postato il 27 Agosto 2011 | in "Rassegna stampa"

Rassegna stampa, 27 agosto ’11

La nostra rassegna stampa ruota oggi tutta intorno alla manovra del governo e al rapporto tra Politica ed Economia che da qualche giorno a questa parte abbiamo molto a cuore di analizzare. Galluzzo sul Corriere ci mostra i retroscena dalle parti della maggioranza, con Silvio Berlusconi che dà sfoggio di un ottimismo che sembrava ormai seppellito, giurando che la Lega e il suo leader Bossi si siano ormai convinti ad accettare le proposte del Pdl, a partire dall’aumento dell’Iva, e che – in questo modo – si riesca a mettere ai margini il super ministro dell’Economia, Giulio Tremonti: ma, in realtà, pare si vada verso una retromarcia su tutti i fronti: no ai tagli sui piccoli comuni, no ai tagli sulle province (assurdo, leggete l’intervista a Burlando su l’Unità), no alla riforma dell’età pensionabile e della previdenza sociale e (forse unica cosa sensata) no alla tassa solidarietà (che dovrebbe valere solamente per i redditi sopra i 200 mila euro con un’aliquota al 5%, quando si dice però “esagerare e fare male”). Eppure c’è chi, ancora, nel Pdl recalcitra: ai cosiddetti frontisti, infatti, si sono aggiunti oggi il sottosegretario Giovanardi (che accusa l’assenza di sostegni alle famiglie), l’ex premier Dini (che chiede più tagli e meno tasse) e due big come Gianni Alemanno e Roberto Formigoni (Marco Palombi su Liberal ci racconta quali sono le loro strategie future); quella del “frondismo”, però, sembra essere diventata una passione trasversale: a destra si fanno chiamare “lealisti” o “liberisti”, a sinistra “quarantenni” e “riformisti” (leggete Maria Teresa Meli sul Corriere). Diamo poi spazio alle opinioni: Alesina e Giavazzi, sul Corriere, analizzano gli effetti della “frenata” della crescita di Berlino e sconfessano la proposta targata Prodi-Quadrio Curzio sugli eurobonds (ci sono tutte le condizioni per favorire un nostro sviluppo); Tito Boeri, su Repubblica, invece, se la prende addirittura con il Pd e con la contromanovra democratica, definita molto “contro” e poco “manovra”, visto che abbondano le critiche ma mancano le proposte (concordiamo); Paolo Pombeni sul Messaggero, poi, prova a fare una summa del dibattito di queste settimane, spiegandoci cosa resterà (e cosa no) di questa manovra; Giorgio Ruffolo e Alessandro Penati, infine, sempre su Repubblica, si confrontano a distanza sull’impeccabilità (o il fallimento) dei mercati (ma Krugman, dal Sole, ci invita a non avere paura di scelte coraggiose, se no andiamo tutti in recessione).

L’ottimismo del premier: Bossi si è convinto (Marco Galluzzo, Corriere)

Bersaniani ma frondisti. Il segretario tradito dai “suoi” quarantenni (Maria Teresa Meli, Corriere)

Giovanardi: “Testo da rifare, mancano gli aiuti alle famiglie” (Giacomo Susca, Il Giornale)

Gianni e Roberto, la strana coppia (Marco Palombi, Liberal)

Burlando: “Abolire le province. Troppi addetti e costi insopportabili” (Oreste Pivetta, l’Unità)

Dini: “Meglio tagli che tasse” (Antonio Satta, MF)

Berlino frena? Un’occasione (Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, Corriere)

Imposta municipale con effetti collaterali (Luigi Lovecchio, Sole24Ore)

Il Pd, la Cgil e la contro-manovra quant’è difficile fare opposizione (Tito Boeri, La Repubblica)

Il mercato impeccabile (Giorgio Ruffolo, La Repubblica)

Gli psicologi in economia e il Cav libico (Nicola Porro, Il Giornale)

Diffidare delle borse per quattro motivi (Alessandro Penati, La Repubblica)

Chi ha paura dell’inflazione va in recessione (Paul Krugman, Sole24Ore)

Che cosa resterà di questa manovra (Paolo Pombeni, Il Messaggero)



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