postato il 8 Gennaio 2013 | in "In evidenza, Politica, Riceviamo e pubblichiamo"

Valzer padano

“Riceviamo e pubblichiamo” di Francesco Scavone

Quando un partito rinnova i suoi vertici vantando gloriosamente l’intenzione di cambiare passo, tutto fa ben sperare. E facevano ben sperare anche le intenzioni di Maroni che solo pochi mesi fa agitava scope e rivendicava novità, tutto volenteroso di dare alla Lega un profilo più moderno e, mi permetto, civile. Quando accadono cose di questo genere, ci si aspetta che alle parole seguano i fatti, secondo un filo logico di coerenza e serietà, a maggior ragione se il partito in questione è proprio quello che grida e fa morali in Parlamento e si dichiara limpido e integerrimo. Col passare del tempo però la verità viene sempre a galla e rischiano di  avere ragione coloro che – io in primis,  perdonate se mi schiero in prima fila – da tempo credono di avere gli elementi per dimostrare senza indugio quanta demagogia e quanto populismo di facciata ci sia in espressioni così discutibili di politica.

Mi spiego meglio, lo farò con i fatti. Da un parte mi aiutano i giornali che in questi giorni stanno riportando sempre più insistentemente notizia di altriscandali leghisti collegati ai rimborsi elettorali. Dall’altra mi aiutano le dichiarazioni principali che Maroni ha pronunciato nel corso di quest’ultimo anno di opposizione convintamente antiberlusconiana e antimontiana.

«Noi siamo in opposizione, voi siete in maggioranza. L’alleanza è finita» diceva Maroni all’indomani dell’insediamento del Governo Monti, il 29 Novembre 2011.

«Ora possiamo esprimere il nostro dissenso, in modo anche colorito. In questo senso è divertente. Con Berlusconi abbiamo votato tante cose indigeribili» aggiungeva prima del Natale scorso (22 Dicembre 2011), rinfacciando al Cavaliere anni di provvedimenti “indigeribili”, dimenticando però di fare autocritica sulla propria condotta parlamentare (non erano “coloriti” anche prima?).

I mesi trascorrevano e i leghisti, fermi sulle loro posizioni, si affermavano come i più audaci sostenitori della causa antiberlusconiana. I toni sono tornati insistenti negli ultimi mesi di Governo, quando l’avvicinarsi delleelezioni hanno posto come necessità una decisione più chiara. Niente da fare, i leghisti rimanevano delle stesse convinzioni, demonizzando qualsiasi tipo di accordo, locale e nazionale, con il Pdl.

Mi limito ad un’elencazione, ogni commento è superfluo.

«Qualcuno dice che la grande ammucchiata Bersani-Vendola-Casini farà tornare la Lega alleata di Berlusconi. Ma chi l’ha detto? Ma chi lo vuole?»
(2 Agosto 2012)

«La Lega con Berlusconi come nel ’94? E’ una cosa che mi pare di aver già visto qualche anno fa: un deja vu. Noi siamo per il cambiamento, per il nuovo e guardiamo al futuro»
(28 Agosto 2012)

«Le nostre condizioni non cambiano: la Lega Nord non può fare alleanze con chi sostiene Monti. Siamo noi l’opposizione vera»
(18 Settembre 2012)

«La Lega Nord non farà alleanze per le prossime elezioni politiche con forze che abbiano sostenuto il governo Monti»
(30 Novembre 2012)

«La minaccia di far cadere le giunte di Veneto e Piemonte? Una barzelletta. Possibile sostegno della Lega a Monti. Idem. Ma chi è questo B?»
(13 Dicembre 2012)

«Berlusconi ha deciso di occupare tutti gli spazi televisivi. Non so quanto gli renda, perché poi la gente inizia a dirsi stufa, perché ripete le stesse cose e non credo che gli porterà più consensi»
(20 Dicembre 2012)

Siamo arrivati ai  giorni nostri e la situazione è completamente ribaltata. La sirena elettorale è suonata anche a Via Bellerio, unita al timore di un insuccesso e all’ambizione malcelata di voler a tutti i costi la poltrona di Governo anche in Lombardia. Non l’avevate previsto? Io sì. Un partito che per anni si presenta alle elezioni col totem del federalismo e una volta seduto al Governo puntualmente non agisce è un partito su cui avere sospetti. Si potrà dire: ma l’antiberlusconismo è rimasto saldo, infatti hanno chiesto che il Cavaliere non sia il candidato a Palazzo Chigi. Mi permetto di notare che in ogni caso l’alleanza c’è, così come il rientro in una coalizione guidata storicamente da Berlusconi. E poi, gli stessi strali erano lanciati anche quando Berlusconi era ancora nell’ombra, non candidato, e c’era Alfano a rappresentare il Pdl.

Scusate se sono sembrato di parte, ma era inevitabile. Però, in conclusione, un elogio lo faccio: oggi apprezzo di più la Lega e ammiro i leghisti. Non ho mai visto nessuno così abile a rimangiarsi in breve tempo fiumi di parole.



Twitter


Connect

Facebook Fans

Hai già cliccato su “Mi piace”?

Instagram