatto le ricchezze ai legittimi proprietari. Lo sa bene sia il professorone Harvey e lo sapeva ancora meglio il banchiere degli anni 20. Le crisi sono la reazione del mercato ai condizionamenti imposti a più livelli, a partire da quello delle banche centrali che con la compiacenza dei governi, sedicenti democratici, si sono arrogati il monopolio della merce denaro, la merce per eccellenza quindi, mentre il valore di qualsiasi merce lo stabilisce l’equilibrio tra domanda e offerta, da che mondo è mondo. Il secondo colpevole è il welfare a tutti i costi, basato su diritti a tutti per prendere i voti, e doveri a chi ? non si sa e non importa.
Il mercato inesorabilmente si prende le sue rivincite, e le crisi che sono la sofferenza del mercato fino all’esplosione finale (default o fallimento che dir si voglia) a questi condizionamenti primari, producono fame, disoccupazione, suicidi, rivolte sociali, precarietà.
Le crisi le stanno già pagando da anni milioni di persone, che non solo non hanno avuto indietro una ricchezza loro rapinata, ma si vedono continuamente depredare. La ricchezza le crisi le volatilizzano verso una sola direzione : il potere bancario e finanziario sovra-nazionale.
2) Il broker di francoforte afferma una cosa lapalissiana. E’ meglio precisare dunque dove è nata questa possibilità diabolica di inventare la ricchezza dal nulla !! L’origine sta sempre nell’essenza del denaro, che le banche producevano fino a qualche decennio fa, stampandone a volontà, e adesso con un clic su una tastiera di un computer.Se la moneta è sganciata dal lavoro e dalla fatica, questo è il risultato. Lo sganciamento effettuato dalle banche centrali e a seguire dal sistema bancario collegato, mascherato da veicolo di sviluppo e promozione del benessere, è il veleno mortale dell’economia. Per i politici questo sistema è manna nel deserto: esisi possono promettere da sempre i diritti per tutti e i doveri per i marziani (tanto almeno loro non votano). E i broker non solo di francoforte, è meglio che stiano attaccati ai loro pc. Con la bocca chiusa, se possibile.
3) la politica nazionale e sovra-nazionale è la compagnia teatrale che recita il copione scritto dal sistema bancario e finanziario, per dare l’impressione alla gente, che votando ha nelle loro mani il destino. Di modo che le malefatte del sistema bancario – finanziario, possano perpetuarsi, mentre le masse imbolsite di democrazia del consenso, stanno mute e rispettose del potere costituito
4) Reagan aveva ragione al 100 %. Gli faceva difetto solo il fatto che lui rappresentava giusto il problema.
5) L’individualismo e l’egoismo che lei paventa, caro Vialba, sono come la generosità e l’altruismo atteggiamenti e comportamenti intrinsechi alla natura umana. Quello che una società può fare è favorire quelle positive (solidarietà, altruismo, ecc..) a svantaggio di quelle negative (individualismo, egoismo). Occorre promuovere la libertà economica, che come diceva Einaudi molti decenni fa, è la condizione necessaria per la libertà politica. Mentre assistiamo da 50 anni a governi e politici che proclamando le libertà politiche, hanno depredato della libertà economica intere generazioni. Andremo di sicuro verso un’individualismo e un egoismo esasperati, come lei teme ma forse doveva pur prevedere.
6) lei invoca solidarietà, equità. Non posso certo biasimarla per questo. Tuttavia siccome le invocazioni è meglio destinarle ai santi e al buon dio, sarebbe preferibile agire per la rimozione degli ostacoli veri alla equità e alla solidarietà. Questi ostacoli sono alla nostra portata, sono resi misteriosi dai politici che sull’inganno e la bugia fondano il loro dio consenso. Cominci anche lei a smascherare la bugia e i bugiardi. Il resto verrà senza involcarlo.
Cordialità
A.T.

Alberto Pagliarini
12 anni fa

IL MIO PENSIERO SUL GOVERNO MONTI E I PARTITI

Il governo Monti, non politico e non di partiti, è il risultato del fallimento totale di tutta la classe politica e dei partiti. Le risse politiche continue, le mancate riforme da diversi anni ritenute necessarie da tutti, ma da nessun governo fatte per il prevalere continuo degli interessi personali, delle corporazioni, delle lobby e dei partiti il cui obiettivo principale è stato sempre quello di acquisire e conservare il potere, mai quello di curare gli interessi collettivi e generali del Paese, hanno portato l’Italia sull’orlo del baratro, quasi al default. Con siffatta politica, lontana dall’essere “dovere e servizio verso gli altri”, -come la intendeva Alcide De Gasperi-, e siffatti partiti, con comportamenti ormai di stampo quasi mafioso, l’Italia è condannata al default. Nel 1981 Enrico Berlinguer disse e scrisse: “I partiti sono diventati macchine di potere, non fanno più politica, hanno degenerato e questa è l’origine dei malanni d’Italia.” Berlinguer aveva ben visto e previsto. La degenerazione dei partiti è continuata a crescere sino a portare il Paese alle soglie del default. La responsabilità è tutta loro. I partiti hanno, ora, un solo modo per riacquistare la credibilità perduta, salvarsi e salvare l’Italia: devono sostenere in Parlamento il governo Monti, di soli tecnici, consentendogli di operare per evitare il default, uscire dalla crisi e avviare, nello scorcio che resta di questa legislatura, quelle riforme necessarie per la ripresa e lo sviluppo del Paese, lasciando il compimento delle stesse ai politici, sperabilmente rinsaviti, e ai partiti, sperabilmente rigenerati, della successiva legislatura. Questa è la linea indicata e intrapresa dal lungimirante Presidente Giorgio Napolitano. Lui sa che la politica di questi partiti non riuscirà mai a fare alcuna riforma seria, non avendo sortito nessun effetto i suoi numerosi richiami alle forze politiche e sociali. La linea tracciata dal Presidente va seguita sino in fondo nell’interesse di tutti e di tutto il Paese. Se ciò non avverrà, per il prevalere dei vecchi deleteri interessi, si avrà non solo il default della Nazione, ma anche quello della democrazia. E’ auspicabile che non accada. Buon lavoro al Presidente prof. Mario Monti e al Suo Governo. Un grandissimo “GRAZIE” al Presidente Giorgio Napolitano.

Bari 16 novembre 2011 prof. Alberto Pagliarini

Questa nota è stata inviata al Presidente Napolitano, alla Presidenza del Consiglio, a diversi parlamentari, a colleghi alcuni dei quali hanno risposto condividendola pienamente. E’ stata pubblicata sul mio sito e su Facebook.

Aggiornamento del 3 dicembre 2011

Alla vigilia dell’approvazione della manovra in Consiglio dei Ministri si sentono, da più parti, dichiarazioni irragionevoli, irresponsabili e preoccupanti. L’abitudinario balletto dei veti e dei paletti da parte di partiti, sindacati, singoli parlamentari e politici, riprende con coreografica baldanza, minacciando anche scioperi. Ci si dimentica che siamo sul baratro, che se non ci si ferma e si ritorna indietro, c’è il grande rischio della catastrofe: default o forte recessione. Non è più possibile sbandierare tabù, numeri magici intoccabili, contrarietà preconcette su misure necessarie come una patrimoniale più o meno forte o più o meno leggera, e via dicendo. Non è il momento! Per fortuna qualcuno ha il coraggio e il buon senso di dire: “votiamo la manovra, anche se pesante, o il Paese affonda”. In siffatta situazione è necessario, indispensabile, doveroso da parte di tutti, sostenere il governo proponendo solo ragionevoli e accettabili suggerimenti o emendamenti che non stravolgano la manovra complessiva predisposta, ma la migliorino, rendendola più equa ed accettabile per i sacrifici imposti, ma nel rigoroso rispetto degli obiettivi e dei risultati che la sua attuazione può produrre per salvare il Paese. E’ un dovere al quale non possono sottrarsi, soprattutto, partiti, sindacati, corporazioni e lobby, primi responsabili dell’attuale situazione che si sarebbe potuta evitare, o quantomeno attenuare, se si fossero varate, per tempo, quelle necessarie riforme strutturali che servivano al Paese per renderlo più competitivo, produttivo, avanzato nella sua organizzazione sociale, amministrativa, politico-parlamentare, in un clima di vera democrazia compiuta e non apparente, come quella in cui siamo vissuti sinora. Spero che almeno in questa disastrata circostanza prevalga il buon senso e l’interesse dell’intero Paese. Può essere questa l’occasione, unica e irripetibile, per creare un futuro più accettabile per tutti, in particolare per i giovani, le donne, gli anziani, in una società con prospettive di lavoro, di studi seri con un diritto allo studio reale, di sicura ed efficace tutela della salute, per tutti i cittadini. E’ questo l’auspicio che tutti ci dovremmo porre ed anche i media dovrebbero contribuire a realizzare

Prof. Alberto Pagliarini

Antonino Trunfio
Antonino Trunfio
12 anni fa

Mi inchino di fronte a un professore che non ho il piacere di conoscere, nè di fama e nè di fatto.
Se per quel prof. davanti al nome e cognome, Le serve per dare alle cose che scrive, l’altezza della cattedra, allora non me ne vorrà se faccio la parte dello studente, che pure sono stato fino a 25 anni all’università. Tenga conto che faccio le domande, e per fortuna mi sono già dato le risposte, e non da ieri. Tuttavia, posso sempre ricredermi su quello che penso e che scrivo anche qui, e che lei potrà andare a leggere. Sono anni che provo a farmi ricredere, sarei l’uomo più felice del mondo. Purtroppo, non ho ancora trovato alcuno, che ci sia riuscito. Almeno per la materia di cui lei discetta.
Allora professore, ho alcune domande per lei :
1. Se i partiti sono “macchine di potere” come lei ricorda diceva 30 anni fa, Enrico Berliguer, il governo Monti cui i partiti non dovrebbero mettere ostacoli, a che potere risponderà ?
a) A quello dei partiti che l’hanno messo su
b) A Napolitano che lei definisce lungimirante (lo so, lo so che lei si con lungimiranza si limita a indicare la capacità di pronunciare moniti quotidiani ai sudditi italiani)
c) BCE, Goldman Sachs, Josef Ackermann, e compagnia cantando
d) non so rispondere
e) ……………………………………………..

2. Lei definisce questo governo tecnico, quindi è in ottima compagnia del main stream mediatico, non solo italiano. Spiega per favore a me che sono solo un’ingegnere, cosa intende lei per tecnica e per tecnico ?

3. Siccome nel caso del governo Monti si tratterebbe di evitare una cosa già accaduta, cioè il default, mi spiega se pensa per caso a Spielberg e a quale numero della sua fortunata serie di “RItorno al futuro” ? la 1, la 2, la 3 o la 4 ?

4. So che lei ha una domanda per me, professore !!!!, perchè non capisce come faccio a dire che il default è già avvenuto, anche i professori a volte, possono imparare dagli studenti. Non è mai troppo tardi per nessuno, neanche per lei.

5. Le lascio tuttavia la facoltà di ipotizzare una risposta fantascientifica, visto che di “Ritorno al futuro si parla” e di spiegarmi come si fa ad evitare il fallimento di una società, diciamo Italia srl (società a responsabilità limitata, appunto) ?

6. E da ultimo, visto che lei mi solletica cose di cui mi occupo rischiando in proprio faccia e capitali miei da oltre 25 anni, è in grado con poche parole di spiegare, non a me che non prendo lezioni in materia da nessuno, ma a quei 4 curiosi che magari qui ci leggono cosa sono :
a) la produttività
b) la competitivià
e soprattutto come si fa in un’impresa privata, diciamo una srl come la suddetta ITALIA srl che non vuole fallire, ad accrescere la produttività e la competitività ?

Se vorrà rispondermi la ringrazio in anticipo e le sarò grado di una sua lezione illuminante.
Se non vorrà rispondermi, non abbia timore. Non sono qui per prendere lezioni, il sito è gratuito e non danno alcun attestato di frequenza.

Cordialità, esimio professore. E tenga conto che di studenti pignoli e amanti del sapere e soprattutto della tecnica come il sottoscritto, in giro per l’Italia ce ne sono a migliaia. E non basteranno i professori a fermarli, ne tanto meno Casini e tutti i politici che affollano il palazzo.
Antonino Trunfio



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