postato il 23 Novembre 2011 | in "Economia, In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo"

Germania, Usa e Cina hanno il fiato corto? Qualche preoccupazione nei mercati finanziari.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

In questi giorni le cronache finanziarie hanno presentato molte notizie negative che hanno riguardato tre economie che sembravano in piena ripresa: Stati Uniti, Germania e Cina. Ovviamente questo avrebbe ripercussioni sull’Italia e sui nostri risparmi.

Volendo riassumere, quali notizie hanno colpito i mercati?

Intanto, l’asta dei BUND a 10 anni, i titoli di stato tedeschi, è andata male tanto che hanno fatto registrare una quota di invenduto pari al 35% e rendimenti sottilissimi (1,98%), ed infatti la Bundesbank e’ stata costretta a intervenire per evitare esiti negativi clamorosi.

La cancelliera tedesca Angela Merkel ha sostenuto che è stato effetto solo del nervosismo dei mercati finanziari e probabilmente è vero, ma nulla vieta di ipotizzare che questo nervosismo sia legato ai problemi che potrebbe vivere a breve la Deutsche Bank, la più grande banca tedesca. Secondo un articolo di Simon Johnson apparso su Bloomberg, proprio la banca tedesca potrebbe essere il veicolo definitivo del contagio della crisi facendola. Cosa dice l’articolo, ripreso anche da Wall Street Italia? La Deutsche Bank presenta due rischi: da un lato possiede moltissimi titoli di stato altamente rischiosi, come quelli della Grecia, dall’altro lato è anche esposta in maniera rilevante al settore immobiliare statunitense. Eppure se si pensa alla Deutsche Bank, la gente pensa ad un colosso finanziario, in realtà si tratta di un gigante dai piedi di argilla: a fine settembre 2011 i suoi asset totalizzavano 2,28 trilioni di euro, ma aveva una capitalizzazione esigua (ovvero aveva poco capitale proprio rispetto a tutto il capitale detenuto e investito) inoltre in America è un fiduciario importante di mutui, tramite la Taunus, che però ha bisogno di circa 20 miliardi di dollari per soddisfare i requisiti patrimoniali richiesti dalle Authority americane. Per evitare questo esborso finanziario, hanno cercato di declassare lo status della sua filiale da banca a holding, ma nessuno sa come sia finita la vicenda. Fa anche pensare la posizione assunta da Paul Achleitner, direttore finanziario della compagnia assicurativa Allianz nonché ex dirigente di Goldman Sachs, che ha recentemente ammesso  di essere preoccupato per questa situazione.

Altra fonte di preoccupazione per i mercati è la Cina: l’indice Hsbc che misura l’andamento del settore manifatturiero cinese è sceso al di sotto del livello che demarca la recessione e questa notizia segue altre notizie di analoghi rischi per la Cina pubblicati nei giorni scorsi . Da mesi la congiuntura del Dragone deve fare i conti con una serie di fattori domestici e internazionali che rischia di rallentarne lo sviluppo: la politica monetaria restrittiva promossa dalla banca centrale negli ultimi 18 mesi; la profonda incertezza che grava sul settore immobiliare; il raffreddamento della domanda mondiale che penalizza l’export del made in China. Quest’ultimo fattore è sicuramente quello che preoccupa maggiormente Pechino perché sfugge al suo controllo, e perché lo stato di salute dell’economia cinese dipende dal quadro clinico del ciclo globale.

Ma quello che preoccupa davvero in Cina è il rischio contemporaneo di due bolle: quella immobilaire e quella finanziaria. Quella immobiliare è particolarmente grave perché il mattone offre lavoro alla manodopera non specializzata che ancora abbonda in Cina, contribuendo così a garantire l’ordine sociale. La bolla immobiliare cinese tende a gonfiarsi e a diventare cronica per la mancanza di alternative d’investimento: i “nuovi ricchi” non investono in borsa e si sono buttati sul mattone, ma oggi i cinesi benestanti si rendono conto che il loro investimento sta perdendo valore. Si prefigura una nuova ragione di attrito tra il governo e il blocco sociale che, arricchendosi alla sua ombra, l’ha finora sostenuto, tanto che ad ottobre una quarantina di proprietari hanno protestato presso la sede del gruppo immobiliare Greenland di Shanghai. Chi protestava ce l’aveva con la svalutazione delle proprie case (-28%) e con la svendita a minor prezzo di appartamenti uguali ai loro da parte della società. A questi rischi si aggiungono i moniti del FMI che recentemente ha messo in guardia la Cina su possibili “fragilità” del suo sistema finanziario, in quanto le banche cinesi, che sono abbastanza robuste da sostenere crisi isolate, non riuscirebbero a sostenere crisi composte derivate da sovraesposizione ai crediti, bolle immobiliari, valore della moneta.

Infine i problemi degli Usa, dove gli esperti dell’Università del Michigan e di Reuters hanno deciso di rivedere al ribasso l’indice sulla fiducia dei consumatori statunitensi del mese di novembre a 64,1 punti dai 64,2 della lettura preliminare. Il dato è inferiore alle attese degli analisti che si aspettavano una revisione al rialzo a 64,5 punti, mentre la spesa per consumi ha registrato una crescita dello 0,1% rispetto al mese precedente, inferiore dunque alle attese degli analisti (+0,3%). Da registrare anche la resa della super commissione bipartisan Usa, che doveva approvare i provvedimenti di rilancio dell’economia statunitense, ma che ha gettato la spugna perchè non ha trovato un accordo al suo interno.

 

7 Commenti
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Emanuele
Emanuele
12 anni fa

caro Mario, sempre molto molto interessanti (e chiari) i tuoi articoli sull’economia!

Antonino Trunfio
Antonino Trunfio
12 anni fa

Scusi Emanuele, non me ne voglia.
Ma di quale economia parla e di quali articoli ? non ne trovo traccia. Mi fa sapere per cortesia ?
Prima però, mi mandi a dire che idea ha lei del mercato e come in due parole me lo definisce. Cosi magari farò prima a trovare gli articoli di economia che lei elogia. Ad oggi mi pare di trovare qui, solo tanti articoli determinativi e indeterminativi, ma le assicuro mi piacciono da morire …. !!

Emanuele
Emanuele
12 anni fa

sig. Trunfio, invece di fare il finto simpaticone e dell’ironia di bassa lega, perché non fa accuse e critiche precise e circostanziate?

Antonino Trunfio
Antonino Trunfio
12 anni fa

Egregio Emanuele,
non faccio il pubblico ministero e non mi occupo di critica di nessun genere. Dimenticavo non faccio neanche il simpaticone. Campo d’altro. Perchè mi chiede di accusare e criticare. Ho solo chiesto aiuto a lei che elogia articoli di economia che non trovo. E poi le avevo fatto una semplice domanda e lei cosi democratico, desidera accuse e critiche ? invece di aiutarmi. Solo per sintonizzarmi mi spieghi di che economia posso imparare qualcosa. Sono un povero ignorante ma ho tanta voglia di studiare, mi creda. Non mi difettano nè ingegno, nè memoria e se un democratico mi aiuta, di solito i democratici sono così tolleranti, solidali, generosi e altruisti, che rischio pure di comprendere la parola democrazia. Fa pur sempre rima con economia. Cordialità anche lei.

Stefano Tassinari
Stefano Tassinari
12 anni fa

Entro 15 giorni il Portogallo entreà in crisi nera (forse). L’anno prossimo toccherà anche alla Francia. Poi la Germania. Non cresciamo più, non ci interessa. Dobbiamo pensare come abbandonare l’Euro. In un modo o nell’altro. Con cautela o a gambe levate. Prima che l’Euro abbandoni noi.

Emanuele
Emanuele
12 anni fa

Trunfio…Trunfio…ma con chi crede di aver a che fare? Tu sei qui solo per dare fastidio, stop! Il suo giochetto si é capito dal primo commento (per mia fortuna é la prima volta che mi imbatto in suoi commenti)..se le va di fare il troll faccia pure. E lasci perdere argomenti come democrazia, economia…non le si addicono. E non le si addice nemmeno una discussione civile tra persone adulte, perché invece di parlare di cose concrete e fare osservazioni e critiche (sa cosa vuol dire “critica”, le fa pensare solo ad un pm? Non ad un dibattito/discussione?) precise e attinenti ai fatti, si perde in giochi d’ironia spicciola. Buon per lei…se avrà voglia di fare un discorso serio io sono disponibile, altrimenti la lascio pure ai suoi giochetti da bambino capriccioso.

Antonino Trunfio
Antonino Trunfio
12 anni fa

Esimio Emanuele Senza Cognome,
la parola Publico Ministero l’ho usata verso la parola “Accuse”, da lei adoperata (si rilegga sbadato !!) nella sua risposta piccata.
Per la parola “critiche” sempre da lei adottata, ho ribattuto con la parola critico (nel senso di professione). Che distratto che è lei …!!!
Come vede io non ho bisogno di andare sul dizionario e lei neppure, ma prima di fare clic, rilegga bene quello che mi scrive e legga quello che gli altri scrivono, anzichè svolazzare come una farfalla giuliva. Eviterà queste figuracce da distrattone !!
Cordialità anche per lei.
A.T.



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