Tutti i post della categoria: Riforme

Referendum: A confronto con Giovanni Maria Flick a Tagadà

postato il 4 Novembre 2016

Al programma di approfondimento di La7, il presidente della Commissione Affari esteri del Senato illustra le ragioni del Sì in un dibattito con l’ex presidente della Corte costituzionale.

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Referendum: al Confronto del Tg2

postato il 1 Novembre 2016

Insieme alla portavoce di Forza Italia, Mara Carfagna

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Referendum: chi è per il No lo fa solo in funzione anti-Renzi

postato il 31 Ottobre 2016

cattura_mattinoL’intervista di Gigi Di Fiore pubblicata su Il Mattino.

Presidente della commissione Affari esteri al Senato, l’ex presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, fa ora parte in Parlamento del gruppo di Area popolare. Con i «Centristi per il sì» è schierato a favore del sì al referendum costituzionale ed è impegnato nella campagna elettorale, che lo ha portato, negli ultimi giorni, a Salerno e Isernia. Sabato prossimo, sarà al cinema Filangieri di Napoli.
Presidente Casini, perché continua a schierarsi a favore del sì? «
La mia posizione è coerente con il voto che, a più riprese, ho formulato in Parlamento. Rispecchia l’impegno che ho sempre manifestato per le riforme sin dai tempi della commissione D’Alema di cui facevo parte».
Una scelta di coerenza?
«Sicuramente. Non ho dimenticato l’applauso tributato al presidente Napolitano in Parlamento, quando ci invitava a realizzare le riforme in questa legislatura. C’è da meravigliarsi che chi ha votato per le riforme ora inviti a votare per il no».
Nel centrodestra le posizioni sono molto eterogenee, cosa ne pensa?
«Ritengo che si comporti con la maggiore intelligenza, come al solito, Berlusconi. Fa il minimo indispensabile in questa campagna elettorale e non credo che si tratti di un problema legato a condizioni di salute».
Secondo lei, invece, da cosa dipende?
«Ha capito che, se vince il no, l’unico che se ne avvantaggerà sarà il movimento di Grillo. Speriamo che, prima o poi, qualcuno lo spieghi anche a Salvini».
Crede che ci sia ancora qualcuno che ricorda la posta in gioco nei contenuti di questa campagna elettorale?
«Pochi. Nessuno parla più del merito di questo referendum. Si discute di tutto, tranne che dei contenuti. Eppure, c’è un aspetto che, più degli altri, ritengo sia di una rilevanza assoluta».
A cosa si riferisce?
«Alla clausola di supremazia dello Stato sulle Regioni. Il nostro è un Paese in cui i troppi veti scoraggiano gli investitori stranieri. L’eccessiva burocratizzazione locale è ulteriore elemento di blocco e, su questo, lo Stato centrale si è riservato l’ultima parola».
Che pensa dell’atteggiamento di Renzi in questa campagna elettorale, così polemico e a volte fuori le righe?
«Renzi le prende e le dà. Mi sembra evidente che oggi gran parte degli schierati per il no lo fa in funzione anti-Renzi. Si tratta di una battaglia politica, che nulla ha a che vedere con il contenuto della riforma».
Che idea si è fatto dei contrasti interni al Pd?
«Credo che alla gente importi poco delle questioni interne al Pd. Importa più, invece, che si possano fare le riforme. Chi non è riuscite a realizzarle ora si prefigge per obiettivo non farle realizzare da Renzi».
È un conflitto politico generazionale?
«Forse. Io sono tra i politici di esperienza, ma credo che chi ha più esperienza non possa vivere di risentimenti. Sa cosa dicevano gli ateniesi? Che ci si difende con le armi dei giovani e i consigli degli anziani. Le battaglie di potere non fanno andare avanti questo Paese».
Che scenario prevede in caso di vittoria del no?
«Certo, aumenterà la confusione e favorirà Grillo, ma alla maggioranza di Renzi non c’è alternativa in questa legislatura».
Non esiste un problema di costi per far funzionare le istituzioni?
«Sui costi della politica c’è sempre chi si spinge più avanti degli altri. La democrazia ha dei costi e ignorarlo consegna la politica ai nullafacenti, che non si sa da dove provengano. Il vero obiettivo deve essere il recupero dell’efficienza nelle istituzioni».
Se vincesse il sì, sarà necessario un difficile periodo di transizione?
«Ci vorrà sicuramente una legge che stabilisca criteri uniformi di designazione dei consiglieri regionali che andranno in Senato. Poi ci sarà da riformare i regolamenti di Camera e Senato. Ma avremo un anno di legislatura, per affrontare la transizione con l’approvazione di queste leggi, necessarie a rendere operative le riforme costituzionali».
Cosa pensa degli schieramenti politici in campo a favore e contro la riforma?
«Penso che la gente si sia resa conto che, comunque vada, da una parte ci sono i moderati alleati con il Pd, mentre dall’altra parte c’è una vera armata Brancaleone che non si sa da che parte vada. Renzi mette il suo entusiasmo, le sue energie giovanili per pilotare cambiamenti non più rinviabili. Non penso, lo ripeto, esistano alternative credibili».

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Referendum: finalmente si cambia e si cambia in meglio

postato il 21 Ottobre 2016

L’intervista di Sebastiano Sterpa ai microfoni del Tg5 sulla riforma costituzionale

 

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«La famiglia Bush con la Clinton come i moderati con Renzi»

postato il 20 Ottobre 2016

Nel mondo lo scontro non è più tra destra e sinistra ma tra populismo e serietà
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L’intervista di Marco Ventura pubblicata sul Messaggero

Pier Ferdinando Casini di nuovo in campo nazionale con l’iniziativa dei “centristi per il Sì” al referendum, dopo due anni di impegno esclusivo in politica estera da presidente della Commissione al Senato.

Perché proprio adesso?
«Il referendum sarà lo spartiacque della politica italiana, finalmente avremo un momento di verità. Più ci si avvicina al 4 dicembre, più le posizioni si chiariscono: da un lato chi tenta di riformare le istituzioni dopo decenni di insuccessi, dall’altro una variegata convergenza di persone che cercano solo di bocciare il governo e il premier Renzi».

Anche Mario Monti è per il No. Sorpreso?
«Le parole di Monti hanno il pregio di essere esplicite: lui riconosce che la riforma migliora la Costituzione, ma boccia il governo e per questo dice No».

Non è una buona ragione?
«Da D’Alema a Monti, da Pomicino a Zagrebelsky, tutti seminano vento, ma a raccogliere i frutti saranno Grillo e i 5 stelle che potranno dimostrare che siamo irriformabili e solo loro sono i demiurghi del cambiamento».

Nella variegata compagine del No ci sono tanti moderati…
«Oh, sì, c’è anche chi ha votato la riforma ed è tra i capifila del No, e chi nel centrodestra ne ha votata una analoga nel 2005 e oggi denuncia la deriva autoritaria di Renzi con gli stessi argomenti stucchevoli usati per vent’anni contro Berlusconi. Girando l’Italia coi “centristi per il Sì” ho visto che la maggior parte dei moderati voterà Sì: hanno capito che con il No a vincere non sarà Berlusconima Grillo». [Continua a leggere]

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Referendum: Al duello con Antonio Padellaro

postato il 11 Ottobre 2016

Nella trasmissione di approfondimento politico di La7, l’Aria che tira, condotta da Myrta Merlino

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Referendum: Centristi per il Sì alle Ciminiere di Catania

postato il 9 Ottobre 2016

Qui tutti gli interventi

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Referendum: chi dice no vuole solo colpire Renzi

postato il 9 Ottobre 2016

catturaoL’intervista di Gerardo Marrone pubblicata su Il Giornale di Sicilia

«È in corso un processo di manipolazione: si vuole colpire il governo Renzi usando il referendum. Le questioni di merito, quindi, non interessano più a nessuno e si uniscono le tesi di persone che hanno visioni politiche contrapposte. Così, si ritrovano a braccetto Brunetta con Zagrebelsky e Grillo con Salvini».
Ieri a Taranto, stamattina alle «Ciminiere» di Catania, Pierferdinando Casini è impegnato a sostenere le ragioni dei «Centristi per il Sì», ma soprattutto un’idea di fondo: «Serve un disegno “per” e, invece, vedo – afferma il presidente della commissione Esteri al Senato – troppi disegni “contro”. E non va bene».

I sondaggi non danno certezze sull’esito del referendum confermativo, ma un’indicazione la forniscono: gli indecisi sono tantissimi, almeno il 40 per cento. Forse, è il caso di spiegare meglio la riforma. Vuol provarci lei?
«È una riforma semplicissima che, innanzitutto, consente di superare il bicameralismo perfetto. In nessun Paese occidentale esistono due Camere che hanno esattamente le stesse competenze, le stesse attribuzioni, come in Italia. Inoltre, si mette ordine nel rapporto tra Stato centrale e Regioni in modo da evitare che, ad esempio su dossier importantissimi come quelli energetici, una Regione possa bloccare le scelte del governo. Non è finita…».
 Altro?
«Si abolisce il Cnel, il Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro. Nessuno ha capito cosa fa, tranne appaltare un po’ di studi che magari sono interessanti ma per i quali non serve certo un organo costituzionale».  Doppio incarico per consiglieri regionali e sindaci che saranno chiamati a far parte del nuovo Senato. Non è un po’ troppo? «Un po’ troppo, solo se si guarda con la lente di oggi. Il prossimo Senato non sarà paragonabile a quello attuale, perchè potrà lavorare in tempi ben più limitati».
 Anche lei come Renzi ritiene che, senza la riforma Boschi, il Paese non si salva?
«Io sono sempre meno drastico di Renzi, ma dico che un successo del “no” sarebbe un pessimo segnale dopo trent’anni di tentativi abortiti di riforme istituzionali. Grave se l’Italia dimostrasse di essere un Paese irriformabile».
Il giurista Massimo Villone ha affermato in un’intervista al Giornale di Sicilia che, in caso di vittoria del sì, «l’esecutivo avrà il controllo pieno dell’Assemblea e del procedimento legislativo». Sbaglia?
«Sì, sbaglia. È un’altra delle mistificazioni che si stanno facendo, cioè mettere sullo stesso piano due cose diverse: la riforma costituzionale e la legge elettorale. Il dibattito sulla legge elettorale procede in parallelo, sicuramente “Italicum” sarà cambiato. In ogni caso, non credo che questa provocherebbe una deriva autoritaria. A me, poi, viene da sorridere sentendo parlare di deriva autoritaria per attaccare Renzi, come si faceva contro Berlusconi. Dire che correva il rischio di essere un dittatore, mi sembra una cosa ridicola».
 A proposito. Il premier ha recentemente affermato che «il Cav usa il referendum per ritornare in campo». Ma davvero Berlusconi le sembra così «in campo»?
«In primo luogo, ricordo che i sondaggi rivelano come la metà degli elettori di Forza Italia si dichiari a favore della riforma. Questo perchè, se passasse il no, sarebbe la vittoria di gente come Grillo e non certo di Berlusconi che, in effetti, non mi sembra così in campo. Il solo fatto di consentire che trapelino le simpatie per il sì di uomini a lui così vicini, come Fedele Confalonieri e Gianni Letta, ciò vuol dire che Berlusconi è più intelligente di tanti suoi sostenitori».
 Altra obiezione alla legge di revisione costituzionale: i tagli ai costi della politica saranno modesti, 48 milioni l’anno – stando alla Ragioneria dello Stato – e non i 500 di cui parla il presidente del Consiglio. Propaganda?
«Non è un argomento che mi ha mai appassionato. E, quando io parlo di referendum, non ho mai usato il tema dei costi della politica anche perchè la democrazia costa. Questo è un argomento che usa Renzi e che è molto pericoloso!».  C’è chi dice no, tra questi D’Alema e Bersani. Sorpreso? «Di Bersani, un po’ sì. Nessuna sorpresa da D’Alema, invece. In questa fase, lui privilegia la sua ostilità verso Renzi. Una battaglia personale: di politico c’è molto poco».
 C’era una volta il centrodestra che vinceva le elezioni, anche grazie a Pierferdinando Casini. E adesso?
«Molto difficile che lei possa vedermi nello stesso schieramento con Matteo Salvini e Giorgia Meloni. In questa fase così difficile per il Paese, dunque, credo che la collaborazione con Renzi vada confermata pure per la prossima legislatura».
 In Sicilia si andrà alle urne tra un anno per le Regionali. Crocetta vuole ricandidarsi. Voi lo sosterrete?
«Questa è una domanda che dovete fare a Gianpiero D’Alia. Io non intervengo sulle questioni siciliane. E se un consiglio devo dare, lo faccio in privato e non certo sui giornali».
 Lei è il presidente della commissione Esteri a Palazzo Madama. Sulle quote-migranti, l’Unione Europea ha ormai perso la faccia?
«L’Unione Europea ha perso la faccia nel Mediterraneo e la sta perdendo anche sul punto della ripartizione dei migranti. Voglio aggiungere, però, una cosa: ai tanti che in Italia vorrebbero rialzare i muri, dico di stare bene attenti. Guardate a cosa sta capitando ai nostri connazionali oggi in Gran Bretagna e ai transfrontalieri in Svizzera. Se si rialzano i muri, non ce n’è per nessuno».

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Dal Sud al via mobilitazione Centristi per il Sì

postato il 6 Ottobre 2016

Si parte da Taranto (8/10), Catania (9/10) e Benevento (13/10)
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Referendum: «Il Sì è la sfida al populismo. Poi popolari e sinistra alleati»

postato il 4 Ottobre 2016

Meglio togliere il ballottaggio, crea troppi rischi
Pier Ferdinando CasiniL’intervista di Paola Di Caro pubblicata sul Corriere della Sera  

Se è tornato in campo nell’agone politico nazionale con tutte le sue energie — nel weekend terrà manifestazioni per il Sì al referendum a Taranto e a Catania, e molto altro è previsto — è perché Pier Ferdinando Casini crede che questa sia la battaglia campale tra due modelli alternativi: «La sfida oggi non è più tra destra e sinistra, e nemmeno fra tre poli. È invece tra un populismo becero, anti-politico e sfascista alla Grillo e il riformismo e la serietà». Per questo, è il momento di fare appello agli elettori e ai politici «moderati, che come i sondaggi indicano, decideranno chi vincerà».

In pratica, chiede ai moderati di schierarsi con Renzi?
«Chiamo ad una scelta di campo, sì, pur sapendo che la riforma dovrà essere perfezionata, e nonostante Renzi abbia commesso errori nella gestione del referendum».

Ma nel fronte del No c’è anche Berlusconi
«Vero, ma l’equivoco dal quale i moderati devono uscire è che se vince il No vince Berlusconi. Non è vero: vincerebbero Grillo, Il Fatto, Zagrebelsky, persone pur rispettabili ma che non hanno nulla a che fare con i valori della destra moderata e responsabile. Vincerebbe proprio quel fronte che per anni ha accusato Berlusconi di “deriva autoritaria” e che oggi usa gli stessi argomenti contro Renzi, ridicoli in entrambi i casi al di là dei limiti che pure i due hanno». [Continua a leggere]

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