postato il 28 Gennaio 2011 | in "In evidenza"

Pier Ferdinando: diamo rappresentanza ai moderati

Il Polo per l’Italia sarà una “forza tranquilla”. E’ questa l’immagine che usa Pier Ferdinando Casini per parlare della nuova creatura politica che vede la luce a Todi. Ed è questa “forza tranquilla” che pervade l’intervento di Casini davanti al conclave terzopolista, un intervento, quello del leader dell’Udc, chiaro, pacato ma che non rinuncia ad alcune stoccate. Casini rileva il fallimento di una fase politica la cui liquidazione, avverte, non può essere affidata ai magistrati; ecco perché rivendica per il nuovo Polo il compito gravoso di chiudere questa stagione politica con il coraggio della verità, con il coraggio di dire in faccia a Berlusconi che “lui non ha più voglia di governare questo Paese”.

E’ un Casini che incalza senza esitazione il Premier sulla questione morale denunciando le cosiddette armi di distrazione di massa, come le accuse a Gianfranco Fini, ma evitando ogni deriva giustizialista che faccia degenerare la questione morale in un banale moralismo. Ma non c’è solo l’attualità politica nell’intervento del leader dell’Unione di Centro, c’è anche abbondante spazio per riprendere gli importanti spunti programmatici forniti dagli interventi mattutini di Adornato, Baldassarri, Lanzillotta e Reina: una politica economica diversa da quella di Tremonti, l’attenzione per il Mezzogiorno e per i giovani, il problema sociale e la tassazione delle rendite finanziarie, la chiarezza sui temi eticamente rilevanti.

Nell’enumerare riforme e provvedimenti necessari per il Paese Pier Ferdinando Casini ha anche, a livello personale, espresso la convinzione che soltanto una grande coalizione potrebbe mettere in atto quelle scelte impopolari doverose che costano tanto in termini elettorali. L’intervento all’assemblea di Todi è stato anche l’occasione per mettere in chiaro, specie con i giornalisti, la presunta questione delle leadership del neonato Polo per l’Italia. Casini, che pure nel pomeriggio ha raccolto parole di riconoscimento da parte di Italo Bocchino, ha precisato con forza che il nuovo Polo non è una fotocopia di ciò che ha fatto Berlusconi, ma che la leadership appartiene unicamente a coloro che intendono combattere per cambiare il Paese. Il Polo per l’Italia, ha continuato Casini, è fatto da forze politiche che hanno sicuramente percorsi diversi ma che hanno in comune una sofferenza politica e un’idea di cambiamento.

La conclusione Casini la riserva a indicare la rotta: se elezioni anticipate ci saranno le responsabilità saranno chiare a tutti, ma il Polo per l’Italia sarà pronto a competere con i propri uomini e i propri programmi. Poi un consiglio ai suoi: “non cadiamo nella trappola delle risse”, e in una sorta di procedimento di inclusione richiama il concetto di “forza tranquilla” per marcare la differenza di stile tra il nuovo Polo per l’Italia e le urla e le minacce di Berlusconi.

Adriano Frinchi

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Giordano pinarello
Giordano pinarello
13 anni fa

Ho molto apprezzato la considerazione sull’inadeguatezza della legge elettorale e sul fatto che questa sia la causa della sostanziale impossibilità di agire della “parte onesta e seria del pdl”.
Ma allora Casini perché quando il PD, prima delle scorse politiche, le chiese la disponibilità a formare un governo temporaneo con il solo scopo di cambiare la legge elettorale, Lei rifiutò?
Giordano



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