postato il 28 Maggio 2011 | in "Economia, In evidenza, Lavoro e imprese, Riceviamo e pubblichiamo"

Equitalia, un lettore ci scrive

Pubblichiamo una mail in redazione sulla mozione UDC per una moratoria sulle cartelle di Equitalia.

L’iniziativa è lodevole e interessante anche perchè per la prima volta interviene in un settore che è quello del terziario attualmente in grave crisi. Non è un mistero che il commercio al dettaglio e l’artigianato non riescano a contrastare l’attacco concentrico della concorrenza rappresentata dalla grande distribuzione, dalla Cina e dai paesi dell’est, oltre che da quelli asiatici, e dalle spese erariali e previdenziali che in Italia incidono più degli altri Paesi. Non bisogna, inoltre, generalizzare la qualifica di imprenditore e distinguere tra il piccolo e il grande, tra settore e settore, e intervenire.
Credo che sia necessario un piano di interventi che ripensi totalmente la figura del piccolo imprenditore, ancora legato nella fantasia popolare ma anche nei provvedimenti legislativi (vedasi studi di settore), all’immagine di “ricco ed evasore” creatasi negli anni di prosperità economica. Difatti, per le aziende che chiudono, anche se unifamiliari, che non riescono ad onorare gli impegni, c’è tutta una legislazione punitiva che li porta a perdere la propria azienda e subire il disonore personale del fallimento con conseguente impossibilità di intraprendere qualsiasi altra attività lavorativa. E tutto questo, in un settore in cui non è proprio contemplato alcun ammortizzatore sociale, il che significa condannare a morte il piccolo imprenditore e la propria famiglia privandoli di qualsiasi mezzo di sostentamento. Non solo. In tutto questo, si rischia paradossalmente anche di essere perseguiti per non aver pagato i contributi Inps; come se qualcuno potrebbe aver piacere a non crearsi una posizione pensionistica, per questo lo Stato lo costringe a pagare con mora e sovrattasse e spese di esecuzione qualcosa che in definitiva riguarda sé stessi.
Per tali motivi auguro buona fortuna alla Vostra azione parlamentare che ha avuto il merito di squarciare il velo che da decenni ammanta tutto il settore.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Francesco

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Antonio
Antonio
12 anni fa

Buongiorno On. Casini,

Mi chiamo Antonio, da Bergamo.

Non so quale sia la probabilità che una persona con molti i impegni come lei, possa leggere effettivamente questa comunicazione.
Ma confido nella democrazia italiana nonostante tutto , un po’ per sentimento e un po’ per follia mia personale e spero così nella riuscita di questo mio tentativo.
L’argomento del contatto è questo:

So che il vs. partito ha messo in essere delle iniziative finalizzate a rivedere i meccanismi di riscossione di Equitalia.
Sulla base di qualche esperienza che come piccolo imprenditore ho vissuto sulla mia pelle, mi sento e mi permetto di inviarle una mia visione del problema evidenziandole alcuni punti ,
che secondo me sono assolutamente da modificare nelle procedure dell’Ente di riscossione ( praticamente adesso che legge l’email, non domani mattina, perché potrebbe essere troppo tardi per moltissime persone).
Pur contattandola per evidenziarle un problema di natura economica, La prego di considerare questa comunicazione non tanto come relativa ad un problema fiscale,
ma connessa piuttosto alla difesa dei diritti inviolabili dell’uomo e della libertà economica.
I punti che le voglio evidenziare sono i seguenti:

1) Sistema di rateazione di Equitalia:

Il cittadino è indietro con il pagamento di una certa quantità di tasse e concorda con Equitalia la rateazione in un certo numero

di mesi, la durata massima credo sia attualmente di 72 mesi: tutto bene è uno strumento che è sicuramente utile per quelli che sono
rimasti indietro con il fisco.

Dove sta’ il problema?

Gli operatori di Equitalia vivono in mondo ideale, dove secondo loro tutti possono pagare delle rate con precisione da orologio svizzero.

Un cittadino o un operatore economico, può trovarsi ( e di questi tempi non è una rada eventualità) nella condizione di non poter pagare ad es. due rate
mensili consecutive.

Può però trovarsi nella condizione di pagare alla terza rata anche quelle precedenti, perchè ad es. i suoi clienti lo pagano normalmente a 60 o 90 giorni
ed i flussi di cassa dell’operatore economico hanno dei picchi positivi ogni 3 mesi, mentre negli altri due mesi l’operatore riesce a gestire solo le spese correnti e pagare gli stipendi.

Ora se questo operatore si presenta agli sportelli di Equitalia per pagare le tre rate, una corrente del mese e le due arretrate precedenti, può essere
tardi, molto tardi per lui.

Ciò perchè la procedura di Equitalia prevede la sospensione della rateazione dopo due rate non pagate.

La cosa non finisce qui perché con la sospensione della rateazione Equitalia ha il diritto di avviare procedure esecutive sul malcapitato, con tutto quello
che ne consegue per la sua salute fisica ed economica.

In paese di lassismo totale, di totale mancanza di rispetto delle regole comuni, di grandi evasori che esportano milioni di euro all’estero impuniti, la
scure di Equitalia-Gestapo è implacabile, su quelli che non si sono tirati indietro rispetto ai loro doveri di cittadini, ma chiedono solo un
minimo di flessibilità, compatibilmente con la natura dei propri flussi di cassa.

Il mio personale suggerimento per questo problema è:

fermo restando il meccanismo di rateazione che stabilisce la durata massima entro la quale il cittadino deve rientrare nel suo debito con lo stato,

devono essere possibili pagamenti di tipo bimestrale, trimestrale o quadrimestrale.

Non potranno essere avviate procedure esecutive per sole due rate non pagate, ma solo ad esempio se nell’arco di sei mesi il cittadino non ha pagato nulla o
ha pagato per es. una percentuale inferiore al 40% di quanto era previsto dal piano di rateazione.

2) Interessi di rateazione:

Equitalia applica attualmente interessi di rateazione sulle tasse in arretrato di tipo bancario: questo fa sì che se uno ad es. ha indietro dei tributi
che pesano mediamente diciamo intorno al 35% di ciò che si incassa, con gli interessi questo tributi vengono a pesare intorno al 40% di ciò che si incassa. E’ vero che è colpa del cittadino che non ha pagato le tasse precedentemente se si trova ad avere questo debito, ma è anche vero che ciò nella stragrande
maggioranza dei casi delle imprese e del popolo della partita IVA non è avvenuto per propria volontà, ma perché l’andamento dell’attività di impresa ha portato
all’accumulo del debito fiscale.

Per questa ragione non ritengo giusto applicare tassi bancari alla rateazione delle tasse. Tassi di interesse ovviamente devono essere applicati, perché
altrimenti non ci sarebbe differenza tra chi paga le tasse con precisione e chi non lo fa, ma tali tassi non devono essere controproducenti al fine del recupero fiscale.

C’ è su questo punto un’altra ragione di principio fondamentale: una banca è un ente privato / estraneo che presta denaro ad un altro estraneo che è il
cittadino / operatore economico. Equitalia rappresenta lo stato di cui io sono azionista con 1 azione e lei è azionista con 1 azione e gli altri italiani viventi sono ognuno proprietari di
1 azione di Equitalia.
Io non posso pagare come cittadino un interesse ad una società di cui sono proprietario, seppur per un’azione. Dal mio punto di vista questa è una
situazione non concepibile.
Posso pagare una remunerazione a questa società per i servizi che mi rende come cittadino, in questo caso il recupero di gettito fiscale arretrato, ma non posso pagarle un interesse che io pagherei ad una banca per i soldi che mi presta.

Prima di proseguire, ed a scanso di equivoci, tenga presente che lo scopo di questa comunicazione non è di chiederle di far pagare meno tasse a noi che siamo i mattoni
su cui si regge la basilica di San Pietro dell’economia italiana, ma di mettere Equitalia nella condizione di prendere più soldi dal gettito fiscale.
Perchè piuttosto che andarsi a inventare improbabili fonti di gettito per recuperare le decine di miliardi che servono a portare il paese fuori dal baratro in cui rischia di scivolare, la soluzione più a portata di mano rimane quella di consentire ai cittadini che pagano già le tasse, di poterle pagare meglio e con meno ansia. Evitando così un fenomeno simile e riscontrabili in tanti uomini che vanno per tutta la vita alla ricerca della donna ideale, senza trovarla e soprattutto senza accorgersi che hanno già una donna ideale: la moglie.

3) Azioni esecutive:

Torniamo al punto 1: il cittadino non ha pagato le due famose rate per cui Equitalia avvia una procedura esecutiva nei suoi confronti.

L’evoluzione che può prendere la pratica sono due:

3.1) Equitalia va’ avanti, sequestra gli immobili, i mobili, il capannone, la moglie,l’amante, i figli, l’auto e tutto quello che il cittadino ha ( questo perché attenzione il cittadino non ha pagato 2 rate,
che erano ad es. di 600 euro cadauna!)
Non solo, Equitalia ha disposizione uno strumento di lotta, che i torturatori cinesi di epoca Ming abituati a far morire i condannati lentamente in bagni d’olio bollente, avrebbero invidiato
moltissimo: il blocco dei conti correnti bancari e la richiesta dei crediti ai clienti dell’operatore economico. Quale sciagura per operatore onesto vedersi bloccare di questi tempi i conti bancari
e quale vergogna nei confronti dei suoi clienti!
Tutte queste azioni esecutive sono devastanti per l’operatore economico, non riesce più a lavorare e chiude, licenzia i due / tre dipendenti che aveva e non sapremo mai se riuscirà a pagare il
suo debito fiscale: chi sa quante centinaia di milioni di euro o addirittura miliardi di euro, Equitalia non recupererà mai più grazie a questo intelligentissimo sistema di
riscossione da caporale di SS.

3.2) Il cittadino può chiedere quella che si chiama la conversione del debito: in pratica deve versare il 20% del totale del debito fiscale subito . Questo fa’ si che
Equitalia si fermi ed in pratica è possibile riattivare una qualche forma di rateazione del debito, seppure non sul periodo di 72 rate precedente ma su un periodo più breve.

Allora tutto bene nel caso 3.2) ? : il problema viene risolto?

Nel modo più assoluto NO.
Perchè?

Il problema sta nel 20% del debito totale da versare subito.

Analizziamo la questione.

Se il debito complessivo del cittadino era di 1000 euro, allora versando 200 euro ad Equitalia il cittadino risolve il problema. Ma se il
cittadino è un operatore economico ed il debito era ad es. di 100.000 euro il 20 % sono 20.000 euro.

Il problema è che il cittadino ne può avere di questi 20.000, solo 10.000, forse 15.000, o 18.000, o 19.990: NON BASTANO!

Per effettuare la conversione il cittadino deve pagare tutto il 20% , non può dire ad Equitalia : ascolta incomincia a prenderti 15.000, altri 5000
te li do’ tra due mesi. Come si farebbe e si concorderebbe in un normale rapporto non solo tra aziende od operatori economici dell’ottava potenza economica del mondo, ma anche tra due indigeni delle foreste del Borneo che scambiano in un’economia basata sul baratto banane contro conchiglie .

L’attuale procedura di Equitalia prevede che se questo cittadino versasse 15.000 euro dei 20.000 richiesti, non servirebbero a nulla per ottenere il ripristino della rateazione.

Il cittadino dovrebbe versare per il ripristino della rateazione altri 17.000 € pari al 20% di 85.000 che sono la differenza tra 100000 di debito totale e 15.000 versati per tentare di arrivare al 20%.

Pertanto suggerisco che prima di avviare le azioni esecutive ci dovrebbe essere la possibilità di versare il 20% in più tranche di importo e durata tra le tranche da stabilire in funzione
degli importi di debito totale in gioco.
Questo eviterebbe di essere sottoposti alla super- tortura cinese quelli che hanno solo i 15.000 e non i 20.000 dell’esempio e consentirebbe allo stato di recuperare subito dei soldi, evitando anche
che delle attività economiche chiudano a fronte di successive procedure esecutive di questi tempi, con ulteriore impossibilità per il fisco di recuperare il debito rimanente.
Perché in verità, in verità le dico: lo scrittore russo Dostoevskij si sentì meno solo davanti al plotone di esecuzione che stava per fucilarlo , di quanto non si senta solo l’operatore economico italiano che tenta affannosamente di arrivare al 20% necessario per poter avviare la procedura di conversione. Sapendo che se non ci riesce partiranno le procedure esecutive di Equitalia di cui al punto 3.1) .

Ora le faccio una domanda:

Un paese che mette su un sistema così nazista, idiota, incocludente, assassino, vigliacco, maiale, non merita di essere raso al suolo con tutti quelli che lo abitano da Bolzano a Lampedusa senza distinzione alcuna? bombardandolo con care vecchie bombe al Naplan di vietnamitica tradizione?

In apertura mi sono permesso di chiederle di contribuire risolvere il problema ora che legge la mail, non domani: la richiesta dovuto alla ragione che in questo momento ci sono in Italia decine di miglia forse centinaia di migliaia di persone che sono vittime della super-tortura cinese di cui sopra.
La soluzione del problema oltre che tempestiva deve essere anche retroattiva: riferita a quelli che hanno ora questo problema che si trascina da un po’ di mesi.

Ringraziando per la molto cortese attenzione porgo,

Cordiali Saluti

Antonio



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