postato il 3 Settembre 2010 | in "In evidenza, Scuola e università, Spunti di riflessione"

Precari della scuola, non servono soluzioni aritmetiche ma una politica attenta

Sono scesi in piazza in tutta Italia i precari della scuola: proteste, sit in e scioperi della fame per dire no ai tagli previsti dalla riforma Gelmini. E non hanno età questi precari italiani. Non sono giovani trentenni ma, sempre più spesso, hanno alle spalle 15, a volte 20 anni di insegnamento.
Come nel caso di Maria Carmela Salvo, 55 enne palermitana “emigrata” a Pordenone per lavoro: 25 anni di supplenze e dal 1 settembre in sciopero della fame perché non sa se riuscirà ad avere l’incarico. «Cosa deve sperare un precario – si chiede Carmela in una lettera nella quale denuncia la sua esasperazione – che un collega sia in stato interessante o che abbia preso una malattia rarissima, che sia deceduto, per poter insegnare?».
I precari della scuola in questi giorni sono scesi in piazza da Palermo a Milano: non chiedono soluzioni assistenziali come il decreto “salva-precari”, ma il ritiro della riforma Gelmini.

Ieri il ministro dell’Istruzione, in una conferenza stampa nella quale ha illustrato le novità della sua riforma, ha spiegato che non incontrerà i precari: «Ad oggi non sappiamo nemmeno chi ha perso realmente il posto – ha sottolineato – Le persone che protestano lo fanno senza essere state ancora escluse». Il ministro ha poi detto che “i precari ereditati sono un numero spaventoso”: 229 mila a fronte di 700 mila insegnanti già impegnati: «Nessun governo – sostiene – potrebbe assorbirli».

Se quindi è vero che la politica degli anni passati deve fare autocritica, d’altra parte il governo non può liquidare il tema dei precari come se non esistesse. «Il ministro Gelmini ha ragione a dire che i precari in passato sono stati strumentalizzati – ha sottolineato Pier Ferdinando Casini intervistato da Repubblica Tv – ma oggi ci sono, sono in circuito lavorativo da 10-20 anni, magari hanno anche famiglia e figli».

Il problema dei precari può quindi essere anche un’eredità del passato ma, sottolinea Casini, «questo governo deve risolverlo non in una logica aritmetica ma sociale. La politica dei tagli lineari fin qui attuata dal governo è dannosa e iniqua, e il ministro Tremonti non puo’ lasciare sola la Gelmini su questo punto».

Il Paese avrebbe invece bisogno di una politica sociale seria, in grado di dare delle risposte ai problemi dell’occupazione, delle famiglie, dei giovani. Problemi che sembrano trovare sempre meno spazio in un’agenda politica dettata da scambi di accuse e insulti, dissidi interni, anatemi, proclami privi di seguito e parole al vento.

6 Commenti
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ferramroberto
13 anni fa

Salve,
sono roberto amministratore del blog

http://linuxfreedomforlive.blogspot.com

intanto complimenti per il blog
sono appena diventato fans del tuo sito nella tua pagina facebook
volevo chiederti se potevi contraccambiare
la mia pagina la trovi

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ciao

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13 anni fa

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citoyenne
citoyenne
13 anni fa

Buongiorno
Anche in questo caso dei precari, abbracciati da tutte le opposizioni (perdoni sempre la mia volgarità: perchè forse le opposizioni tutte vogliono far cassa con i loro voti?), c’è un convitato di pietra anzi milioni di convitati di pietra, a fronte delle centinaia di migliaia di precari: sono le famiglie che fruiscono della scuola pubblica, sono gli studenti che fruiscono della scuola pubblica. Perchè queste opposizioni non mettono l’accento su questo piuttosto che fare additare i precari, dal resto dell’opinione pubblica, come mentecatti, come questuanti, come mangiapane a spese dello stato?
I primi a risentirsi e, quindi, ad essere mobilitati dalle opposizioni dovrebbero essere studenti e famiglie indigenti che si vedono tagliare non solo posti di lavoro in tutti i settori, non solo decurtare stipendi, ma anche si vedono tagliati gli insegnanti nella loro scuola pubblica. E’ da lì che deve partire la protesta! Dalle classi superaffollate che andranno a trovare, dalle carenze nei servizi per mancanza di personale o di detersivi per fare le dovute pulizie. E’ quel convitato di pietra che deve essere svegliato dal letargo! Fino a quando gli studenti e i genitori staranno a bocca aperta aspettando la manna dal cielo, fino a quando queste persone non si mobiliteranno per una giusta scuola pubblica, i precari rappresenteranno solo una bassa percentuale di elettori, da dividere in diversi partiti di opposizione. Ma se si riesce a far vedere dove la Gelmini e il ministro Tremonti stanno buttando la scuola pubblica, finanziando invece la scuola privata e confessionale, allora si che la situazione potrebbe cambiare. Ma questo lo si vuole fare? o è assai meglio far vedere che si vogliono aiutare quei poveri metecatti che fanno lo sciopero della fame?

christian condemi
christian condemi
13 anni fa

E’ due mattine che il pianerottolo della Cisl di Pavia è brulicante di umanità sui 35-40 anni..qualcuna è un insegnante di storia dell’Arte di Andria,qualcun’altra una bidella emigrata da Balestrate..tutte storie che si intrecciano e attendono di capire di che morte devono morire in un Italia che sembra non volerle piu..
In un Italia impegnata a parlare della festa dell’Api..che fino ad allora credevo fosse una pompa di benzina,invece è la quinta creatura in cui si è riciclato Rutelli.In un Italia che i media han fatto vedere desta ad accogliere quel tizio cosi bello in groppa al suo cammello..e un folto sciame di aitanti imprenditori gli consegnerà autostrade sulla falsa riga della Salerno-Reggio,mentre Lui si farà pagare come fosse una società di vigilanza privata in appalto.
E loro i precari della scuola? individui inghiottiti dentro un istituzione che sembra non riconoscerli piu,e dargli l’arrivederci,grazie e buona vita..con la dura legge dei numeri.Adesso per arrivare a fine mese,gli è toccato inventarsi lo sciopero della Fame,e la politica è perennemente in ritardo e assente,nei luoghi scricchiolanti di certezze dove queste anime sottosopra devono pensare alla vita reale non ai poster che durano lo spazio di un mese.E che questa maratona di abusi vada avanti..arriveranno pure i titoli di coda prima o poi.

Alessandro Valesi
Alessandro Valesi
13 anni fa

L’assenza di prospettive fa capire per l’ennesima volta l’inutilità dell’Europa che è solo un ente buono a erogare fondi che poi vengono usati per tutto tranne che per il bisogno,la crisi ha dimostrato che l’Europa è miope e inesistente,e l’ Italia una cenerentola zoppicante.Le classi dirigenti passano,il paese resta,come i problemi.Il popolo è stufo, degli Anemone di turno, di Dell’Utri.Mi si consenta di dire che pure l’opposizione non si esime da tutto questo pantano nel quale ci si trova. Un consiglio per i precari? Chi può giuochi al superenalotto stasera.

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13 anni fa

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