postato il 27 Giugno 2009 | in "Economia"

Rilanciare liberalizzazioni e hi-tech

Da oggi inauguriamo uno spazio dedicato ai nostri volontari e da loro curato, con le loro idee e opinioni su temi importanti. Iniziamo con il contributo di Nicola Squicciarini, docente di economia a Treviso.

Il paradosso è che, se da un lato le analisi economiche spingono verso l’aumento di concorrenza, flessibilità e innovazione sui mercati, dall’altro l’opinione pubblica è preoccupata che politiche in tal senso, possano ledere la sicurezza sociale che protegge chi ha un lavoro stabile.

Così, mentre i sondaggi rilevano che le principali preoccupazioni degli italiani sono la disoccupazione e lo stato dell’economia, gli stessi cittadini temono le riforme che hanno l’obiettivo di rendere l’economia più dinamica.

Il 2009 sarà un anno cruciale per misurare la reale volontà politica sul completamento sulle riforme strutturali. In particolare, rimangono infatti molti ostacoli alla liberalizzazione dei servizi e, poiché oggi i servizi rappresentano più del 70% dell’occupazione e del reddito italiano, il mercato interno dei servizi è ancora una realtà largamente in fieri e, allo stesso tempo, il settore più promettente per un rilancio dell’economia.

I prossimi due anni diranno se l’Italia sarà capace di riformare la propria economia in modo da rilanciare crescita e occupazione, rispondere ai bisogni e ai timori dei propri cittadini e ricreare quella fiducia nell’opinione pubblica.

L’obiettivo deve essere quello di trasformare quello italiano in un sistema economico ad alta competitività.

Il declino è frutto dell’affievolirsi della libera iniziativa, con la conseguente perdita di competitività e produttività. Dai tassi di sviluppo del 6% annuo degli anni ’50, si è passati allo 0 degli ultimi tempi.

Il rallentamento degl’ultimi anni deve tener conto che con l’ingresso nell’euro è diventato impossibile l’uso di sussidi alle imprese e di svalutazioni competitive.

Ora è tutto più difficile, per la concorrenza dei paesi emergenti e per i rincari di energia e di materie prime.

Una sorta di tenaglia.

Che cosa proporre all’Italia? Interventi orizzontali come le liberalizzazioni. Sono provvedimenti senza costi, ma politicamente impegnativi. Poi progetti per spostare il paese verso la frontiera delle nuove tecnologie.

Dove trovare i soldi? Per esempio, cedere immobili pubblici che non servono.

Tra le liberalizzazioni ci dovrà essere anche quella delle professioni e sarà sicuramente uno dei temi più delicati.

3 Commenti
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Marta Romano
Marta Romano
14 anni fa

Quest’analisi è a dir poco perfetta. I cittadini Italiani vorrebbero qualche riforma che rilanci l’economia ma, non appena si parla di liberalizzazioni, appena si vedono intaccare quegli equilibri che hanno reso così statica l’economia del nostro Paese, nasce negli Italiani questa paura: la paura di cambiare.
Il compito del politico però non è quello di assecondare gli umori dei cittadini, di non fare nulla per non turbare la tranquillità (troppa, direi!) dei citttadini.. Il compito di un bravo politico è pensare alle prossime generazioni. Fare delle riforme che magari non saranno accettate pienamente dai cittadini in un primo momento, ma che permetteranno all’economia italiana di svegliarsi e ricominciare a correre come 50 anni fa.
Questa è la mia idea di politica e di rilancio dell’economia, forse ho usato termini che un economista non mi lascerebbe mai passare ma, perdonatemi, non avrei saputo fare altrimenti 🙂 .
Marta

Mariano
Mariano
14 anni fa

Sin tanto che si assoggetteranno le scelte politiche al responso dei sondaggi non potrà cambiare proprio un bel nulla….

Davide
Davide
14 anni fa

La paura del cambiamento ha paralizzato per troppo tempo l’Italia, la paura ha permesso di dare in ostaggio a un partito come la Lega il Governo del Paese; mentre l’affermarsi della comicità nella politica dilaga con comici che fanno i politici e viceversa capisco sia difficile parlare di tecnologia, riforme, sacrifici, qui dove il consenso va a chi ha urlato più forte e a chi ha saputo riempire il terrore della diversità del cambiamento con slogan antichi certamente rassicuranti che non contengono però la vera cura dei problemi.Ringrazio molto il Dott. Squicciarini per questo importante contributo…..buon lavoro a tutti.



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