postato il 25 Luglio 2012 | in "Europa, Politica"

La tragica fine di un coraggioso

L’intervento di Pier Ferdinando Casini sul quotidiano “La Repubblica”

Caro direttore,
da quando nel febbraio del 2008 all’anziano e malato Fidel è subentrato Raul Castro, la questione del rispetto dei diritti umani a Cuba è sostanzialmente scomparsa dalle cronache dei grandi media e dalle preoccupazioni della comunità politica occidentale. Come se, venuto meno il blocco comunista sovietico da una parte e costretto dall’età a fare un passo indietro Fidel dall’altra, il problema fosse destinato a risolversi naturalmente. Raul ha prima promesso e poi attuato alcune limitate riforme economiche, vagheggiando il sogno di trapiantare sull’isola caraibica il modello di capitalismo socialista di Stato che ha proiettato negli ultimi anni la Cina ai vertici delle graduatorie mondiali della crescita.
Il disegno, totalmente velleitario, non poteva che scontrarsi con la realtà e negli ultimi giorni l’illusione ottica di un’isola di Cuba in ascesa, sia pur lenta, è stata cancellata perfino da una nuova epidemia di colera, malattia che pareva debellata ormai da 130 anni. Caduta la maschera, riaffiorano dunque vecchi e nuovi problemi e le distrazioni della comunità internazionale finiscono con il risultare ancora più imbarazzanti e colpevoli. Comprese quelle nei confronti del rispetto dei diritti umani. Nei giorni scorsi il dissidente cattolico cubano Oswaldo Payà, vincitore in passato del Premio per i diritti umani intitolato al dissidente sovietico Andrei Sakharov, è morto in un incidente stradale a Cuba in circostanze tutt’altro che chiare. Payà, che conoscevo personalmente in quanto vice presidente dell’Internazionale Democratico-Cristiana, era nel mirino della “Revolucion” già dal 1988, da quando cioè aveva fondato il Movimento di liberazione cristiano con l’obiettivo di avviare una campagna di sensibilizzazione per la nascita di un dialogo e una riconciliazione nazionale.
Nel 1991 era stato aggredito e malmenato nella sua abitazione, ma nonostante le intimidazioni aveva iniziato una raccolta firme per chiedere libere elezioni sull’isola ed elaborato una proposta di referendum popolare per il riconoscimento delle libertà e dei diritti civili di tutti i cittadini cubani. Un coraggio e una dedizione che hanno consentito a Payà di vincere il Premio Sakharov ma che, forse, gli sono costati la vita. Sarebbe un segnale importante se l’Europa, resa afona in campo economico dagli spread e dalla crisi dell’euro, tornasse almeno a fare sentire la sua voce in materia di diritti umani, chiedendo l’istituzione di una commissione di inchiesta indipendente per fare luce sulla morte di Oswaldo Payà. Lo stesso governo italiano dovrebbe attivare da subito gli altri partner ed ogni canale diplomatico a disposizione per ottenerla. Anche perché se il Vecchio continente retrocedesse nella competizione globale in economia sarebbe drammatico, ma se smarrisse perfino il suo ruolo di portabandiera della civiltà del diritto sarebbe ancora più grave. E sarebbe, molto più semplicemente, una vergogna.

Pier Ferdinando

2 Commenti
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Luca Fioretti
Luca Fioretti
11 anni fa

Il fatto di essere l’unico commentatore, alle 5 del pomeriggio, a queste righe incredibili, e i 4 “mi piace” su fb, la dice lunga… Comunque. A Casini gli si è bloccato il mappamondo! Cina, Russia. E qui mi fermo. E non commento altro, con la consapevolezza di aver già troppo sprecato il mio tempo, e la pari certezza che prima questi signori tolgono il disturbo, meglio sarà per l’Italia.

Attilio Biancalana
Attilio Biancalana
11 anni fa

Caro Presidente mi unisco seppure tardivamente al suo cordoglio per la prematura morte di un giusto, di un amico che si batteva anche per noi in nome della libertà e della giustizia. A tale proposito in Italia è stata abbandonata, troppo presto, la battaglia per la libertà che aveva contraddistinto i democratici cristiani della prima repubblica. E’ un dato di fatto che il maggioritario ha appiattito le differenze, ha addormentato le coscienze e legittimato nelle alleanza qualsiasi minoranza (casa Pound, centri sociali ecc.). Ho sempre pensato, invece, per una chiarezza ed una onestà di posizioni che la battaglia continua… si può infatti andare avanti ma anche andare indietro. La libertà e la democrazia sono valori che si difendono con la libertà e la democrazia oppure sono legati a situazioni storiche e sociali? Una domanda legittima che se per noi è scontata per altri no!!



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