postato il 22 Giugno 2010 | in "Giovani, In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo"

Prima prova dell’Esame di Maturità 2010

di Marta Romano

Solidale con gli amici che stamattina hanno dovuto affrontare la prima prova dell’esame di maturità, ho provato ad immaginarmi nei loro panni. Nei panni dei  ragazzi che oggi, in ogni parte d’Italia, si sono trovati ad affrontare le proprie paure e le proprie emozioni, per compiere  quel passo che segna la fine di un’esperienza e l’inizio di un nuovo tipo di prova: la vita.
 

 

Ore 8.00 del mattino, tutti i banchi allineati, ben distanziati tra di loro. Seduta ad un banco, nelle file  centrali, di poco a destra, ci sono io. Abiti sportivi e comodi, una goccia di sudore, sicuramente non dovuta al calore, mi scorre sulla tempia, mentre le mie mani agitate giocherellano con un braccialetto, ignara vittima della mia ansia. Vorrei parlare, scambiare qualche parola con i miei amici, i miei compagni di classe, che hanno condiviso con me tutti gli eventi, belli o brutti che siano, legati alla mia vita scolastica. Vorrei parlare, ma non ci riesco, un groppo in gola mi blocca, mi impedisce di pronunciare qualsiasi parola. E’ forse un’implicita vendetta del mio corpo per tutte le parole spese durante le ore di lezione.

Fisso il vuoto e incrocio le dita, sperando che le tracce mi piacciano e che il tutto finisca prima che il mio cuore possa scoppiare. Sento i battiti del mio cuore, mi sembra che stia bussando sul petto, per supplicarmi di porre fine a questa incredibile ansia. Incontrollabile e implacabile ansia.

Un uomo, camicia azzurra, pantaloni di colore scuro e occhiali da sole, sorpassa il mio banco. E’ il presidente della commissione ed ha in mano una busta gialla, nella quale è racchiuso il verdetto del Ministero dell’Istruzione. Mi sistemo sulla sedia, mi avvicino al banco e aspetto le tracce, sempre persa nel mio invalicabile silenzio di terrore.

Sono ormai le 08.30 quando vengono rese note le vere tracce della “Maturità 2010”. Non è valso a nulla vagare su internet, alla ricerca di un aiuto, di un’indiscrezione sulle possibili tracce della prima prova. Così, seduta nel banco, immobile e silenziosa come mai, mi ritrovo a leggere di argomenti che mai avrei potuto immaginare : gli UFO, la loro possibile esistenza, o il ruolo della musica.

La mia attenzione, però, si sofferma su due tracce in particolare, quella inerente ai giovani e la politica, dato che ne sono interessata in prima persona, e la traccia su un argomento tanto delicato quanto interessante e problematico come quello delle foibe. Rifletto a lungo su quest’ultimo tema, generalmente sottovalutato dall’attenzione pubblica, che troppo spesso non ha dato tanta importanza quanta ne meritano le migliaia di vittime della follia umana.

Essere dimenticati è come morire due volte: quanti Italiani sanno veramente cosa sono le foibe? Sui libri di storia la questione è liquidata in due righe. E’ un becero tentativo per alleggerire la coscienza umana, che però rischia di trasformare degli episodi così tragici in eventi banali. Come se il male fosse banale!

Il tempo però scorre ancora, e mi accorgo che questa riflessione mi ha bloccata e, mentre guardo ancora con indecisione le due tracce che mi stanno tormentando, molti miei compagni sono già chini con la testa sul foglio, penna in mano e tanta concentrazione sul volto. Nel frattempo, quella goccia di sudore, è scesa fin sul collo, riportandomi alla realtà, a quel foglio bianco che attende ancora il tratto nero della mia Bic. Allora mi rendo conto di non poter tergiversare, e di dover scegliere, e la mia mente mi spinge ad optare per la traccia sui giovani e la politica, mia grande passione e stabile pensiero nella mia mente. Grandi nomi e grandi leader che affrontano questo tema nei loro discorsi mi spingono a desiderare ardentemente di scrivere la mia esperienza, i miei dubbi, le mie paure e le mie gioie legate al mondo della Politica.

Giovani & Politica: due parole difficilmente conciliabili al giorno d’oggi, dato che i ragazzi , miei coetanei, non vedono nella politica nulla di buono, ma qualcosa di sporco e vecchio.

Il malcontento fra i ragazzi dilaga, e cresce il disagio. Ma è troppo facile lamentarsi di questo mondo, osservarlo mentre lentamente cade in un abisso troppo profondo. E’ facile, ma poco utile. Troppa indifferenza e sfiducia in noi stessi, sono le prime cause della grave questione morale che viviamo noi italiani. Una disaffezione crescente e preoccupante per coloro i quali dovrebbero essere il futuro del Paese, ma che preferiscono non utilizzare le proprie mani, pulite, per risanare ciò che è stato sporcato e logorato dal tempo e dagli uomini. Ma chi, se non i giovani, può prendere sulle proprie spalle il cambiamento, e così capovolgere questa pessima condizione, questo degrado politico e morale? Chi più di noi ragazzi può credere ancora nei valori della legalità, della giustizia e della lealtà

D’altronde, il cambiamento può esserci soltanto se i primi a cambiare siamo NOI: mettendoci la faccia, la passione, rischiando in prima persona, proponendo soluzioni concrete ai problemi.
Noi giovani, siamo il futuro di quest’Italia, dobbiamo soltanto crederci un po’ di più e lottare per le nostre idee. Siamo la classe dirigente del domani, la speranza per il giorno che verrà.
Il cambiamento può passare attraverso le nostre mani e, come diceva Don Lorenzo Milani “A cosa sarà servito avere le mani pulite, se le avremo tenute in tasca?”

Il dibattito in rete, sulla prima prova dell’esame di maturità:

StudentVille

UnDueTre Blog

Squeezer magazine

Avvenire

laRepubblica

Corriere della Sera

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Isabella
Isabella
13 anni fa

Sei una scrittrice nata! Complimenti sinceri.



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