postato il 16 Aprile 2011 | in "In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo, Salute, Sanità"

Sla, una società sana si occupa dei malati

E’ trascorso quasi un anno ormai dal 21 giugno 2010, giornata dedicata al malato di sclerosi laterale amiotrofica, quando i malati insieme ai propri familiari, fecero un sit-in in piazza Montecitorio per chiedere ciò che non dovrebbe essere elemosinata: l’assistenza domiciliare  24 ore su 24. L’ On. Pier Ferdinando Casini nella interrogazione parlamentare fatta due giorni dopo la manifestazione ricordò con forza che l’assistenza sanitaria per queste persone non può essere inferiore alle 24 ore. In quei giorni si sperò che potesse avvenire ”tutto in fretta”, perché finalmente lo Stato si era ricordato di noi, come persone e come cittadini. Così non è stato, ma è solo l’ultima di tante promesse non mantenute.

Ricordo perfettamente quando in campagna elettorale il Premier sostenne la buona idea di abolire Province e Comuni, lì dove fosse stato possibile per avere subito risparmi da indirizzare nel sociale.L’abolizione delle provincie non c’è stata perché a una fetta importante del Governo non è sembrata una proposta utile. Ma la malattia non aspetta, i malati non hanno i tempi lunghi della Politica, i malati, mentre a Montecitorio si azzuffano e si insultano, continuano a morire. Tanto lenti i tempi politici quanto velocissimi quelli di malattie gravi, tanto che in molti casi sono le “soluzioni improvvisate “ dai familiari dei malati a prendere il campo,  familiari che si trasformano in veri e propri eroi, che rischiano tutto  per diventare infermieri dei loro cari o  per racimolare i soldi necessari a pagare l’ assistente socio-sanitario e/o l’ infermiere.

Per questa ragione ho apprezzato il monito lanciato recentemente dall’ on. Paola Binetti,  affinché non si giunga all’amara constatazione che persino nella tragedia della malattia vi siano Malati di serie  A e  Malati di serie B: questo non solo  sarebbe frutto di una mentalità umiliante per tutti, malati e sani, credenti e non, cristiani e laici, illuminati da Gesù o da Voltaire, ma diventerebbe  il marchio a fuoco di una società malsana,  inquinata da chi è troppo distratto dai propri affari per potersi occupare dei più deboli, degli ultimi perché improduttivi, degli indifesi poiché privi di parola e di gambe che funzionano ma che esistono e gridano con i loro assordanti silenzi.

Una società civile non può consentire di essere rappresentata da chi non crede ancora che sia giunto il momento di volgere lo sguardo agli ultimi, soprattutto se chi detiene il potere si professa convintamente cristiano e cattolico. Sono d’ accordo  con la Binetti quando afferma che di questo tema se ne potrebbe occupare il Ministero delle Pari Opportunità, proprio perché è necessario dare ai malati di Sla e a tutti coloro che soffrono l’opportunità di una vita degna di essere vissuta, proprio come chiunque altro. Quello che è un augurio per la crescita civile del nostro Paese, è anche una speranza concreta per un malato di Sla.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Elisabetta Pontrelli



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