Expo 2015: altri problemi, solita incapacità a gestirli
Signori, se entro il 19 ottobre, quando si riunirà il Bureau International des Expositions, non si saranno trovate le aree dove fare sorgere l’EXPO 2015, l’Italia dovrà dire addio a questa manifestazione. E la situazione è molto problematica.
Siamo tragici? No, siamo realisti, dopo che questa estate avevamo già denunciato la poca chiarezza e i molti problemi legati alla gestione di EXPO 2015, problemi legati ad una mancanza di capacità manageriali e di problemi politici.
Sembro esagerato? Valutate voi: il 31 marzo 2008, Milano ottiene il privilegio di organizzare l’EXPO 2015, un evento mondiale che dovrebbe rivitalizzare l’aeroporto internazionale di Malpensa e portare soldi e tanti posti di lavoro.
30 mesi dopo, se si va a controllare lo stato dei lavori, ci si accorge che nulla è successo, se non cambiare tre volte l’amministratore delegato: prima Glisenti, voluto dalla Moratti, poi, fatto fuori Glisenti per scarsa produttività, viene nominato Stanca, direttamente dal presidente Berlusconi. Dopo 14 mesi, e 450.000 euro di stipendio annuo, anche Stanca abbandona, e allora il pallino torna nelle mani della Moratti che fa nominare Sala (già direttore generale al comune di Milano, e manager di Pirelli) come nuovo Amministratore Delegato. Nel frattempo, nulla è stato realizzato: la Pedemontana non si sa che fine abbia fatto; erano previste due linee della metropolitana, ma nulla è stato fatto; il centro stampa o la sede Rai sono miraggi; la moschea (su cui insorge la lega), le vie d’acqua, o i nuovi parchi (necessari in una delle città più inquinate d’europa), sono delle fantasie al pari dei folletti e degli unicorni e Maroni e Bossi hanno dichiarato che oramai siamo fuori tempo massimo.
Ma il problema, perchè è sorto? Perchè non si sa come e dove fare sorgere l’EXPO: la Moratti ha cambiato idea e propone di non acquistare i terreni, ma affittarli in comodato d’uso e restituirli dopo avere smontato i padiglioni alla fine della Fiera. Purtroppo a Formigoni l’idea non piace, perchè vuole comprare le aree a tutti i costi, per essere precisi al costo di 200-250 milioni, uno sproposito per un terreno agricolo.
In estate erano iniziate delle trattative per trovare i terreni, ma stando al parere degli studi legali di Ernesto Stajano e Enzo Cardi, che mercoledì scorso il presidente della Regione Roberto Formigoni ha spedito al sindaco Letizia Moratti e al presidente della Provincia Guido Podestà, queste trattative non hanno ragione di esistere. La conseguenza è che durante il consiglio di amministrazione di venerdì scorso alla presidente Diana Bracco è stato affidato il compito di predisporre, insieme a consulenti legali, una lettera che nei prossimi giorni verrà inviata ai soci, per chiedere loro che venga fatto il punto della situazione e per richiamarli sui tempi, ormai incombenti. Il tutto perché, come detto, il 19 ottobre prossimo si riunisce a Parigi il comitato direttivo del Bureau International des Expositions, che dovrà preparare l’assemblea convocata per approvare definitivamente il dossier di Milano e dare il via alla parte operativa, ma questo via libera è vincolato alla disponibilità delle aree in cui fare svolgere la manifestazione.
Purtroppo per comprare le aree ci voglio soldi che Comune e Provincia di Milano non hanno e quindi vorrebbero raggiungere un accordo fra i due proprietari (il gruppo Cabassi e la Fondazione Fiera). In tutte queste settimane, dunque, i fratelli Cabassi hanno trattato con i vertici di largo Domodossola per cedere loro la propria parte di area destinata a ospitare Expo. Una trattativa complessa, soprattutto per la cifra da pagare e le modalità di pagamento. E qui interviene la Regione, che vuole invece comprare le aree: forti del parere del loro studio legale, i rappresentanti della Regione hanno bloccato l’ipotesi di trattativa, facendo rispolverare l’ipotesi di acquisto (ma con quali soldi?) o di esproprio (che però non è detto che sia semplice da perseguire vista l’ipotesi concreta di ricorsi da parte dei proprietari dei terreni).
Nel frattempo anche il resto del mondo politico non sa cosa fare, e ognuno avanza la sua proposta, la lega addirittura ne avanza ben due.
Ma se noi siamo fermi, non altrettanto lo è il resto del mondo e quindi tra Agosto e Settembre è arrivato prima la proposta di Smirne, che si è offerta di indennizzare profumatamente gli enti lombardi e di fare in Turchia l’EXPO, proposta che non è stata ancora ufficialmente rigettata se non da mezze frasi pronunciate dalla Moratti, che ha il pregio di far fare una mezza figuraccia ora, ma di risparmiarne una peggiore tra 5 anni e soprattutto di incassare molti soldi, di cui gli enti locali, dopo i tagli del governo Berlusconi, hanno un disperato bisogno.
“Riceviamo e pubblichiamo” di Gaspare Compagno
e per fortuna che gli amministratori lombardi sono i migliori…si si…
Bell’articolo Gaspare!
grazie